Kanan Jarrus era quello che sapeva ridere. Dopo il lavoro in miniera, quando ci si ubriacava per dimenticare di essere dei condannati.
Kanan Jarrus era quello che non parlava mai di sé e molto con gli altri.
Kanan Jarrus era sempre presente se a qualcuno dei compagni serviva una mano.
Ma Kanan Jarrus non lasciava mai che gli altri si avvicinassero troppo.
Perché Kanan Jarrus, una volta, era stato Caleb Dume.
Caleb Dume non sorrideva più. Caleb Dume aveva davanti agli occhi la morte della sua Maestra, la fine dell’Ordine, il tradimento dei cloni, la nascita dell’Impero.
Caleb Dume lasciava che Kanan Jarrus ridesse, si ubriacasse e fingesse. Perché sperava di dimenticare.
Ma Kanan Jarrus aveva smesso di ridere.
Kanan Jarrus aveva incontrato una ragazza Twi’lek avvolta in un mantello, che si muoveva fra le ombre. Kanan Jarrus l’aveva seguita. Kanan Jarrus aveva visto brillare i suoi occhi di coraggio e speranza.
Kanan Jarrus aveva sentito di nuovo di avere uno scopo. Si era sentito vivo. Aveva voglia di combattere per proteggere qualcosa di buono.
L’avrebbe seguita fino all’inferno, se necessario.
E un giorno le avrebbe detto che il suo nome era Caleb Dume.