Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |      
Autore: sakura bethovina    25/04/2024    2 recensioni
Questa storia altro non è che una piccola raccolta di "pagine di diario"; rappresenta il mio modo di affrontare, pezzetto dopo pezzetto, il dolore per aver detto troppo presto addio al mio papà.
Ho scritto di getto alcuni pensieri, alcuni ricordi; ma anche qualche piccola conquista. Perché, in fondo, la tristezza immensa che provo oggi è solo una misura di quanto l'ho amato in questi ventotto anni.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un saluto a voi, cari lettori.
Sono una “veterana” di efp, che ha deciso di riattivare il proprio profilo nel tentativo di ritrovare e ricostruire qualche pezzetto di se stessa. Partendo, magari, da percorsi già battuti.
Questa storia altro non è che una piccola raccolta di "pagine di diario"; rappresenta il mio modo di affrontare, pezzetto dopo pezzetto, il dolore per aver detto troppo presto addio al mio papà.
Ho scritto di getto alcuni pensieri, alcuni ricordi; ma anche qualche piccola conquista. Perché, in fondo, la tristezza immensa che provo oggi è solo una misura di quanto l'ho amato in questi ventotto anni.
Spero che in qualche modo la mia esperienza possa essere di aiuto a qualcuno e, se vorrete darmi dei consigli o condividere le vostre esperienze, sarò ben lieta di leggere ogni cosa. Un abbraccio a tutti!

P.s. Vi chiedo scusa in anticipo per gli errori; sono pagine scritte d'impulso e preferisco mantenerle così.



 

Congedo

 

Sei andato via pacificamente, col sorriso sulle labbra.
Hai salutato tutti i tuoi affetti più cari; e non è stato un caso se questo è successo.
Quando un’anima così significativa decide di intraprendere un viaggio, qualcosa nell’universo si smuove. Come un’onda che perturba le coscienze di tutti quelli che ti hanno amato.
In qualche modo, so che era così che doveva andare; hai salutato tutti col sorriso sulle labbra, con una battuta o una frase per alleggerire la situazione. Pronto a congedarti da questa vita che ti ha dato tanta sofferenza ma anche tanto amore.
Ed invece, chi ti aveva più vicino al cuore, al tuo saluto ti ha dato le spalle non potendo trattenere le lacrime. Non eravamo pronti a vederti andare via.
 
È strano come tutti quanti eravamo convinti che anche questa volta ce l’avresti fatta, Papà.
Credevamo che tu potessi tutto, che tu fossi forte abbastanza da superare qualsiasi cosa. Eppure al tempo stesso il nostro cuore sentiva che qualcosa, stavolta, sarebbe andato diversamente.
 
Persino io, quando ti ho salutato, senza neppure sapere che sarebbe stata l’ultima volta che sentivo la tua voce, mi sono nascosta alla tua vista. Non sono riuscita a trattenere le lacrime quando ti ho visto lì, nel tuo letto d’ospedale, a dire agli infermieri che tutto sommato ti stava bene essere lì perché lì eri di casa ormai; tutti ti volevano bene.
È quello il posto in cui hai deciso di volare via. Quella notte stessa. E per quanto volessi convincermi del fatto che ce l’avresti fatta anche questa volta, non posso che ripensare alle mie stesse parole quando sono scesa dal reparto:
“Avevo paura di non riuscire a portarlo qui; ormai non posso più fare nulla per lui”.
 
Un’ammissione, una resa; solo una volta in tutti questi lunghi anni di malattia avevo perso la speranza. E quella volta con tanta caparbietà mi hai dimostrato che sbagliavo.  Speravo di sbagliarmi anche questa volta, Papà.
 
Mi manchi.
 
Questi anni sono stati davvero duri, dolorosi, impegnativi. Perdonami se qualche volta ti ho fatto pesare la mia stanchezza, la mia tristezza, le mie difficoltà nel conciliare la nostra routine con il tentativo di costruire la mia vita.
 
Perdonami se non sono riuscita a darti nessuna soddisfazione. Non ne ho avuto il tempo e non ne ho avuto la capacità.
Spero che quel poco che hai potuto vedere ti abbia reso orgoglioso comunque.
E spero che mi rimarrai vicino papà, perché ho tanta paura. Ma ho anche tanta voglia di renderti ancora orgoglioso di me.
 
Dammi una mano, papà. Prestami un po' della tua enorme forza.
E non abbandonarmi; lo so che ci sei.
 
Ti voglio bene, Rita.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: sakura bethovina