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Autore: shirley jane    27/04/2024    3 recensioni
Una one shot collocata dopo gli episodi di Kaibara.
Kaori non ha perso la memoria, come si comporterà Ryo?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ciao! Ogni tanto torno a scrivere qualche storiella su Ryo e Kaori, non c’è niente da fare, questi due adorabili testardi mi fanno sempre battere il cuore e sognare!
È collocata dopo gli episodi di Kaibara. Lo ammetto, non ho proprio digerito la perdita di memoria di Kaori e ancora peggio che Ryo non abbia fatto nulla per aiutarla a ricordare tutti i momenti meravigliosi che li avevano uniti nei giorni precedenti… ma come?
Quindi, eccomi a raccontare la mia versione, come avrei voluto che andasse. È una storia introspettiva e focalizzata sui pensieri e sui sentimenti di Ryo. Spero vi piaccia!
 
 
Ryo si fermò un istante con la mano sul pomello della porta e ripensò alle parole di Mick. Quell’uomo, ferito quasi fatalmente, anche nel momento in cui il dolore dominava ogni parte del suo essere, era stato in grado di sovrastare la sofferenza che lo soggiogava con l’amore che provava per la donna della quale era innamorato, la stessa che amava anche lui.
Sapeva bene come si sentiva il suo amico: impotente, annichilito, spaventato. Molti anni prima aveva subito la medesima sorte e ancora oggi si chiedeva come fosse riuscito a sopravvivere.
Anche Mick ce l’avrebbe fatta, ne era sicuro. Il percorso di riabilitazione sarebbe stato lungo e faticoso, ma in qualche modo ne sarebbe uscito.
Era un uomo forte e tenace, e lo aveva dimostrato ancora una volta quando era riuscito a trovare la lucidità per raccomandargli di rendere felice Kaori, con una tenerezza e una speranza nello sguardo che non gli aveva mai visto prima.
Da parte sua, non aveva nessuna intenzione di deluderlo.
Aprì la porta e quando vide Kaori seduta, sveglia e vigile, il suo cuore si riempì di felicità e di sollievo. Il Professore lo rassicurò ulteriormente quando disse di averla appena visitata e di non avere riscontrato alcun problema. Pochi minuti dopo restarono soli, i loro amici avevano intuito all’istante che avevano bisogno di parlare.
Ryo sorrise con dolcezza e si sedette accanto a lei. Aveva detto di sentirsi confusa e avrebbe voluto chiederle che cosa ricordasse degli eventi precedenti, ma gli mancava il coraggio. Si sentiva ridicolo e sciocco: solo poche ore prima aveva affrontato Kaibara, probabilmente aveva attraversato la situazione più pericolosa della sua esistenza, ma non aveva il fegato di parlare con Kaori. Quando si trattava di esprimere quello che provava si sentiva inadeguato e trovare le parole giuste gli sembrava un’impresa.
“Vedrai che presto ti sentirai meglio” le sorrise e le accarezzò un braccio. “Devi avere un po’ di pazienza”.
Lei, però, non sembrò preoccuparsi del proprio stato e il suo sguardo cadde sulle bende intorno al torace di Ryo. Avvicinò piano le dita e sfiorò il tessuto con le punte: “Stai bene?” sussurrò.
Ryo deglutì, il tocco di Kaori era leggero, appena percettibile, ma riempì il suo petto di calore. Sospirò profondamente e lei arrossì, cercò di allontanare la mano con un movimento improvviso, ma lui l’afferrò con dolcezza e la strinse nella sua, portandola di nuovo sul suo petto, all’altezza del cuore.
In quei pochi giorni erano successe troppe cose tra loro, non poteva fare finta di niente e continuare a nascondersi dietro la sua faccia da buffone e le sue battute cretine, né desiderava farlo.
Ora che erano entrambi salvi e al sicuro da quel pazzo di Kaibara, riuscì a confessare a sé stesso di avere temuto sul serio di perdere Kaori e ancora, il solo pensiero, lo terrorizzava.
Inoltre, c’era stato quel bacio… attraverso una parete di vetro e le loro labbra non si erano nemmeno sfiorate, ma in quel momento drammatico aveva immaginato la morbidezza della bocca di Kaori come se quell’ostacolo non fosse esistito. Il timore agghiacciante di perderla gli aveva fatto capire che tenerla a distanza e nascondere i suoi sentimenti non la proteggeva in nessun modo, forse la esponeva ancora di più al pericolo.
“Finché resterai con me, non sentirò nessun dolore” disse, con tanta serietà quanta tenerezza.
Gli occhi di Kaori si fecero lucidi, le guance arrossate, le labbra si schiusero.
“Ryo…”
Le accarezzò una guancia, una carezza lenta e tenera, poi le spostò alcuni ciuffi castani dalla fronte.
Quella carezza era un modo per alleviare il tumulto che avvertiva dentro di sé. Desiderava stringerla tra le sue braccia e baciarla, finalmente senza nessun ostacolo, materiale o emotivo. Assaporare la morbidezza e il dolce sapore delle sue labbra, scoprire se erano come aveva immaginato attraverso il vetro.
Tuttavia, non voleva stancarla, aveva bisogno di riposare, ma lo sguardo di lei esprimeva stupore e meraviglia, ed era certo che il suo cuore stesse battendo all’impazzata, esattamente come il proprio. Doveva avere pazienza e del resto Kaori ne aveva avuta fin troppa sino ad allora, poteva anche lui aspettare qualche altro giorno o forse settimana. Gli sembrava un tempo interminabile, a dire il vero, ma il benessere di Kaori veniva prima di tutto.
“Cerca di dormire, va bene?”
“Non voglio che te ne vada”.
“Non ho nessuna intenzione di andarmene” le sorrise.
Kaori lo fissò in silenzio per un istante, poi sussurrò: “Non voglio dormire…”
Spostò lo sguardo, ma Ryo disse: “Kaori, guardami, per favore”.
Lei attese qualche secondo, poi posò di nuovo gli occhi su di lui e aggiunse: “Dopo quello che è successo, non sopporterei che tutto tornasse come prima”.
Ryo avvertì un dolore acuto, Kaori temeva davvero che avrebbe continuato con il suo solito atteggiamento? Lo reputava codardo fino a quel punto? D’altra parte, come poteva darle torto? In tanti anni insieme si era impegnato con tutto sé stesso per farle credere di non provare niente nei suoi confronti.
“Neanche io lo sopporterei”.
Sul viso di Kaori si dipinse un’espressione di meraviglia e gli gettò le braccia al collo, le lacrime che scorrevano libere. La strinse a sé e rimasero aggrappati in quell’abbraccio per un tempo che non seppero misurare, avvolti solo dal calore e dall’amore reciproco.
Si allontanarono il necessario per guardarsi negli occhi e Ryo credette di scorgere nello sguardo di Kaori la stessa attesa che percepiva anche lui, lo stesso desiderio. Le accarezzò i capelli, poi la fronte, gli zigomi, le guance, e infine le labbra. Lei non si scostò, ma chiuse gli occhi e appoggiò il viso alla sua mano. Restarono così per un momento, poi si guardarono ancora una volta.
Ryo avvicinò con lentezza il viso a quello di lei e Kaori chiuse di nuovo gli occhi. Lui indugiò un istante, soffermandosi su quei tratti dolci e armoniosi, poi, non riuscendo ad aspettare ancora, la baciò. Un bacio lento e pieno di dolcezza, ben lontano dalla passione ardente che sentiva dentro di sé, ma che decise di controllare, Kaori si era appena svegliata, ci sarebbe stato tempo per dimostrarle l’intensità dell’amore che lo dominava.
Il bacio, comunque, fu di un tale calore, seppur tenero, che senz’altro Kaori non ebbe motivo di dubitare dei sentimenti di Ryo.
Quando si separarono, le lacrime solcavano ancora le guance di lei e, se possibile, aumentarono.
“Scusami, ma sono felice…” mormorò lei, cercando di asciugarsi le lacrime, che non ne volevano sapere di smettere di uscire.
“Anch’io, Sugar Boy”.
Le diede un bacio sulla fronte e poi la strinse di nuovo a sé in un abbraccio.
Avevano attraversato una delle situazioni più pericolose e difficili della loro vita, ma l’avevano superata ed erano insieme. Sicuramente li attendevano altri momenti difficili e rischiosi, dal loro lavoro non potevano pretendere altro, ma li avrebbero affrontati mano nella mano e quello era tutto ciò che contava.
   
 
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