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Autore: Selhin    23/09/2009    4 recensioni
1. Scegli un personaggio, una coppia o un fandom.
2. Apri la tua cartella di musica, seleziona la modalità di riproduzione casuale e fai partire.
3. Scrivi una drabble/flashfic che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della canzone per terminare la drabble: inizi con l’inizio della canzone e finisci quando finisce. Niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata è la tua drabble.
4. Scrivine 10, poi pubblicale.
[ Laguna/Raine, Squall/Rinoa ]
Genere: Romantico, Song-fic, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Laguna Loire, Raine Leonheart, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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10 songs challenge: Laguna x Raine

 

10 songs challenge: Laguna/Raine, Squall/Rinoa

 

 

 

 

 

The voice within - Christina Aguilera

(Laguna/Raine)

 

  Raine se ne stava tranquillamente seduta su di uno sgabello a tre gambe, lo sguardo fisso sui tasti sotto di lei. Ogni tanto alzava una mano, sfiorava quella superficie bianca e nera e poi la ritraeva quasi timorosa.

Era così da qualche ora ormai, Laguna se ne era rimasto fuori dalla stanza a osservarla di nascosto. Non capiva cosa la ragazza potesse avere, le sembrava triste e malinconica guardando quel pianoforte. Anche lui provava la stessa sensazione guardandolo.

In quella tastiera rivedeva una persona che per lui era sempre stata molto importante.

Lo aveva fatto sognare, sospirare e desiderare per così tanto tempo che si rendeva conto di quanto fosse stata solo una sua idealizzazione. Se n’era accorto da poco.

Quello che contava più di ogni altra cosa era ciò che aveva davanti. Chi lo sopportava ogni giorno, chi lo ascoltava, con chi litigava.

Raine era più importante di qualsiasi sogno mai realizzato, e adesso aveva bisogno di lui. Anche se mai l’avrebbe ammesso.

Dopo l’ennesima esitazione Laguna decise di entrare piano nella stanza.

Raine non lo sentì, restando immobile a fissare il pianoforte invecchiato davanti a lei, lo sguardo perso nel vuoto e in chissà quali pensieri. Poi, notò una mano sfiorare dolcemente quei tasti, e ad uno ad uno, creando una piccola melodia. Quella mano non era certamente la sua.

Si voltò e trovò il ragazzo alle sue spalle, lo sguardo fisso sui tasti cercando di non sbagliare una sola nota. Raine sorrise nel vederlo così concentrato.

  - Non sapevo sapessi suonare, Laguna.- disse seguendo lo sguardo fin sui tasti che avevano smesso di suonare.

  - Insomma... non sono molto bravo.-

Raine sorrise ancora, e finalmente iniziò a suonare una sua melodia. - Come sei brava... - le disse lui.

  - Era tanto che non lo facevo... - lo guardò per un breve istante negli occhi verdi. - Grazie, Laguna.-

Lui rispose al sorriso, e restò incantato ad ascoltare ancora una volta quella splendida melodia.

 

 

Vivo per lei - O.R.O.

(Squall/Rinoa)

 

  - No, non sono d’accordo. Il discorso è chiuso.-

Caraway guardò il giovane ragazzo davanti a lui, poi posò lo sguardo sulla figlia lì accanto. Non sembravano affatto sorpresi della sua risposta, anzi.

  - Che tu sia d’accordo o contrario non importa... - disse Rinoa guardandolo con durezza.

L’uomo restituì lo sguardo. Era sempre stata una ribelle ma quello superava tutto. Sposarsi con quel ragazzino, che sciocchezza. -... noi lo faremo, con o senza il tuo consenso... -

Squall le posò una mano sull’esile spalla, lasciandola sorpresa a guardarlo. Poi si voltò verso Caraway, lo sguardo deciso come non mai.

  - Non può impedircelo... siamo cresciuti, io sono cambiato grazie a sua figlia e continuerò a farlo se lei mi starà vicina... - il silenzio calò sui presenti. -... cambierò in meglio, lo farò per lei. Perché io vivo solo per lei.-

 

 

 

La danza della pioggia - Raf

(Laguna/Raine)

 

  Tic. Tic. Tic. Tic.

Le gocce piano piano scendevano lungo il suo viso, bagnando gli occhi, inzuppando i capelli lunghi. Scendevano fin nella schiena impregnando i vestiti di acqua piovana.

Sfioravano le labbra scendendo lungo il collo come una carezza gentile.

Mosse un passo verso di lei che se ne stava asciutta sotto il suo ombrello giallo, neanche l’aveva notato.

Le posò una mano sulla spalla coperta dal maglione di ciniglia color pastello, bagnandolo.

Lei si spaventò a quel contatto, voltandosi incredula e fissandolo come fosse la cosa più bizzarra del mondo.

I capelli gli cadevano sul viso, restando appiccati lungo le guance e la fronte.

La guardava attraverso gli occhi di giada e sembrava cercasse di parlarle col solo sguardo. Le labbra semiaperte, una leggera nube di condensa ne fuoriusciva a intermittenza.

Nessuno dei due parlò, non c’era bisogno di quelle inutili parole vuote.

Contavano solo i loro sentimenti e le emozioni che provavano guardandosi sotto la pioggia.

Raine lasciò cadere a terra l’ombrello, che rimbalzò dentro una pozzanghera sotto di lei.

La pioggia non cessava e lei si bagnò quanto lui.

Laguna la guardava, immobile.

  Tic. Tic. Tic. Tic.

Un tuono lontano, mentre i due si stringevano l’uno all’altra col solo tocco delle labbra.

 

 

 

Labirinth - Elisa

(Squall/Rinoa)

 

  - Perché non riesci a dirmelo?-

 

  Squall entrò nella sala quasi con violenza.

Si sentiva arrabbiato, deluso, tradito... era un miscuglio di sensazioni che non sapeva spiegare bene, ma di una cosa era certo. Non gli piaceva affatto.

Tra le luci colorate e lampeggianti, la musica altissima da spaccare la testa, una calca di gente che si muoveva a quello strano ritmo... nonostante tutto questo, riuscì a vederla.

Dritta davanti a lui, una gonna corta, una scollatura profonda, i capelli sciolti sulle spalle lasciati a volteggiare nell’aria. Rinoa.

Ballava, accanto a lei un ragazzo che lui non aveva mai visto. Alto, biondo, pieno di seconde intenzioni.

Subito la rabbia svanì, trasformandosi in paura. Paura per lei, paura di poterla perdere.

Si avvicinò ai due, allontanando col solo sguardo il ragazzo. Rinoa lo guardò negli occhi azzurro ghiaccio, confusa e con un piccolo lampo d’ira improvviso.

  - Che ci fai qui?-

Il tono era duro, sprezzante, ma lui non ci badò. Le si avvicinò e la strinse forte fra le braccia. Le parve così fragile, così piccola.

  - Perdonami... ma sono fatto così.- la strinse più forte, poi la guardò negli occhi scuri. - Non te lo dico mai, perché non ne sono ancora capace... è come se fossi chiuso dentro un labirinto dal quale non riesco ancora a uscire... -

Lei lo guardò a sua volta, poi gli sorrise. Aveva fatto tutta quella strada, era entrato in una discoteca, solo per lei.

  - Lo so... ti amo.-

Squall sorrise. Ti amo.

Lo pensò solamente ma, era già qualcosa.

 

 

 

Marzo - Giorgia

(Laguna/Raine)

 

  - Vieni con me... -

Laguna prese per mano la ragazza che non aveva smesso un attimo di guardarlo confusa e sorpresa. Era piombato in casa di fretta e furia, le aveva urlato qualcosa su di un posto bellissimo appena scoperto, e alla fine, trascinandola, l’aveva condotta fuori dal piccolo paese.

Avevano lasciato la piccola Ellione a dormire tranquilla in casa, non si era accorta di nulla la poverina. Raine si sentiva in colpa per questo, ma alla fine non riuscì a resistere troppo a lungo a quello sguardo da cucciolo che solo Laguna sapeva fare. Aveva capito che era l’unico modo per addolcirla, e questo le dava fastidio.

  - Dove mi stai portando?-

Lui si voltò a guardarla. - Te l’ho già detto, in un posto bellissimo.-

Raine lasciò andare un lungo sospiro, era parecchio che camminavano ormai, ma dove diavolo aveva intenzione di portarla?

Lui si bloccò all’improvviso, voltandosi verso di lei. - Ora, chiudi gli occhi.-

La ragazza lo osservò stralunata. - Che? Tu sei pazzo... -

  - Dai, fallo.- iniziò a ossessionarla come solo lui sapeva fare, peggio dei bambini capricciosi.

  - E va bene.- si arrese alla fine, chiudendo gli occhi come gli aveva chiesto. - Ma sei mi stai facendo qualche scherzo dei tuoi, Laguna... -

Non finì la frase perché lui, alle sue spalle, iniziò a spingerla delicatamente, guidandola chissà dove.

  - Stai tranquilla... ecco, ancora qualche passo... -

Poi la fermò, e tornò davanti a lei. - Ok, puoi aprirli ora.-

Raine ubbidì, ritrovandoselo davanti con il solito sorriso felice. Si scostò, lasciandole intravedere un paesaggio costituito da ampie e vaste colline. Il sole si rifletteva sull’erba e sul grano rendendo il paesaggio come fosse oro liquido.

Il cielo era limpido, una lieve brezza muoveva quei fili d’oro lucente dando al tutto un tocco magico.

  - Che te ne pare?- disse lui alla fine, il sorriso ancora stampato sul viso.

Si voltò a guardarla negli occhi azzurri, spalancati per lo stupore. - Te l’avevo detto che era bello, no?-

Raine inconsciamente, scoppiò a ridere. - Che c’è di così divertente?-

  - Scusami... non sono riuscita a trattenermi.-

Lui la osservò confuso. - Sarà stata la felicità che non ce la faceva più a starsene nascosta.-

  - Forse... -

La ragazza alzò gli occhi verso di lui. - Sicuro.- le rispose lui continuando a sorridere.

Era la prima volta che la vedeva davvero felice.

 

 

 

Angels - Robbie Williams

(Squall/Rinoa)

 

  Salì le scale controvoglia, sbuffando fra sé e sé.

Stringeva fra le mani la vecchia spada con cui era solito allenarsi prima che la sua fidatissima Gunblade facesse irruzione nella sua vita. La guarda e come un flash rivede se stesso bambino “giocare” con quella spada. Su una spiaggia, in un luogo molto lontano dal suo presente di adesso.

Sospira nuovamente ed entra nel grande salone del Garden.

Non aveva affatto voglia di partecipare a questa assurda festa, ma com’era da aspettarsi, lo avevano obbligato i suoi cosiddetti “amici”.

La stanza era nella penombra, illuminata solo da numerose e basse candele. Le fiammelle leggermente mosse dal vento autunnale.

Quasi scherzando con se stesso si disse che quello era decisamente l’ambiente che più gli si addiceva. Luce soffusa, un’aria tetra, nessuno che lo considerava troppo escluso qualcuno che più formale lo salutava militarmente.

Si appoggiò a una delle colonne, in un angolo abbastanza isolato e tranquillo, e incuriosito iniziò ad osservare le persone che lo circondavano. Tutti avevano una maschera sul viso, tutti avevano un costume strano. Ovvio, si disse ancora, a una festa di Halloween ci si veste in modo assurdo.

Anche lui era parecchio assurdo, ma si era dovuto affidare allo strano stile della sua ex-professoressa e di quella matta della sua compagna di classe, Quistis e Selphie, e adesso si ritrovava agghindato come l’incrocio fra un principe idiota e una specie di zorro. Mancava solo la calzamaglia a fare completo.

Dopo tanto silenzio, avvertì una mano sulla sua spalla mentre una voce leggera lo chiamava.

  - Squall!-

Si voltò quasi di scatto, restando poi come incantato ad osservare la ragazza davanti a lui. Rinoa gli sorrideva contenta, avvolta in un bellissimo abito bianco. Sulla schiena, un paio di ali piumate con riflessi argentati. - Come sto?- gli chiese divertita, immaginando già la solita risposta brusca e imbarazzata.

  - Sei... un angelo... -

 

 

 

Il grande incubo - 883

(Laguna/Raine)

 

  Correva, non riusciva a fermarsi, sentiva il cuore accelerare i battiti.

Sempre più forte, sempre più veloce.

Le gambe erano stanche eppure correva una strana energia dentro tutto il corpo. Qualcosa che la spingeva a continuare a correre.

Dietro di lei, dei passi sempre più secchi, sempre più vicini.

Presto l’avrebbero raggiunta, non c’era un solo posto dove potesse rifugiarsi.

Provò a bussare alla porta di una casa, ma niente.

Provò alla successiva, ancora niente.

Nessuno le rispondeva, la città sembrava deserta.

Provò a urlare, disperata, impaurita.

Avvertiva qualcuno dietro di lei, ma appena voltava lo sguardo vedeva solo delle ombre scure muoversi fra i vicoli che si lasciava alle spalle.

Nessuno la sentiva, nessuno avvertiva quello che le stava accadendo.

Lacrime calde le uscirono dagli occhi, quando raggiunse la fine di quel che era un vicolo cieco.

La paura si fece più forte, l’ansia e il terrore più puri.

Si voltò, stringendosi contro il muro umido.

Quando l’ombra si avvicinò, urlò ancora di più.

  - Va tutto bene, Raine! Calmati!-

Spalancò gli occhi, ritrovandosi di fronte il ragazzo che da qualche tempo le stava vicino.

  - Laguna, cosa... -

  - Era solo un incubo... - le disse accarezzandole i capelli. -... va tutto bene, sei a casa.-

Raine sentì gli occhi bruciarle per le lacrime, si buttò fra le sue braccia, finalmente al sicuro. Laguna si limitò a cullarla e tenerla stretta fino a che, come una bambina, non si addormentò di nuovo fra le sue braccia. La sdraiò sul letto, e prima di andarsene osò un piccolo bacio sulla fronte, piano, felice che lei stesse dormendo.

Se ne andò socchiudendo la porta, ignaro del fatto che lei, non fosse davvero addormentata.

 

 

Quando nasce un amore - Anna Oxa

(Squall/Rinoa)

 

  Se ne stava seduto nella sala d’attesa, all’apparenza tranquillo ma dentro in preda al puro delirio.

Non pensava sarebbe mai capitato proprio a lui.

Si era preparato, certo, ma nonostante tutto il suo sangue freddo adesso aveva paura.

E se non ne fosse stato capace?

E se avesse fallito anche lui?

Sospirò ancora, doveva essere il milionesimo in quel minuto.

Zell al suo fianco stava blaterando qualcosa come, andrà tutto bene, tranquillo. Lui non lo ascoltava, ma dopotutto quelle parole servivano a far stare calmo proprio Zell.

Teneva le mani giunte, il mento appoggiato sopra di esse, i gomiti sulle ginocchia.

Poi, la luce sopra la sala operatoria, da rossa divenne verde.

Uscì una donna avvolta in un camice bianco, una cuffietta in testa. Gli si avvicinò e disse con un sorriso. - Adesso può entrare, mi segua.-

Lui ubbidì senza guardare nessuno oltre lei, che lo condusse in una piccola stanza dalle pareti azzurro pastello. Sulla destra, un letto bianco.

Sdraiata sopra lei, la sua Rinoa.

Le si avvicinò e la vide aprire gli occhi scuri e sorridergli. Lo salutò con la voce stanca e gli indicò il fagottino che teneva fra le braccia.

Lui sbirciò piano attraverso il cotone candido.

Rinoa lo guardò e gli porse la piccola creatura adagiandola fra le sue braccia.

  - E’ una bambina... -

Lui sorrise incantato, come se tenesse fra le braccia la cosa più bella del mondo. E seppe, che non avrebbe mai fallito.

 

 

 

Something stupid - Robbie Williams and Nicole Kidman

(Laguna/Raine)

 

  Il ragazzo si alzò dalla sedia al suono di una musica dal ritmo movimentato.

Si diresse verso la radio e alzò un po’ il volume.

Poi guardò la ragazza dietro al bancone indaffarata a pulire, i capelli in disordine, della polvere sul viso, un grembiule non stirato. Bella come sempre.

Le si sporse davanti sotto il suo sguardo confuso, le prese una mano e disse qualcosa che a lei suonò molto stupido. Il tono serio, gli occhi verdi fissi su di lei.

  - Vuoi ballare, Raine?-

Sorrise, e si diede della stupida per non esser stata capace di dire un semplice “no”.

 

 

 

You’re beautiful ( Karaoke version ) - James Blunt

(Squall/Rinoa)

 

  - Che brava che sei, Rin-chan!-

Rinoa sorrise all’amica tornando a sedere accanto a lei. - Grazie Selphie.-

  - Hai preso da tua madre, questo è sicuro.- aggiunse Quistis con il solito leggero sorriso, come se ogni cosa che dicesse fosse indispensabile.

L’altra sorrise senza rispondere, restando tranquilla ad ascoltare e ringraziare dei complimenti ricevuti da tutti.

Squall se ne restò silenzioso, come se tutto ciò non lo riguardasse. Come se non fosse obbligato a fare dei complimenti alla sua ragazza dopo una sua esibizione al karaoke.

Karaoke. Ma perché diavolo c’era andato anche lui?

Ah già, come sempre l’avevano trascinato.

Zell gli batté il gomito sul petto, come per svegliarlo. Lui lo fulminò con gli occhi azzurri, poi restò a sua volta fulminato dagli sguardi di tutti i presenti.

  - Che vi prende?- disse tranquillo.

Selphie sorrise maliziosa. - Non hai fatto nemmeno un complimento alla povera Rinoa... cattivo.-

  - Ragazzi, lasciate stare... - iniziò l’altra consapevole di cosa sarebbe successo di lì a poco.

Irvine proseguì. - Potresti cantarle qualcosa per farti perdonare... alle donne piace.-

  - Cosa? Io non sono come te... -

  - Bè, potresti farlo... - continuò Zell.

  - Forza!- Selphie lo prese di forza e gli mise il microfono fra le mani senza che lui avesse il tempo di ribattere o di scappare.

Davanti a lui erano tutti in attesa, ma soprattutto lei, che cercava di far credere che ciò non le importasse ma era chiaro come il sole, proprio il contrario.

Alla fine Squall sospirò e, con gli occhi chiusi, iniziò a cantare.

Tre minuti dopo, tutti si pentirono di aver insistito così tanto. Tutti, compresa Rinoa.

 

 

 

 

 

 

 

*********************

Ho ritentato l’esperimento più che altro per cercare d’invogliarmi a scrivere di nuovo.

Ho attraversato un periodo buio, per questo chiedo scusa a chiunque mi segue se non ha più visto miei aggiornamenti... mi sto riprendendo piano piano... tornerò ad aggiornare, prometto!

 

Intanto spero che queste 10 piccole fic vi siano piaciute ^^  ( mi piace un sacco l’ultima, anche se sulle prime sono stata colta dal panico con una versione karaoke XD )

 

Baci,

Selhin

 

 

 

 

 

   
 
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