Apro il libro e leggo quella frase che mi ha colpito.
Lo faccio ad alta voce perché è Domenica.
Anzi; perché - è- la Domenica:
..." Il mondo era allegro, fresco, lucente, traboccante di vita.
In ogni cuore c'era una canzone; e se il cuore era giovane la canzone saliva
fino alle labbra "...
Chiudo il libricino e lo regalo ad un ragazzino ben vestito che passa
correndo e che fermo un poco bruscamente.
Mi guarda confuso, afferra il libro e scappa via; non ha bene inteso
che la stagione dell’adolescenza per lui comincerà presto mentre per me è
finita. O che forse non finisce mai.
Consegna il libro alla mamma e torna a correre coi suoi amichetti; Jariten gioca con
loro.
Fisso il sole in faccia, schermando la troppa luce con la mano … che
giornata limpida, penso felice.
Mi guardo attorno.
Le persone fanno la spola per venire ad augurarmi ogni bene; sulle
loro facce leggo il mio passato, il tempo e lo spazio che abbiamo condiviso .
C’è una grande folla vociante e gente che continua ad aggiungersi a
quella già presente; tutti ben vestiti e contenti di partecipare ad un giorno
così speciale, così grande per essere compreso appieno dalla piccola mente di
un ragazzo come me. I miei genitori sono
nel gruppo, intenti a ricevere congratulazioni ed a stringere mani. Li vedo
felici!
Sono così contento che siano tutti qui!!
Il selciato di fronte alla grande chiesa è pulito, un cartello esposto
sul cancello d’ingresso invita a non gettare riso, perché questo s’incastra fra
i piccoli ciottoli e poi stormi d’uccelli arrivano famelici, ricoprendo il
selciato di guano.
Rido al pensiero degli uccelli che defecano sul sacro suolo; so già che
verrà giù tanto riso da sfamare interi
stormi di pennuti!
...Ed ecco che arriva il mio testimone, tutto agitato e con le borse
agli occhi per via dell’addio al celibato di ieri sera. M’assesta una pacca
sulla spalla e mi sorride.
Lo rivedo dentro al locale, preoccupo ch’io possa balzare su
qualcuna di quelle ragazze poco vestite, altrimenti note come spogliarelliste.
L’ho rassicurato, ieri sera … gli ho detto: “ Stai tranquillo,
fratello mio, sono stanco di recitare la parte dell’allupato, anche se quel
ruolo mi calzava a pennello … ma ora basta, domani mi sposo! “ e lui mi aveva
risposto che voleva essere al posto mio; su questo non avevo alcun dubbio!
S’allontana per andare a salutare gli invitati, prodigandosi in larghi
inchini. Ma che bisogno c’era di portarsi la Katana?
Rido allegramente e ripenso a tutte le volte in cui siamo stati in
conflitto; non poteva essere diversamente. Troppo simili, sicuramente, ma io
non avrei potuto scegliere nessun altro per essermi testimone in questo giorno:
lui è il fratello che non ho mai avuto e che mi è sempre mancato; ed ora è qui.
E vederlo così felice per me è commovente.
Un rombo annuncia che anche la testimone di Lamù sta arrivando. Lo fa
come suo solito, planando dal cielo sulla moto volante ma almeno oggi non
indossa l’armatura! Anche lei porta i segni di una notte di festa; l’addio al
nubilato, penso.
Non me ne preoccupo affatto, anche se sono gelosissimo.
Con un gesto della mano la chiamo e lei mi plana vicino, è molto bella
in quell’abito elegante e glielo dico.
Lei ringrazia e mi anticipa che la mia futura moglie è addirittura
abbagliante!
L’abbraccio e la ringrazio, questa Dea burbera!
Poi nella massa di invitati
scorgo gli occhi di Shinobu che mi studiano: cara Shinobu… mi avvicino e ci scambiamo due candidi baci sulle
guance, ci fissiamo per un lungo istante e ci sorridiamo un poco timidamente;
com’è stata strana la nostra storia, sussurriamo all’unisono!
Le campane suonano, Shutaro trottando mi si
fa vicino e mi annuncia che la sposa è in ritardo ma di stare tranquillo; io
noto che è più agitato di me e suda.
La folla improvvisamente esplode in un boato di applausi e grida
gioiose e si divide come le acque di Mosè.
Lei appare.
In sella ad uno stupendo Pegaso alato, tenuto per le briglie da suo
padre, la mia sposa brilla di luce propria ed ammutolisce chiunque al suo passaggio.
Mi nota, mi sorride dolcemente e spicca il volo, fino a planarmi di
fronte.
“ Ataru!!” Mi chiama. “ Tesoruccio!!”
E’ così bella che mi si gonfiano gli occhi di lacrime e sto per
scoppiare a piangere come un bambino.
Invece gli passo il bouquet e gli assesto un bacio sulla guancia di
pesca, sussurrandogli all’orecchio…