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Autore: maryana    01/10/2009    6 recensioni
Bulma e Vegeta riflettono sulla decisione intrapresa da Goku dopo l'ultimo torneo: partire per allenare Ub.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL  VERO EROE

Percorse il corridoio a passi veloci, si gettò sulla spalla l’asciugamano umido per il sudore con stizza, scosse il capo interdetto più di una volta.

Nei pressi delle varie e numerose camere da letto, gli giunsero alle orecchie le urla dei due fratelli, ma non si curò di porre fine a quella inutile lite come avrebbe fatto un normalissimo padre: lui non era mai stato uno qualunque, ma il principe dei Sayan e non era ancora sua abitudine comportarsi a norma.

Entrò nella camera che divideva con la compagna, gettò con noncuranza l’asciugamano sul letto e sempre sbuffando entrò nella bagno, aprì la cabina della doccia facendo uscire l’acqua calda.

Si chiuse la porta alle spalle, e velocemente si spogliò dei vestiti che era solito usare per allenarsi.

Le guerre, dopo la scomparsa di Majin Buu,sembravano essere finite e l’ultimo torneo si era tenuto qualche giorno addietro, perciò non c’era un apparente motivo che giustificasse quell’incessante allenamento cui Vegeta continuava a sottoporsi.

L’acqua calda gli finiva negli occhi, ma lui non se ne preoccupò: non riusciva a togliersi dalla mente l’ultimo ricordo che aveva di Goku.

A fine torneo, rimasto affascinato dalle capacità di Ub, gli era balenata in testa l’ennesima brillante idea. Lasciare moglie e figli e partire verso l’immensità dello Spazio per allenare il giovane.

Chiuse di scatto l’acqua calda, si scrollò i capelli bagnati, uscendo dalla doccia si avvolse un asciugamano intorno ai fianchi.

Ritornò in camera dove trovò Bulma con indosso il pigiama, seduta sul letto a gambe incrociate occupata a spalmarsi della crema sulle mani.

Incontrò i suoi occhi e gli sorrise, ma lui non ricambiò limitandosi a rovistare nell’armadio, in cerca di qualche pantaloncino con cui dormire.

<< Dannazione, ma dove sono? >>

<< Cosa? >> gli chiese Bulma, guardando le sue spalle.

<< I pantaloncini, qui è pieno di robaccia strana >> disse lui, voltandosi verso di lei.

Bulma scoppiò a ridere nel riconoscere una camicia di seta comprendente il pezzo di sopra di un pigiama, e nel vedere la faccia contrariata del marito.

<< E’ il tuo pigiama, Vegeta >>

<< Il mio che?! >> si interruppe, scrutò il viso di Bulma che non accennava a tornare serio << Qualunque cosa sia, io ne non ne ho bisogno >>

Con un gesto veloce ricacciò nell’armadio l’indumento, e ne richiuse le ante facendole sbattere.

<< Dove sono i miei pantaloncini? >> le domandò a braccia conserte, rivelandole tutto il suo disappunto.

Bulma scrollò le spalle emettendo un sospiro.

<<  Nel primo cassetto, di quel mobile >>

Vegeta a grandi passi aprì il cassetto che Bulma gli aveva appena indicato, lasciò cadere per terra l’asciugamano bianco infilandosi i pantaloni corti.

Si avvicinò al letto di qualche passo,ma Bulma gli intimò di fermarsi alzando il dito indice:

<< Cosa?! >> chiese lui, interdetto.

<< Raccogli quell’asciugamano e gettalo nella cesta dei panni sporchi! >> gli ordinò con fare solenne.

Vegeta sbuffò rumorosamente, ma tornò sui suoi passi e  recuperò l’asciugamano, entrò nuovamente in bagno e  lo lasciò cadere dove indicatogli da Bulma.

<< Contenta? >> le chiese retorico, spalancando le braccia.

<< Decisamente >>

Vegeta scostò le coperte e si sdraiò vicino a Bulma che gli si fece più vicina per poter poggiare il capo sulla sua spalla.

Bulma chiudendo gli occhi sospirò, Vegeta lasciò cadere lo sguardo sul volto di lei che alzò gli occhi ad incontrare i suoi.

<< Pensavo alla scelta di Goku >>

Vegeta non pronunciò parola, né mostrò cosa stesse pensando, non rivelando a Bulma che era ciò su cui stava riflettendo anche lui solo un attimo prima.

<< Non ho mai dubitato che Goku amasse Chichi, ma adesso non ne sono più sicura >> aggiunse lei,facendo sì che le ciglia le coprissero gli occhi.

Vegeta continuò a restare in silenzio, ascoltando le osservazioni della moglie.

<< Voglio dire, non è leggermente da egoista sparire e non curarsi della propria famiglia?! >>

Nel chiederselo, Bulma, cercò lo sguardo di Vegeta, scrutò nelle sue pupille scure come una notte senza stelle, cercando un minimo cenno che le potesse dare la risposta che la tormentava dal giorno del torneo.

Goku, ai suoi occhi, era sempre parso come l’amico che era sempre presente in ogni situazione, pronto ad aiutare tutti, incapace di provare risentimento.

Un padre amorevole ed un marito premuroso: sulle sue labbra il sorriso era costante, nei suoi occhi protagonista era l’innocenza.

Eppure, non si era posto nei panni della sua famiglia, non si era chiesto come si sarebbe sentita Chichi, che più di una volta era stata costretta a dirgli addio in cambio della salvezza dell’umanità.

Questo atteggiamento rivelava la forte natura Sayan dell’amico, e allora anche lei doveva temere una possibile fuga di Vegeta?Dopotutto, non sarebbe stata la prima volta.

Mordendosi nervosamente il labbro inferiore, si crucciò nell’indecisione di porre al diretto interessato quella domanda…ma indugiava.

Non aveva paura di una sua possibile reazione negativa, a quello ormai era preparata. Ciò che temeva era la sua risposta; era stata capace di adattarsi a tutto, tranne ad una cosa: al dolore di perderlo,non aveva importanza il motivo.

Alla fine trovò coraggio e si decise ad esporre il suo interrogativo a Vegeta.

<< E tu? >>  azzardò vaga, arrossendo.

<< Io? >> chiese a sua volta il Sayan , aggrottando le sopracciglia nere.

<< Sì, cioè…credi che potresti stancarti della Terra e partire, così su due piedi? >>

Vegeta affogò nell’immensità profonda dell’azzurro degli occhi della compagna.

Era un guerriero, la sua forza reclamava i combattimenti, il suo orgoglio la potenza…ma era davvero quello di cui sentiva il bisogno?

Non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma in tutti quegli anni di tranquillità aveva imparato a trarre conforto semplicemente dalla mano calda e morbida di Bulma, posata delicatamente sulla sua.

<< Sì, potrei… >>

Bulma sentì gli occhi riempirsi di lacrime, la vista le si annebbiò e per celare il suo sguardo colmo di tristezza a Vegeta, affondò il viso nell’incavo tra il suo collo e la spalla.

<< Ma troppo a lungo ho cercato un posto in cui sentirmi a casa, non sono sicuro di poterne fare a meno con tanta semplicità >>

Bulma sollevò la testa verso il viso del sayan, e tra le lacrime sorrise, stava per aggiungere qualcosa ma uno sbadiglio la prese in contro piede.

<< Buonanotte, Bulma >>

Le augurò Vegeta, troncando definitivamente il discorso: le aveva rivelato fin troppo.

Guardò Bulma scivolare nel sonno, mentre agli angoli delle labbra sentì fiorire un sorriso di soddisfazione.

Da quando aveva conosciuto Goku il suo obiettivo era sempre stato quello di superarlo, di essere migliore di lui, ed in quell’attimo sentì che quel momento era finalmente giunto.

Tante volte Goku gli aveva fatto mangiare la polvere, apparendo agli occhi degli altri come un esempio da seguire.

Ma, nell’attuale situazione, Karoth, almeno per Bulma aveva perso quell’alone di santità.

In tutti quegli anni, nessuno si era mai risparmiato delle critiche nei suoi confronti e immancabilmente lo mettevano  a paragone con il suo acerrimo rivale: ma a conti fatti, chi era tra due che aveva messo la sua sete di gloria al primo posto?

Goku era il trionfatore di molte guerre, le battaglie che aveva vinto non si contavano più, però non era sufficiente a definirlo un eroe, e Vegeta se ne rese conto.

Sapeva che agli occhi di tutti quelli che conosceva, Goku  non avrebbe smesso di apparire il numero uno in tutto, ma non se ne curava perché finalmente poteva andare a dormire tranquillo. Finalmente, quel senso di inferiorità lo aveva abbandonando.

Vegeta aveva mostrato di possedere il coraggio più grande, quello di restare accanto alle persone che sentiva d’amare.

 

  
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