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Autore: uchiha_girl e bloodnyar    10/10/2009    2 recensioni
Odio: sentimento di avversione nei confronti di un individuo, un oggetto inanimato, una situazione, non sempre sostenuto da motivazioni plausibili.
Warning: Gender-bender.
[Prompt: 085. Lei; 087. Vita - BDT di Fanfic100_ita - Serie generale]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Matt, Mello, Near
Note: AU, What if?, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Per Milena, alla quale ho parlato di questa fan fiction tre morti di papa fa (LL).
Perché io posso riuscirci, porca miseria XD: trasformare una Yaoi in una Yuri.
Oh, anche per E-chan, perché era di passaggio (LL) Perché non ti amo? XD


Spieghiamo come cambiano i nomi: Mail diventa Maria per l’assonanza con la pronuncia giapponese, Mihael diventa Angela (con la G gutturale, sono una seguace di Mello tedesco XD) perché era anche il nome di un arcangelo, quindi con l’angelo siamo lì.

Colgo l’occasione per ringraziare chi ha commentato «It’s not my choice
», la Naomi centric: Lady_Nene (Aww, grazie cara <3), Red S i n n e r (Io propongo una battaglia legale contro Raye XD!), Magdalene (La ringrazio per il suo giudizio positivo, miss <3) e la signora Zia (Non so che dire se non grazie, sul serio.)

Buona lettura~



She, my regret.
[85 ~ Lei.]



Matt, alias Maya, alias Maria Jeevas, era sicura, all’alba dei diciassette anni, di non aver rimpianti.
Aveva sempre preso quel che avrebbe voluto prendere, fatto quel che avrebbe voluto fare – soprattutto quando questo equivaleva al   n u l l a   p i ù   t o t a l e   , giocato con quello con cui avrebbe voluto giocare e, a volte, fumato qualcosa di troppo.

Fine dei progetti, fine delle necessità, fine delle preoccupazioni.
Fine delle seccature.

Uno soltanto era il suo tormento, e la situazione non era tanto dissimile dal trovarsi contro un mostro troppo tutto alla fine di un videogame.
Il suo tormento era troppo ambizioso, troppo attivo, troppo forte, troppo fottutamente carismatico. Il suo tormento era troppo «melloso».

Be’, il nome originariamente sarebbe stato Melanie, però certi dettagli si perdono per strada.

Proprio in quel momento, quel tormento si aggirava in quel salotto parlando di quel piano pianificato per quel giorno.
E Matt, la quale aveva passato oltre due anni a farsi credere un uomo e raggirare senza rimorso gente non da poco, era terrorizzata, perché sapeva che il sommarsi di quelle situazioni non avrebbe portato a niente di buono.

«Mel, ma che cazzo stai dicendo?»

Gli occhi azzurri puntati nei suoi, così maledettamente stupiti, erano peggio di una dichiarazione di guerra da parte dello stesso Kira.
«Come?»

La vocina. Dio, la vocina!
Aveva parlato quasi in falsetto, un’innocenza che faceva tremare le ginocchia e implorare pietà i boss mafiosi dell’intera Los Angeles.

«Ho chiesto,» si fermò per deglutire. Dopotutto, sono funzioni corporali necessarie alla sopravvivenza. «cosa stai farneticando?»
Livello successivo. Il sorriso comprensivo.

Maria capì che la fine era vicina nel momento in cui il sorriso comprensivo increspò le labbra sottili della compagna.
«Devo ripetere da capo?»
«N-No, ho capito, però...»

«Bene» la interruppe, voltando le spalle alla finestra ed avvicinandosi a grandi passi. Posò la mano sulla testa di Maya, donando qualche pacchetta sarcastica; dopo questo, la giovane sentì ultimata la sua metamorfosi in cane-di-Mello. Una razza ambita.

«Possiamo continuare».

Riprese a parlare di Misa Amane, il livello della voce tornato normale, il viso alto con arrogante naturalezza.

Matt, alias Maya, alias Maria Jeevas ascoltava quei ragionamenti seduta su quel salotto in quel pomeriggio ad ascoltare quel piano.
Matt, alias etc. etc. ascoltava quei ragionamenti ed ammirava la migliore amica. Perché sì, Mello era la sua migliore amica, nonostante tutto.

La guardò abbandonarsi con un sospiro sul divano, avvicinarsi e poggiare le labbra sulle sue. Un semplice contatto, nemmeno definibile bacio.

Un sorriso divertito sul viso, serena eccitazione.
Perché sì, Mello era una contraddizione addirittura nel respiro. Matt aveva elaborato una teoria secondo la quale, se si fosse scoperto che tutti prima inspirano e poi espirano, la bionda si sarebbe costretta ad imparare a espirare prima e inspirare poi.

«Hai capito questa volta?»
«Ovviamente no, capo».
«Perfetto».

Non sapeva come né come sarebbe finita la sua vita – perché sì, sarebbe finita.
Però per questo, almeno per questo aveva un progetto.
Voleva Mello. Voleva Angela.

  
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