Libri > Il Conte di Montecristo
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Autore: Chri    13/10/2009    1 recensioni
Ciao a tutti!! Questa storia è basata sul racconto di Dumas, solo che gli avvenimenti non seguiranno quelli del libro..leggete la storia, e vedrete che le cose andranno diversamente da quanto vi aspettate...lasciate i vostri commenti, mi aiuteranno a migliorare!!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10
La nave viaggiava verso sud-est mentre Edmond, posizionato a poppa, vedeva il castello d’If allontanarsi gradualmente. A quella vista, non potè che provare immenso piacere ammirando come il suo passato svaniva pian piano all’orizzonte come un brutto sogno, ora che Dio gli aveva concesso una nuova vita. Tuttavia, gli bastò volgere lo sguardo verso nord, verso un piccolo puntino luminoso, che un sentimento di dolore venne a guastargli quell’immensa gioia. Quella luce in lontananza era la sua Marsiglia e, rivedendola, seppur da lontano, la sua mente si rivolse alla sua Mercedes e a suo padre di cui ignorava la morte. “Oh Mercedes, resisti per un altro po’, io sono libero! Tra qualche tempo tornerò a Marsiglia e fuggiremo lontano lontano, dopo aver fatto luce sul mio arresto e punito chi ci ha divisi per tutti questi anni” pensò tra se Dantès che, pensando a quelle squallide persone che lo avevano incastrato e di cui ignorava l’identità, stava inconsciamente stringendo violentemente tra le mani la linghiera su cui era appoggiato. Oh marinaio quanto altro veleno dovrai ingerire!
“Dantès, venite qui un momento che ho bisogno di voi” esclamò ad un tratto Vampa.
“Eccomi signore, ditemi.” Rispose gentilmente Edmond, ridestatosi da quei profondi pensieri.
“Ho deciso di affidarvi il comando della nave per questo viaggio. Voglio, infatti, mettere alla prova le vostre doti di esperto marinaio che ci avete conferito quest’oggi. Io resterò qui ad osservarvi” e cosi dicendo, gli mostrò gli altri membri dell’equipaggio verso cui gli era appena stato conferito il potere di capitano. Col sorriso sul viso, Edmond si mise al comando di quel bastimento che, grazie agli accorgimenti del suo momentaneo capitano, si ritrovò al largo delle coste livornesi con un’ora d’anticipo.
“A meraviglia, Dantès!”-esclamò Vampa-“sapevo che avrei fatto un affare a condurvi con me! Ora entriamo in cabina, in modo da mangiare qualcosa e concludere l’operazione a pancia piena.”. Dunque, tutti scesero in cabina dove il cuoco della nave, Bertuccio, aveva cucinato del buon pesce; solo un marinaio, incaricato delle vedetta, rimase sul ponte. Il segnale che si attendeva era una luce lampeggiante e quando quello si presentò, la vedetta avvisò Vampa e tutti salirono sul ponte. Dopo pochi minuti, un bastimento si accostò a quello di Vampa, il quale ordinò ai suoi marinai di fare un ponte tra le due navi stendendo due tavole l’uno accanto all’altra. Eseguito il lavoro, lo stesso Vampa con due marinai salirono su quel bastimento che, apparentemente, era come deserto. Dopo alcuni minuti, i tre uomini ricomparvero con due grossi sacchi che si trascinavano dietro e quella nave, dopo aver tolto il ponte, spari nella notte allontanandosi verso sud. Edmond, che aveva assistito curiosamente a quella scena, si avvicinò con gli altri marinai a quei sacchi trasportati nella cabina, i quali furono aperti delicatamente e privati di un poco del suo contenuto per controllarlo: era tabacco. Vampa, vedendo Dantès cosi curioso, si era deciso ad andargli a fornire una spiegazione su quell’operazione, ma il marinaio lo anticipò dicendogli:
“ Bene bene, capitano! Questo tabacco venduto in Italia in nero vi frutterà almeno centomila franchi”.
“Vedo che ve ne intendete, Dantès! Un nostro uomo che lavora alla dogana ci permetterà come sempre di sbarcare a Livorno evitando quei noiosi controlli. In questo mondo bisogna saperci fare se si vuole campare, Dantès” gli rispose Vampa, sempre più colpito da quell’evaso che ben sapeva il fatto suo. Terminato il controllo, la nave riparti verso Livorno dove, come aveva detto il capo, non vennero fatti i controlli doganali. Ad attendere la ciurma e il suo prezioso carico vi erano due carrozze, che trasportarono quegli uomini in una vecchia casa nella campagna livornese. Il mattino seguente, alcuni di quei tali si divisero tra loro il tabacco, uscirono e tornarono a sera con centodiecimila franchi, che vennero posti su di un tavolo presso cui si erano radunate tutte quelle persone, incluso il nostro Edmond; dunque, si alzò Vampa che fece le divisioni del ricavato assegnando ad ogni uomo 500 franchi. Ricevuta la sua paga, Edmond pensò tra sé “Molto bene, ogni operazione mi frutterà circa 500 franchi. Di questo passo, mi basterà partecipare ad altre venti operazioni e avrò il denaro per dare inizio allo spettacolo”.
  
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