Disclaimer:
I personaggi di Harukanaru
Toki no Naka De - Hachiyou Shou -
non mi appartengono ma sono di proprietà esclusiva di Tooko
Mizuno.
Questa
storia partecipa alla
Criticombola
di
Criticoni
(prompt
numero #58 Presente ).
I Was Born To Find You
Yasuaki, ricorda... tu sei nato per trovare qualcuno di importante.
Quelle
parole non avevano fatto altro che perseguitarlo fin dal giorno in
cui era venuto al mondo.
Quella
frase, così semplice e diretta, non era altro che una
dannazione scesa su di lui per ricordargli cosa in realtà
fosse.
Se
avesse potuto, probabilmente avrebbe riso. Buffo che proprio lui
potesse trovarsi nella condizione di essere dannato quando, durante
il suo cammino, non faceva che purificare le anime maledette.
Per
due anni aveva vagato alla ricerca di qualcuno di importante.
Continuando a cercare però, si era
reso conto che c'era qualcosa in lui che non andava, perché
non riusciva a comprendere davvero il motivo per cui era stato
creato, né il significato di quelle parole.
Perché
il suo maestro Seimei lo aveva fatto nascere se la vita che lo aveva
accolto non faceva altro che ricordargli quanto fosse sbagliato?
Dopotutto,
lui non era come tutti gli altri.
Nemmeno
quando era diventato uno degli Hachiyou quella sensazione di
inadeguatezza era passata, al contrario, era aumentata. Perché
il continuo confronto con gli altri non era servito ad altro che a
mostrargli quando fosse diverso.
Non
capiva i sentimenti umani, così come non comprendeva per quale
motivo le persone dovessero mentire per proteggere coloro che
ritenevano cari. Ma questo non aveva alcuna importanza per lui,
prima.
Tutto
era cominciato a cambiare quando quella ragazza era entrata nella sua
vita scompigliandola e sconvolgendola. E se fuori continuava a
restare freddo ed impassibile, mostrandosi quasi come un automa,
dentro fremeva, perché le sue certezze erano cominciate a
sciogliersi come neve al sole.
L'aveva
sempre saputo, lui non era umano.
Era
stato creato da Abe no Seimei ed in quanto tale,
non era altro che uno strumento, un arnese pronto a distruggere se
stesso se questo fosse stato il desiderio e volere della sua Miko.
Che
cos'era se non un burattino nelle sue candide mani?
Ma
la situazione era degenerata quando si era reso veramente conto che
tutto era inutile. Persino quell'Oni al servizio di Akuran, Shirin,
gli aveva chiaramente detto che, per quanti sforzi avesse fatto, non
sarebbe stato in grado di arrivare ad ottenere il sigillo del Nord e
con esso raggiungere il potere di Genbu.
Se
non era nemmeno in grado di proteggere la Sacerdotessa del Dio Drago,
il suo compito non poteva essere adempito, quindi,
non valeva a niente.
Lui
sapeva che un arnese rotto non era di alcun utilità ed in
quanto tale non doveva far altro che essere distrutto. Di questo ne
era sempre stato cosciente e convinto, eppure,
si sentiva così confuso.
Che
cosa c'era di sbagliato allora? Se il suo compito non poteva essere
portato a termine, lui non aveva più motivo di esistere,
quindi, perché
il petto continuava a fargli male?
Non capisco... Miko...
“Yasuaki-san!”
Lui
si era voltato al suono di quella voce mentre la figura della Miko
gli si avvicinava.
Possibile
che lei avesse sentito il suo richiamo e per questo si trovasse lì
adesso?
“Yasuaki-san!“
Oddio, meno male, vi ho trovato!” disse lei mentre sospirava
sollevata, appoggiando la mano sul petto che si alzava e abbassava
ritmicamente.
Sentendola
respirare affannosamente, si chiese se per caso avesse corso.
“Non
vi trovavo più, siete sparito all'improvviso dalla residenza
di Fujihime-chan e così sono venuta a cercarvi perché
mi sono preoccupata!”
Yasuaki
la guardò spalancando gli occhi.
“Vi
siete preoccupata per... me?” domandò incredulo. Lei annuì
decisa ricambiando lo sguardo come se la cosa fosse piuttosto ovvia.
“Non
capisco...”
“Yasuaki-san,
certo che mi sono preoccupata per voi! Voi siete importante per me,
questo lo sapete, vero?”
“Io
sono il vostro Hachiyou!” la sentì sospirare a quella
risposta e questa volta non per il sollievo.
“Non
mi preoccupo per voi per questo, ma perché voi siete i miei
amici... ed io... ci tengo a voi... beh, ad ognuno di voi, ovvio...”
rispose un po' esitante mentre arrossiva abbassando il viso come se
si vergognasse di avergli confessato quelle parole.
Amici?
Quella
parola gli suonava così strana, come se non gli appartenesse.
D'altronde lui non aveva mai avuto amici
né era stato reputato da qualcuno come uno dei tali. Era
davvero degno di essere amico della Miko?
La
stretta sul petto si intensificava.
Probabilmente
era tutto inutile ma... doveva dirle la verità e con essa il
suo segreto. Forse,
solo allora lei si sarebbe resa conto di ciò che era e
l'avrebbe lasciato stare, tormentato dai rimorsi, abbandonato a se
stesso, fino a che non sarebbe morto, solo,
come gli spettava.
“Miko,
io sono diverso dagli
altri Hachiyou, da voi... sono stato creato dal mio maestro e... non
sono umano.” Aveva detto non riuscendo a guardarla negli occhi.
Perché se l'avesse fatto,
si sarebbe reso davvero conto che tutto era finito, davvero.
“Non
sono altro che uno strumento per voi, ma... se non riesco a portare a
termine il mio compito, se non sono in grado di proteggervi io... non
posso più stare al vostro fianco.”
Lui
aveva fallito. Non aveva più senso vivere. Ma allora perché
continuava a fare male? Perché desiderava non allontanarsi da
lei?
“Yasuaki-san, io non capisco... che c'è di differente tra un umano ed un umano “creato”? Io sono un'umana, voi non lo siete. Qual è la differenza?” Aveva chiesto lei con calma, poi aveva addolcito i lineamenti del suo viso mentre la voce gli giungeva come miele alle orecchie “Voi non siete uno strumento, e non siete importante perché avete il compito di proteggermi ma... io vi voglio davvero bene e non mi importa cosa siete o se siete stato creato, perché per me siete soltanto Yasuaki-san, ed è questo che conta.”
Così dicendo si era ritrovato ad aprire gli occhi, non più il velo della confusione ad offuscargli la vista, perché lei lo aveva tolto. Con quella confessione, lo aveva sollevato dal peso che lo aveva costretto a vivere circondato dal dolore, perché il petto, nonostante pensasse di non provare nulla, aveva continuato a fargli male sin dal momento in cui aveva esalato il primo respiro. Ma lei, non aveva avuto paura nel mostrarsi comprensiva, non lo aveva cacciato né ripudiato.
Yasuaki, ricorda... tu sei nato per trovare qualcuno di importante.
Ed
era stato allora che aveva compreso davvero il significato delle
parole del suo maestro e il motivo per il quale era stato creato
Per
la prima volta si era trovato a versare delle lacrime e sentire il
suo cuore battere forte, non attanagliato dal dolore, non soffocato
dalla confusione, ma finalmente libero.
C'era
speranza anche per lui dunque? Poteva uno come lui provare emozioni?
Sì,
perché era quella ragazza la chiave di tutto.
Lei
gli aveva aperto gli occhi.
Non
era umano, ma a lei non importava.
Era
diverso, ma per lei andava bene così.
Per
la sua Miko, lui era soltanto Yasuaki-san; non l'arnese, non una
macchina senza valore, ma la persona che lei aveva accettato per
quello che era sin dal primo
momento in cui l'aveva incontrata, seppur lei stava sognando allora.
Ciò che per lei contava era questo.
La
persona che per tanto tempo aveva cercato era lì, a pochi
passi da lui, che gli sorrideva dolcemente guardandolo con quegli
occhi verdi che mostravano tutto il candore e l'innocenza della sua
persona, e che era riuscita a penetrare dentro di lui per farlo
sentire come un bene prezioso. Finalmente accettato da se stesso e da
lei.
“Voi siete Yasuaki-san.” Aveva ripetuto tenendogli dolcemente il volto con le mani mentre, alzandosi sulla punta dei piedi, avvicinava le sue labbra sotto l’occhio destro e gli baciava la perla che lo identificava come suo Hachiyou, per poi accostarle sulla fronte e mostrargli, fargli percepire, quando fosse importante per lei.
Adesso sapeva perché era stato creato. Per restarle accanto nel bene e nel male, non come semplice Miko, colei che avrebbe salvato Kyou dalla minaccia di Akuram, ma come colei che era riuscita a fargli capire davvero quale fosse il motivo della sua esistenza. Il passato e ciò che era stato non avevano alcuna importanza. Ciò che contava adesso era che lui aveva capito, e ora era davvero pronto ad acquisire il potere di Gembu assieme a Eisen.
Io
sono nato per Voi, per proteggervi e lo farò sempre, finché
non tornerete da dove siete venuta... ed anche allora, io continuerò
a vivere per Voi e vegliare sul vostro sonno, affinché
possiate splendere e accostare la Vostra mano su di me e farmi
sentire vivo.
Vi
proteggerò fino alla morte e non lo farò perché
questo è il mio compito, ma perché siete il mio bene
prezioso, la mia unica ragione di vita, la mia salvezza... il mio
presente.
Fine
Beta:
Si
ringrazia Black
Panther. Grazie Neechan (L)
Oddio,
non ci posso credere XD Ho scritto davvero su “Harukanaru
Toki no Naka de”. Questo anime/manga è
diventato una specie di droga XD No perché, dal momento in
cui, per pura curiosità, ho provato a vedere la prima puntata,
nonostante di originale abbia poco
e nulla (tanto è vero che è la classica storia della
classica ragazza che viaggiando nel tempo si trova ad intraprendere i
panni di una Sacerdotessa per la salvezza del posto in cui è
stata chiamata, avvalendosi dell'aiuto di valorosi - e soprattutto
bellissimi – ragazzi (tra cui due suoi amici) che le saranno
accanto in ogni momento), non sono riuscita a trattenermi, sopratutto
quando mi è apparso, davanti allo schermo, la bellissima
figura di Abe No Yasuaki *__*
Lui, a mio parere, è uno dei personaggi più complessi e affascinanti della serie, proprio perché è davvero convinto di essere uno strumento o automa (infatti ha un modo tutto suo di parlare. Spesso dice frasi come “non capisco” e “No problema” che sottolineano questa cosa) e quindi, come tale, dal momento che non capisce i meccanismi umani, si crede rotto, di conseguenza non è degno di vivere. Non rispetta le formalità quindi, quando parla con Akane, la chiama semplicemente Miko, al contrario degli altri che si rivolgono a lei usando Miko-sama o Miko-dono, tranne Tenma e Shimon che la conoscono già da tempo.
Note:
Yasuaki, ricorda... tu sei nato per trovare qualcuno di importante: Questa è la frase che viene detta a Yasuaki dal suo maestro (Abe no Seimei) e ciò che ha fatto scattare la molla XD Dopo averla sentita, non ce l'ho fatta a non farmi i viaggi mentali e quindi a scriverci.
“Yasuaki-san... io non capisco... Che c'è di differente tra un umano ed un umano “creato”? Io sono un'umana, voi non lo siete. Qual è la differenza?”: frase presa dall'anime. O meglio, tradotta da me XD Nel testo mi è servito proprio per evidenziare che a Akane non importa cosa lui sia.
Per scrivere questa fanfiction mi sono ispirata alla puntata 23 dell'anime.
Hachiyou:
Sono otto uomini che hanno dei poteri speciali che serviranno per
proteggere la Miko, cioè Akane. Il loro compito è
quello di impedire che Akuram riesca a mettere mani sui poteri di
Akane visto che egli sii vuole servire di questi per governare su
Kyou. Ma, oltre servirla e proteggerla, potranno avvalersi
dell'utilizzo dei poteri delle quattro bestie sacre (le posso
chiamare così?XD) Seiryū, Suzaku,
Byakko, Genbu, in modo da impedire che essi
cadano in mano ad Akuram (il cattivo della serie, che poi è
colui che ha condotto la ragazza su quel mondo), per mantenere la
pace e la tranquillità.
Verranno
divisi a gruppi di due per riuscire, appunto, ad ottenere, grazie
anche all'aiuto di Akane, il potere di queste quattro Bestie.
Yasuaki
e Eisen sono in grado di invocare, unendo le loro forze, Genbu. Tenma
e Yohirisa, Seiryū. Inori e Shimon, Suzaku. Takamichi e Tomomosa,
Byakko.
Shirin: E' un demone (donna) al servizio di Akuram. Molto affezionata al suo maestro, credo che ne fosse innamorata *_*
Fujihime-chan: è la principessa di Kyou.
Kyou: E' il luogo dove si svolgerà tutto XD In pratica è la Kyoto del periodo Heian.
Con
questo credo di aver finito^^ Forse scriverò ancora su questo
fandom. Vorrei provare con la Yohirisa/Akane, ma staremo a
vedere^^
Ah, se qualcuno volesse capire chi sono i personaggi, vi allego un link così potete farvi un'idea precisa -> QUI