Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Novelist Nemesi    26/10/2009    0 recensioni
-Di solito la polizia concede la grazia alle persone come lei. Dopotutto, lei è una vittima… Ciò significa che forse anche nella polizia c’è qualche persona che collabora con questa gente. Non può fidarsi di nessuno, e l’esapserazione l’ha portata qui…- L si trova di fronte a un nuovo caso. Con questa storia Nemesi torna nell'universo di EFP, affrontando un tema diverso. Sperando di riuscire a colpirvi, Nemesi vi augura buona lettura come sempre!
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Forse non era ancora il momento giusto per prendere un aereo e andare. Andare dove, poi? Purtroppo non c’erano molti indizi su cui lavorare.
Forse, se avesse trovato quei due minuti mancanti del video… La risposta, o gran parte di essa, doveva celarsi lì, senza dubbio. Aveva rispedito in fretta e furia Watari in quell’edificio a recuperare altre cassette, ma ormai la polizia era intervenuta, aveva sequestrato tutto e messo i sigilli sulle porte. Anche dicendo che agiva per conto di L (e comunque tutti sapevano che Watari gli faceva da intermediario) era stato parecchio complicato ottenere delle cassette, o almeno dei duplicati. Chissà se c’era da fidarsi anche dei duplicati. L si ricordò che anche qualche poliziotto, con ogni probabilità, era coinvolto.
Come, ormai era su quell’aereo, diretto per la Scozia. Almeno da qualche parte doveva pur cominciare.
E se invece si fosse trattato di una finta? In fondo, perché prendere per oro colato quello che dicevano delle persone simili? Se solo Erin fosse stata ancora viva…
Quando si fece spedire via mail le copie dei video da Watari purtroppo ebbe la conferma ai suoi sospetti: a vederli, anche quei video sembravano ritoccati. E comunque non mostravano nulla su Erin. Era per stare sicuri che non si trovasse nulla? Inoltre alcune immagini sembravano parecchio sgranate, così come i rumori di sottofondo sembravano molto confusi.
L, interessantissimo da quei video, non si preoccupò neanche di prestare un minimo di attenzione ai suoi vicini di posto che lo guardavano sconcertati, convinti che si stesse guardando un porno. Bè, non che ci fosse molta differenza…
Quando arrivò nella sua lussuosa stanza d’albergo che Watari aveva ordinato per lui capì che forse il suo era stato un viaggio inutile. Avrebbe dovuto pensarci di più. nonostante facesse il detective da tanto, c’era sempre qualcosa che non andava nel suo operato, e questo non riusciva mai a perdonarselo.
Mai più mi mostrerò in volto così facilmente. Mai più mi muoverò senza certezze. Questo si diceva, mentre revisionava i video hard.
Fino a tarda notte restò impalato davanti alla TV. Finchè… Ma come?!
Sorrideva.
Come aveva fatto a essere così stupido?! E dire che la risposta ce l’aveva sotto il naso!
Quei particolari determinanti a cui nessuno dava credito… Finalmente sapeva dove cercare il resto delle prove!
Non c’era un secondo da perdere. Prese di corsa il cellulare e chiamò Watari.
-Sto partendo subito per Londra, nella massima segretezza. Nessuno deve sapere che sto tornando. Capito? Nessuno. Tantomeno la polizia. Anzi, se chiedono di me svaga un po’, digli che sono andato in Siberia a indagare. Nel frattempo trasferisciti in una stanza d’albergo vicino la questura, e tieni d’occhio tutti gli agenti, anche quelli in borghese, gli ispettori, gli uomini delle pulizie. Ti ringrazio-
Ma prima di arrivare a Londra aveva bisogno di comunicarlo a qualcuno. Una sorta di vendetta personale per gli sguardi scettici che si era beccato fino a quel momento.
Non pensò minimamente a prepararsi un discorso, a scusarsi per l’ora tarda, a pensare a cosa dire per giustificare quell’improvvisata, bussò senza pensarci e grattandosi di poco la chioma nera disordinata.
Trovò quasi risibile la sua faccia, sorpresa, stupita, confusa. Felice.
-Cosa ci fai qui?-
-Ciao, Caroline-
Lo fece accomodare, gli offrì del tè e dei biscotti, gli mostrò di sfuggita il monolocale dove si era trasferita da poco con Nathan, a pochi passi dal negozio della sorella dove lavorava. Lui le chiede un po’ della vita che faceva ora, e lei col sorriso gli raccontò quasi ogni cosa, che la vita andava avanti con una tranquillità sorprendente per lei, che era felice.
-E tu, invece?- chiese lei alla fine dei suoi discorsi –Ancora a dare la caccia a quelli…?-
-Stavolta so dove cercare la prova decisiva-
Lei annuì, senza nessun pensiero particolare.
-Però tranquilla. Non sono passato a chiedere informazioni…-
Lei rise –Vorresti farmi credere che la tua è una semplice visita di cortesia, Nicholas?-
Lui si ammutolì, per qualche secondo, senza poter dare risposta. Il fatto che lo chiamasse ancora Nicholas lo lasciava interdetto.
-Caroline… Dovresti averlo capito che…-
-Che non ti chiami Nicholas sul serio? Certo che l’ho capito. L’ultima volta quel signore anziano ti ha chiamato L…- non sembrava arrabbiata per avergli nascosto il nome –Sapevo fin dall’inizio che Nicholas Lewis era uno pseudonimo. Ma non ho mai chiesto quale fosse il tuo nome. Sai come la penso…-
-La curiosità uccide-
-Già, in effetti tu dovresti essere già morto!-
Anche se leggermente, anche L sorrise a quella battuta. Non aveva mica tutti i torti.
-Partirai subito?-
-Ho noleggiato una macchina ed è tutto il giorno che guido… Sono un po’ stanco-
-Allora non ti trattengo. Immagino abbia prenotato una stanza, no?-
-A dire il vero no…-
-Allora rimani- stavolta il tono fu quasi supplichevole. Però a L conveniva, quindi perché no?
Caroline si alzò e lo accompagnò nel salotto –Il divano è anche letto- spiegò lei –Io vado in camera mia. ah, se senti piangere non preoccuparti, non scomodarti nemmeno. Fai come se fossi a casa tua-
-Ti ringrazio, ma non è necessario…-
-Dormire su un divano è scomodo, sai?-
Durante la notte, quando fu sicuro che Caroline dormisse, restituì al divano la sua forma originaria, e si sedette alla sua maniera, piegando le ginocchia vicino al mento. Restò a fissare il vuoto per un po’. Un po’ si sentiva a disagio. Era piombato a casa sua come se niente fosse, e ora se ne stava lì a far niente. era meglio guidare anche durante la notte, pensò.
Fece un leggero sobbalzo  quando la luce si accese all’improvviso senza la sua volontà.
-Non riesci a dormire?- chiese Caroline, in camicia da notte
-Se sono sveglio… Tu, invece?-
-Ho sete- rispose semplicemente lei –Tu vuoi niente?-
-No, grazie-
Osservava la sua figura disinvolta prendere il bicchiere e riempirlo d’acqua del rubinetto, per poi dissetarsi in un solo sorso. Lei si diresse poi verso di lui, con un espressione serena. Si sedette, senza chiedere nulla.
-Volevo ringraziarti… Ancora…-
-Non devi- rispose lui –E’ mio dovere-
-Quando mi sono trasferita qui pensavo che non ti avrei più rivisto… Però, d’ora in poi, appena hai tempo torna a farmi visita. Anche Nathan ne sarebbe contento-
-Appena ho tempo- rispose subito L –Promesso-
-Vedi di mantenere la parola!-
Sorrisero entrambi. Lei si rialzò di nuovo, approfittando per dare una pacca sulla spalla di L.
-Buonanotte…-
-Buonanotte-
La mattina seguente fu abbastanza sbrigativo, partì all’alba salutando velocemente Caroline e senza vedere il bambino. Così come era arrivato, era sparito nuovamente dalla sua vita, e forse non sarebbe tornato. Caroline non lo sapeva, ma difficilmente L sarebbe riuscito a mantenere la promessa.
Perché lui aveva già promesso a sé stesso di farsi più invisibile agli occhi della gente.

Vi ringrazio ancora tantissimo per l'attenzione che dedicate alla fanfiction! Al prossimo capitolo!
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Novelist Nemesi