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Autore: Darik    11/06/2005    2 recensioni
Dopo tanto tempo, un antico male si è risvegliato. Nota: questo racconto è il seguito di Bloody Parallelisms, nella sezione crossover, di cui è sottointesa la lettura.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Rei Ayanami
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

Al liceo comunale di Tokyo era l'orario d'ingresso nell'istituto.
La campanella suonava con un ritmo regolare e prolungato, allo scopo di richiamare l'attenzione di tutti gli studenti che chiacchieravano allegramente tra loro nel piazzale antistante la scuola.
I ragazzi cominciarono a entrare nell'edificio con la solita calma e presi da pensieri e timori per eventuali interrogazioni impreviste oppure per compiti in classe che sarebbero stati affrontati senza la minima preparazione.
Quando tutti furono entrati, i custodi controllarono che fuori non ci fosse nessuno, poi cominciarono a chiudere i cancelli scorrevoli.
Nelle varie classi, grosse stanze rettangolari con pareti bianche e banchi messi in file regolari, presero posto gli studenti, che tolsero dai loro zaini e cartelle dei computer portatili e li misero sui banchi.
Neanche un minuto dopo l'entrata dei vari alunni, entrarono anche gli insegnanti, che si misero dietro le loro cattedre dopo che ogni capoclasse aveva fatto compiere agli alunni il solito rituale di saluto verso il professore.
E tra tutte le classi, si distingueva la V A, dove il professore Hideo Nakata poteva constatare ancora un volta con piacere la disciplina che vigeva tra i suoi alunni.
La disciplina scolastica era certamente molto importante in tutte le scuole del Giappone, ma per Nakata questa importanza aveva raggiunto livelli quasi maniacali, e più che un professore, spesso sembrava un ufficiale militare incaricato di controllare il comportamento della truppa.
E la truppa di Nakata erano i suoi studenti, che dovevano mantenere sempre un atteggiamento perfetto quando erano con lui: ligi al dovere, silenziosi e pronti all'ascolto, potevano parlare solo se interpellati dal professore ed era vietato fare domande durante le spiegazioni delle varie materie, perché eventuali domande potevano disturbare il ritmo della lezione.
E alla perfezione comportamentale doveva corrispondere anche la perfezione esteriore: la divisa doveva essere sempre pulita, stirata e tenuta in perfetto ordine, guai a chi lasciava qualche lembo della camicia fuori dai pantaloni, i capelli dovevano sempre essere pettinati in modo normale, niente tinture e tagli bizzarri o sbarazzini, le ragazze non dovevano essere truccate in nessun modo e i ragazzi dovevano sempre avere la barba perfettamente rasata.
Niente anelli ed orecchini e persino le unghie dovevano sempre essere corte e pulite.
Anche se gli studenti si lamentavano per quest'atteggiamento che trovavano esagerato, i genitori al contrario erano d'accordo con le misure del professor Nakata, e quindi i figli erano costretti ad obbedire, timorosi magari che le regole vigenti nella loro classe venissero allargate a tutta la scuola arrivando persino alle loro case.
Nel suo compito di insegnante/sorvegliante, Nakata era coadiuvato da Hikari Horaki, la capoclasse, che agli occhi dell'uomo incarnava il modello perfetto di collaboratrice: precisa, diligente, capace di farsi rispettare.
Però in quel momento non era in aula, con grande rammarico dell'insegnante.
Una volta seduto dietro la cattedra, Nakata cominciò a fare l'appello.
Erano tutti presenti, eccezion fatta per la capoclasse e un ragazzo.
"Ikuto Kazuya. E’ assente anche oggi. Sta perdendo molte lezioni, la cosa non mi piace. Dovrò riferirlo ai suoi genitori".
Uno degli studenti alzò un braccio, Nakata lo vide e con un cenno del capo gli diede il permesso di parlare.
"Mi scusi professore, ma Kazuya è venuto a scuola, l’ho visto oggi nel piazzale e indossava la divisa. E c'è anche la capoclasse, è andata a cercarlo quando non l'ha visto entrare in classe insieme a noi".
"E allora perché non sono ancora tornati? Spero non sia successo qualcosa".
In risposta al professore, si udì in lontananza un grido molto acuto e poi ci fu una specie di forte deflagrazione che scosse tutta l'ala della scuola in cui si trovava l'aula V A, facendo tintinnare i vetri delle finestre.
Rapidamente, e pensando ad un terremoto, tutti gli alunni si misero sotto i banchi, e Nakata fece lo stesso.
Ma la scossa fu una sola e durò solo qualche secondo, poi tutto tornò come prima.
E poco dopo si sentirono queste parole provenienti dal cortile: "Ehi, presto, venite tutti! Hanno ucciso qualcuno! Nei bagni, presto!"
Sentendo queste parole, tutti gli studenti nelle aule dimenticarono la paura e la disciplina scolastica, e come un fiume in piena si riversarono nei corridoi diretti verso i bagni.
Questi ultimi si trovavano nel piano sottostante quello dell'aula V A, e in quel momento davanti al loro ingresso c'era una calca incredibile, che a stento veniva trattenuta dai bidelli.
E sempre a stento i professori, tra cui Nakata, riuscirono a passare in mezzo a quella folla per vedere cosa era successo.
Gli insegnanti, una volta entrati nel bagno, trovarono grossi frammenti di mattonelle sparsi su tutto il pavimento, le stesse mattonelle usate per coprire le pareti del bagno, e videro qualcosa che li lasciò a bocca aperta: un gigante di forma antropomorfa e di colore scuro, alto più di due metri, che quasi sfiorava il soffitto del locale con la testa, si erigeva davanti a loro leggermente piegato sulle ginocchia, ed emettendo un sottile ringhio simile a quello di una belva.
I suoi occhi erano color rosso sangue, e fissavano gli insegnanti impietriti, i suoi muscoli grandi e possenti pronti allo scatto, e sulla fronte teneva una specie di corno.
Davanti a lui e per terra, coperta da varie macerie, c'era la capoclasse Hikari con la testa sporca di sangue.
I professori non sapevano cosa fare, come tutti gli altri presenti erano bloccati dal terrore: se avessero provato a fare qualcosa, quel mostro li avrebbe sicuramente aggrediti come aveva fatto con la studentessa.
Ma fu il mostro a fare la prima mossa, giacché lanciò un urlo bestiale che fece sobbalzare e indietreggiare tutte le persone che si trovavano sul posto, poi si voltò e sfondò la parete del bagno come se fosse di carta pesta.
Nakata corse verso la breccia aperta nel muro, e vide la strana creatura tirare fuori dalla schiena due ali dall'aspetto demoniaco e di colore nero, e infine spiccare il volo verso l'alto.
Il professore come ipnotizzato fissò il cielo finché la creatura non scomparve alla vista, poi si girò per prestare i primi soccorsi alla sua alunna insieme agli altri professori, che ordinarono ai bidelli di tenere fuori gli altri studenti e di chiamare un'ambulanza.
Hikari era ancora viva, anche se ferita e incosciente.
Poi l'uomo si ricordò di un piccolo particolare, si guardò intorno e si domandò che fine avesse fatto Ikuto Kazuya.

****

La creatura si erigeva trionfante sul suo avversario.
Non le restava altro da fare che uccidere la ragazza con i capelli rossicci che in quel momento, quasi schiacciata da un ammasso di macerie, la fissava con occhi infuocati.
Gli occhi infuocati di una persona che stava rimuginando su come avesse fatto la situazione a cambiare cosi tanto nel giro di una notte.

  
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