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Autore: Querthe    04/11/2009    5 recensioni
Una sorta di poliziesco a metà strada tra un noir e X-file, o così spero di riuscire a farlo. Scusate se ogni tanto nella storia uso qualche imprecazione, ma non conosco poliziotti da film non scurrili. Mamoru e Rei compagni di squadra, un rapimento e un mistero attorno alla figura di un angelo biondo a cui mancano solo le ali e l'aureola, ma con dei bei codini...
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Rei/Rea, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie, Contesto generale/vago
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La bionda dai lunghi codini entrò nella stanza tranquilla, guardandosi distrattamente in giro. Indossava dei jeans stinti ad arte e una maglietta di cotone aderente che metteva in risalto la sua figura adulta, sebbene ancora acerba.
-Come stai oggi, Usagi?
- Bene, grazie, Dottoressa Setusna. Lei come sta? Non si è ancora stancata di sottopormi a tutti questi test?
- Al contrario. I risultati che sto ottenendo sono a dir poco incredibili. Ammetto che potrei compiere queste prove tutto il giorno.
- Io no. - rispose secca la ragazza, sedendosi di fronte a lei. Erano ai due estremi di uno stretto e lungo tavolo di laminato bianco. Solo due sedie, semplici quanto il tavolo, e un grande specchio alla sinistra della porta, alla sinistra di Usagi. - Cosa facciamo oggi?
- Ripetiamo i test delle carte, poi passiamo ad altri esercizi più complicati.
- Ancora le carte? Ma sono cinque giorni che lo facciamo. Sta diventando noioso.
- Non dicevi così i primi giorni.
- I primi giorni avevo ancora il cervello di una ragazzina.
- E adesso? - chiese la donna, estraendo un mazzo di grandi carte dal dorso nero.
- Lo sa benissimo. Questi test, e quelli che ho fatto prima e quelli che farò sono per controllare il mio QI. Non mi prenda in giro con queste domande. Sappiamo entrambe che ho superato abbondantemente la soglia dei duecentocinquanta.
- Ammetto che hai fatto notevoli progressi.
La bionda rise, mettendosi elegantemente una mano davanti alla bocca.
- Notevoli progressi? E' così che voi scienziati pazzi definite un salto di quasi centottanta punti di QI in tre giorni? Notevoli progressi?
- Non essere irriguardosa con me. Sono cose che ti dice Selenity, eh?
- No. Lei non centra. Certo mi sta aiutando molto, e piano piano che scopro come controllare i miei poteri imparo anche come essere più intelligente. Le nostre menti si stanno avvicinando.
- Spero non i caratteri.
- Questo è il mio vero carattere. Era prima che ero una sorta di Dottor Jekill, mentre lei era Mr Hide. Miss Hide direi più appropriato. Ma non siamo qui per perderci in chiacchiere. Cominciamo con le carte?
- Come preferisci. Conosci le regole. Io sollevo una carta, e tu mi dici che simbolo vedi, va bene?
- Va bene. Adesso comunque solleverà una stella a cinque punte rossa.
La Dottoressa prese una carta, ma non la guardò. La rimise nel mazzo, lo mischiò e ne prese un'altra, a caso.
- Sempre convinta della carta che hai detto?
Usagi scrollò le spalle, quindi annuì.
Voltò la carta. Era una stella rossa a cinque punte.
- Come potevi saperlo? Le probabilità erano molto basse, e dopo la mia mossa di mischiare le carte, erano diventate pressoché nulle.
Usagi rise, una risata adulta, fresca, e in qualche modo di scherno, non di piacere.
- Effettivamente le probabilità sarebbero state molto basse, se non avessi fatto un piccolo trucco.
- Che cosa?
- Volti un'altra carta.
La donna la guardò.
- Volti un'altra carta, le ho detto. Una qualsiasi.
Era una stella rossa a cinque punte.
Un'altra carta, un'altra stella rossa a cinque punte.
- Tutto il mazzo è fatto solo di questa carta! Come hai fatto? Come puoi aver piegato la materia al tuo volere.
- Un nuovo potere forse. E' facile manipolare la materia inorganica, molto di più che quella organica, che comunque non ha nulla di speciale dopo che impari le regole che puoi rompere e quelle che non puoi. Direi che con le carte abbiamo finito. Altri test idioti sui miei poteri, Dottoressa?
- Non per oggi. Possiamo passare a cose che credo troverai più interessanti.
Usagi si alzò, seguita immediatamente dalla dottoressa, che la precedette poi nei corridoi della Garnet Laboratories fino ad un piano sotterraneo protetto da pesanti porte blindate e da un sofisticato sistema di sicurezza, oltre che da varie guardie vestite con una forma avanzata dell'armatura rigida che Usagi aveva visto molte volte in quegli anni.
- Sembrano robot piuttosto che uomini, o come li chiama sempre Selenity, scimmie senza pelo. - ridacchiò.
- Sembrano perché in buona parte lo sono. Queste armature sono quello che di più sofisticato abbiamo a disposizione, secoli avanti rispetto a quello che ha in mano l'esercito. Esoscheletri potenziati, parzialmente comandati dal sistema nervoso del soldato stesso.
- Suona come una cosa fantascientifica.
- Probabilmente lo è. Ora avrai a disposizione le attrezzature che ti hanno creato. Come promesso, voglio dei risultati velocemente. Prima li ottieni, prima tutto questo finirà e tutto tornerà come deve essere.
- Già. Vediamo cosa può fare Selenity con questi giocattoli troppo costosi.
Il corpo di Usagi ebbe uno spasmo,come presa da convulsioni leggere.
La sua postura cambiò, divenendo in qualche modo autoritaria. Le dita delle mani si flessero per alcuni istanti, come a testare le giunture, e due occhi rossi e come infuocati apparvero al posto di quelli della giovane.
- Come sta andando la nostra pupilla?
- Direi bene, Selenity.
- Da quando ti ho dato il permesso di chiamarmi per nome, scimmia senza peli? - chiese la ragazza, cattiva.
- Mai, ho deciso io. Ho sentito Usagi usare questo nome un po' di volte in questi giorni, per cui direi che è il tuo nome.
- Uno dei tanti, piccola umana.
Si guardò in giro.
- E così questo è il laboratorio dove avete messo mano per l'ennesima volta alle cellule della prima Usagi. Grezzo, roboante, ma in qualche modo direi funzionale.
- Grezzo? Abbiamo usato le nostre migliori tecnologie per crearlo. Siamo almeno cinquant'anni avanti rispetto ogni altro laboratorio di questo mondo. - rispose piccata la dottoressa. Buona parte della sua vita era stata impiegata per potenziare e perfezionare le apparecchiature di clonazione accelerata.
Selenity rise, chiudendo gli occhi e gettando indietro la testa, in una postura che poco si addiceva al corpo che la conteneva. Vederla era disturbante, per chiunque. Anche per la Dottoressa Meiou, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
- Certo, certo. Ma tempo fa, delle scimmie senza peli scoprirono la ruota di pietra, e anche in quel momento erano al massimo delle loro conoscenze e tecnologie. Ora, se vuole che l'aiuti mi faccia vedere come credete di giocare a Dio con le vostre macchine.
Mentre Selenity e la dottoressa iniziavano a compiere il giro nel laboratorio, Usagi fluttuava nel nulla della coscienza comune che aveva con l'altra se stessa. Nelle poche settimane trascorse dopo il patto che aveva proposto l'altra Usagi, la mente della biondina aveva subito un processo di crescita accelerato, portandola non solo a recuperare il tempo perduto, ma anche aumentare le proprie conoscenze e facoltà oltre i limiti imposti dall'essere un semplice umano. Aveva riflessi incredibili, una capacità di osservazione e di analisi degne dei migliori scienziati, oltre a svariati poteri a livello mentale.
Il trucco che aveva fatto poco prima sarebbe stato scoperto durante la visione delle registrazioni. Non poteva ancora piegare la materia ai suoi scopi, quello era qualcosa che solo Selenity ancora sapeva fare, ma la mente umana non aveva quasi più segreti. Empatia e manipolazione delle informazioni sensoriali a livello cerebrale erano abbastanza facili per lei, sebbene alcune menti erano più difficili da controllare o da penetrare, avendo eretto consciamente o meno, in sua presenza, delle barriere mentali a volte estremamente potenti, o trovando i percorsi mentali di alcune persone orribili, viscidi o vomitevoli.
Una di quelle persone era la dottoressa Meiou. Toccare la sua mente era come toccare un lago di pece calda e puzzolente, dove viscidi serpenti fatti di schifosi pensieri pieni di denti acuminati nuotavano incessantemente verso un unico punto, un'enorme cascata di desiderio di potere assoluto, su tutto e tutti. Solo dopo giorni aveva trovato una piccola sponda sicura dove poter controllare parzialmente la sua mente, giocando sulle sue sensazioni visive, facendole credere di guardare sempre la stessa carta, mentre invece stava guardando cerchi, cubi e forme varie di colori diversi.
- Mi sto stufando. - borbottò poco dopo, mentre il suo corpo stava scrivendo vari grafici e formule di fronte a degli strabiliati uomini in camice bianco e mascherina.
In un istante, staccò la sua coscienza dal corpo, che si bloccò impercettibilmente.
- Dove vai? - risuonò nella sua testa la voce di Selenity, identica alla sua.
- A fare un giro. Tu ti stai divertendo, io no. Ho bisogno di svago...
- Svago?
- Voglio vedere il mondo, sai anche tu che da quando ci stiamo unendo sempre di più le quattro mura della mia stanza e di questa struttura non mi bastano. A volte mi domando se non era meglio rimanere stupida e felice.
- Se vuoi possiamo tornare indietro.
- Non mi tentare. E comunque no, non voglio tornare indietro. Questa mia nuova condizione ha anche dei lati positivi.
- Lo sento. Ti ricordo che il tuo corpo è anche il mio. E sento cosa stai provando, così come tu senti ciò che provo io.
- Cosa vorresti dire con questo? Non mi piace il tono con cui lo hai detto.
Selenity rise.
- Non devi prendermi in giro, Usagi. So benissimo che non vai a fare un giro per vedere il mondo, tu vai a vedere Mamoru.
- Come puoi esserne così sicura?
Un'altra risata, dolce come la prima, molto diversa da quelle che elargiva agli umani.
- Ho il respiro accelerato, il battito cardiaco alle stelle, piccole vampate di calore e certe sensazioni che mi fanno intuire alcune cose su di te e su ciò che provi per lui.
- Proviamo, a questo punto, visto che il corpo è uno solo.
- Proviamo. Te lo concedo. Mai vista un'anima così pura e nobile, sebbene grezza e ricoperta dal sudiciume della società.
- Tempo fa tu hai parlato di leccarla. Cosa intendevi?
- Hai buona memoria, piccola. Io sono nata, se si può dir così, come essere immateriale, spirituale in qualche modo. Io mi nutro non di panini o di birra, ma di sentimenti, di emozioni, di anime a volte, se ho particolarmente fame. Lui per me è come un cono gelato al limone. Fresco, pulito, delizioso dopo un pasto abbondante. Un pasto che farò presto, che faremo presto.
- Quando parli come i vecchi saggi dei film mi fai incazzare.
- Non dire certe parolacce, Usagi. Lascia a me l'appannaggio di essere scurrile. Ora va, Mamoru ti sta aspettando.
- Come vuoi. Ci vediamo tra poco.
Selenity sorrise come una madre alla figlia, e annuì, per poi vederla sparire nel nulla, alla velocità del pensiero.
Usagi si fermò solo quando si trovò con il suo corpo etereo in piedi accanto all'uomo che per primo le aveva dimostrato un po' di umanità, forse non conoscendola, ma aveva capito in quei giorni che non era così, visto che anche dopo aver appreso la verità sulla pazza che lui aveva soccorso, non le aveva voltato le spalle, ma al contrario un angolo del suo cervello rimuginava continuamente come salvarla.
La sua mano astrale gli sfiorò la guancia mentre lui dormiva, crollato dal sonno dopo un lungo e duro turno in centrale.
Le piaceva la sensazione della barba sfatta, quel suo profumo forte, così vivo, e le piacevano i pensieri che lui a volte faceva su di lei, così simili a quelli che lei faceva spesso su di lui, scaldandole il cuore e facendoglielo battere molto forte.
Come in quel momento.
Mamoru mormorò qualcosa di indistinto nel sonno.
- Anche io. - rispose lei, sorridendo felice.
   
 
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