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Autore: Lione94    04/11/2009    2 recensioni
Ecco una fanfiction su Angel's Friends scritta dal punto di vista della diavoletta Kabalè che narra delle sue avventure e di come tutto può cambiare, anche il suo cuore da Devil.
I personaggi sono quasi tutti gli stessi della serie e si svolge nella scuola della città terrena.
Spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kabalé, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanto possono essere maledettamente fastidiosi i buoni propositi





Percorsi i corridoi della scuola, camminando assorta tra i grandi quadri che riempivano i suoi vecchi muri. Da lì potevi guardare scorrere la vita dei mortali di cui gli stagisti, Angels e Devils, si occupavano. Quando girai l'angolo, mi fermai per osservare un quadro che conoscevo molto bene, cioè quello di Edoardo, il mio umano, mentre mentiva a uno dei suoi amici di non potergli prestare i soldi per il pranzo. Annuii soddisfatta: bene, la generosità era una cosa che proprio non mi andava giù! Lo stavo portando sulla cattiva strada e ne ero estremamente fiera.
<< Hai visto che bravo, Nosferatu? >> gongolai con il mio pipistrello.
Sentii dei passi avvicinarsi velocemente e una voce piuttosto vicina alle mie spalle esclamò con rabbia: << No, non farlo Edoardo! >>.

<< Ah ecco perché mi è venuta l’urticaria >> dissi allontanandomi di un passo da chi c'era dietro di me e grattandomi il naso con una smorfia orribile sul volto. Continuai a guardare Edoardo per un po' e poi lanciai un'occhiata complice al mio pipistrello, sorridendo.
<< Non è divertente! >> ribatté la voce, insistente.
<< Umh! Voi sfigati siete così noiosiiii >> risposi in tono melodrammatico alzando finalmente lo sguardo per vedere chi fosse la fonte di quella fastidiosa voce angelica.
Incontrai gli occhi verdi smeraldo di un Angel che mi guardava con un’espressione irritata, scuotendo la testa dai corti capelli castani. Indossava dei pantaloni e una camicia bianca che risaltava il suo fisico atletico e aveva le ali blu come la sua areola. Non avevo mai visto il suo volto perfetto qui alla scuola. Era molto bello…
Per tutti gli tutti gli spiritelli dispettosi!
Kabalè ancora con questi pensieri da Angel!

Prima sentivo la mancanza di Dolce e adesso consideravo bello questo qui... ok, mi stavo decisamente rincitrullendo.
<< Ahh tu dovresti essere il novellino! >> dissi battendomi l’indice con l’unghia dipinta di nero (tra i Devil andava molto di moda, e io ero una che non era mai fuori moda!) sul naso e facendo un'altra smorfia << Credevo che ci saremmo dovuti incontrare davanti l’aula sfida, novellino. Oppure anche tu infrangi le regole, eh novellino?? >>

Sghignazzai contenta: mi divertivo troppo a infastidire gli Angel.
<< Il mio nome è Caliel! >> disse l’angelo con sdegno dopo avermi osservato per un momento senza fiatare. Sembrava si fosse appena risvegliato da un sonnellino a occhi aperti.
<< Caliel? Ma che razza di nome è? Kabalè, il mio sì che è un bel nome >> mi presentai in modo antipatico, il tipico dei diavoli.
<< Kabalè? Ma che razza di nome è? >> mi scimmiottò con le mani sui fianchi << Sembra il nome di un dolce che fanno ad AngieTown >> aggiunse alla fine, ridacchiando.
Rabbrividii: << Bleah! No, un dolce no! >>.
Caliel rise di gusto, mettendo in mostra i denti dritti e bianchi, e questa volta toccò a me a essere profondamente irritata.
<< Bene, perché non facciamo una sfida invece di stare a conversare? >> proposi battagliera.

Ride bene chi ride ultimo, mio caro Angel.
<< D’accordo >>.
Ci avviammo verso l’aula sfida e mentre svolazzavamo in silenzio, fianco a fianco, mi venne in mente una perfida idea.
<< Chi arriva primo sceglie la sfida! >> esclami all’improvviso, prendendolo di sorpresa e spingendolo lungo il muro con una spallata. Una scossa mi attraversò la spalla sinistra con cui lo avevo toccato ricordandomi che avevo appena violato il V.E.T.O. Ops!
…Eppure non era la prima volta che lo facevo, e quando avevo toccato Uriè qualche tempo fa non avevo sentito nessuna scossa.
<< Hai perso! >> urlò una voce, risvegliandomi.
Caliel aveva raggiunto l’aula sfida massaggiandosi la spalla, mentre io ero rimasta ferma in mezzo al corridoio.
Grrr che odio!
Mi aveva fregato.

Senza degnarlo di uno sguardo, volai velocemente dentro l’aula sfida con il fumo che mi usciva dalle orecchie per la rabbia (sì, sapevo davvero farlo) e quando entrai, mi ritrovai in un enorme pista di pattinaggio sul ghiaccio che sembrava essere senza confini.
Caliel pattinò vicino a me fischiettando e dopo aver fatto un giretto intorno a me disse con tono divertito: << Spero che così ti si fredderanno i bollenti spiriti >>.
<< E questa che sfida sarebbe? >> lo ripresi poggiandomi a terra, senza dargliela vinta, eppure mi aveva stupito. Due pattini viola comparirono ai miei piedi appena toccai la lastra di ghiaccio sotto di me.
<< Dai vediamo che sai fare >> mi sfidò Caliel << Le regole sono non usare le ali, è vietato barare >>.
Detto questo si lanciò a tutta velocità per la pista e fece un salto triplo. Dei piccoli cristalli di ghiaccio brillarono tra i suoi capelli facendolo sembrare un Angel al 100%, il che mi fece ricordare il perché non dovevo guardarlo incantata. Alla fine del salto atterrò perfettamente sul ghiaccio facendo un giro. Un piccolo tabellone comparì sulla sua testa lampeggiando un 10 verde, il massimo punteggio.
Volteggiai con la grazia di un elefante che fa la danza classica, strascicando i pattini sul ghiaccio, e caddi a terra mentre Caliel faceva un altro salto ricevendo nuovamente 10.
Io presi uno zero rosso.

Grrr! Di tutti gli sport doveva scegliere proprio quello in cui ero un disastro. Lo sfigato stava vincendo e io non volevo, anzi non dovevo perdere.
<< Bene, quando le cose vanno male i diavoli iniziano a barare >> mormorai fra i denti a Nosferatù che commentò con un “Flap” di approvazione.
Mi rialzai e usando l’incantesimo Invisible Fly resi invisibile il movimento delle mie ali e poi spiccai un salto magnifico, riatterrando perfettamente in equilibrio su un piede (anche se in realtà mi reggevo con le ali). Il tabellone segnò nuovamente zero, ma questa volta lampeggiò di un’accecante luce gialla.
<< Ehi! Ma cosa diavolo…?! >>
<< Ti avevo detto di non barare >> mi ribeccò Caliel raggiungendomi allegro << Quindi ho vinto io. Spetta a me la prima mossa su Edoardo! >>.
La pista di ghiaccio sparì e ricomparì l’aula sfida nelle sue vere condizioni, ovvero una piccola stanza quadrata dalle bianche ma magiche pareti. Seguii Caliel fuori, stando alle sue costole come un vero spiritello malefico mentre schiumavo di rabbia.
Non gli avrei permesso di riempiere la testa di Edoardo di fastidiosissimi buoni propositi.
  
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