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Autore: White Gundam    08/11/2009    4 recensioni
Cloud Strife è un giovane fante della Shinra che non riesce ad avere fiducia in sè stesso e Zack Fair, il suo maestro e suo migliore amico, dovrà trovare il modo di fargliela avere. Omaggio, oltre che alla mitica amicizia di Zack e Cloud anche a quella di Kamina e Simon, protagonisti di "Gurren Lagann", da cui è tratta la frase che da il titolo a questa fanfiction.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cloud Strife, Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core
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Ciao a tutti e benvenuti alla mia nuova one-shot su Zack e Cloud (lo so, lo so che devo aggiornare Dream Organization, ma perdonatemi ç.ç mi è venuta troppa voglia di scrivere questa piccola fanfiction *.*).

Bene, il piccolo componimento in prosa che vi apprestate a leggere è in sé un tributo a due serie fantastiche (un videogioco: FFVIICC e un anime: Gurren Lagann), a due amicizie stupende (quella tra Zack e Cloud e quella tra Kamina e Simon; diverse ma in fondo uguali)… La frase che ho usato per il titolo della fanfiction è tratta proprio da Gurren Lagann ed è una frase che Kamina ripete spesso a Simon… Ma mi sembrava funzionasse bene anche per Zack e Cloud…

La voce narrante è quella di Zack che si rivolge all’allora giovanissimo fante dai capelli biondi.

Fatemi sapere che ve ne pare con una recensione per favore *.*

 

 

SE NON RIESCI A CREDERE IN TE, CREDI IN ME CHE CREDO IN TE

 

Ti guardo.

Ti guardo spesso mentre ti eserciti negli addestramenti, mentre ti dai da fare in missione.

Ti guardo con un occhio particolarmente attento, non seguo gli altri come seguo te, perché tu non sei solo un mio allievo, tu sei il mio migliore amico.

Ti guardo e vedo nei tuoi occhi chiari l’insicurezza di un ragazzino che vuole ma ha paura di diventare un uomo; vedo nella tua bocca serrata il disappunto per i tuoi fallimenti, nei tuoi flebili sorrisi l’ingenua felicità e stupore nel vedere che sei riuscito in ciò che stavi provando; vedo nella tua posizione incerta l’insicurezza; nella tua camminata dritta un tentativo di esprimere una fierezza che temi non sarà mai veramente tua.

Mi guardi con la bocca socchiusa mentre dico questo, quasi non seguissi il mio ragionamento; ma un giorno quando anche tu, come me, da allievo diventerai maestro… Quel giorno capirai e vedrai negli occhi di un ragazzino di appena qualche anno più piccolo di te la persona a cui insegnare tutto quello che sai, l’eroe di un domani forse vicino o forse lontano, l’insicurezza e la fragilità di un giovane allievo.

Abbassi lo sguardo a queste mie parole e mormori che sei solo tu che non sei capace, i tuoi occhi si spengono e il tuo mento si china verso il tuo collo fino a toccarlo; stringi i pugni con forza e nei guanti che indossi vedo le pieghe di tale sforzo. Mi dici con voce ancora più bassa, quasi soffocata dai rumori che vi sono intorno, che gli altri hanno già fatto progressi da gigante e che sei solo tu quello che è rimasto indietro.

Ti alzo il mento, con una mano. Sarai un eroe, e un eroe deve guardare sempre davanti a sé. Ma tu hai la tendenza a guardare indietro. Devi avere più fiducia in te stesso. Cerca di capirmi, ragazzino, sei tu che stai frenando da solo le tue capacità perché non credi in te.

Mi guardi per un secondo, poi noto che il tuo sguardo si abbassa di nuovo come se il terreno avesse una forza magnetica sulle tue pupille.

Faccio un paio di passi indetro, per poter vedere il tuo volto e assicurarmi che tu non ti stia rabbuiando troppo.

Alzo la mia pesante Buster Sword, la mia spada grande quanto me, e sovrappensiero me la faccio roteare sulla testa.

Vedendo il tuo viso sollevarsi e notando nei tuoi occhi un breve ma intenso baluginio di ammirazione, mi viene un’idea.

Sorrido e mi avvicino di nuovo a te, entrando in quel campo fragile che sono le tue emozioni solo guardandoti negli occhi. Lì, in quelle iridi azzurre di mako ti si può leggere tutto: la paura, la determinazione, i tuoi sogni e le tue speranze, l’ammirazione e l’amicizia che provi per me.

Tenti di chiuderti nella tua bolla ma sei un libro aperto, sei però troppo fragile per aprire con forza le tue emozioni con te ci vogliono doti che io non sapevo di avere: la calma e la pazienza. Non ti si può aprire con la forza, bisogna solo darti una mano.

Ti guardo e aspetto che tu risponda al mio sguardo.

“Tu credi in te stesso?”

Ti chiedo.

Taci e dopo svariati secondi squoti la testa.

“E in me ci credi?”
Noto la sorpresa nei tuoi occhi, non ti aspettavi una domanda del genere.

Questa volta non stai zitto e non tentenni, rispondi subito con un vago sorriso appena abbozzato:

“Sì.”

Non è una risposta lunga, è spiccia ma è tutto quello che avevi da dire; ulteriori informazioni sarebbero state inutili.

Ti sorrido di rimando col mio sorriso aperto ed allegro:

“Allora,se non riesci a credere in te, credi in me che credo in te.”

Ti rispondo.

Aspetti qualche secondo e io ti lascio tutto il tempo di cui hai bisogno per capire la mia frase. Mi sorridi ed alzi la spada, facendola roteare sopra la tua testa, poi ricominci ad allenarti.

Ti guardo e vedo nei tuoi occhi chiari la sicurezza di un ragazzino che ha deciso di cominciare ad inerpicarsi sulla strada che lo porterà ad essere un uomo; vedo nella tua bocca serrata la concentrazione che ti serve per allenarti,  nei tuoi flebili sorrisi la certezza del fatto che siccome io credo in te, anche tu ci credi un pochino di più; vedo nella tua posizione incerta l’ombra di quella certa che andrà delineandosi col passare del tempo; nella tua camminata dritta quella fiducia che stai pian piano riuscendo a conquistare.

Ti guardo e sorrido.

   
 
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