Ciao a tutti e benvenuti alla mia nuova one-shot su Zack e Cloud (lo so, lo so che devo aggiornare Dream Organization, ma perdonatemi ç.ç mi è venuta troppa voglia di scrivere questa piccola fanfiction *.*).
Bene, il piccolo componimento in prosa che vi apprestate a leggere è in sé un tributo a due serie fantastiche (un videogioco: FFVIICC e un anime: Gurren Lagann), a due amicizie stupende (quella tra Zack e Cloud e quella tra Kamina e Simon; diverse ma in fondo uguali)… La frase che ho usato per il titolo della fanfiction è tratta proprio da Gurren Lagann ed è una frase che Kamina ripete spesso a Simon… Ma mi sembrava funzionasse bene anche per Zack e Cloud…
La voce narrante è quella di Zack che si rivolge all’allora giovanissimo fante dai capelli biondi.
Fatemi sapere che ve ne pare con una recensione per favore *.*
SE NON RIESCI A
CREDERE IN TE, CREDI IN ME CHE CREDO IN
TE
Ti
guardo.
Ti guardo spesso
mentre ti eserciti negli addestramenti, mentre ti dai da fare in
missione.
Ti guardo con un
occhio particolarmente attento, non seguo gli altri come seguo te, perché
tu non sei solo un mio allievo, tu sei il mio migliore
amico.
Ti guardo e vedo nei
tuoi occhi chiari l’insicurezza di un ragazzino che vuole ma ha paura di
diventare un uomo; vedo nella tua bocca serrata il disappunto per i tuoi
fallimenti, nei tuoi flebili sorrisi l’ingenua felicità e stupore nel
vedere che sei riuscito in ciò che stavi provando; vedo nella tua
posizione incerta l’insicurezza; nella tua camminata dritta un tentativo
di esprimere una fierezza che temi non sarà mai veramente
tua.
Mi guardi con la
bocca socchiusa mentre dico questo, quasi non seguissi il mio
ragionamento; ma un giorno quando anche tu, come me, da allievo diventerai
maestro… Quel giorno capirai e vedrai negli occhi di un ragazzino di
appena qualche anno più piccolo di te la persona a cui insegnare tutto
quello che sai, l’eroe di un domani forse vicino o forse lontano,
l’insicurezza e la fragilità di un giovane
allievo.
Abbassi lo sguardo a
queste mie parole e mormori che sei solo tu che non sei capace, i tuoi
occhi si spengono e il tuo mento si china verso il tuo collo fino a
toccarlo; stringi i pugni con forza e nei guanti che indossi vedo le
pieghe di tale sforzo. Mi dici con voce ancora più bassa, quasi soffocata
dai rumori che vi sono intorno, che gli altri hanno già fatto progressi da
gigante e che sei solo tu quello che è rimasto
indietro.
Ti alzo il mento, con
una mano. Sarai un eroe, e un eroe deve guardare sempre davanti a sé. Ma
tu hai la tendenza a guardare indietro. Devi avere più fiducia in te
stesso. Cerca di capirmi, ragazzino, sei tu che stai frenando da solo le
tue capacità perché non credi in te.
Mi guardi per un
secondo, poi noto che il tuo sguardo si abbassa di nuovo come se il
terreno avesse una forza magnetica sulle tue
pupille.
Faccio un paio di
passi indetro, per poter vedere il tuo volto e assicurarmi che tu non
ti stia rabbuiando troppo.
Alzo la mia pesante
Buster Sword, la mia spada grande quanto me, e sovrappensiero me la faccio
roteare sulla testa.
Vedendo il tuo viso
sollevarsi e notando nei tuoi occhi un breve ma intenso baluginio di
ammirazione, mi viene un’idea.
Sorrido e mi avvicino
di nuovo a te, entrando in quel campo fragile che sono le tue emozioni
solo guardandoti negli occhi. Lì, in quelle iridi azzurre di mako ti si
può leggere tutto: la paura, la determinazione, i tuoi sogni e le tue
speranze, l’ammirazione e l’amicizia che provi per
me.
Tenti di chiuderti
nella tua bolla ma sei un libro aperto, sei però troppo fragile per aprire
con forza le tue emozioni con te ci vogliono doti che io non sapevo di
avere: la calma e la pazienza. Non ti si può aprire con la forza, bisogna
solo darti una mano.
Ti guardo e aspetto
che tu risponda al mio sguardo.
“Tu credi in te
stesso?”
Ti
chiedo.
Taci e dopo svariati
secondi squoti la testa.
“E in me ci
credi?”
Noto la sorpresa nei tuoi occhi, non ti aspettavi una domanda
del genere.
Questa volta non stai
zitto e non tentenni, rispondi subito con un vago sorriso appena
abbozzato:
“Sì.”
Non è una risposta
lunga, è spiccia ma è tutto quello che avevi da dire; ulteriori
informazioni sarebbero state inutili.
Ti sorrido di rimando
col mio sorriso aperto ed allegro:
“Allora,se non riesci
a credere in te, credi in me che credo in
te.”
Ti
rispondo.
Aspetti qualche
secondo e io ti lascio tutto il tempo di cui hai bisogno per capire la mia
frase. Mi sorridi ed alzi la spada, facendola roteare sopra la tua testa,
poi ricominci ad allenarti.
Ti guardo e vedo nei
tuoi occhi chiari la sicurezza di un ragazzino che ha deciso di cominciare
ad inerpicarsi sulla strada che lo porterà ad essere un uomo; vedo nella
tua bocca serrata la concentrazione che ti serve per allenarti, nei tuoi flebili sorrisi la
certezza del fatto che siccome io credo in te, anche tu ci credi un
pochino di più; vedo nella tua posizione incerta l’ombra di quella certa
che andrà delineandosi col passare del tempo; nella tua camminata dritta
quella fiducia che stai pian piano riuscendo a
conquistare.
Ti guardo e
sorrido.