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Autore: Domi_chan    08/11/2009    2 recensioni
Sasuke fissa ossessivamente la lastra di pietra bianca che ha di fronte, ripercorrendone l’intero profilo con lo sguardo: i suoi occhi scuri ne accarezzano gli angoli ancora perfettamente levigati, osservano quasi rapiti i riflessi che i raggi del sole si divertono a donarle per poi fermarsi con consapevole malinconia a leggere le due righe scure in contrasto con lo sfondo chiaro.
Le legge e le rilegge.
Le sillaba mentalmente, boccheggiandone una di tanto in tanto.
Ma non sembra del tutto convinto, quasi dubiti di quegli occhi che mai l’hanno prima d’allora tradito.
[2^ classificata al "Ghost Contest" indetto da XxLirin ChanxX sul forum di EFP]
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Noemi,
che la bellezza di circa venti giorni fa ha compiuto 16 anni.
Scusa il ritardo tesora,
avrei potuto dedicarti qualcos’altro, lo so…
ma è sempre stato questo il tuo regalo.

Quindi beccati ‘sta schifezzuola XD
e non dimenticarti che ti voglio bene!

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Ghost Whisperer
- Niente è come sembra -

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Sguardo fisso e spalle dritte, si dirige a passi spediti verso la meta.
Ignora volutamente tutto ciò che lo circonda, focalizzando l’attenzione sull’obbiettivo preposto.
È lì di fronte; pochi insignificanti metri li separano.

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Sasuke fissa ossessivamente la lastra di pietra bianca che ha di fronte, ripercorrendone l’intero profilo con lo sguardo: i suoi occhi scuri ne accarezzano gli angoli ancora perfettamente levigati, osservano quasi rapiti i riflessi che i raggi del sole si divertono a donarle per poi fermarsi con consapevole malinconia a leggere le due righe scure in contrasto con lo sfondo chiaro.
Le legge e le rilegge.
Le sillaba mentalmente, boccheggiandone una di tanto in tanto.
Ma non sembra del tutto convinto, quasi dubiti di quegli occhi che mai l’hanno prima d’allora tradito. È proprio per questo che, come di routine, abbassa ulteriormente lo sguardo - ma non il capo. Quello resta dritto, ben incastrato tra le spalle larghe, come si conviene ad un Uchiha - fino a raggiungere una piccola cornice dorata e rettangolare nella forma.
Gli angoli sono sporchi di sabbia mista a polvere, il vetro a protezione della foto è marcato da qualche impronta di troppo e il nastrino nero che inizialmente copriva l’angolo sinistro è spostato dal suo asse originale, ma Sasuke non se ne preoccupa: è compito di Naruto far si che tutto appaia ordinato e pulito, perfetto in maniera quasi maniacale.
Le sue labbra finiscono per piegarsi verso l’alto di propria iniziativa, dando forma ad un ghigno appena stiracchiato solo al pensiero che l’amico possa spendere ore su ore del suo prezioso tempo per mantenere pulita una tomba.
Ma quella smorfia scompare con la stessa velocità con cui è arrivata: perché quella non è una comune tomba. Lì, appena pochi metri sotto di lui, non riposa un comune ninja caduto in una comune battaglia per colpa di una comune imboscata.
No. Lì sotto c’è lei.
“Sas’kè. Sei già qui… non ti aspettavo così presto.”
Sasuke sussulta senza darlo a vedere, irrigidendo appena la mandibola.
Ormai abituato a quella voce distante, ma allo stesso tempo vicina - terribilmente vicina - si volta con tutta calma, dando definitivamente le spalle all’apparente motivo della sua visita.
“Sakura.”
Semplicemente la chiama, evitando accuratamente delle inutili parafrasi. E mentre la osserva avvicinarsi a passo sostenuto, fiera e composta nel portamento, non può fare a meno di chiedersi per la centesima, o forse millesima volta se si sia con il tempo del tutto ammattito. Perché l’ha vista: c’era mentre Sakura esalava l’ultimo respiro, sussurrando parole incomprensibili tra un singhiozzo e l’altro, c’era mentre tutto il villaggio rendeva omaggio alle sue spoglie durante una sontuosa cerimonia funebre; lui c’era.
Ricorda ancora nitidamente il magone che nei primi tempi gli opprimeva lo stomaco, quel dolore lancinante appena sotto il costato che gli impediva di respirare in maniera regolare, il continuo senso di spossatezza, la voglia di mollare tutto di nuovo, di fuggire via, lontano, alla ricerca di un assassino che non aveva né corpo né spirito. Perché Sakura era stata uccisa dalla guerra, e lui lo sapeva bene.
“Qualcosa non va? Sei più pensieroso del solito.”
Sakura è morta.
Lui lo sa, l’ha vista. C‘era. Ma allora chi è in realtà la ragazza dai capelli insulsamente rosa e gli occhi verdi che sorridendo mesta continua a rivolgergli la parola, in attesa di una risposta?
È Sakura. È lei.
Potrebbe giurarlo di fronte a quello stesso tribunale che mesi prima ha deciso di risparmiargli la vita. “No.” la tanto attesa risposta alla fine giunge. Sasuke fa una lunga pausa, sbatte per l’ultima volta le palpebre - la sensazione che sia tutto un sogno rimane - e sospira.
“Va tutto schifosamente per il meglio.” ringhia.
Sulle labbra di lei compare istintivamente l’abbozzo di una risata: vedere Sasuke che le risponde senza il benché minimo tatto, fissandola con astio e digrignando i canini perfettamente bianchi non può non riportarla indietro nel tempo, facendole ripensare con malinconica nostalgia a quel periodo felice in cui non esistevano vendette, guerre, morti, mostri e nemici, ma solo tre bambini che nulla avevano in comune se non il desiderio di raggiungere i propri personalissimi obiettivi.
Ma tutto dura meno di un attimo.
Perché quei giorni sono ormai lontani, loro non sono più bambini, la guerra è una realtà con cui devono convivere abitualmente e la vendetta - ecco un altro sorriso, totalmente amaro ‘sta volta - riempie le loro esistenze da troppi anni.
Accompagnata solo dal tonfo ovattato prodotto dai propri piedi nudi che impattano sul terreno erboso, si dirige velocemente verso la propria tomba, superando Sasuke senza troppi complimenti e, come se nulla fosse, poggia il clitoride contro il monumento funebre, incrociando le braccia sul petto.
“Che si dice al villaggio? Ino, Naruto, Kakashi-sensei…?”
“Perché non lo chiedi a loro?” sbotta alla fine lui alzando la voce, incurante del fatto che chiunque in quel momento si trovi a passare involontariamente da quelle parti potrebbe benissimo prenderlo per un pazzo che parla da solo.
Dopo settimane e settimane Sasuke esplode. Stanco di continuare a relazionarsi con una Sakura così diversa eppure così uguale a quella che aveva ormai imparato a conoscere, alla fine riesce a porre quella domanda che si tiene dentro dal giorno della loro prima chiacchierata post mortem.
“Perché non parli con loro? Perché continui a venire solo da me? Cazzo, perché Sakura? Perché?”
È duro nei toni e la sua più che una domanda sembra un’accusa, ma non gliene importa. D’altro canto, si è sempre comportato come il peggiore dei bastardi con lei, perché dovrebbe avere delle riserve proprio adesso che è morta?
L’Haruno assottiglia gli occhi chiari corrugando le sopracciglia, visibilmente sorpresa. Poi inclina leggermente il viso, lasciando scoperta la spalla sinistra, mentre fa si che i suoi muscoli facciali si rilassino rapidamente. “Allora è questo quello che ti preoccupa, Sas’kè… Vuoi sapere.” afferma, sicura di sé.
“Io ti ho rincorso Sas’kè, ti ho inseguito per anni… Non ho rinunciato a te quando hai abbandonato il villaggio per seguire Orochimaru, non ho perso la speranza quando ci hai sostituiti formando un nuovo Team , quando ho scoperto che insieme all’Akatsuki volevi distruggere il villaggio, o quando per poco non uccidevi sia me che Naruto.”
È un fiume in piena, Sakura.
Argomenta la propria tesi gesticolando con sussiego, ed è talmente tanta l’energia trasmessa dai suoi occhi in quei brevi istanti che Sasuke quasi si convince che tutti i fatti dell’ ultimo mese e mezzo in realtà siano avvenuti solo nella sua testa: Sakura è ancora viva ed è solo lui - povero, pazzo, visionario - a credere il contrario.
“Ti abbiamo inseguito per mari e per monti, siamo diventati forti solo per potertelo dimostrare, ci siamo schierati contro il consiglio per te… Nessuno credeva più che ci fossero delle possibilità, sai? Pensavano che fossi un caso perso, che non ti avremmo mai riportato indietro. E, anche riuscendoci, che ti avrebbero giustiziato appena passate le porte di Konoha.
Ma alla fine ce l’abbiamo fatta: siamo riusciti a riportarti a casa e ad evitarti una condanna esemplare.” Si solleva con grazia, evidentemente soddisfatta dall’effetto che le proprie parole riescano a sortire - Sasuke infatti è rimasto immobile per tutto il tempo a fissarla, sopracciglia curiosamente tirate verso l’alto ad incorniciare gli occhi sbarrati tanta è la sorpresa - , muovendo poi alcuni passi nella direzione del ragazzo.
“E, dopo tutto questo, credi forse che una cosa talmente banale come la morte potrebbe anche solo farmi pensare ad allontanarmi da te?”
Sasuke boccheggia, sconcertato dalla sicurezza con cui la ragazza ha espresso un concetto talmente complesso.
Quella non è Sakura. No, non può essere lei.
Sakura non avrebbe mai avuto il coraggio di rivolgersi a lui in maniera tanto diretta, sbeffeggiandolo con quel suo sorrisino ironico. E, soprattutto, adesso non sarebbe lì, a pochi centimetri di distanza, a fissarlo con studiata supponenza.
Trattenendosi a stento dal non rendere pubblica la contentezza che lo sta velocemente invadendo, manifestando apertamente l’insperata scoperta, sorride di rimando.
Si porta la mano destra al viso, scostando di lato l‘unico ciuffo corvino che, dispettoso, riesce a rendere non del tutto perfetta la sua visuale.
“Tu non sei lei.” dice, spavaldo e convinto, regalandole un’occhiataccia.
La ragazza - Sakura? - appare in un primo momento sorpresa da tali parole: l’arcata sopraccigliare sottile si solleva immediatamente, mentre la bocca si apre in un buffo tondo.
“Tu non sei Sakura.” continua Sasuke, animato da nuovo coraggio “Sakura non è… non era così. Tu non sei lei.”
Soddisfatto, rilassa le spalle, distende i muscoli addominali e finalmente riesce a prendere fiato decentemente. Poi abbassa le palpebre per un solo, brevissimo istante, convinto che uno volta risollevate, non ci sarà più nessun fantasma, nessuna visione, nessun frutto della sua immaginazione ad occupargli la visuale. Peccato che, contro ogni sua più rosea previsione, riaperti gli occhi la ragazza - Sakura…? - sia ancora lì.
Immobile nonostante l‘improvvisa folata di vento, continua a piantargli in viso quei suoi smeraldi tristi.
“Forse.”
Sasuke sussulta, indietreggiando di un passo.
“Forse non lo sono, o forse lo sono. Chissà.”
Il cuore inizia a scalpitare dolorosamente all’interno della cassa toracica.
“Forse non sono nemmeno morta. Forse tutto questo sta avvenendo solo nella tua mente, Sas’kè. ”
Dalla gola, diventata secca, riescono a venir fuori solo rantoli gutturali.
“Forse sono semplicemente la personificazione della tua follia…”
Con un sola, lunga falcata, azzera la distanza tra loro, posizionando esattamente di fronte all’Uchiha.
“Sta di fatto che, realtà o finzione, Sakura o no, fantasma o follia che sia, resterò qui. Che ti piaccia o meno mi è sostanzialmente indifferente.”
E Sasuke finalmente capisce.
Finalmente capisce e china il capo.
Finalmente capisce, china il capo e si pente.
Capisce che solo Sakura, la vera, testarda, innamorata, capricciosa e volubile Sakura, sarebbe stata capace di continuare a corrergli dietro anche dall’Aldilà. Capisce di aver sprecato tutta una vita a rincorrere una vendetta che mai lo avrebbe condotto verso la felicità, perché la felicità l’ha sempre avuta a portata di mano.
China il capo perché, stupido e cieco, se n’è accorto troppo tardi.
Si pente; senza un perché, senza un’apparente ragione, senza un motivo valido, ma si pente. Le chiede silenziosamente scusa per tutto quello che l’ha costretta a subire, da bambina prima, da ragazza poi e da morta adesso.
“Sakura…”
Vorrebbe dirle di più, vorrebbe ripagarla almeno a parole per anni di attese e sofferenze, ma tutto ciò che riesce a fare è sussurrare il suo nome.
“Va bene così, Sas’kè. Va bene così…”
Improvvisamente si sente invadere da un’ondata di gelido calore che ha come punto di partenza la sua guancia destra: è Sakura che, con uno sforzo che sembra quasi sovraumano, ha appena poggiato il palmo lungo la linea dello suo zigomo.
“Vorrei fare di più. Ma non mi è concesso.” dice a mo di scusa, sorridendo stranamente felice.
Lo osserva dal basso verso l’alto, rapita. E, nonostante ormai non appartenga più al mondo dei mortali e non sia più capace di toccare, sentire o vedere come prima, riesce nitidamente a percepire l’energia emanata dalla palle di Sasuke. La irradia, infondendole una forza che credeva aver perduto per sempre.
Per poco, pochissimo tempo, si sente di nuovo viva.
“So che sembra stupido detto adesso - si alza sulle punte dei piedi, sovrapponendo le proprie labbra a quelle di un immobile e frastornato Sasuke - ma io dalla vita ho sempre voluto solo questo.” gracchia alla fine.
A quelle parole l’Uchiha si scioglie. Le mani, lasciate scivolare lungo i fianchi, iniziano a tremare e sente cedere le gambe. In men che non si dica atterra sul manto erboso, accanto alla tomba di un ignoto defunto.
“A domani, Sas’kè.”
La ragazza - Sakura. - scompare come se nulla fosse, non lasciando alcuna traccia del proprio passaggio.

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Sguardo vacuo e spalle morbide, quasi cadenti, si dirige lentamente verso casa.
Non riesce a vedere nulla di tutto ciò che lo circonda: ci sono solo voci lontane e figure sbiadite.
È troppo tardi, lo sa, ma non sono mai stati più vicini.
“A domani, Sakura.”

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“Ghost Whisperer - Niente è come sembra” di Domi_chan

Grammatica e lessico: 9.6/10 punti
Stile: 9.8/10 punti
Aderenza alla traccia: 14.5/15 punti
Originalità: 14/15 punti
Opinione personale dei giudici: 4.1/5 punti
Totale: 52/55 punti

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Salve, oh impavidi lettori *O*
Inizio col dire queste fanfiction si è classificata con mia somma sorpresa e meraviglia seconda al “Ghost Contest” indetto da XxLirin chanxX sul forum di EFP, aggiudicandosi il “premio Lirin“.
E’ sempre la solita tiritera, ma non me l’aspettavo XD Ho scritto questa cosina in pochissimo tempo, consegnando al pelo della scadenza, in dirittura d’arrivo con la Zona Cesarini XD
Ringrazio le giudicesse (Lirin, Rota e Bimba_Chic_Aiko) per i giudizi esaustivi - non riportati solo perchè, nel loro insieme, sarebbero più lunghi della storia stessa XD - , e mi congratulo con le mie compagne di podio. Non vedo l’ora di leggere le vostre storie *_*

A seguire vi lascio le note che allegato insieme alla shot.
Come al solito sono quasi più lunghe della storia stessa XD che volete farci XD

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Note dell’autore:
Credo di non sapere bene nemmeno io cosa ti ho appena consegnato XD
È una ff abbastanza strana, sono la prima ad ammetterlo. Il tempo non è ben precisato e lo spazio è poco più che accennato, e in tutta onestà, non so nemmeno in che genere rientri con precisione. È triste, sì, ma non è Angst nel senso più stretto del termine, e nel contempo è anche lievemente NonSense (soprattutto nell’ultima parte, in cui scompaiono le parti descrittive - prevalenti in tutto il primo troncone - per lasciare il posto a dialoghi e sensazioni).
Voglio solo che sia chiara una cosa: ho usato questo stile particolare - abbastanza distante dai canoni delle mie solite fanfiction - e a tratti ripetitivo (da notare come il nome di Sakura compaia di continuo XD) volutamente, con l’intento di dare a tutta la storia un’impronta onirica (ci sarò riuscita? Chissà.)

Passiamo ai personaggi adesso.
Forse ad un primo impatto potranno sembra OOC, ma dal mio punto di vista rispecchiano abbastanza il carattere dei Sasuke e Sakura originali.
La storia ruota quasi del tutto intorno ad un Sasuke in bilico tra follia e rassegnazione. All’inizio infatti l’Uchiha si dimostra ostile e sostanzialmente contrario ad avere qualsiasi tipo di rapporto con Sakura: pretende di avere solo dei chiarimenti, vuole semplicemente sapere perché sia solo lui a vedere il suo fantasma. Ma con l’andare avanti della storia capisce che non gli basta; sono altre le risposte che va cercando.
Ed ecco che, una volta avutele, ha un crollo. Emotivo e fisico. Non lo definisco OOC perché, manga alla mano, questa non sarebbe la prima volta che Sasuke si mostra ‘debole’ agli occhi del mondo in seguito ad una notizia shockante. In un istante, infatti Sakura è riuscita a sbattergli sotto il naso quella verità che lui ha sempre voluto non capire e non vedere: la sua felicità era a Konoha, con lei, Naruto, Kakashi e il resto del villaggio. Significativo in proposito, a mio parere, il suo chinare il capo di fronte alla sconfitta subita (da mettere a confronto con la frase iniziale: “abbassa ulteriormente lo sguardo - ma non il capo. Quello resta dritto, ben incastrato tra le spalle larghe, come si conviene ad un Uchiha”).
Pratica Sasuke archiviata XD Passiamo a Sakura.
Ho cercato di rappresentarla il più possibile in linea con la Sakura Shippuuden, una ragazza forte, autoritaria, che non ti tira indietro di fronte ad un nemico ben più potente di lei, ma che allo stesso tempo scoppia immediatamente in lacrime appena sente che Sasuke potrebbe avere intenzione di distruggere Konoha e di conseguenza uccidere Naruto.
Una Sakura un po’ stronza (passami il termine XD) di fronte alla reticenza e alla spavalderia iniziale di Sasuke, ma che si scioglie immediatamente dopo aver percepito quanto grande sia il suo sconforto.

Un’ultima cosa è poi chiudo XD
I vari - Sakura? -, - Sakura…? - e - Sakura. - rappresentano in pieno il mutare del pensiero di Sasuke. Prima dubita fortemente che in realtà quello che ha davanti sia il fantasma della compagna di Team, poi i dubbi iniziano a dipanarsi, ed infine (subito dopo aver capito cosa sia disposta a fare per lui anche adesso) ha la sicurezza assoluta.

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E anche per oggi è tutto.
Grazie dell’attenzione, alla prossima!

Domi_chan

  
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