Vista- la vetrina di un negozio
"Strumenti
musicali" recitava la scritta in giallo sul vetro. Era
una scritta discreta, senza fronzoli vari e nemmeno molto grande, che non
attirava particolarmente l'attenzione.
Essenziale
sembrava la parola d'ordine del negozio: essenziali li strumenti, essenziali i
cartellini che indicavano il prezzo, tutto era essenziale. Almeno era quella l'impressione.
Gli strumenti
erano disposti ordinatamente nella vetrina: c'era una chitarra classica, una chitarra elettrica, un basso, una tastiera, una tromba, e un
flauto traverso. Ogni strumento era accompagnato da un piccolo cartellino che
indicava il prezzo, scritto in una scrittura larga e ordinata.
Si riusciva a
intravedere il negozio: era relativamente buio, illuminato con due sole luci al
neon. Nonostante tutto però non era un luogo triste: forse era per tutti gli
strumenti appoggiati alle pareti. Da una parte invece, vi era uno scaffale
ripieno di vinili d'epoca.
La sensazione che
si aveva non era sgradevole tuttavia, dava l'impressione di un luogo molto
ordinato, e questo era di sicuro una buona cosa.
Olfatto- un bosco d'autunno.
L'odore di terra
bagnata sembrava predominare su tutto. Era un odore vagamente dolciastro, che
si mischiava a vari altri. Era sempre così, dopo la pioggia:
la fragranza di terra si mischiava a quella dell'acqua e a quella di foglie
bagnate, creando quel profumo esclusivo del bosco in autunno.
Ogni profumo era
esaltato: persino la corteccia degli alberi aveva una sua essenza. Il profumo
migliore poi, era senz'altro quello del muschio: così
delicato, ma allo stesso tempo deciso. Né troppo dolce nè troppo amaro, quell'odore
che solo si può definire muschiato.
Tutte queste
sensazioni creavano una vera e propria sinfonia di profumi, dai più dolci, come
l'odore delle foglie, al più deciso della terra.
Udito- un incrocio all'ora di punta
Prima ancora di
vedere la coda, la sentì: una moltitudine di clacson che suonavano impazienti,
alcuni più acuti, altri più gravi, sembravano creare
una parodia di una banda. In effetti quasi lo era: i
clacson, non erano forse gli squilli delle trombe? E i tamburi? Non sembravano
proprio come il rombo del motore che parte a tutto gas? E non solo, avevano
pure il coro! Ma si! Le urla degli automobilisti
inferociti, che si urlavano l'uno contro altro, ovvio!
Il suono di un
clacson molto vicino però ruppe l'incantesimo, inserendo una nota stonata nell'armonia
che si era venuta a creare. E così il pezzo era finito. Era strano pensare ad un ingorgo stradale in quei termini, eppure, con uno
sforzo di immaginazione, sembrava propfio così. E il
pezzo ricominciò.