Sag
mir, wo die Blumen sind
Il muro era caduto. E con lui il dominio Russo.
E con lui il suo ultimo baluardo di libertà.
Perché in fondo, Prussia non voleva diventare parte
di quella grande Germania che sembrava la fenice risorta dalle ceneri. Risorta
dalle fiamme che lei stessa aveva appiccato, specifichiamo.
Prussia non voleva sparire nella memoria, non voleva
diventare solo una lastra di pietra incisa sul selciato di una strada.
Non voleva che la sua capitale diventasse una città
di ricordi, piena di turisti curiosi che compravano stupidi souvenir con la sua
amata aquila.
Prussia non era arrabbiato. Non era neanche triste o
depresso, in fondo.
Solo che non si riconosceva più.
Ed era anche ovvio: come riconoscere il grande
generale, il riformatore, il conquistatore, l’uomo che era passato dall’essere
niente all’essere un impero in quel ragazzo solitario ed irritante, gonfio di
birra, ira e belle speranze andate a farsi benedire?
Come riconoscere in quella creatura che vagava qua e
là per la Berlino riunificata la grande Nazione che aveva conquistato tutto e
battuto tutti?
Quel Prussia che stringeva al petto una bottiglia di
birra e si nascondeva nei vicoli era solo l’ombra della Nazione che era stato.
Prussia non odiava il fratello. Ma non riusciva ad
impedirsi di provare una sottile, acida e verdastra invidia nei suoi confronti.
Era solo un filino invidioso della sua felicità,
sebbene sapesse che l’aveva raggiunta con fatica, sebbene sapesse che fosse
brutto pensarlo.
E, chiudendo gli occhi, Prussia si chiese dove
fossero i bei giorni. Dove fossero finiti i fiori, gli onori, le medaglie,le
guerre, i sogni.
Che fossero andati dispersi? Che fossero scomparsi
con il Reich, che fossero caduti con il Muro?
Forse, se avesse scavato fra le rovine del muro, i
suoi sogni sarebbero spuntati fuori.
Ma, ora come ora, non ne aveva voglia.
Aveva voglia di chiedere a West dov’erano i fiori,
almeno.
E che fine aveva fatto l’aquila nera.
Ma ora era stanco.
Afflosciandosi contro la parete di un vicoletto,
decise che non si sarebbe stupito se nessuno l’avesse cercato.
In fondo tutti erano così occupati a far festa e
ridere e dare picconate al muro che nessuno si sarebbe accorto della scomparsa
di una nazione morta da un pezzo.
A.Corner____
Per me Prussia none esiste più. Checché se ne dica,
la Prussia è stata totalmente dissoluta dopo la WWII e non possiamo farci
nulla.
E personalmente, anche la Prussia (intesa come
Gilbert) fosse sopravvissuta a tutto ciò, non credo che sarebbe in grado di
sopportare l’idea di vedersi rubare le sue terre. E di vedere il nome di Königsberg cambiato
in Kalingraad .
Sarebbe come rigirare il famoso coltello nella
piaga, non trovate?
Ha il titolo dice “Dimmi dove sono finiti i fiori” o
qualcosa di simile ò.o è il titolo di un
musical/opera teatrale.
Insomma, avevo la traduzione su un libro che non
voglia di cercare ù_ù *sfaticata
cronica*
p.s:
so che qualcuno di voi l’ha già letta xD La storia è
stata cancellata e ripubblicata per delle modifiche che dovevo assolutamente
fare O_O/ purtroppo questo accade e non affidarsi ad
un beta-reader: si fanno i danni e ce se ne accorge
solo dopo ù_ù