LEI MI AMA…
Estate 2005, Londra, set di “Harry Potter e il calice di
fuoco”
- Ok, ragazzi, facciamo 5 minuti di
pausa.- esclamò Mike, liberandoci dai nostri doveri per i minuti seguenti.
Mi allontanai dalla scena, gettandomi letteralmente verso la
macchinetta del caffè poco distante da lì; appena fu pronto
afferrai il bicchiere ed iniziai a sorseggiare la bevanda senza fretta.
- Robert, volevo presentarti una persona.- attirò la mia
attenzione Emma.
Mi voltai e i miei occhi azzurri s’incrociarono con quelli
nerissimi di una ragazza che accompagnava la mia collega.
- Rob, lei è Silvia. Sissi, lui è Robert, un nuovo
acquisto.- ci presentò
- Molto piacere.- mi rispose l’ultima
arrivata, allungando una mano e sorridendo.
Io la strinsi, rispondendo al sorriso.
Era una ragazza carina, probabilmente tra il 15 e i 16 anni; aveva lunghi capelli biondi e mossi e due
occhi così profondi da ricordare gli abissi più scuri.
- Silvia è italiana e viene tutti gli anni a Londra per un
paio di mesi durante l’estate.- mi spiegò Emma, circondando la vita dell’amica
con un braccio.
- Per migliorare il mio inglese.- aggiunse la diretta
interessata.
- Che direi già ottimo.- commentai io.
Era la verità, quasi non si sentiva l’accento maccheronico.
- Anche tu amante del caffè?- mi chiese la giovane,
indicando il bicchiere che tenevo ancora in mano.
- Io vivo di caffè.-
- Siamo in due, allora. Visto, abbiamo già una cosa in
comune.- disse lei, sorridendo.
- Ragazzi, si torna in scena.- ci avvisò uno degli
assistenti.
- Tesoro, ci vediamo dopo.- la salutò la mia collega,
posandole un bacio sulla guancia.
- Certo. Buon lavoro.- le rispose la bionda, rivolgendomi
poi un sorriso.
Girammo diverse scene nelle due ore successive, senza più un attimo di pausa.
- Robert, sii più espressivo. Ricordati che stai per
affrontare una sfida molto pericolosa.- mi istruì il
regista, facendo ripetere la scena.
Feci come mi era stato detto, cercando di dare al mio volto
un’aria più angosciata.
Appena finita la scena, Mike concesse qualche altro minuto
di pausa; afferrai la bottiglietta appoggiata sulla sedia e cominciai a bere,
quando mi resi conto di essere osservato.
A pochi metri da me c’era quella ragazza, Silvia, che mi
guardava sorridendo.
- Che c’è?- le chiesi curioso.
- Hai un volto molto espressivo.- mi rispose semplicemente
lei.
- Come?- le chiesi senza capire.
- Prima, quando Mike ti ha detto quella cosa
dell’espressione… sei riuscito a modificarla proprio come voleva lui e in
pochissimo tempo. Per questo dico che hai un volto molto espressivo. Riesci a
ricreare gli stati d’animo in modo… bè, perfetto direi.-
- è un complimento?- le domandai, sfoggiando il mio sorriso
sghembo.
- Per un attore direi proprio di sì.-
Restammo in silenzio per alcuni secondi, mentre io
continuavo a sorseggiare l’acqua.
- Allora, com’è che sei finita in questa gabbia di matti?-
le chiesi poi, rompendo il silenzio quasi imbarazzante che si era creato.
- Oh, è una storia un po’ lunga e alquanto strana.-
- Ok. E… come hai conosciuto Emma?- ritentai.
- Questa è una storia ancora più strana. Diciamo che ci
siamo conosciute… per caso.- mi rispose, guardando a
terra e sorridendo, probabilmente ripensando a quell’occasione e perdendosi nei
ricordi.
- Ma chi abbiamo qui? La piccola
Sissi.- urlò una voce alle spalle della bionda.
- Holly, Jim. Ciao!- esclamò lei, mentre i fratelli Phelps
la sollevavano in aria.
- Vedo che hai già conosciuto il nostro Robert.- disse
Oliver, strizzandomi l’occhio.
- Si, ci ha presentati prima Emma.-
gli rispose la ragazza, guardandomi sorridendo.
- Stai attenta, piccola Sissi, perché il nostro ragazzo è un
gran playboy.- mi prese in giro, James, facendomi arrossire.
- Ok, terrò in considerazione questo tuo avvetimento.- disse
Silvia ridendo, voltandosi poi verso di me e ruotando l’indice vicino alla
tempia, esprimendo così il suo parere sulla pazzia dei due gemelli.
- Ma fatti un po’ guardare. Però, stai crescendo, bambina. Quanti anni hai adesso?- le
chiese James, aprendole le braccia per osservarla meglio.
- 15. è facile da ricordare, sono nata due giorni dopo
Emma.- ricordò loro l’italiana.
- Tesoro, non ci ricordiamo neanche cos’abbiamo fatto
stamattina, non puoi pretendere che ci ricordiamo quando è nata la nostra cara
Watson.- rispose uno dei due gemelli, facendola ridere.
- E così sei un ariete?- intervenni io, curioso.
- Già, testarda fino al midollo. Tu invece quanti anni hai?-
mi domandò.
- Ne ho fatti
- Uh, un toro. Proprio una bella coppia.- osservò lei,
facendomi l’occhiolino.
- Sbaglio, o vedo la mia italiana preferita?- sopraggiunse
un’altra voce.
- Gary!- urlò la bionda, voltandosi di scatto e saltando in
spalla all’interprete di Sirius Black.
- Ehi, ehi, piano, ricordati che ho
una certa età.- le disse lui, ridendo.
- Ma piantala. Lo sai benissimo che
se fossi più grande ti avrei già sposato.- gli disse Silvia, posandogli un
bacio sulla guancia e facendo ridere tutti.
- Ok, ragazzi, pausa finita, torniamo al lavoro.- ci avvisò
Mike, riprendendo il suo posto.
Così, dopo aver lanciato un’ultima occhiata alla ragazza,
tornai al mio dovere, pronto a girare la scena seguente.
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Maggio 2009, Montepulciano, set di “New Moon”
- Robert, sii più espressivo. Hai perso la tua Bella, non
stai portando il cane a fare una passeggiata.- mi urlò Chris dalla sua
postazione.
- Il cane a fare una passeggiata?- ripetei
voltandomi verso di lui, divertito dalla metafora usata dal regista.
- Lasciamo stare. Dai, ripetiamo la scena. Azione.-
Ripetemmo la scena in cui Bella salta in braccio ad Edward altre 4 volte, fino a quando Chris non fu
pienamente soddisfatto.
- Ok, perfetta, ragazzi. Facciamo 10 minuti di pausa.-
Mi allontanai dalle porte del grande palazzo alle mie spalle
e mi avvicinai ai miei colleghi al bordo del set.
- Tieni, Rob.- mi disse Ashley, porgendomi
un bicchiere ricolmo di caffè.
- Grazie, Ash. Ne avevo bisogno.-
la ringraziai, afferrandolo, mentre anche Kristen ci raggiungeva.
- L’ho detto quattro anni fa e lo ripeto adesso: hai un
volto molto espressivo.- esclamò una voce alle mie spalle.
Non dovetti voltarmi per capire a chi apparteneva.
- Sissi!- esclamai, girando su me stesso e incrociando i
suoi incredibili occhi neri.
Le corsi incontro, mentre lei allargava le braccia per
accogliermi.
La sollevai e la feci girare,
mentre la stringevo in un abbraccio stritolaossa.
- Che meraviglia rivederti. Cosa ci fai qui?- le chiesi una
volta riappoggiata a terra, guardandola negli occhi.
- Tu vieni a girare un film nella mia patria e pensavi
davvero che non ti sarei venuta a trovare?- mi spiegò lei, sollevando un
sopracciglio.
- Giusto.- le risposi, ridendo.
- Sono felice che tu sia qui.- aggiunsi poi, sorridendole.
Silvia mi regalò uno di quei bellissimi sorrisi che
ricordavo con tanto affetto, anche se non lo vedevo più da quasi 4 anni.
- Vieni, ti presento gli altri.- le dissi poi, rompendo il
silenzio.
La presi per mano e la condussi
verso i miei colleghi, che ci guardavano curiosi.
- Ragazzi, lei è Silvia. Ci siamo conosciuti ai tempi di
Harry Potter. Sissi, loro sono Kris, Ash, Jackson,
Kellan e Taylor.-
- Molto piacere.- rispose lei, stringendo la mano a tutti.
- E così tu sei la famosa Sissi. Finalmente ci conosciamo.-
le disse Kellan.
Impallidii improvvisamente, mentre lei si voltava verso di
me.
- Famosa?- mi domandò, con un sopracciglio alzato, senza
capire.
- Ho parlato loro di te, dal momento che
sapevo saremmo venuti a girare qui in Italia.- cercai di salvarmi, maledicendo
Lutz mentalmente.
Silvia mi guardò con l’espressione di una che non credeva ad una parola di quello che stavo dicendo, ma fui salvato
dalla voce di Chris, che ci richiamava all’ordine.
- Devo tornare al lavoro. Aspettami qui,
ok? Quando finisco ti porto a cena.- le dissi, mentre
mi avviavo verso la scena seguente.
- Certo, non mi muovo.- mi rispose lei, bloccandosi sul
posto.
Le lanciai un ultimo sorriso poi le voltai le spalle,
seguendo i miei colleghi.
- E così finalmente ci presenti questa famosa Sissi. E io che cominciavo a pensare fosse solo frutto della tua
immaginazione.- mi bisbigliò Kellan all’orecchio, affiancandomi.
- Kell, sei un idiota. Fammi fare
un’altra figura di merda come quella di prima e sei finito.- gli risposi, con
tono rabbioso.
- Ehi, non ti incazzare. Pensavo
che lo sapesse.- si giustificò il mio collega, sollevando le mani in segno di
resa.
- Anzi, a tal proposito… cerca di non farti sfuggire questa occasione.- e con queste parole si allontanò, mentre
lo fissavo con sguardo omicida.
Il resto delle riprese trascorse senza intoppi; appena Chris
ci avvisò che avevamo terminato, salutai velocemente il cast, affrettandomi
verso Silvia, che mi aspettava in un angolo.
- Cinque minuti che mi faccio una doccia veloce e ti
raggiungo.- le dissi, correndo verso il mio camerino.
Pensai divertito che non avevo mai fatto la doccia così in
fretta come quella sera, e appena mi fui vestito, la raggiunsi.
- Eccomi qui. Vogliamo andare?- le dissi, avvicinandomi a
lei.
Silvia annuì semplicemente, sorridendo senza dire niente.
Lungo il tragitto chiacchierammo del più e del meno, della
sua vita negli ultimi 4 anni, dei miei film.
Entrammo in un ristorante italiano e poco tempo dopo che ci
fummo seduti arrivò una cameriera per ordinare.
- Io prendo un piatto di cappelletti con la panna.- ordinò
Sissi, parlando in italiano.
- Per me tagliatelle ai funghi.-
dissi a mia volta.
La ragazza mi rivolse un sorriso radioso mentre raccoglieva
i menù, per poi allontanarsi verso la cucina.
- Oliver e James avevano ragione.- commentò Silvia ridendo.
- In che senso?- le domandai senza capire.
- Il fatto che tu sia un playboy. Quella cameriera ti
mangiava con gli occhi.-
- Ma piantala.- mi lamentai
arrossendo.
- Allora, hai sentito qualcuno del vecchio cast?- le
domandai, cambiando argomento.
- Sento Emma quasi tutti i giorni. Dan e Rup invece li ho un
po’ persi.- mi rispose giocherellando con il tovagliolo.
- E ho sentito per un po’ Tom. L’estate scorsa siamo usciti insieme qualche volta.-
Ebbi uno strano fremito quando le sentii pronunciare quelle
parole, ma cercai di ignorarlo.
- Ah, sei stata con Tom?-
- Bè, non è che ci sono proprio stata.
Ci siamo frequentati per un po’, ma poi io sono tornata in Italia e non l’ho
più visto.-
- Capisco.-
Proprio in quel momento giunse la cameriera con le nostre
ordinazioni, così che lasciammo il discordo in sospeso, cambiando argomento.
Appena finita la cena uscimmo
nell’aria fresca della Toscana.
- Ti va di fare un giro?- chiesi a Silvia, un po’ titubante.
- Certo, perché no.- mi rispose lei
sorridendo.
Ci avviammo lungo una delle vie principali di Montepulciano,
mentre dentro di me pregavo che nessuno interrompesse quel momento, che io
aspettavo ormai da troppo tempo.
- Tu invece, sei ancora in contatto
con i ragazzi?- mi chiese improvvisamente Sissi, riprendendo il discorso
precedentemente interrotto.
- Ogni tanto Emma, ma da quando mi sono trasferito a Los
Angeles, ho perso un po’ i contatti.- le spiegai, guadando a terra.
- Ti manca vero?- mi domandò lei.
- Che cosa?-
- Londra. In fondo hai dovuto lasciare tutto.-
- Un po’. Ma quando ho scelto
d’intraprendere la carriera di attore sapevo quale sarebbe stato il prezzo da
pagare.- le spiegai, regalandole un sorriso un po’ triste: come sempre riusciva
a centrare il punto.
La guardai intensamente per alcuni secondi: i suoi occhi
neri come la pece mi osservavano comprensivi, come se
fosse a conoscenza del mio dolore, come se potesse scrutarmi fin dentro
all’anima.
Mi persi in quegli occhi, come mai avevo fatto fino ad allora.
- Dannazione!- esclamai improvvisamente, distogliendo lo
sguardo e facendo sobbalzare Silvia.
- Rob, tutto bene? Cos’è successo?-
mi chiese preoccupata, posandomi una mano sulla schiena, dove il contatto con
il suo corpo mi fece bruciare la palle.
- Kellan ha ragione, se non lo faccio ora
me ne pentirò.- aggiunsi, voltandomi verso di lei.
- Ma cosa…- ma non fece in tempo a
finire la frase, perché le afferrai il volto con le mani, avvicinandolo al mio.
- Perdonami.- sussurrai prima di premere le mie labbra
contro le sue, così calde e morbide.
Non mi respinse, ma fui io stesso ad allontanarmi dopo poco.
- Robert…- sussurrò lei, riprendendo fiato.
- Sono un idiota vero? Mi dispiace.- le sussurrai, ridendo
ironicamente.
- No, io…-
- Sissi, lasciami finire, ti prego. Se non lo dico adesso non potrò più farlo.-
Mi allontanai da lei di qualche centimetro, per poterla
guardare negli occhi, per perdermi ancora in quelle iridi così profonde.
- Ti amo, Silvia. E questo va
avanti ormai da 4 anni.- dissi infine, dopo un lungo
respiro.
- Robert, ma come… 4 anni fa tu stavi con Ketie.- mi ricordò
lei, fissandomi negli occhi.
- Lo so anche io, maledizione!-
urlai allontanandomi da lei, e prendendo a calci il muro dietro di noi.
- Non mi chiedere il perché o il per come. È così e basta.
Da quando ci siamo conosciuti, quel giorno sul set, da quando hai puntato i
tuoi occhi così neri nei miei, non ho fatto altro che pensarti. Non hai idea di
quante volta mi sia ripetuto che era una pazzia, che
tutto questo non aveva senso. Ma erano così che
stavano le cose e non ho mai potuto farci niente. Non sono mai riuscito a
togliermi dalla testa il tuo sorriso, i tuoi sguardi, i tuoi linamenti.-
M’interruppi per un momento, tornando così a guardarla in
volto: mi fissava, senza sapere cosa dire, gli occhi lucidi e così brillanti
che mi fecero venir voglia di baciarla ancora.
Ma dovevo finire il
mio monologo, o non sarei stato più in grado di farlo.
- Ho avuto altre storie, credimi, e ho provato a
dimenticarti, ma non ce l’ho fatta.- conclusi,
distogliendo lo sguardo da lei, senza avere più il coraggio di guardarla negli
occhi.
- Robert…- sussurrò ancora una volta, avvicinandosi di più a
me, per far si che la guardassi in faccia.
- Sono un idiota, vero?- le chiesi ancora una volta,
sorridendo amaramente.
- No, non sei un idiota. Solo… non me l’aspettavo,
tutto qui.- mi rispose lei, sbattendo le palpebre.
- Sissi, ho bisogno di chiedertelo, devo saperlo.- ripresi,
afferrandole ancora il viso.
- Cosa provi per me?-
Puntò nuovamente i suoi occhi scuri nei miei, aspettando
quella che mi sembrò un’eternità prima di rispondere.
- Rob, mentirei a me stessa se non ti dicessi che mi sono
innamorata di te appena ho visto Twilight al cinema, oppure che non mi metto a
fissare le tue foto sul mio computer, estasiata dalla tua bellezza, come fanno
miliardi di fans in tutto il mondo.- mi disse infine, senza mollare il mio
sguardo.
- Fantastico.- commentai io, sospirando e lasciandola
andare, per poi voltarmi, pronto ad abbandonarmi alla mia disperazione.
- Robert, lasciami finire.- riprese lei, afferrandomi per le
spalle a facendomi voltare.
- Mentirei se non ti dicessi tutto questo. Ma quello che
provo io è completamente differente dai sentimenti
delle altre fans. Io ti conosco, so come sei veramente. Non conosco l’attore
Robert Pattinson, io conosco Robert, il ragazzo
inglese che ha lasciato tutto e tutti per rincorrere il proprio sogno, il
ragazzo inglese… che mi ha fatto innamorare di lui.- concluse
Silvia, mentre una nuova speranza si riapriva dentro di me.
- Silvia…- riuscii solo a dire, prima di riavvicinare la mia
bocca alla sua, unendole in un bacio pieno di passione.
La sentii dischiudere le labbra, permettendo alla mia lingua
di entrare e giocare con la sua.
Era una sensazione straordinaria, qualcosa che non avevo mai
provato in tutta la mia vita.
Mi allontanai di qualche millimetro, permettendo così ad entrambi di riprendere fiato.
- Robert, aspetta.- m’interruppe improvvisamente lei, quando
tentai di avvicinarmi ancora per ripetere quel bacio.
- Che c’è?- sussurrai, senza riaprire gli occhi, temendo che
se l’avessi fatto tutto quello si sarebbe rivelato solo un semplice e magnifico
sogno.
- Lo sai che non potrà funzionare. Apparteniamo a due mondi
troppo diversi, tu vivi dall’altra parte dell’oceano.-
La guardai negli occhi, rendendomi perfettamente conto di
quello che mi stava dicendo.
- Per quanto tutto questo possa farmi male, le cose stanno
così. Mi dispiace.- concluse Silvia, con le lacrime
agli occhi.
- Lo so, piccola, lo so. E hai
ragione. Dobbiamo accettarlo, entrambi. Ma a me basta sapere che mi ami per essere felice.-
Le posai un bacio sulla fronte, mentre la sentivo sospirare,
rendendomi poi conto che le lacrime stavano ormai bagnando il suo viso.
- Ehi, ascoltami. Domani riparto,
torno in America. Non voglio sprecare quest’ultima notte. Resta con me.- le proposi infine, fissando i miei occhi azzurri nei
suoi.
- Robert, io non…- iniziò lei titubante.
- Non ti chiederò niente. Non faremo l’amore, se non lo
vuoi. Mi va bene anche solo tenerti tra le mie braccia e coccolarti. O parlare.
Faremo quello che vuoi tu. Cosa ne dici?-
Mi regalò uno dei suoi bellissimi sorrisi, poi mi rispose: -
Ok.-
La presi per mano e la portai nel
mio albergo.
Restammo
svegli tutta la notte, chiacchierando, raccontandoci le cose più segrete di
noi, tenendoci stretti e scambiandoci qualche bacio.
Non ci fu nient’altro, niente tristezza e niente sesso, solo
noi due e il nostro amore.
La mattina seguente il mio aereo sarebbe partito alle
Mi trovavo al gate, in compagnia dei miei colleghi, pronti a
partire per il nostro ritorno negli USA.
- Ehi, Pattinson.- attirò la mia attenzione Kellan.
- Che c’è?- gli chiesi, voltandomi verso di lui, che era
esattamente dietro di me.
- Allora? Come è andata a finire?-
- Con chi?-
- Come con chi? Con Silvia no.- mi
rispose lui, spazientito.
- Lei mi ama.- risposi semplicemente, voltandomi per
consegnare il passaporto alla guardia.
- E quindi?- insistette il mio collega.
- E quindi basta.- dissi sorridendo, e senza aggiungere
altro lo precedetti, salendo sull’aereo: anche senza guardarlo sapevo che era
rimasto immobile e senza parole.
Ero pronto a tornare a casa, a lasciare quel paese, ma
portando con me il suo cuore.
Per sempre.
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Eccomi tornata con una one-shot.
Salve a tutti! Bè, a dire il vero queste ff l’avevo già
pubblicata qualche tempo fa, ma ho deciso di ripostarla con qualche
piccolissima modifica (che quasi non si nota).
Era un’idea che avevo in testa da parecchio tempo, così
finalmente ho deciso di metterla su carta.
In essa infatti sono presenti
entrambe le mie saghe preferite, che guardate caso, hanno come protagonista
sempre il nostro amato Robert. ^^
Spero tanto che la mia idea possa soddisfare anche i miei
lettori.
Un bacione enorme a tutti…
Cicci 12