Crossover
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Autore: nueblackcrowfriend    30/11/2009    6 recensioni
Un eroe. Un misterioso nemico. Una fanciulla da salvare. Sembra quasi una favola, ma per molti è diventato un incubo: un essere multi-dimensionale ha costretto molti guerrieri a scontrarsi tra loro; il premio per il vincitore, sarà la vita di colei che ama… Spero di aversi incuriositi, leggete e soprattutto recensite! Corretti gli errori del primo capitolo! Qualche recensione sarebbe gradita! Rcordate! Se una ficcyna vi piace e non commentate, su di voi si abbatterà l'ira di Sua Apocalittica Calciorotantità, il demiurgo, panticratore, immanente, trascendente, precipitevolissimevolmente, grandissimo, perfettissimo, fortissimo, altissimo, purissimo, Levissimo motore immobile Diesel, Chuck Norris, Colui Che Rotola in Salita! Alla luce di ciò, e se me perdonerete questo sclero nell'introduzione, vi invito a leggere e di conseguenza recensire. Capitolo di Avvisi rimosos, ora è stato inserito il vero quarto capitolo: La Tigre e il Dragone.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Federico: hai proprio ragione! Nel prossimo capitolo, quelli che ancora si reggono in piedi si legneranno con…vedrai!

Ninja767: la prossima volta, scrivi un po’ meglio, okay? Alla fine ci sono gli SPOILER sulla terza serie di Avatar che hai chiesto.

Shakuma (ovvero Panchito, ovvero Dr Omega, ovvero El Cianciancero Mascherato): vedrai, vedrai… felice che il capitolo ti sia piaciuto!

Anonimo: tieni pronta la statua; ci sto lavorando, al prossimo capitolo, ma prima devo parlarne con Erika.

Ranocchietta: sono felice che il lieto fine (per ora) ti piaccia. Il sito di cui parlo è un sito di Crossovers, e penso che potrebbe interessarti; cercalo pure, se vuoi.

Ultima Weapon: grazie, mi piace che tu abbia goduto a leggere fin qui!

 

Lol, altri flashback!

Musiche per il capitolo: potete scegliere tra la versione veloce di “Everytime we Touch” o “Hlding Out For a Hero” di Bonney Tyler.

 

Il Cairo, in Egitto; terra di mistero e di magia.

Per le assolate strade della città, era un continuo via-vai di gente: turisti onesti, turisti disonesti, vecchi gestori di bazar intenti a fumare da narghilé colmi di aromi alla frutta,… e di tanto in tanto, qualcosa di unico.

Per la via passeggiava una ragazza dai capelli completamente bianchi, vestita con una tunica sopra maglietta e pantaloni larghi e comodi; se qualcuno non ritenesse lo spettacolo abbastanza strano, aveva parecchie armi appese un po’ ovunque, e svariati spiriti che la seguivano: una mezza dozzina di Foliot e due Jinn pesantemente corazzati e armati, che normalmente sarebbero dovuti essere nascosti sotto spoglie meno grottesche, ma che in Egitto, un antica patria di misteri e sortilegi, sarebbero anche passati inosservati.

Così, dietro alla giovane Kitty Jones, stavano alcuni repliche del dio Bes, una specie di coccodrillo antropoide a quattro braccia e una donna-serpente.

Dopo l’ultima guerra contro gli spiriti, Jones era stata a capo di un movimento volto a permettere un’evoluzione del rapporto tra umani e spiriti; ragion per cui, pochi mesi prima, aveva evocato il possente Caos Incarnato, Ramuthra, perché cambiasse per lei le regole della magia.

Ora:

Ø      Gli spiriti potevano decidere se sottostare o meno alle richieste di un mago, tramite contratto predefinito.

Ø      In caso gli spiriti accettassero, dovevano essere retribuiti in energia, per ricambiarli della sofferenza di essere legati alla Terra Fisica.

Ø      Uno spirito evocato doveva essere avvolto da una massa di gelatina organica che potesse adattarsi alle trasformazioni della su essenza, in modo da prevenire il più possibile il suo disagio in caso di combattimento o anche solo per il contatto con la Terra.

Ø      Una volta distrutto detto involucro, l’essenza tornava nell’Altro Luogo, dove doveva restare per riprendere le forze.

Ø      Se una qualsiasi delle parti veniva meno agli accordi, il contratto veniva rotto, e volendo, lo spirito poteva prendersi la vita del mago come risarcimento. Per contro, se fosse il Jinn a barare, dovrebbe fornire un tempo variabile di servizi non retribuiti.

 

In questo modo, la possibilità che gli spiriti maturassero di nuovo un feroce desiderio di vendetta diminuiva enormemente.

< A cosa pensate, padrona? > chiese Vizra, il jinn in forma di serpente.

< Niente, solo i cambiamenti avvenuti di recente > rispose Kitty < E poi non dovete chiamarmi padrona. Oramai voi spiriti siete liberi, dovete solo rispettare il contratto >

< E lo dobbiamo solo a te > rispose Dramass, il coccodrillo, mentre continuavano.

Poco dopo, trovarono una casupola; forte delle lezioni, decifrò abbastanza in fretta le scritte, e non erano graffiti d’amore; fece cenno agli spiriti di rimanere fuori a fare la guardia ed entrò, assicurandosi prima di avere tutte le armi al loro posto.

Nella stanza c’era un vecchio grasso e mezzo calvo, intento a fumarsi sostanze non identificate in un narghilé; appena la vide, si alzò e le sorrise.

< La signorina Jones, immagino > disse, posando il tubo della pipa < Ero stato avvisato del suo arrivo… >

< Da chi? >

< Non ha importanza > sorrise l’uomo < Non più, almeno >

Prima che Kity potesse rispondere, si sentì afferrare; due braccia la bloccarono in una doppia Nelson, e una specie di lungo tentacolo le premette qualcosa in faccia.

Cominciò a sentirsi stordita, e capì che si trattava di un panno imbevuto di cloroformio.

L’ultima cosa che vide prima di svenire fu una sagoma bluastra.

 

Il samurai estrasse la katana.

Misurò la distanza.

Strinse l’impugnatura in pelle di razza, facendosi roteare l’arma in mano, mentre fissava i suoi avversari.

Davanti a lui stavano le armate dell’usurpatore: migliaia di Ronin in armatura nera e bene armati, e ancor più semplici miliziani equipaggiati con alabarde o strumenti agricoli convertiti.

In testa, sul dorso del Demone Ragno, stava Mokunaba, uno dei Generali.

E lui era solo.

Contro diecimila.

Sentì schiocchi e sibili: dalle file dell’armata, piovve una tempesta di dardi infuocati; sollevò un muro di terra e si protesse.

Rumori più forti, e stavolta lanciarono i razzi.

Sorrise, aveva sentito i suoi compagni raggiungerlo; la tempesta di fuoco si infranse contro un muro d’acciaio.

< Siamo arrivati, Roku > disse uno dei suoi alleati < E abbiamo portato un’armata >

Una pioggia di fumogeni, e intorno a loro si materializzò, come un’orda di fantasmi, un vero esercito di guerrieri.

Veterani, temprati dalle fiamme di mille vite, ognuna trascorsa in mille battaglie; armati, abili, praticamente inarrestabili, e pronti a dare la vita per il ritorno sul trono dell’Imperatore.

< Certo che questo film è una forza! > commentò Jake, pescando dalla bacinella di pop-corn.

< Vero > confermò Rose, stravaccandosi nel divano < Grandi effetti e grande storia >

< E gli attori sono incredibili. Mosse fantastiche >

< Che ne dici > gli propose Rose < Di fare anche noi qualche mossa “fantastica”? >

Jake diventò rapidamente di tutti i colori dell’arcobaleno, poi sentì… non proprio male, più un senso di…costrizione.

Nei pantaloni.

Okay, calma e sangue freddo, Jake… tu le piaci, lei ti piace. È una cosa naturale. Assolutamente. Spero che non mi trovi inadeguato in quel senso… ma che vado a pensare! Forse però, coi miei poteri… insomma, quando divento dragone mi si potenzia TUTTO, no?

< Ma cosa credi? > rise Rose, guardando il “rigonfiamento” < Stavo parlando di allenarci un po’, scemotto! >

< Oh, cavolo > gemette Jake < Che figura… >

Comunque, si alzarono e si misero in posizione; girarono un po’ in tondo, a lenti passi misurati, poi scattò all’attacco, venendo fermato da un calcio allo stomaco.

Cadendo, rotolò all’indietro e afferrò il tappeto, dando uno strattone e facendola cadere; spiccò un balzo terminando con un calcio a girandola discendente, mancandola e riuscendo tuttavia a fare un bel buco nel pavimento del negozio.

< Oh, cavolo… N mi ammazza! >

Rialzandosi, vide che Rose stava per colpirlo con un calcio rotante; giocò d’astuzia, si abbassò e afferrò la gamba che l’aveva appena oltrepassato, riuscendo così a farle perdere l’equilibrio.

Doveva trovare un modo di immobilizzarla, e visto che mettersi sopra di lei non gli sembrava il caso, anche visto l’equivoco di pochi istanti prima, afferrò il tappeto e glielo arrotolò intorno.

< Pwned > le sorrise, bloccando il tappeto con dei giri di scotch < Vado a fare altri pop-corn, tu stai qui, okay? >

< Spiritoso… >  commentò la bionda, cercando di forzare la prigione improvvisata; inutile, troppo stretto.

< Allora, vediamo un po’… > pensò Jake < Devo ricordarmi di premere il bottone giusto. Non voglio che esca quel Wendigo assatanato. Di nuovo >

Cose che capitano quando il tuo assistente è un cane bimillenario che nasconde artefatti magici di potenza inaudita dentro gli elettrodomestici.

< Ehi! Mollami! >

Jake scattò; lascio cadere i pop-corn, si trasformò in dragone e si precipitò nell’altra stanza, vedendo un uomo vestito da maggiordomo sollevare Rose e lanciarla in quello che aveva tutta l’aria di essere un portale dimensionale.

< Comodo, già in pacco regalo… > considerò l’uomo, buttandosi nel varco.

< Ecco, il colpevole è SEMPRE il maggiordomo > commentò Jake, prima di tuffarsi nel varco, previa scrittura di un biglietto di avviso ai suoi (mamma, papà, sono andato a combattere un maggiordomo extra-dimensionale che ha rapito la mia ragazza che ha cercato varie volte di uccidermi. Non aspettatemi alzati)

 

Lina si svegliò, ancora immersa nell’oscurità; dopo lo stordimento iniziale, cominciò a capire in che situazione fosse.

Non vedeva nulla perché aveva una benda sugli occhi; polsi, gomiti, ginocchia e caviglie erano immobilizzati da saldi giri di corda, tanto stretti che quasi non sentiva più gli arti; altre funi le bloccavano le braccia al busto, e una più lunga le legava il collo alle caviglie; una corta catena le partiva dalla vita e l’ancorava al terreno.

Cercò di recitare un incantesimo ma scoprì di essere imbavagliata, con uno straccio che le passava tra i denti, tanto stretto da farle sanguinare gli angoli della bocca.

Dopo pochi istanti, venne presa dal panico; cominciò ad andare in iperventilazione, e a cercare di divincolarsi nel tentativo di sciogliere le corde, ma ottenne soltanto di scorticarsi i polsi a sangue.

Venne riportata alla calma da uno scricchiolio; a quanto pare, si trovava in una cella, e qualcuno aveva appena aperto la porta.

Lina si sentì investire da un’ondata di pura presenza; rovente, dilagante, e sopra ogni cosa, indiscutibilmente malvagia.

Sapeva cos’era, si era già ritrovata assediata da quell’energia, in passato.

Più oscuro del crepuscolo.

Più rosso dello stesso sangue.

Sepolto sotto la marea del tempo.

Era al cospetto di Ruby Eye Shabranigdu.

 

Stavano inseguendo la figura che aveva rapito Lina; una specie di creatura ingobbita simile ad una scimmia senza peli, occultata da una nube di fumo; i quanto paladini della Giustizia, era loro dovere correre in soccorso dell’amica.

E soprattutto, del povero rapitore, nel caso Lina si fosse ripresa dallo Sleeping e gli avesse messo le mani addosso.

Si fermarono un istante per riposare, e vennero raggiunti da una figura simile al rapitore, solo più dinoccolata e dal fumo viola anziché verde; essendo loro prodi eroi, si gettarono nello scontro, ma…

Zelgadiss venne incassato in un albero da un pugno, e Gourry finì a terra, sputando sangue; Amelia piombò sul nemico, le mani bianche del potere del Visfarank, ma il fumo le soffocò la magia, e le braccia dalle articolazioni multiple la bloccarono facilmente, mentre la creatura balzava via.

 

Angela fluttuava semi-incosciente; eh sì che quella giornata era cominciata così bene!

Come prima cosa, aveva sterminato un gruppo di Bestie di Satana; come se non bastasse, finalmente i capi su in Paradiso si erano convinti dell’innocenza e delle buone intenzioni di Spawn.

Lo stesso Spawn aveva visto che, ormai, sua moglie aveva una vita, e così ne aveva cominciata una nuova anche lui… con lei.

E ora, invece, senza neanche aver capito cosa stesse succedendo, era bloccata in una specie di prigione d’energia che usava la sua stessa forza per bloccarla.

Non poteva proprio continuare bene, vero?

 

Dopo le ultime avventure, le Supernove si erano riunite all’Arcipelago Shabondy; mancavano solo Cacciatore di Pirati e Cappello di Paglia, ospiti di una degli Shichibukai.

Succedeva tutto quello che ci si può aspettare da una riunione di questo tipo: Kid e Law si guardavano in cagnesco, imitati dalle rispettive ciurme; Urouge sorrideva imperterrito, riempiendosi le mandibole di budini alla soia; Capone faceva tenere sotto tiro chiunque si avvicinasse troppo alle sue bistecche.

Apoo non prestò attenzione all’avvertimento, e quello che era iniziato come un party per soli pirati, divenne null’altro che l’ennesima rissa dell’Arcipelago.

< Probabilità che la cosa finisca in una strage: 87%; possibilità di vittoria nello scontro: 54 %; possibilità di sopravivenza restando neutrali: 89 % > riflettè Hawkins, controllando i suoi tarocchi.

Qualcuno, infischiandosene delle statistiche, approfittò della confusione generale per avvicinarsi di soppiatto al piatto (scusate il gioco di parole…) di Capone, per fregarlo con tutto il suo contenuto, indi scappare mettendoci sopra un po’ tutto quello che capitava sotto mano.

< Buon tempo, Bonney > commentò Hawkins, mentre la figura dai capelli rosa gli si sedeva vicino, cominciando ad ingozzarsi senza ritegno.

< So che ti piace mangiare molto > continuò Hawkins < E so che tu sai che io so di sapere che so. E so anche che sai che io so che tu sai che io avrei detto questo. Sapendo ciò, e sapendo anche che per te un pasto è completo solo in caso di presenza di pizza, ho analizzato i tavoli e notato che l’unica è nelle mani di Kid. Ergo… >

Dopo questi sproloqui, sembrò estrarre dal nulla una pizza larga due metri, farcita globalmente: peperoni, mozzarella, pomodoro, acciughine, olive, patatine fritte, salame, mortadella, wurstel e costolette di Re del Mare (miii, leggera…).

Bonney aveva la bava alla bocca e gli occhi lucciconi.

< Hawky-kun, tu sì che sai come viziare una donna! >

Gli stampò un bacio a schiocco sulle labbra, poi tornò a sedersi e cominciò a divorarsi la sua prelibatezza.

< Abbiamo un problema > disse il biondo dopo qualche secondo.

< Mh? > chiese la ragazza dai capelli rosa, risucchiandosi in bocca un filo di mozzarella

< Secondo i miei calcoli, sta per arrivare qualcosa di molto pericoloso… >

Ovviamente, aveva ragione: nel bel mezzo del banchetto (per essere precisi, in testa a Capone), atterrò una figura alta circa due metri, vestita da Samurai e con paio di vistosi Doc Martens, che reggeva una katana in una mano e una cornamusa nell’altra.

< Ecco > sbuffò Killer < Ci mancava solo un altro fenomeno da baraccone >

Un poveraccio che passava di lì fece notare che un uomo che teneva una maschera traforata anche quando mangiava, usando i fori per ingurgitare il cibo, e che si vestiva con un cantante country trans, non aveva il diritto di chiamare qualcun altro fenomeno da baraccone, ma venne trinciato di netto, così nessuno gli diede retta.

< Allora, direi che ci siamo! > disse lo straniero, sollevando Capone < Ti ho presa, Bonney! Non hai idea di quello che succ… > si accorse solo allora che la persona che teneva sollevata non era Bonney < Cacchio! Errore di atterraggio! >

Scagliò via Capone (mandandolo a finire in una ciotola di macedonia formato maxi) e afferrò la vera Bonney, chiudendola in un sacco in maglia di agalmatolite.

Poco dopo, una delle sue braccia cadde a terra.

< Vuoi giocare con le Supernove? > chiese Law, estraendo la sua katana assurdamente lunga, mentre Bepo si preparava ad usare il kung-fu.

< Questo potrebbe condurre a complicazioni > osservò l’uomo, mentre Capone riusciva ad emergere dalla macedonia e puntava le armi.

< Vendettaaaaaaaaahahaharagh! > urlò, mentre i numerosi cannoni del suo corpo facevano fuoco verso l’avversario.

Quando il fumo delle esplosioni si fu diradato, videro che era rimasto solo un luminescente portale azzurrino.

Con un cartello vicino che diceva “Ingresso consentito solo a Basil Hawkins, aka The Magician”.

 

Il Palazzo di Alexandria era illuminato, e splendeva nella notte come una gemma.

Quelle luci avrebbero scoraggiato un ladro meno determinato, ma nulla poteva fermare lui, il più astuto degli astuti e il più abile degli abili: come un acrobata, volò da un’ombra all’altra, schivando le guardie che non si accorgevano nemmeno del suo passaggio.

Dopo pochi minuti, arrivò alla finestra che cercava: sbirciò all’interno, e la vide; con poche mosse esperte, scassinò la serratura, e aprì i battenti senza far rumore.

Veloce come un lampo, fu su di lei, strappandole un grido prima di farla voltare.

< Gidan, sei uno scemo! > rise Garnet, sollevata di vederlo < Mi hai fatto prendere un colpo! >

< Oh, cielo, come posso farmi perdonare! > esclamò il Genoma, in tono melodrammatico.

< Beh > rispose Garnet, avvicinandosi e sorridendo < Un modo ci sarebbe… >

Cominciarono ad avvicinare le labbra, quando il palazzo venne scosso da un’esplosione.

< Il fianco orientale! > esclamò Gidan < Garnet, tu resta qui! >

< Non andare! > lo pregò lei < È troppo pericoloso! I Plutò sapranno gestire la faccenda! >

< Questa è una bugia, e tu lo sai > rispose Gidan, lanciandosi dalla finestra e richiamando i propri poteri di Angelo della Morte.

Quello che vide quando atterrò lo lasciò senza fiato: gli uomini in scatola stavano tentando di tenere a bada un’enorme lucertola a molte teste, che mordeva e agitava la coda a frusta, resistendo ai colpi delle armi dei Plutò.

Non che ci volesse molto…

< Okay > disse Gidan, impugnando le lame e afferrando una lancia con la coda < Nessun rettile policefalo incasina impunemente gli appuntamenti di Gidan Tribal! >

La creatura si voltò a guardarlo; o meglio, due teste si voltarono a guardarlo, le altre continuavano a cercare di acchiappare i bocconcini in scatola.

< Non sottovalutarmi, sottospecie di varano sotto estrogeni > ringhiò Gidan, scagliandogli contro un paio di Antimaga < Essere un Angelo della Morte torna utile, vero? >

Mentre era impegnato in codeste dissertazioni filosofiche, una delle teste ancora intatte dopo la magia lo ingoiò.

< Cavolo, che puzza! > esclamò, incastrato tra due denti.

< Dillo a me > rispose Steiner, fissato ad un molare.

< Che ci fai qui? > chiese il Genoma, cercando di estrarsi

< Dopo un po’ io e gli altri Plutò abbiamo realizzato che la strategia più efficace era lanciarsi nelle sue fauci aperte nella speranza che uno di noi lo soffocasse. >

Cri-cri-cri…

< È ufficiale. Sei un idiota >

Mentre ribadiva l’ovvio, per qualche motivo la creatura li sputò fuori, per poi uscire da dove era entrata (una breccia di quindici metri nelle mura cittadine).

< Perché se n’è andato? > si chiese Gidan

< Aveva capito di non avere speranze contro la forza dei Plutò! >

< Senti, Berto, se volevo sentire scemenze facevo sbronzare Er Cina. Allora, se se n’è andato,era perché voleva solo distrarci. Quindi, qualcuno voleva fare qualcosa mentre noi eravamo impegnati. Ma cosa… > s’interruppe, folgorato < Garnet! >

< Esatto, scimmiotto! > disse una voce, appartenente a quello che era apparentemente una specie di… clown gay, o roba del genere (pensate al peggio che vi può venire in mente mettendo insieme un clown obeso e lo stereotipo del gay da cartone animato. Ecco, il risultato è quello).

Questo atroce individuo levitava fuori dalla finestra della stanza di Garnet, e la teneva per il colletto, mentre lei si divincolava cercando di liberarsi dalle corde che la bloccavano < Seguimi > disse il clown < Altrimenti la ammazzo >

 

< Forza, sfaticato! > urlò Anna Kyoyama < Chi ti ha detto di fermarti, brutto bacarospo?!??!!?? >

Il povero Re degli Sciamani era costretto a correre in giro per il cortile. Se pensate che non sia nulla, tenete che presente che il cortile era quello di Tao Len, quindi in pratica un palazzo grosso come una città; senza contare che Yoh correva sulle mani.

Tenendo dei bastoni con collegati carichi di mattoni.

Indossando dei pesi da sommozzatore.

E trascinando un carretto con su Anna e delle casse Marshall, con cui lei gli urlava addosso di continuo.

< Domanda > disse, tra un ansimare e l’altro < Perché *puff* devo continuare *hanf* questi massacri, se *sbanf* ho vinto il Torneo degli *meeep* Sciamani? >

< Per mantenerti in forma >

< Come posso *sbanf* essere in forma, se *hunf* sono mezzo morto? >

< Okay, pausa > consentì lei < Mi ci vuole proprio >

< TI? > chiese Yoh, alzandosi

È il momento della vendetta, pensò Yoh.

Mentre lei era voltata, a sistemarsi la bandana, Yoh si avvicinò lentamente, senza fare rumore, e balzò.

Caddero nell’erba, e prima che lei potesse capire cosa stesse succedendo, le scoprì i fianchi e cominciò a farle il solletico.

< Yoh, smettila! > urlò la ragazza, tra le risate < Non riesco a … a… >

Sì interruppe: l’aveva presa in braccio e la stava sollevando da terra, per poi caricarsela sulla schiena.

< Che stai facendo? > gli chiese.

< Sollevamento pesi >

Dal nulla, Anna estrasse una mazza da baseball e gliela abbattè con violenza in testa; per qualche miracolo, lui riuscì comunque a sorreggerla.

< Stai dicendo che sono grassa? > sbraitò.

< Non sono così pazzo > rispose Yoh, massaggiandosi la testa con la mano libera < Sei sempre splendida, e tu lo sai bene. Solo, ti diverti a pestarmi >

< Vero. Ora mettimi giù; vado a farmi una doccia >

Mentre la bionda entrava nel palazzo, Yoh si ritrovò di nuovo a fissare l’ondeggiare della sua bandana; il movimento di quel semplice pezzo di stoffa rossa lo stregava, gli faceva immaginare di poterlo prendere tra le mani, di toglierlo, di lasciar cadere i suoi capelli biondi e di poterli accarezzare…

Scosse la testa: tutte vane speranze. Lei lo voleva solo per essere la moglie dello Shaman King, non di Yoh Asakura. Non sarebbe mai stata interessata a lui, se non avesse sconfitto Hao e assunto il ruolo di Re degli Sciamani.

Fu riportato alla realtà da uno dei non-morti da guardia dei Tao che volava fuori dalla porta e gli si schiantava ai piedi, con le ossa frantumate.

Lanciandosi verso la porta, evocò Hamidamaru nel Doppio Mezzo, riuscendo al contempo a schivare i corpi tagliuzzati dei Fratelli Dolore che volavano verso di lui; seguì l’eco della battaglia insieme alle tracce di cadaveri a pezzi, fino ad arrivare davanti alla stanza di Anna, dove Len stava a terra, reggendosi a stento alla lancia.

< Lo spirito di quel tipo… è un’arma micidia… > s’interruppe, vomitando un fiotto di sangue.

< Tu vai, Yoh > disse una voce < Qui ci pensiamo noi >

Sulla scena era apparso un fantasma biondo, con un camice da laboratorio, trucco pesante e della pelle rosa shocking cucita su petto e ventre.

< Grazie, Faust > rispose Yoh, sfondando la porta scorrevole.

La prima cosa che vide, fu Anna: a quanto pare era appena uscita dalla doccia, perché era avvolta dall’asciugamano e aveva i capelli bagnati, imperlati di minuscole goccioline e incollati al viso; i suoi occhi parevano mandare lampi.

Non che potesse fare altro: era immobilizzata in una specie di bozzolo di una sostanza appiccicosa e filamentosa, che lasciava fuori solo il naso e la parte superiore della testa. Appena lo vide, cominciò ad agitarsi e scuotere la testa.

< Yngh! > mugolò appena lo vide, cominciando a scalciare < Gnhtnt! >

Fece appena in tempo a voltarsi per schivare un fiotto di quella roba, che andò invece a colpire la parete.

Dalle ombre uscì una figura intabarrata in un impermeabile grigio, con un paio di occhiali a visiera e un grosso spirito ragno che trotterellava dietro di lui; sopra il ragno c’era un enorme Oni con un occhio solo, e molti altri spiriti erano nascosti nelle ombre.

< Cosa vuoi? > chiese Yoh, spingendogli sotto il naso la lama di energia spirituale.

< Voglio che tu mi segua > rispose l’uomo, per poi fare un cenno al ragno, che lanciò un altro fiotto di tela, afferrando Anna e trascinandola nella presa del suo Sciamano.

< Tu mi seguirai, altrimenti… > per dare enfasi, afferrò i capelli della ragazza e tirò con forza, strappandone una ciocca sanguinolenta.

< Mghgng! > mugolò lei, cominciando a piangere, mentre sia lei che i suoi rapitori svanivano in un falò azzurro che rimase lì a brillare, invitando Yoh a buttarsi tra le sue gelide fiamme.

Il Re degli Sciamani si diresse verso il bagno, con lo sguardo carico d’odio, fissando il proprio riflesso nello specchio.

Lo frantumò con un pugno, facendo scorrere sangue rosso come la bandana di Anna.

Colpito da un pensiero improvviso, si voltò verso la pila di vestiti, dove l’indumento faceva bella mostra di sé, anche se un po’ spiegazzato.

Yoh lo raccolse, assaporando l’odore dei suoi capelli per alcuni istanti, poi se lo legò al braccio e uscì.

< Faust! > chiamò < Tu e Elisa volete seguirmi? >

< Non vedo perché no > rispose il biondo < Il tuo amico scorbutico dopotutto l’abbiamo sistemato… >

Insieme, si gettarono nel portale.

 

Jaina si svegliò indolenzita: ricordava solo di essersi addormentata nel suo accampamento alla base dell’Alleanza a Kalimdor, e ora si svegliava… dove?

La stanza trasudava umidità, ma era illuminata da alcuni bracieri; Jaina non era immobilizzata, e non ce n’era bisogno.

Le pareti erano coperte da diversi simboli magici che rilucevano verdi, e bloccavano i suoi poteri; l’unica buona notizia era che, se qualcuno fosse entrato, avrebbe dovuto spezzare il circolo di incantesimi, permettendole di colpirlo con la sua magia e di fuggire rapidamente.

 

Kratos balzò dall’arena e atterrò sul palco delle divnità, di fronte ad Atena.

< Perché mi avete portato qui? > chiese, evitando di guardarla < Sapete che non ho nessuno da proteggere. Non più ormai. >

< Ma potresti > disse Kingdom Hearts < Potrebbero tornare. La tua seconda possibilità è a portata di mano… rimediare al tuo errore, essere un marito e un padre migliore. Prendendoti più cura della tua famiglia e massacrando meno >

< Cosa devo fare? > disse Kratos, voltandosi.

< Quello che ti riesce meglio > rispose Uatu, indicando l’arena.

Kratos emise un basso ringhio animale e si buttò giù, mentre in quel momento Banner arrivava salendo le scale, mezzo morto per la fatica.

< Che vuoi? > gli chiese il Diavolo, apparendogli di fianco e teletrasportandolo sul proprio palco.

< Non capisco cosa pensiate che io possa fare > disse Banner, reggendosi i pantaloni con una mano < Tutte le persone che amo sono morte in modi orribili… come posso partecipare? >

Satana estrasse dalla tasca un televisore plasma da duecentocinquanta pollici (!!!), che mostrava l’immagine di una cella.

< Non è possibile… > disse Banner

< Credi? > domandò Satana, alzando il volume.

 

Caiera si svegliò… un momento.

Si svegliò?

Era alquanto sicura di essere morta; l’ultima cosa che ricordava era che aveva cercato di fermare suo figlio, ma all’epoca era un fantasma.

Aprì gli occhi e decise che non andava bene.

< Oh, trazzo >, imprecò

 

[Nota traduttiva: “trazzo” non è un errore di battitura, ma un’imprecazione largamente diffusa su Sakaar]

 

Tanto per cominciare, si trovava in quella che aveva tutta l’aria di essere una sala delle torture.

In secondo luogo, seduto davanti a lei c’era un individuo dalla pelle violacea, un bel po’ più alto di lei, coperto da un’armatura parecchio resistente e armato di due lame dentellate.

Qualcosa le diceva che non era lì per farle compagnia in senso pacifico.

< Che vuoi? > gli chiese, caricando il potere ombra.

< Te la metto semplice > rispose lui < Mi chiamo Marna. E da questo momento tu sei mia prigioniera >

< Vedo che hai un impiantatore di dischi dell’obbedienza > constatò Caiera < Perché non l’hai usato mentre ero svenuta? >

< Così è più divertente >

Senza aspettare che si muovesse, Caiera pietrificò la pelle e si gettò su di lui, venendo però fermata da un massiccio colpo in faccia.

Crollò a terra in ginocchio, tossendo; l’aveva colta di sorpresa, ma neanche suo marito l’aveva mai colpita così forte. Era un avversario da non sottovalutare.

 

< Carino, vero? > disse Satana, spegnendo lo schermo, senza badare al fatto che Banner era sparito, inghiottito da due metri abbondanti di massa muscolare gamma e furia.

< Vedo che prendi la cosa sul serio > considerò < Bene, ti do un suggerimento: impegnati. E, già che ci sei… cerca di insegnare a mio figlio come combattere in maniera decente, okay? >

 

 

Peter arrivò a casa acciaccato; quella era stata una giornata pesante per l’amichevole Spiderman di quartiere.

Prima aveva combattuto contro la Squadra di Demolizione: stavano per vincere ai punti (un colpo della palla da demolizione di Thunderball non è il massimo quando il Demolitore ti sta mazzolando col suo cavolo di piede di porco magico), ma grazie alla ragnatela lui aveva vinto per atterramento.

Poi aveva dovuto salvare un gruppo di bambini a Hell’s Kitchen; ci si aspetterebbe che quello sia il lavoro di Daredevil, ma lui era impegnato con i Duri (ma può un gruppo di super-criminali venir chiamato peggio?) e il lavoro era stato malamente sbolognato all’arrampicamuri.

E fin qui, lo poteva anche accettare; da un grande potere rabarbaro ed eccetera. Ma il peggio era arrivato quando un gruppo di membri del Movimento Purity (che Uatu solo sa se meritano la morte) aveva avuto la bella idea di tirare una bomba nell’accademia degli X-Men; non è che Spidey fosse nel posto giusto al momento giusto, NO! Ovviamente no! Lui era lì che volteggiava intorno all’Empire State Building come gli aerei che avevano buttato giù King Kong, e si ritrova a dover salvare quei pezzi di stronzi da quello che li stava pestando!

Fosse stato Nightcrawler, bene, con lui si poteva ragionare.

Wolverine, ancora ancora, poteva tenergli testa.

Ma quello era il Fenomeno!

Il dannatissimo, potentissimo, fottutisismo Fenomeno! L’unico che nemmeno lo Sfregio Verde era riuscito a stendere!

Capirete anche voi che, stando così le cose, ora Peter non chiedeva di meglio che sfilarsi il costume, cenare, vedere se gli avanzava a abbastanza forza per soddisfare sua moglie e infine addormentarsi, per affrontare il giorno dopo fresco e riposato, pronto a salvare vite umane, volteggiare per i grattacieli e beccarsi accidenti grossi come case dal direttore del giornale per cui lavora.

Il suo programmino andò a farsi benedire quando notò che:

  1. La porta di casa sua era stata brutalmente scardinata
  2. La luce accesa permetteva di vedere segni di lotta, e infine
  3. In mezzo al soggiorno c’era un vortice di luce azzurra che per qualche motivo non sembrava causato da uno scorretto utilizzo del microonde.

 

Dettaglio rivelatore, appena entrato trovò un metro e novanta di uomo in corazza high-tech stravaccato sul divano a mangiarsi cialde.

< Ehm… > iniziò Spidey < Non sei qui per le lezioni di piano, vero? >

< No > rispose l’uomo, finendo le cialde < Sono qui per dirti che abbiamo tua moglie. Il resto è storia >

Svelto come un fulmine, Spiderman gli fu addosso e lo colpì alla mascella; semplice intuizione, era l’unico punto non coperto dal costume corazzato, visto che in quel momento stava mangiando.

< Ma voi siete una famiglia di psicopatici! > esclamò l’uomo, tenendosi il labbro rotto mentre zoppicava verso il portale < Prima la rossa mi spara in un ginocchio, poi questo mi prende a mazzate… maremma maiala… >

Spidey, dicendo addio alle possibilità di dormire, si tuffò nel portale dietro di lui.

 

Overlord stava girando per gli spalti, chiedendo informazioni su dove avessero portato sua moglie.

< Descrivimela un po’ > disse Ares

< Alta un po’ meno di me; pelle bianca come alabastro, lunghi capelli nerissimi, veste come una sub sadomaso dallo spacco praticamente total >

< Hai buon gusto, gigantone >

< Dimmelo a me. L’hai vista? >

< Se vedessi una donna del genere pensi che starei qui a guardare trentasei fenomeni da baraccone e una donnola che pestano dei mostri? >

< Cosa sensata > commentò Overlord, tornando nell’Arena < Vorrà dire che avrò di che giocare pesante >

 

L’aria era satura dell’odore di metallo bruciato, dello sfrigolare della saldatrice e del lieve ronzare elettrico nell’aria dell’elettricità di arcani macchinari.

Keira finì di saldare il pannello, poso la saldatrice e si tolse la maschera, passandosi la mano in faccia per togliere il sudore.

Era passato tempo, da quando era diventata un Grande Saggio, ma la sua passione per la meccanica non era diminuita, e ora divideva il suo tempo tra dedicarsi al suo hobby preferito e farsi allenare da Jak ad incanalare l’Eco.

Parli del diavolo e spunta la barba; il biondo entrò nell’officina districandosi tra i cavi, cominciò ad avvicinarsi, mise il piede su un cuscinetto a sfera, scivolò e si schiantò sulle scarpe di Keira.

< Complimenti > disse Jak alazandosi < Hai un vero talento per far cadere i maschi ai tuoi piedi. Comunque, sono venuto a chiamarti per l’allenamento… >

chiese Keira.

< Veramente abbiamo ancora un paio di minuti… >

< So già come utilizzarli… >

Lui capì, la afferrò per le bretelle e la trascinò a sé, cominciando a baciarla e a massaggiarle i fianchi.

< Ehi, basta che non esageriate! > disse Daxter < ci sono dei cuccioli che stanno guardando! >

Infatti, il Precursor era lì con i figli suoi e di Tess (devono essere puccissimi !^^)

Jak e Keira evitarono accuratamente di guardarsi negli occhi.

Prima che potessero trovare una risposta arguta, le sirene della città cominciarono ad ululare: la frequenza che segnalava l’attacco delle Teste di Metallo.

Jak non perse tempo a pensare, afferrò una Vulcan dalla rastrellerai e si sporse dalla balconata del palazzo, mirando e cominciando a fare fuoco.

< Ditemi se vi piace, bastardi! > urlò, mentre abbatteva un colossale Ragno Volante, spedendolo a sfracellare un battaglione di nemici con la sua massa < A tutte le Guardie Kremizi! > urlò nel comunicatore < Qui parla il Facente Funzione di Comandante Jak! Attivate le torrette di Difesa! Spingete i civili al sicuro! Autorizzati all’uso dell’Artiglieria pesante! Individuare la falla nei sistemi difensivi e chiuderla! Annientare gli invasori senza pietà! >

Mentre urlava, vide Jak che impugnava due Scatter e si gettava nella mischia, mentre Tess cercava di ammansire i loro cuccioli.

Keira spinse il caricatore nel fucile di precisione, s’infilò la bandoliera di granate e caricatori di scorta, e si preparò ad unirsi alle danze.

Venne abbattuta da un colpo alla nuca prima che potesse sparare un singolo colpo.

 

Katara cominciava davvero a spazientirsi.

Prima Zuko, poi Azula a Ba-Sing-Se, e ora questo; la cosa cominciava davvero ad irritarla.

Prima cosa, era stata rapita per costringere Aang a sottoporsi ad un gioco da psicopatici.

Seconda cosa, il modo in cui l’avevano immobilizzata per impedirle di usare il  Dominio dell’Acqua.

Totalmente bloccata ad una croce d’acciaio da anelli dello stesso materiale, che le fissavano le articolazioni, stringendole tanto la carne che ogni tentativo di muoversi le si spellavano gli arti; inoltre, per prevenire uno sputo gelato ben piazzato, le avevano serrato la bocca in una strettissima fascia dei metallo.

Ti prego, Aang, pensò, fai presto.

 

Questo bastardo ha rapito Chydori.

Dice che dovrò superare una sfida, per rivederla intatta.

Sono Sosuke Sagara, agente della Mithril, il mercenario Kasshim, e dovrei essere immune alle tattiche intimidatorie; dovrei essere esperto nel negoziare il rilascio degli ostaggi; dovrei avere nervi d’acciaio.

Ma in questo momento… non ho idea di cosa fare; posso solo partecipare alla sua sfida.

Mi avvicino e comincio a parlargli nell’orecchio, gli detto le mie condizioni.

Lei non verrà toccata, in nessun motivo.

Quando la riprenderò, starà bene, nessuna tortura fisica o psicologica.

Non cercheranno in nessun modo di farle nulla.

Gli spiego… nel dettaglio… cosa gli farò in caso di contravvenzione.

Quando mi precede nel portale trema e fissa il vuoto, mi crede.

E fa bene.

 

< Senti, Satana > disse Sam < Comincio a stancarmi di te che metti in pericolo la gente che amo, okay? Non hai proprio alcun rispetto per la sacralità della vita umana? >

< Pron-tooo? > rispose Satana < Sono quello che vi ha fatti butare fuori dal Giardino dell’Edene a calci nel deretano! >

 

< Senti, Cannonball > fece Marrow.

< Che c’è, Sarah? >

< Da dove vengono i mutantini? >

Silenzio.

Molto silenzio.

Di quelli lunghi e imbarazzanti, con i grilli in sottofondo e le palle di sterpaglie.

< In… che senso? >

< Da dove vengono, chi li crea? >

< Ecco, vedi… quando un maschio e una femmina mutanti si amano, succedono certe…cose, ecco, e… >

Alla fine glielo disse, in maniera schietta e decisa.

< Cooosa? > chiese Marrow, ansimando per la rivelazione < Insomma, è così che nasciamo? Quando un uomo usa il… e lo usa con la… oooommmmioddddiooooohohoho! >

< Calmati, Marrow, è una cosa perfettamente naturale, e… >

< Vaffanculo, carnesoffice! Stai mentendo, non può essere vero! >

Corse fuori dalla stanza e afferrò Colosso che passava di lì.

< Colosso, ti prego, dimmi che Cannoball mi ha mentito! >

< Eh? >

Dopo un breve riassunto.

< Ehm… non voglio rovinare la tua vita o roba del genere, ma è proprio così… se vuoi in biblioteca ci sono dei libri che lo spiegano in maniera scientifica… o puoi chiedere dei porno a Gambit >

< Cos’è un porno? > chiese Marrow, temendo la risposta

< Dimentico sempre che sei cresciuta nelle chiaviche… una rivista di persone che fanno… quella cosa di cui stiamo parlando >

< Santissimi Anziani > urlò Marrow, diventando verdastra < C’è gente che si fa fotografare mentre fa queste cose? Mi sento male! >

Quella sera, Scott l’aveva convinta a bersi una camomilla (diciotto bustine in una tazza, per sicurezza) e le aveva spiegato la cosa con calma e pazienza.

< Gesù, che scena patetica > disse una voce, appartenente ad un magro uomo dalle orecchie a sventola vestito da zombie-borg.

< Fuori da questa scuola > disse Ciclope, preparando i suoi raggi ottici.

< Sai? > rispose l’uomo < Io penso di no >

Dalla sua mano testa partì una vampa di energia verde che colpì Ciclope al petto, facendolo schiantare attraverso due librerie ed un muro, mentre l’altra mano metteva al tappeto Marrow, che si risvegliò in una cella imbottita, bloccata con un’imbracatura e camicia di forza; in una situazione simile, a testa in giù però, c’era una persona che riteneva morta da tempo: Shadowcat, che Kurt Nightcrawler chiamava semplicemente Kitty.

 

Ada uscì dalla doccia avvolta in un accappatoio (rosso, ovviamente) e si diresse nella stanza vicina, a prepararsi al suo appuntamento con Kennedy.

La prima uscita fuori dal lavoro.

Appena aprì la porta, venne sbattuta a terra da almeno cento chili di muscoli, che le riempirono la bocca con una grossa pezza di stoffa, e la sigillarono al posto con del nastro adesivo, bloccandole i polsi con diversi giri dello stesso materiale.

< Ghmf! > protestò, cercando di liberarsi; inutile; tentò di colpire l’assalitore al mento con un calcio rotante per liberarsene, ma lui le bloccò le caviglie e immobilizzò anche quelle.

Senza dire nulla, le fasciò quasi tuta la parte inferiore della testa con il nastro, poi ne applicò diverse strisce sugli occhi.

< Ghlbghm, gnrndgh! > mugolò Ada, ricevendo in risposta un colpo allo stomaco che le mozzò il fiato.

Lurido vigliacco… pensò.

Il rapitore finì il lavoro bloccandole insieme gomiti e ginocchia, per poi avvolgere insieme le braccia e il busto.

< Non si preoccupi, signorina Wong > disse il rapitore < Non le faremo del male. Siamo brava gente. E se ha paura che io voglia violentarla, si rilassi: sono rimasto castrato lottando con un gaviale del Gange >

Ciò detto, se la caricò in spalla che ancora cercava di scalciare e attraversò il portale, lasciando un biglietto per Leon.

 

 

Naruto buttò giù la porta con un calcio, trovando il rapitore di Hinata intento a farsi un Black Jack ad un portatile; prima che capisse cosa stesse succedendo, lo afferrò per il collo, incassandolo poi nel muro.

< Toccala di nuovo > sibilò il biondo < E giuro sulle anime dei miei Maestri che ti strapperò la carne dalle ossa. Ora dimmi dov’è! >

< Cella B-15 > rispose l’uomo, una volta mollato < Non puoi sbagliare, sono numerate in ordine >

Due minuti dopo, stava scardinando un’altra porta, trovando che Hinata era riuscita a liberarsi ed era pronta a colpire l’eventuale rapitore con un Juuken.

< Fermati, Hinata > disse, bloccandole dolcemente i polsi < Sono, io Naruto… non aver paura >

Subito lei si sciolse e si gettò tra le braccia di lui, cominciando a piangere in silenzio.

< Ti prego… Naruto-kun… > disse tra i singhiozzi < Continua a parlare… ho bisogno di sentire che sei qui vicino, che non è solo un sogno e che sei proprio tu… >

Pochi minuti dopo, sciolsero l’abbraccio, e Naruto estrasse dallo zaino dei vestiti per lei e il suo quaderno di fiori pressati.

< Ho pensato ti avrebbe tirata su, eh, eh…> mormorò il biondo, passandosi una mano alla nuca.

 

I cancelli dell’arena si aprirono, stava per uscire qualcos’altro.

< Mettete i feriti dietro una barricata > disse Leon < Che sarebbe comodo se avessimo… >

< Ci penso io > rispose Aang, sollevando una barriera rocciosa parecchio spessa.

< Utile > commentò Spawn.

Dalle ombre cominciò ad avanzare una legione di scheletri avvolti da gabbie di metallo, armati di scudi con lame, spade e mannaie, che scricchiolavano ad ogni movimento; erano seguiti da almeno una dozzina di enormi ragni in pietra e lava, dietro ai quali caracollavano creature rettiloidi coperti di masse tumorali e occhi di troppo, insieme a una grande varietà di demoni armati di falci dalle varie fogge e rospi giganti dai dorsi coperti di cristalli di ghiaccio.

Dietro di esse incedevano a passi pesanti enormi creature, presto riconosciute da molti.

Sora vide i quattro Titani che sull’Olimpo gli avevano fatto dannare l’anima sul Monte Olimpo, Cloud riconobbe il battaglione delle numerose Weapon, e Tidus incontrò l’antico incubo evocato da Yevon: Der Richter.

L’ultima parte dell’armata veniva precedute dalle anime infernali, un tempo combattute da Sam, e da possenti dèmoni, tutti affrontati da Spawn nel corso della sua carriera.

Ma erano cinque di loro ad attrarre la sua attenzione.

Alternavano tratti segaligni, grassi e muscolosi, con enormi zanne e artigli e occhi da insetto; Spawn li riconobbe per il Violatore, il Vandalizzatore, il Vaporizzatore, il Brutalizzatore e il Vacillatore.

E se c’erano loro…

Dalle ombre uscì un’immane fiumana di tenebre, potente come una valanga di lava, che si compattò in una colossale forma demoniaca dal pelo rosso e dorato.

< Oh, no > mormorò Spawn.

< Lo conosci? > chiese Dante.

< Sì > rispose il Generale dell’Infenro < Quelo a cui ho fregato il posto, ma abbatterlo è stata una delle mie fatiche maggiori. >

La creaturà ruggì e digrignò i denti richiamando l’attenzione dei presenti e indicando Simmons.

< Portatemi la testa di Spawn! > ruggì Malebolgia.

 

 

 

Fine capitolo, ma su richiesta di Ninja, ecco alcuni spoiler su Avatar, la terza stagione mai trasmessa in Italia.

ATTENZZZIONE, SPOILER!

 

Dopo lo scontro con Azula a Ba-Sing-Se, Aang finisce in coma per alcune settimane, al termine delle quali ha i capelli.

Decidono di infiltrarsi nella Nazione del Fuoco per poter cominciare un’invasione, e Sokka si fa istruire da uno spadaccino di nome Piandao, membro del misterioso Loto Bianco (l’organizzazione di Iroh).

Dopo un capitolo di stampo comico ad una spiaggia…

Azula: eh, cosa credete, anch’io ho avuto una brutta infanzia… la mia stessa madre di riteneva un mostro. Aveva ragione, ovviamente, ma fa male lo stesso.

… Aang viene a conoscenza del passato dell’Avatar Roku, e dell’origine della guerra, mentre il gruppo viene inseguito da un sicario ingaggiato da Zuko, che Sokka chiama “L’Uomo-Luccichio-Luccichio-Boom”, salvo poi ribattezzarlo con un ben più figo “Uomo Combustione”.

Prima dell’invasione Aang è totalmente allucinato, sognando, nell’ordine:

Ø      Di perdere i pantaloni davanti ad Ozai.

Ø      Che Ozai lo interroghi in matematica.

Ø      Ozai a cavallo di una ippo-mucca alata che sputa fuoco.

Ø      Appa e Momo che combattono stile “La Tigre e il Dragone”, con Guru Pathik che fa un numero musicale sui chakra.

 

All’invasione, i popoli che si oppongono alla Nazione del Fuoco vengono quasi interamente imprigionati, mentre Azula tortura Sokka (psicologicamente) raccontandogli di come si è divertita a torturare Suki (fisicamente).

Già, Azula è CATTIVA, lo sappiamo tutti.

Dopo l’invasione, Zuko passa col Team Avatar, e l’Uomo Combustione viene… terminato.

Ah, già, l’Uomo Combustione ha gli Automail e spara raggi laser della morte dal terzo occhio.

Zuko e Aang apprendono il Dominio del Fuoco perfetto da due dragoni, Sokka libera suo padre e Suki da un super-carcere della Nazione del Fuoco, Zuko aiuta Katara a vendicare sua madre, assistono ad una deprimente opera teatrale sulla Leggenda di Aang (chiamata, ironicamente, come il primissimo episodio, il Ragazzo nell’Iceberg), e Aang sparisce… proprio al confronto finale contro Ozai!

Infatti, sta per passare la Cometa di Sozin, che fa bruciare il Chi dei Dominatori del Fuoco come mille soli, aumentando i loro poteri, e Ozai ha costruito una flotta di aeronavi equipaggiata di Firebender, per bruciare del tutto il Regno della Terra, da poco conquistato.

Intanto, appare il Loto Bianco: Jeong Jeong (primo Maestro del Dominio del Fuoco per Aang e il migliore quanto a controllo), quell’obeso di Iroh (che mentre era rinchiuso ha trasformato la trippa in muscoli, e se contiamo che somigliava a Galeazzi, capirete la trasformazione), Pakku (ora sposato con la nonna di Katara), Piandao (il maestro di Sokka) e Bumi (amico d’infanzia di Aang, psicopatico scivolomane e spostatore di montagne part-time); e questi vecchiacci da soli se ne vanno a liberare Ba-Sing-Se, riuscendoci con una facilità imbarazzante.

Zuko e Katara sconfigonno Azula, mentre Toph, Suki e Sokka mettono fuori uso le navi, e Aang confronta Ozai..

Aang: non dobbiamo combattere. Tu hai il potere di fermare tutto questo.

Ozai: sì… io HO  il potere. Ora… ho tutto il potere DEL MONDO!

Segue un duro scontro, al termine dei quali Aang sconfigge Ozai usando tutti i quattro elementi assieme e strappandogli il Chi dal corpo, impedendogli di usare di nuovo il Dominio del Fuoco.

E vissero tutti felici e contenti, finchè io non li ho presi per inserirli in questo giochetto sadico.

 

Ed ecco i dati sulle ragazze!

 

Ø      Tifa Lockheart, da Final Fantasy VII, artista marziale e nota popputa dotata di sesta abbondante. Nel gioco dimostra più volte la sua forza, e nel film sequel sconfigge (quasi) un potente bestione di nome Loz , un concentrato di pura forza fisica che riesce però ad atterrarla.

Ø      Rinoa Heartilly è l’eroina di Final Fantasy VIII, una potente strega capace di volare e abile in ogni tipo di magia; l’unica capace di fare una breccia nel cuore legnoso di Squall l’Emo. Possiede una cagnolina di nome Sant’Angelo da Roma, piuttosto inutile ai fini della storia.

Ø      Yuffie Kisaragi, una ninja sempre da Final Fantasy VII; ha una fobia per gli insetti e soffre il mal d’aria, inoltre è cotta dal tenebroso pistolero Vincenzo Valentino. Ed è piatta.

Ø      Hinata Hyuuga è probabilmente una delle ragazze più pucciose mai apparse in uno shonen; è cotta del protagonista biondo, Naruto, da quando aveva tre anni, ma la sua timidezza, unita al severo ambiente famigliare, le ha impedito di dichiararsi fino al momento della sua quasi-morte.

Ø      Matsuri è l’allieva di Gaara, la sua prima e unica, nonché la quarta persona in tutto il mondo a vederlo come una persona e non come lo Spirito del Tanuki; il loro rapporto è ben più stretto di quello tra normale maestro e normale allieva.

Ø      Tenten è una compagna di squadra di Neji Hyuuga, specializzata nell’uso delle armi e nel combattimento; nonostante si senta attratta da molti ragazzi, si tiene in realtà tutta stretta per Neji.

Ø      Sakura Haruno ha un rapporto complicato con l’ex compagno di squadra Sasuke Uchiha, un po’ incrinato dal fatto che l’ha stordita con un taglio alla nuca, abbandonandola al freddo e al gelo. Sembra tuttavia provare ancora qualcosa per lei.

Ø      Lady, il cui vero nome è Mary, è la figlia di un pretaccio psicopatico che ha cercato di conquistare il mondo; Dante e Vergil l’hanno dovuto uccidere, e Lady ora divide il tempo tra shopping, caccia al dèmone e sbolognare a Dante il lavoro peggiore.

Ø      Kyrie è l’unica ragazza di devil May Cry a non vestirsi in maniera provocante; in effetti, i suoi vestiti sembrano ripescati da due secoli e mezoz fa, ma ciò non le impedisce di sfoggiare una quinta; è innamorata di Nero da anni, e l’occasione di dichiararsi è venuta con l’inizio di un terribile complotto di una specie di versione tamarra della Chiesa di Satana.

Ø      Seras Victoria è un’ex-poliziotta, ora vampira. Ha conosciuto Alucard durante una missione per accoppare un vampiro, e durante la stessa missione è morta. Essendo lei vergine, Alucard l’ha vampirizzata, e ora sembra tenere particolarmente a lei. Voci non confermate dicono che potrebbe essere la reincarnazione della donna amata da Vlad quando era in vita.

Ø      Winry Rockbell è un’amica d’infanzia di Edward Elric, nonché la sua meccanica personale quando bisogna aggiustargli le protesi. Il loro rapporto è complicato, tra lui che le urla dietro e lei che gli tira le chiavi inglesi inseguendolo con una motosega, e il problema del portale dimensionale ha solo peggiorato le cose.

Ø      Boa Hancock è universalmente considerata la donna più bella del suo mondo; cinica e sprezzante, anche a causa del suo passato obbrobrioso, ha maturato un amore ossessivo-compulsivo nei confronti di Rufy, arrivando a rischiare di tutto per essergli d’aiuto. Purtroppo lui è troppo scemo e finora non si è reso conto dell’amore della ragazza.

Ø      Kagome Higurashi è una ragazza del nostro tempo, rimasta catapultata nel Periodo Sengoku, il Medioevo nipponico; li, dopo una lunga serie di avventure, si è sposata col mezzodemone Inuyasha, che però lei continua a maltrattare.

Ø      Sango è una sterminatrice di dèmoni che combatte con un enorme boomerang, l’Hiraikotsu; il rapporto tra lei e Miroku è complicato dal suo essere un maniaco allupato senza speranza.

Ø      Yuna è una Evocatrice e cacciatrice di tesori part-time; Tidus l’ha conosciuta quando la sua utilità in battaglia, non fosse stato per gli Eoni, erano riconducibili a quella di un ano senza buco. Nel sequel di Final Fantasy X, è diventata una specie di Trinità di Matrix vestita da soubrette, e ha fondato con sua cugina Rikku e l’amica Paine i Gabbiani, aka le YRP, aka le Tidus’ Angels.

Ø      Rikku è la cugina di Yuna, ex (o magari no) di Gippal, vestita come una prostituta brasiliana. Combatte con coltelli e tirapugni, sembra essere una brava meccanica e lei e Gippal litigano sempre.

Ø      Kairi è un’amica (e qualcosa di più) di Sora; è caduta dal cielo con una pioggia di meteoriti, ed è stata rapita da due versioni della stessa persona. Di recente ha guadagnato un Keyblade, ma molti fan la odiano proprio perché così, sbarazzandosi dell’inutilità, loro non hanno più scuse per insultarla.

Ø      Kitty Jhones è la coprotagonista della Trilogia di Bartimeus, insieme al mago e al jinn; soltanto grazie a lei Mandrake ha potuto passare da bastardo politicante senza scrupoli a salvatore del mondo; le ultime parole del mago sono state per lei.

Ø      Rose è una compagnia di scuola di Jake, e ha tentato più volte di assassinarlo con lo pseudonimo di Cacciatrice, membra di una gilda di distruttori di creature magiche. Con la sconfitta dei Cacciatori e del Drago Nero, si sono messi insieme senza riserve.

Ø      Lina Inverse si autodefinisce la maga-genio, ma è più nota per il suo seno piatto e il pessimo carattere. Lei e Gourry si sono baciati in una meta-dimensione dalla natura ben chiara, salvo poi scordarsi dell’accaduto. La cosa si è conclusa in un pestaggio ai danni del biondo.

Ø      Amelia Will Tesla Saillune è la principessa del Regno di Saillune, e una fanatica della Giustizia, talmente fissata che i suoi discorsi farebbero venire il diabete anche a Sailor Moon. Una delle poche persone a non giudicare le sembianze grottesche di Zel.

Ø      Angela è un angelo, letteralmente; incaricata originariamente di trucidare Spawn, si è poi unita a lui nella lotta con Malebolgia, creando un rapporto di odio-rispetto-amore, non ben definito.

Ø      Jewelry Bonney è una delle Undici Supernove; ha il potere di invecchiare o ringiovanire temporaneamente sé stessa e gli altri, ma ora come ora, in un sacco di agalmatolite, non è che le serva a molto.

Ø      Garnet Ti Alexandros Nummericordochennumero, affettuosamente detta Daga (affettuosissimo chiamarti come un’arma da assassinio lercio e squergio), da Final Fantasy IX; principessa con gli attributi, è scappata dalla madre adottiva per mettersi con un branco di fenomeni da baraccone.

Ø      Anna Kyoyama è la ragazza che mena degli Articolo 31; il povero Yoh viene da lei brutalmente maltrattato, tanto a sviluppare una fobia per questa ragazza e la sua micidiale collana di perle hippy. Lei sostiene di voler sposare Yoh solo per diventare la moglie del re degli Sciamani (io se questo fosse il mio movente non me ne vanterei), ma in realtà c’è altro.

Ø      Jaina Proudmoore, leader della Nuova Nazione degli Umani, ha avuto una lunga e tormentata storia con Arthas Menethil, che si è conclusa qualche anno fa ed è crollata in un abisso profondo quando lui è divenuto l’incarnazione della più nera morte vivente; sembra ancora provare qualcosa per lui.

Ø      La moglie di Kratos, a cui la Capcom non si è degnata di dare un nome, in mezzo a queste fenomenesse da baraccone è solo una pacifica donna dell’antica Grecia, trucidata dallo stesso Kratos in un momento di follia omicida (o di sbornia aggressiva, fate voi).

Ø      Caiera Oldstrong, detta l’Impetuosa, è un mostro sacro, è stata capace di far sputare sangue allo Sfregio Verde con un cartone ben piazzato negli addominali; e tenete conto che era un cartone di Bambi, quindi anche abbastanza moscio. Miii, che freddura del cavolo.

Ø      Mary Jane Watson Parker, un amore puro ed eterno tanto grande che Mefistofele, pur di vederlo a pezzi, si è addirittura offerto di salvare zia May in cambio della possibilità di nullificare il passato di Spidey, che si è trovato così ad affrontare un Goblin potente come non mai, e tutto da solo.

Ø      Velvet è tutto tranne che una ragazza facile, nonostante lo stile suggerisca il contrario; ragazza e moglie di Overlord, da cui ha anche avuto un figlio, Overlad.

Ø      Keira è un’appassionata di meccanica, e ha avuto un lungo addestramento per diventare una saggia dell’Eco. Dopo sei videogiochi, è finalmente riuscita a mettersi col ragazzo dei suoi sogni, Jak detto Rambo.

Ø      Katara è una maestra del Dominio dell’Acqua, tanto brava che può farti esplodere il sangue semplicemente sfregando le mani, volendo. Questo spiega il sistema d’ingabbiamento usato dai rapitori, ai limiti del sadomaso più assurdo.

Ø      Kaname Chidori è un’altra ragazza che mena, ma anche tanto; il nostro Sosuke (uno che se gli mozzi un braccio se lo incolla con una sua personale miscela di moccio, spago da arrosto, abbondante cccolla vinilica e acqua, per citare Giovanni Muchacha, e nel frattempo che quello si asciuga lui ti maciulla brandeggiando un kalashnikov come Suor Germana col Mocho Vileda), trema al solo vedere il suo terribile ventaglio bianco (aka Harisen).

Ø      Andi è una dolce ragazza che, insieme ai suoi amici, combina scherzi bastardi al suo capo al centro commerciale del fai-da-te. È rimasta un po’ scombussolata quando ha saputo che Sammy lavorava per il Diavolo, ancora di più nel sapere che il datore di lavoro è suo padre!

Ø      Marrow è una dolcissima ex X-woman con una discreta propensione per l’umorismo da macelleria; ce l’ha su a morte con i non-mutanti perché ritiene che le abbiano rovinato la vita. E in effetti è vero.

Ø      Shadowcat sa passare attraverso i muri, e ha avuto una relazione con Kurt Wagner, finita quando lei è stata sparata al centro di un pianeta alieno.

Ø      Ada Wong è un’affascinante spia cinese che ha più volte fregato Leon per soddisfare le brame di potere di Wesker, ma ha sempre cercato di non farlo ammazzare; ora che Wesker è morto (forse) lei è disoccupata.

  
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