__Bianco & Nero♥
*Capitolo 18*
Non posso
crederci.
È finita.
Sophia
sta riposando in camera mia, Hubert è andato a
prendere possesso del Limbo del Destino, il luogo in cui Fato ha
dimorato per quattro secoli.
Cioè…Quattro Secoli!
Non sono
mica niente!
La mia mano
trema mentre tento di versarmi un bicchiere d’acqua.
Mio padre,
mio fratello e Chace sono in salotto, in stato di shock…
…o almeno così
credevo.
Sento una
mano che si posa sulla mia, fermando il tremore “stai bene?” mi volto e Morgan
ricambia il mio sguardo, sorridendo. Sorrido a mia volta “si” mi abbraccia,
avvolgendomi nelle sue braccia così familiari.
Mio
fratello. Non credo di averlo mai sentito più vicino.
Sorrido contro
il suo petto e mi godo quel tepore fraterno fino a quando un leggerissimo colpo
di tosse non interrompe questo momento di idillio familiare.
Mi separo da
Morgan e il mio sguardo viene calamitato dalla figura di Chace,
in piedi sulla soglia della cucina. Mio fratello ghigna “io vado a rianimare
papà, voi…voi state qui” esce e si chiude la porta
alle spalle.
Ho avuto
paura.
Quando
credevo che fosse stato preso in ostaggio da quel pazzo di Fato, ho avuto una
paura cieca.
Prendendo il
coraggio da non so dove mi avvicino, fino a fermarmi di fronte a lui.
Continua a
guardarmi, imperterrito, con quel suo sguardo in grado di penetrarti l’anima.
Uno di
quegli sguardi da cui io ho sempre cercato di fuggire, per paura di essere
scoperta.
E invece
eccomi qui, ad agognare che questi stessi occhi capiscano cosa io sono incapace
di dirgli.
Come posso
dirgli che sono praticamente morta di paura?
Come posso
dirglielo senza farlo scappare a gambe levate?
Prendo un
bel respiro e faccio per parlare ma delle labbra me lo impediscono.
Mi sta
baciando.
E pur non
essendo la prima volta, mi sembra di poter morire in questo istante.
Per alcuni
momenti ho creduto di non poterle sentire più, queste labbra.
Sentire le
sue mani sul mio viso, assolutamente pazienti e assolutamente prive di
qualunque pretesa come invece si potrebbe pensare da un tipo come lui.
Non pretende
nulla da me.
Prende ciò
che sono disposta a dare e ricambia senza problemi.
Ma il
problema è che adesso ho paura di aver superato un punto di non ritorno.
Innamorandomi
di lui, so che non sarebbe facile.
So che
dovrei pazientare a lungo, prima di veder ricambiato questo sentimento ed è uno
dei motivi che mi impedisce di parlarne apertamente con questo testone che
adesso appoggia la guancia sui miei capelli e mi stringe fra le braccia.
Non credevo
fosse capace di essere tanto dolce.
“mi hai
fatto prendere un colpo” mi acciglio e adeguandomi al suo tono basso rispondo “perché?”
sento uno sbuffo scompigliarmi i capelli e la sua voce rimbombare nella cassa
toracica.
Sento il suo
cuore battere forte contro il mio orecchio.
Si, sono
bassa ok?
“perché?!
Hai provocato volutamente quel pazzo visionario, senza essere assolutamente certa
che Hubert riuscisse a sfidarlo! Potevi morire!” senza
che mi veda, sorrido contro la sua maglietta, faccio sparire il sorriso subito
dopo e scostandomi lo guardo “io credevo ti avessero preso…”
lo vedo sogghignare “ti saresti liberata di me” arrossisco e gli do un leggero
buffetto sul petto “scemo…” mi volto e bevo un sorso
d’acqua.
Sento le sue
braccia che mi circondano da dietro e la sua bocca che si appoggia al mio
orecchio. Brividi del ca…
“mi fa
piacere sapere che ti preoccupi per me…se non ti
fossi scomposta più di tanto invece, devo ammettere che mi avrebbe dato davvero
fastidio” rido “fastidio? Solo fastidio?” tace.
Mi volto e
sorrido “sto scherzando…ho capito cosa, in maniera
davvero poco romantica, stai cercando di farmi capire” arrossisce.
È terribilmente
tenero quando arrossisce.
“non riesco
ancora a dirlo, lo so che vorresti sentirtelo dire ma non ci riesco” faccio
spallucce “non fa niente, non pretendo nulla, voglio solo quello che sei in
grado di darmi...proprio tutto però!”
sogghigno. Colpa sua “e se questa cosa che non riesci a dirmi non rientra nelle
‘cose che puoi darmi’ allora non la
pretenderò” Chace rispondo al mio ghigno “questo tuo
nuovo sorriso è davvero…” lo interrompo “si lo so, ho
avuto un buon maestro” ride e mi lascia un bacio sulla fronte. E si congela.
Fa un passo
indietro e si gratta la nuca con la mano “io…io
dovrei tornare a casa” che è successo? Che ho fatto?
Mi acciglio “oh…perché?” sembra a disagio “perché è tardi e
probabilmente mia mamma non ha preparato la cena perché è troppo ubriaca, mio
padre se non trova niente da mangiare si incazza e si mettono a litigare…” sono sbalordita.
Avevo
intuito che avesse una situazione familiare difficile ma…ma
non credevo così difficile.
E lui ne
parla con una tale naturalezza…
Annuisco,
anche se so che il motivo non è solo questo “d’accordo, allora…allora
ci vediamo domani?” annuisce e dice “credo dovresti rimanere a casa domani, non
andare a scuola, vengo io” annuisco ancora, un po’ perplessa.
È…strano.
Dopo aver
salutato Anya con un bacio (non sono riuscito a
trattenermi) e il resto della sua famiglia, esco e comincio a camminare verso
casa.
Per la prima
volta sono grato di non aver preso la moto.
Camminando
avrò il tempo di riflettere su un paio di cose.
Io non ho
MAI, assolutamente MAI, baciato una ragazza sulla fronte.
Le ho
baciate sulle labbra, sul collo… (un po’ ovunque)
Ma mai sulla
fronte.
Per me il
bacio sulla fronte è quel bacio di tenerezza e amore che si danno i genitori
con i loro figli o…o due innamorati.
Sto
scappando ancora.
Eppure lei
mi ha rassicurato!
Mi ha detto
che se non sono ancora pronto per ‘questa cosa’, non
farà storie.
Ma io le ho
dato un bacio sulla fronte.
E mi è
sembrato così naturale…così dolce, bello, giusto.
Mi rendo
conto che sto pensando davvero queste cose e ho ancora più paura.
Ho paura di deluderla.
Ho paura di
ferirla.
Ho paura di
perderla.
Ho paura di
non essere in grado di renderla felice.
Io sono
sempre stato ‘lo stronzo per eccellenza’.
Usavo una
ragazza, la salutavo e il giorno dopo ne cercavo un’altra.
Stop.
Con lei sto
andando oltre.
Davvero
oltre.
Solo che lei
non mi sta forzando.
Sto facendo
tutto da solo.
Forse perché
in realtà lo voglio anche io.
Mi fermo.
Mi volto.
Corro.
Rischio.
Sono ancora
in cucina, con il mio bicchiere d’acqua in mano e l’espressione perplessa.
Non ferita.
Perplessa.
Non capisco
ancora il motivo di questa fuga rocambolesca.
La volta
precedente ci stava, l’avevano minacciato di morte, ok.
Ma questa
volta?
Non era
stato colpito da una mazzata alla testa, non era stato minacciato di morte e io
non avevo preteso assolutamente nulla.
Il
campanello suona, io mi alzo e mi dirigo verso la porta, incuriosita.
La apro.
Sorpresa
“ok, ok
scusami!” non l’ho mai visto così confuso.
Non l’ho mai
visto così…vulnerabile.
“scusami non
hai fatto assolutamente nulla, non è colpa tua, lo so che mi sono comportato in
maniera strana ma mi sono spaventato, ti ho dato un bacio sulla fronte e per me
il bacio sulla fronte è qualcosa che va oltre il semplice ‘mi piaci’ e ‘anche
tu’, è qualcosa indica una svolta in quello che siamo per ora. Tu mi hai detto
che da me non pretendi assolutamente nulla e mi sono reso conto che se sono
arrivato a questo punto, non è stato perché tu hai fatto delle pressioni su di
me, ma perché io stesso sentivo il bisogno di andare oltre, di non fermarmi al ‘mi
piaci’ e ‘anche tu’…” prende un bel respiro “perché tu non mi piaci” ok, mi
sento male.
Se prima non
ero ferita, adesso lo sono.
Vedo che
agita le mani, agitato “Nono, aspetta, che hai capito! Intendo dire che sto
andando oltre” si passa una mano tra i capelli “cazzo! Sto andando davvero
oltre e tu non hai fatto alcuna pressione! Quindi in un certo senso io voglio
tutto questo. Io voglio baciarti sulla fronte, ecco” è confuso.
Io ho capito
lo stesso, ma la sua espressione è confusa come quella di un bambino che non sa
dire qualcosa.
Sorrido.
Mi avvicino
e gli lascio un bacio…sulla fronte “sei davvero
pessimo quando si tratta di romanticherie” ride nervosamente “lo so” lo bacio e
lui ricambia “ma ho capito lo stesso…voglio baciarti
sulla fronte anche io” scoppiamo a ridere e lui ripete il gesto di dieci minuti
prima. E stavolta non scappa.
Hubert
si guarda intorno, spaesato.
Tutto ciò
che lo circonda lo sente come suo, pur sapendo di non aver mai vissuto in quel
luogo. Si aveva passato giornate intere ad assolvere i compiti assegnatigli da
Fato, ma si era limitato alla sala con lo scranno. Stop.
E invece lui
ricordava ogni camera.
Vide una
porta.
Su quella
porta era incisa una frase:
[Il destino non potrà mai interrompersi.
Nessuno ostacolo porrà mai fine alla sua corsa. Opporsi adesso è come tentare
di fermare il corso del tempo. Inutile]
Mi faccio
coraggio e apro la porta.
E con un
sussulto al cuore, scopro che questa storia non è ancora finita.
Il Destino
ha intenzione di travolgerci ancora.
Tutti
quanti.
Spazio Autrice:
(da da da
daaaaan)
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Purtroppo sono di fretta,
non ho assolutamente il tempo di rispondere alle recensioni, posso solo dire
che non sono certa che questo sia l’ultimo capitolo (non credo).
Ma sono certa che la
storia non è finita.
Vi faccio una sorpresina.
Ci sarà un seguito.
Stessi personaggi e
qualcuno nuovo.
Non dico altro xD
Risponderò alle recensioni
domani u.u
Besos♥
P.S. non ho neanche avuto il tempo di rileggere
>.< perdonatemi.
Song-fic su Anya e Chace, scritta da moi, date un’occhiata:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=432320&i=1
♥Liù*