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Autore: ElseW    30/11/2009    8 recensioni
Si può essere diversi in molti modi.
E da molte persone.
C’è chi è diverso dal suo migliore amico, o dalla sua fidanzata.
C’è chi è diverso dalla sua famiglia e dai suoi compagni.
…e poi, c’è chi è diverso da tutti.
Come me.
Mi chiamo Anya White, ho sedici anni e sono l’ultima Sibilla.
IN CORSO DI REVISIONE - REVISIONATA FINO AL CAPITOLO 9
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Destiny'
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__Bianco & Nero

*Capitolo 18*

 

 

 

Non posso crederci.

È finita.

Sophia sta riposando in camera mia, Hubert è andato a prendere possesso del Limbo del Destino, il luogo in cui Fato ha dimorato per quattro secoli.

Cioè…Quattro Secoli!

Non sono mica niente!

La mia mano trema mentre tento di versarmi un bicchiere d’acqua.

Mio padre, mio fratello e Chace sono in salotto, in stato di shock…

…o almeno così credevo.

Sento una mano che si posa sulla mia, fermando il tremore “stai bene?” mi volto e Morgan ricambia il mio sguardo, sorridendo. Sorrido a mia volta “si” mi abbraccia, avvolgendomi nelle sue braccia così familiari.

Mio fratello. Non credo di averlo mai sentito più vicino.

Sorrido contro il suo petto e mi godo quel tepore fraterno fino a quando un leggerissimo colpo di tosse non interrompe questo momento di idillio familiare.

Mi separo da Morgan e il mio sguardo viene calamitato dalla figura di Chace, in piedi sulla soglia della cucina. Mio fratello ghigna “io vado a rianimare papà, voi…voi state qui” esce e si chiude la porta alle spalle.

Ho avuto paura.

Quando credevo che fosse stato preso in ostaggio da quel pazzo di Fato, ho avuto una paura cieca.

Prendendo il coraggio da non so dove mi avvicino, fino a fermarmi di fronte a lui.

Continua a guardarmi, imperterrito, con quel suo sguardo in grado di penetrarti l’anima.

Uno di quegli sguardi da cui io ho sempre cercato di fuggire, per paura di essere scoperta.

E invece eccomi qui, ad agognare che questi stessi occhi capiscano cosa io sono incapace di dirgli.

Come posso dirgli che sono praticamente morta di paura?

Come posso dirglielo senza farlo scappare a gambe levate?

Prendo un bel respiro e faccio per parlare ma delle labbra me lo impediscono.

Mi sta baciando.

E pur non essendo la prima volta, mi sembra di poter morire in questo istante.

Per alcuni momenti ho creduto di non poterle sentire più, queste labbra.

Sentire le sue mani sul mio viso, assolutamente pazienti e assolutamente prive di qualunque pretesa come invece si potrebbe pensare da un tipo come lui.

Non pretende nulla da me.

Prende ciò che sono disposta a dare e ricambia senza problemi.

Ma il problema è che adesso ho paura di aver superato un punto di non ritorno.

Innamorandomi di lui, so che non sarebbe facile.

So che dovrei pazientare a lungo, prima di veder ricambiato questo sentimento ed è uno dei motivi che mi impedisce di parlarne apertamente con questo testone che adesso appoggia la guancia sui miei capelli e mi stringe fra le braccia.

Non credevo fosse capace di essere tanto dolce.

“mi hai fatto prendere un colpo” mi acciglio e adeguandomi al suo tono basso rispondo “perché?” sento uno sbuffo scompigliarmi i capelli e la sua voce rimbombare nella cassa toracica.

Sento il suo cuore battere forte contro il mio orecchio.

Si, sono bassa ok?

“perché?! Hai provocato volutamente quel pazzo visionario, senza essere assolutamente certa che Hubert riuscisse a sfidarlo! Potevi morire!” senza che mi veda, sorrido contro la sua maglietta, faccio sparire il sorriso subito dopo e scostandomi lo guardo “io credevo ti avessero preso…” lo vedo sogghignare “ti saresti liberata di me” arrossisco e gli do un leggero buffetto sul petto “scemo…” mi volto e bevo un sorso d’acqua.

Sento le sue braccia che mi circondano da dietro e la sua bocca che si appoggia al mio orecchio. Brividi del ca…

“mi fa piacere sapere che ti preoccupi per me…se non ti fossi scomposta più di tanto invece, devo ammettere che mi avrebbe dato davvero fastidio” rido “fastidio? Solo fastidio?” tace.

Mi volto e sorrido “sto scherzando…ho capito cosa, in maniera davvero poco romantica, stai cercando di farmi capire” arrossisce.

È terribilmente tenero quando arrossisce.

“non riesco ancora a dirlo, lo so che vorresti sentirtelo dire ma non ci riesco” faccio spallucce “non fa niente, non pretendo nulla, voglio solo quello che sei in grado di darmi...proprio tutto però!” sogghigno. Colpa sua “e se questa cosa che non riesci a dirmi non rientra nelle ‘cose che puoi darmi’ allora non la pretenderò” Chace rispondo al mio ghigno “questo tuo nuovo sorriso è davvero…” lo interrompo “si lo so, ho avuto un buon maestro” ride e mi lascia un bacio sulla fronte. E si congela.

Fa un passo indietro e si gratta la nuca con la mano “io…io dovrei tornare a casa” che è successo? Che ho fatto?

Mi acciglio “oh…perché?” sembra a disagio “perché è tardi e probabilmente mia mamma non ha preparato la cena perché è troppo ubriaca, mio padre se non trova niente da mangiare si incazza e si mettono a litigare…” sono sbalordita.

Avevo intuito che avesse una situazione familiare difficile ma…ma non credevo così difficile.

E lui ne parla con una tale naturalezza…

Annuisco, anche se so che il motivo non è solo questo “d’accordo, allora…allora ci vediamo domani?” annuisce e dice “credo dovresti rimanere a casa domani, non andare a scuola, vengo io” annuisco ancora, un po’ perplessa.

È…strano.

 

Dopo aver salutato Anya con un bacio (non sono riuscito a trattenermi) e il resto della sua famiglia, esco e comincio a camminare verso casa.

Per la prima volta sono grato di non aver preso la moto.

Camminando avrò il tempo di riflettere su un paio di cose.

Io non ho MAI, assolutamente MAI, baciato una ragazza sulla fronte.

Le ho baciate sulle labbra, sul collo… (un po’ ovunque)

Ma mai sulla fronte.

Per me il bacio sulla fronte è quel bacio di tenerezza e amore che si danno i genitori con i loro figli o…o due innamorati.

Sto scappando ancora.

Eppure lei mi ha rassicurato!

Mi ha detto che se non sono ancora pronto per ‘questa cosa’, non farà storie.

Ma io le ho dato un bacio sulla fronte.

E mi è sembrato così naturale…così dolce, bello, giusto.

Mi rendo conto che sto pensando davvero queste cose e ho ancora più paura.

Ho paura di deluderla.

Ho paura di ferirla.

Ho paura di perderla.

Ho paura di non essere in grado di renderla felice.

Io sono sempre stato ‘lo stronzo per eccellenza’.

Usavo una ragazza, la salutavo e il giorno dopo ne cercavo un’altra.

Stop.

Con lei sto andando oltre.

Davvero oltre.

Solo che lei non mi sta forzando.

Sto facendo tutto da solo.

Forse perché in realtà lo voglio anche io.

Mi fermo.

Mi volto.

Corro.

Rischio.

 

Sono ancora in cucina, con il mio bicchiere d’acqua in mano e l’espressione perplessa.

Non ferita. Perplessa.

Non capisco ancora il motivo di questa fuga rocambolesca.

La volta precedente ci stava, l’avevano minacciato di morte, ok.

Ma questa volta?

Non era stato colpito da una mazzata alla testa, non era stato minacciato di morte e io non avevo preteso assolutamente nulla.

Il campanello suona, io mi alzo e mi dirigo verso la porta, incuriosita.

La apro.

Sorpresa

“ok, ok scusami!” non l’ho mai visto così confuso.

Non l’ho mai visto così…vulnerabile.

“scusami non hai fatto assolutamente nulla, non è colpa tua, lo so che mi sono comportato in maniera strana ma mi sono spaventato, ti ho dato un bacio sulla fronte e per me il bacio sulla fronte è qualcosa che va oltre il semplice ‘mi piaci’ e ‘anche tu’, è qualcosa indica una svolta in quello che siamo per ora. Tu mi hai detto che da me non pretendi assolutamente nulla e mi sono reso conto che se sono arrivato a questo punto, non è stato perché tu hai fatto delle pressioni su di me, ma perché io stesso sentivo il bisogno di andare oltre, di non fermarmi al ‘mi piaci’ e ‘anche tu’…” prende un bel respiro “perché tu non mi piaci” ok, mi sento male.

Se prima non ero ferita, adesso lo sono.

Vedo che agita le mani, agitato “Nono, aspetta, che hai capito! Intendo dire che sto andando oltre” si passa una mano tra i capelli “cazzo! Sto andando davvero oltre e tu non hai fatto alcuna pressione! Quindi in un certo senso io voglio tutto questo. Io voglio baciarti sulla fronte, ecco” è confuso.

Io ho capito lo stesso, ma la sua espressione è confusa come quella di un bambino che non sa dire qualcosa.

Sorrido.

Mi avvicino e gli lascio un bacio…sulla fronte “sei davvero pessimo quando si tratta di romanticherie” ride nervosamente “lo so” lo bacio e lui ricambia “ma ho capito lo stesso…voglio baciarti sulla fronte anche io” scoppiamo a ridere e lui ripete il gesto di dieci minuti prima. E stavolta non scappa.

 

Hubert si guarda intorno, spaesato.

Tutto ciò che lo circonda lo sente come suo, pur sapendo di non aver mai vissuto in quel luogo. Si aveva passato giornate intere ad assolvere i compiti assegnatigli da Fato, ma si era limitato alla sala con lo scranno. Stop.

E invece lui ricordava ogni camera.

Vide una porta.

Su quella porta era incisa una frase:

 

 [Il destino non potrà mai interrompersi. Nessuno ostacolo porrà mai fine alla sua corsa. Opporsi adesso è come tentare di fermare il corso del tempo. Inutile]

 

Mi faccio coraggio e apro la porta.

E con un sussulto al cuore, scopro che questa storia non è ancora finita.

Il Destino ha intenzione di travolgerci ancora.

Tutti quanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice:

(da da da daaaaan)

---

Purtroppo sono di fretta, non ho assolutamente il tempo di rispondere alle recensioni, posso solo dire che non sono certa che questo sia l’ultimo capitolo (non credo).

Ma sono certa che la storia non è finita.

Vi faccio una sorpresina.

Ci sarà un seguito.

Stessi personaggi e qualcuno nuovo.

Non dico altro xD

Risponderò alle recensioni domani u.u

Besos

 

P.S.   non ho neanche avuto il tempo di rileggere >.< perdonatemi.

 

Song-fic su Anya e Chace, scritta da moi, date un’occhiata: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=432320&i=1

 

Liù*

   
 
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