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Autore: Tye Menkauhor    04/12/2009    0 recensioni
Ciao a tutti! Questa storia è ambientata qualche tempo dopo la serie try. Lina e Gourry hanno una loro meta, ma l'arrivo di due nuovi persoanggi sconvolgerà i piani di tutti, guidandoli verso i guai!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale, Amelia, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12

Capitolo 12

 

-L

ina, per quale motivo ce la stiamo prendendo così comoda? Mi sembrava di aver capito avessimo una certa fretta...- Gourry si avvicinò all’amica, mentre con  facilità stringeva la cinghia del pettorale dietro la vita. Lina continuò a guardarsi intorno, attenta, folgorando con lo sguardo ogni minimo movimento tra le fronde e i cespugli.

   -Ero convinta che fosse una trappola... e invece quell’individuo ci ha davvero dato l’informazione giusta per uscire da Mahal... E’ esasperante Gourry! Non posso credere che qualcuno ci preceda, sappia dove stiamo andando, e ci stia aiutando a portare a termine il nostro scopo. Mi sembra impossibile!- la ragazza sospirò e si affiancò allo spadaccino. –Non ha senso rimanere ad aspettare che si faccia vivo... anche se avrei voluto che lo facesse. Comincio a stancarmi di tutti questi misteri...-

   -Su, Lina. Non devi preoccuparti...- Gourry le mise delicatamente la mano sulla testa –Vedrai che di sicuro riuscirai a venire a capo di tutta questa storia, e che quel tizio si rifarà vivo... ho come il presentimento che in qualche modo ci aiuterà ancora...- lo spadaccino le sorrise cercando di incoraggiarla. Lina lo fissò un momento e gli sorrise in risposta: -Si, ma la prossima volta non me lo lascerò sfuggire da sotto il naso così facilmente!- il sorriso divenne un ghigno e strizzò l’occhio all’amico. Gourry le scompigliò un poco i capelli: -Ecco, va meglio, non trovi? Non lasciarti abbattere da nulla!- quindi si allontanò in direzione di Zelgadiss.

   “E’ ancora molto preoccupato per me...” riflettè la maga tenendo lo sguardo fisso su di lui. “Già... di sicuro ha capito che temo sia tutta una trappola complessa studiata da Ren, per quanto assurda possa sembrare a primo acchito. Non so cosa aspettarmi da quel demone: non so cosa vuole... o meglio, vuole da me un Giga Slave, ma non so per quale motivo. Un Giga Slave...” il suo volto si fece serio e cupo al ricordo. “Ciò che mi fece vedere Aqua... le conseguenze di un Giga Slave fuori controllo... non posso in alcun modo rischiare una cosa del genere. Non posso rischiare di far precipitare il mondo nel Caos, offrendo la possibilità a L.O.N. di fare quello che solo per pigrizia non ha ancora fatto... non sarò io a distruggere il mondo. Distruggere? La Distruzione...”. Lina spostò lo sguardo su Zirna. La pallida ragazza, di nuovo a suo agio con i suoi abiti neri bordati d’argento, stava studiando la cartina, cercando di tracciare la via più breve da seguire per arrivare alla meta. “Zirna... Zirna in uno dei sogni stava lanciando un Giga Slave... che cosa vorrà dire?”. Il flusso dei suoi pensieri venne bruscamente interrotto. –Lina... Lina, come mai quella faccia scura?- Ameria si era avvicinata all’amica, -Stavi pensando a quello che ci ha detto Will? A... a quel suo bisnonno... Leniars?- domandò con preoccupazione.

   -No Ameria... in realtà stavo pensando agli incubi di Ren...-

   -Oh Lina, non devi più preoccuparti... Will può fare in modo che quel demone non ti raggiunga nel sonno, no?- la principessa accennò un sorriso.

   -Non credo di poter chiedere a Will di aiutarmi di nuovo. Vedi Ameria, questo Leniars è molto più pericoloso di quanto possiamo immaginare. Persino Xellos lo teme, hai visto? Io mi fido di quel ragazzo, ma ciò non toglie che se anche ti fidi della mano del medico, se qualcuno lo spinge, involontariamente quel medico potrebbe farti del male invece che guarirti. E io non voglio dare a quel’elfo l’occasione di spingere Will...-

   -Ma Lina...- cercò di protestare Ameria, stupita dalle parole dell’amica.

   -Niente ma... In fondo Zirna aveva intuito meglio di noi che ciò che si nascondeva in lui era molto più pericoloso di quanto potessimo immaginare... non fare quella faccia Ameria, non intendo lasciare a Ren la possibilità di manovrarmi quando sono praticamente indifesa. Chiederò a Zirna se è in grado di eseguire lo stesso tipo di incantesimo. Dopotutto, sembra che questo elfo pazzo non abbia lasciato una coscienza propria in lei... è un misogino, no?- Lina le strizzò l’occhio, per rassicurare la principessa.  Ameria annuì senza troppa convinzione, e spostò lo sguardo su Zirna, che si stava avvicinando.

   -Lina, se entriamo nella Valle della Nebbia da questo lato, guadagneremo quasi 2 giorni...- cominciò la pallida ragazza, mostrando la cartina.

   -Mmh... in questo modo però percorreremo una distanza maggiore all’interno di quella valle... la cosa non mi sembra particolarmente razionale. Di sicuro sarà un luogo ideale per un agguato. Non credo che i demoni trovino particolarmente difficile muoversi in mezzo alla nebbia... almeno non quanto lo possa essere per noi...- cercò di argomentare Lina. Sussultò quando Zirna le strinse il braccio, fissandola con determinazione, con quello sguardo che era in grado di far rabbrividire anche lei :-Io non voglio che Leniars si impossessi di Will. Non mi importa un bel niente di chi sia stato, cavaliere d’Oceano, assassino, o persino Signore dei demoni: voglio che mio fratello torni alla sua vita normale, ad essere un ragazzo come tutti gli altri. Che ritorni a Lanthas e viva sereno senza il peso di un bisnonno che gli sussurra nel cervello, senza la sua magia che rischia di farlo impazzire... E se voi, Lina, non avete intenzione di accompagnarci, andremo da soli. E’ mio fratello, e lo proteggerò io!- la ragazza lasciò la presa sul braccio della maga, ma continuò a fissarla con occhi incandescenti.

   -Zirna, come puoi credere che non abbiamo intenzione di aiutarvi? In effetti, il tuo comportamento scontroso e insopportabile non è un buon incentivo, ma ora non c’è più solo Will nelle mire di Ren- fece una pausa. -Sei fortunata ad avere un fratello come lui: se non fossi coinvolta ormai personalmente quanto voi due, lo farei per lui, perché è un bravo ragazzo, e non merita di essere perseguitato da un demone e da un parente così invadente!- Lina ricambiò lo sguardo rabbioso della ragazza di fronte a lei, mentre Ameria guardava alternativamente l’una e l’altra con preoccupazione.

   -Oh, andiamo Zelgy! Stavo solo recitando!- Will scoppiò a ridere, dando calorosamente una pacca sulla spalla della chimera, e ritraendo la mano con una smorfia di dolore. –Ahio... dimenticavo che sei di pietra- commentò ridacchiando divertito. Zelgadiss gli scoccò un’occhiata, seccato: -Si, ma non c’era bisogno di darmi del molestatore...- si lamentò tra i denti.

   Lina aveva ascoltato i due ragazzi, senza distogliere gli occhi da quelli di Zirna. Sospirò: -Così non possiamo andare avanti. Se continui a comportarti così, sarà difficile questa convivenza in viaggio, non ti pare?-

   La ragazza non rispose subito. Abbassò lo sguardo: -Voglio solo che questa storia finisca in fretta- sussurrò.

   -Lo vogliamo tutti, non credi?- ammise Lina pacatamente.

   -Vedrai che andrà tutto bene Zirna, non permetteremo che accada qualcosa a Will. Devi fidarti di noi...- cercò di confortarla Ameria, avvicinandosi a lei.

   La principessa di Lanthas sollevò lo sguardo, le labbra serrate in una linea sottile, in procinto di parlare, venne però interrotta da Lina: -Non vuoi che noi riponiamo fiducia in te, e questo posso capirlo. Sei spaventata da quello che ti può succedere nei momenti meno opportuni, e non vuoi una tale responsabilità. Tu pensi che Will sia come te, ma ti sbagli. Anche il tuo cuore l’ha capito, ed è inutile che ti sforzi di negarlo: la sua forza è la certezza che ha nella fiducia che nutriamo nei suoi confronti. Se crediamo in lui, anche lui crederà in se stesso, e questo può solo giovargli. Ora Zirna, se intendi davvero aiutare tuo fratello, devi credere anche tu in lui, e devi credere in noi, perché lo proteggeremo ad ogni costo-

   Zirna annuì lentamente. Lo sapeva, sapeva che quella era l’unica vera soluzione. Ma aveva paura: come non averne, quando anche Xellos aveva indietreggiato terrorizzato davanti al solo nome di Leniars? Suo fratello racchiudeva non solo la potenza magica di quell’elfo ancestrale, ma anche la sua coscienza... poteva un diciassettenne cresciuto negli agi di una corte, lontano dal mondo, contrastare una forza di quel tipo? Anche quei ragazzi probabilmente si chiedevano la stessa cosa... e avevano deciso di credere in lui, nonostante non lo conoscessero. E lei? Lei era sua sorella... lontana da 13 anni, ma pur sempre sua sorella... “Che codarda!” si rimproverò. “Non voglio concedergli la mia fiducia, solo perché non sono in grado di fidarmi di me stessa. Ma siamo due persone diverse, e lui merita molto di più”. –Io... io credo in Will...- mormorò decisa.

   -Anche io credo in me stesso!- esclamò Will sorridente, che si era avvicinato abbastanza da sentirla. –Grazie... non hai idea di quanto sia importante per me...- disse chinandosi a baciare la sorella sulla guancia, che di botto divenne rossa. Stupita la ragazza sollevò lo sguardo su Will: quel dolce sorriso, gli occhi socchiusi appena... era il sorriso della loro madre... –Allora? Che stiamo aspettando? Io non ho mai visto la nebbia, e sono curioso di sapere com’è fatta!- riprese allegramente il giovane, rivolgendosi agli altri.

   Lo sciamano sospirò facendo spallucce: -E’ incredibile quanto entusiasmo possa dimostrare nonostantetutto...-

   -Forse è meglio così, non trovi Zel?- Gourry osservava sorridente il ragazzo che trotterellava davanti a loro lungo il sentiero, canticchiando filastrocche senza senso.

   -Xellos...- Lina si affiancò al demone, camminando a passo spedito dietro i compagni, -Raccontami del tuo incontro con Leniars-

   Il Priest socchiuse gli occhi violetti, fissandoli sulla schiena del giovane discendente del Cavaliere d’Oceano. –Fu durante i primi tempi della guerra al Gran Demone. Oceano l’aveva arruolato per organizzare al meglio i draghi che combattevano al suo fianco. Era una sorta di supremo generale, che eseguiva alla lettera gli ordini del suo superiore. In poco tempo divenne famoso, e sopratutto temuto: guidava i draghi in modo impeccabile, a causa sua subimmo grosse perdite. Da solo eliminò il sottoposto di Dolphin. Sì Lina, a quell’epoca Ren non era ancora nessuno. Basra era molto più abile di lui, e ovviamente Ren lo odiava, perché voleva il suo posto. Anche se gli diede del filo da torcere, Basra non riuscì ad eliminare Leniars, e fu distrutto da quel maledetto elfo- Xellos rimase silenzioso per qualche istante, continuando a fissare Will con intensità. –Era molto potente Lina. Molto più di quanto anche io potessi immaginare. Mi conciò piuttosto male, devo ammetterlo- il demone sorrise, senza avere però quel sorriso negli occhi, -Impiegai più del previsto a riprendermi. E nel frattempo venni a sapere che quello sbruffone aveva sfidato direttamente Shabranigdoo, e poco c’era mancato che non lo eliminasse sul serio, cancellando però ogni cosa... Sai che significa, vero Lina?- ora il millenario demone spostò lo sguardo intelligente e sarcastico sulla maga. Lina spalancò gli occhi, sbalordita: se quello che pensava era vero, allora... allora Leniars aveva fatto ricorso a... –Un Giga Slave?- sussurrò con il fiato mozzo.

   -Io credo proprio di sì... non ne posso essere certo. Nessuno sopravvisse, tranne lui e Shabrabigdoo. Sono gli unici a sapere di quale incantesimo si trattò, e in quale modo fu arginato per evitare che tutto scomparisse nel Caos...-

   -Quell’elfo... ha utilizzato un incantesimo pericoloso come un Giga Slave? Ma come è possibile?- rifletté la maga scuotendo la testa.

   -Vedi Lina, gli elfi ancestrali erano diversi da quelli che conoscete voi umani oggi. Certo, la vita per loro era importantissima, in ogni momento si sforzavano di proteggerla. Ma non si facevano troppe remore quando si trattava di combattere, soprattutto se i nemici eravamo noi, capisci?- il demone socchiuse gli occhi, e tornò a guardare davanti a sé. –In realtà, quelli che parteciparono alla guerra furono pochissimi... li potresti contare sulle dite di una mano. Non amavano battaglie e scontri, ma quei pochi che avevano il coraggio di affrontarle, erano implacabili. Gli altri per lo più si limitavano a difendere le loro comunità, e quelle degli uomini, grazie ai loro poteri che attingevano alla stessa fonte dei poteri dei draghi. Un elfo ancestrale poteva fare ricorso a piacimento a quella che voi considerate magia bianca e magia nera, allo stesso livello dei draghi e dei demoni. La separazione al loro interno fu successiva alla guerra al Gran Demone: alcuni cominciarono a temere ogni fonte di magia oscura, e allontanarono per timore chiunque ne facesse ricorso. Gli elfi che decisero di continuare ad usarla, vennero bollati come elfi oscuri, come sono ancora conosciuti dopo secoli- Xellos rimase in silenzio. Lina annuì concentrata, riflettendo sulle parole del demone.

 

   -Eccola, deve essere quella!- Zelgadiss si era fermato appena alle spalle di Will, che con il fiato mozzo guardava verso il basso, dove si stendeva un’enorme valle solcata da un piccolo torrente luccicante.

   -E’ una depressione!- esclamò Ameria.

   Lina si arrestò, osservando la vallata sottostante. Ampia, si stendeva a perdita d’occhio davanti a lei: il torrente che la attraversava era poco più di un serpeggiante nastro verde scintillante, e al momento la nebbia non era che una patina opaca così bassa da essere appena visibile. Sicuramente il nome che le era stato dato, Valle della Nebbia, doveva riferirsi a fenomeni molto più intensi di quello... la presenza di falde sotterranee e l’umidità che formava una cappa in quel bassopiano, dovevano dare adito a nebbie soprattutto la mattina e la sera, quando la temperatura si abbassava, e il terreno rilasciava calore intriso di vapore.

   Lentamente la vena sulla sua fronte si mise a pulsare... –Zirna?- chiamò a denti stretti. La ragazza si avvicinò a Lina. La maga con uno scatto fulmineo l’afferrò per il collo del mantello: -‘Passiamo di qua per risparmiare due giorni’... dove ho sentito queste parole?- cercò di mantenere una certa calma, anche se i suoi occhi fiammeggiavano. Con totale indifferenza Zirna si fece sballottare da Lina: -Cosa c’è che non va?- chiese atona.

   -Cosa... cosa c’è...? Ora voglio spiegarti una cosa... siamo almeno 10 metri sopra il livello della valle... sai che vuol dire? Che dovremo scendere da qui usando la levitazione...-

   -Embè?- fu l’unica risposta della poco loquace ragazza.

   Lina mollò la presa sul suo mantello, fissandola stupita: -Come sarebbe a dire ‘embè’? Probabilmente l’entrata della Valle che avevamo scelto prima dei tuoi cambiamenti di programma era un pendio, non uno strapiombo! E 10 metri non sono pochi, soprattutto per chi soffre di vertigini!- gridò esasperata. –Ma tu non ci hai pensato, vero? Comincio a chiedermi se per caso tu non abbia parentele con Gourry...-           

   -Lina... credo di dovermi sentire offeso...- disse lo spadaccino, un’enorme goccia di sudore sulla tempia.

   La pallida ragazza la fissò con serietà: -Lina... Lina tu... soffri di vertigini?-.

   La maga con un tonfo cadde al suolo gambe all’aria, ma fu lestissima a scagliarsi di nuovo contro Zirna: -Ma lo fai apposta? Non sono io che ho problemi con le altezze, è tuo fratello!-

   -Lina! Così la strozzi!- Ameria si precipitò a fermare la maga, facendole lasciare la presa sul colletto del Fantasma. Zirna si ricompose, tossicchiando e guardando il fratello poco convinta di ciò che aveva detto la maga. –Will...?- chiese, un sopracciglio alzato.

   -Ehm... l’altezza e il mio stomaco non sembrano andare un granché d’accordo...- affermò il principe con imbarazzo.

   -Lina, è normale che l’abbia dimenticato... in quel momento lei era il Fantasma. Probabilmente ciò che accade mentre è in versione demoniaca non se lo ricorda...- tentò di spiegare Ameria.

   -V... versione demoniaca...?- sulla pallida guancia della ragazza interessata comparve una goccia di sudore.

   -Ok, ok... Ora dobbiamo pensare a come portarlo di sotto...- Lina prese a camminare avanti e indietro, fissando la valle, poi Will, e lo strapiombo su cui si trovavano. –Will, tu non guardare di sotto...- cominciò la maga.

   -T... troppo tardi!- bofonchiò il ragazzo, distogliendo lo sguardo dall’alta parete di roccia. Prese a tremare, allontanandosi, per quanto gli era possibile, dal margine del dirupo.

   -Ecco... appunto- Lina sospirò, reggendosi la fronte con la mano, mentre una goccia di sudore scendeva lungo la sua guancia.

   -Will... vieni, siediti qui- Ameria lo prese per un braccio, aiutandolo a mettere più distanza possibile tra il suo corpo e il volo di 10 metri giù dal precipizio.

   -Eh eh eh... sto per vomitare...- mormorò con un filo di voce e un sorriso forzato sulle labbra, mentre si sedeva con gambe tremanti e sudore freddo in fronte.

   -Non avevo idea che...- cominciò Zirna, accorrendo accanto al fratello.

   -Oh... passerà. Lasciatemi qui un momen...-  Will trattenne un conato.

   -Ma tu guarda la dignità di un principe dove va a finire...- commentò Zelgadiss sarcastico, le braccia al petto, fissando divertito il ragazzo che era diventato pallido come un cencio.

   -Zel, non infierire. Tutti hanno le proprie debolezze, no?- Gourry cercò di essere accondiscendente, ma fissava il principe con preoccupazione.

   -Non agitarti, calmati, o darai spazio a quel tuo fastidioso antenato, ok?- Lina si era inginocchiata accanto al ragazzo, controllando che il ciondolo non brillasse. Fortunatamente, nonostante il momento di debolezza, Will sembrava resistente, e la pietra non brillava. Per il momento non dovevano preoccuparsi di Leniars.

   -Mi dispiace... io non sapevo...- cercò di giustificarsi Zirna, passando un fazzoletto (rigorosamente nero) sulla fronte del ragazzo.

   -Bha, ormai siamo qui, dobbiamo cercare un modo di farlo arrivare fin laggiù...- Zelgadiss si spostò ad osservare il dirupo. –Potrebbe tentare con il free climbing...- sghignazzò.

   -Zel, non sei per niente divertente. Hai così tanta voglia di affrontare un elfo ancestrale impazzito che odia gli esseri umani? Sai, io non ci tengo particolarmente...- Lina si avvicinò allo sciamano, che con un mezzo sorriso stampato in faccia commentò: -Ma come è possibile Lina? Pensavo ti piacessero le sfide! O preferisci continuare a vedertela con demoni e affini? A me sembrava un’ottima variazione di programma, una volta tanto-

   -Risparmia il tuo sarcasmo Zel... ora abbiamo un problema da risolvere, e non possiamo stare qui tutto il giorno a rifletterci sopra- Lina incrociò le braccia, pensierosa. –Potrei fargli uno Sleeping... così dovremmo riuscire a portarlo di sotto più facilmente...- rifletté.

   -Posso sempre portarlo io...- si propose Xellos. –Per quanto debole, uno Sleeping lo farebbe dormire per un paio di ore, e vorrei sapere chi di voi intende portarselo in spalla...- il demone la fissò sorridendo furbescamente.

   -Xellos, fammi il piacere di non dire baggianate! Non ti affiderei nemmeno la vita di un’ameba, figuriamoci quella di Will!-

   -Ame...che?- domandò Gourry, grattandosi il capo.

   -Non ti sforzare Gourry, dopo te lo spiego- sospirò la maga. –E poi per chi mi hai preso? Per una stupida incompetente? E’ rischioso fare qualsiasi tipo di incantesimo su di lui... anche un semplice Sleeping potrebbe avere qualche effetto su Leniars. Se tu lo trasportassi là sotto tramite i tuoi metodi da demone, rischieresti di plasmare la magia che possiede in direzione della magia demoniaca. E non sono sicura di voler fronteggiare un elfo oscuro così potente...- il sorriso astuto di Lina si fece più ampio quando vide che Xellos continuava a sorridere: -Non ti si può gabbare in alcun modo, eh Lina? Beh, io ci ho provato...- disse grattandosi la nuca.

   -Ma Lina... se non possiamo nemmeno con uno Sleeping...- cominciò Ameria.

   -Non importa... chiuderò gli occhi e proverò a pensare ad altro...- William si era rialzato, reggendosi ora meglio sulle gambe, anche se i suoi occhi correvano con preoccupazione al precipizio. –Non voglio rischiare di rendere più potente il mio bisnonno... piuttosto vedrò di non avere paura, e cercherò di non dare ascolto al mio stomaco- sorrise poco convinto il principe.

   -D’accordo Will. So che puoi riuscirci. Pensa a qualsiasi altra cosa e tieni gli occhi chiusi. Zirna, lo porti tu di sotto? Zel, io e te portiamo Gourry- senza aspettare altro, la maga afferrò lo spadaccino per un braccio, mentre la chimera lo reggeva per l’altro.

   -Ehi... andateci pianooooo!- gridò Gourry. In quattro anni di incredibili viaggi con Lina e gli altri due compagni, era stato trasportato in volo molte volte, ma ciò non toglieva che preferisse stare con i piedi bene a terra. I tre amici scomparvero oltre l’orlo del burrone, cominciando a scendere lentamente verso la sterminata valle.

   -Ti serve una mano?- chiese Ameria, avvicinandosi alla pallida ragazza che stava cercando di sostenere Will: ogni passo verso il vuoto rendeva le sue gambe più molli di un budino. –No, ce la faccio da sola- rispose un po’ scorbutica Zirna. “Almeno se cadremo eviterò che qualcun’altro si faccia del male...” pensò in realtà. Quando guardò la principessa, si accorse che la risposta in qualche modo l’aveva ferita, e cercò di rimediare: -Grazie comunque. Will non è pesante per me. Tu raggiungi pure gli altri, noi ci metteremo un po’, temo- concluse lanciando un’occhiata al volto di Will, cinereo e concentrato. Ameria annuì: -Levitation- si accinse a scendere verso terra.

   -Bene fratellino. Ora vedremo quanto il tuo stomaco può reggere!- sorrise a Will, nel tentativo di distrarlo, ma il ragazzo quasi batteva i denti. “Avremo dovuto non lasciargli il tempo di pensarci su troppo... la paura cresce con l’attesa” pensò, preoccupata. –Allora, aggrappati bene a me, tieniti saldo, chiudi gli occhi e pensa a qualsiasi altra cosa. Andiamo!-

   Will si aggrappò alla sorella stringendola convulsamente, piantando le unghie nella carne e mozzandole quasi il respiro. –Appoggia la testa sulla mia spalla... bravo, così, altrimenti con la criniera che ti ritrovi non vedo niente- Lentamente si alzò in volo, e prese a discendere vicino alla parete rocciosa. –Pensa ad altro, tieni gli occhi chiusi...- continuava a sussurrare all’orecchio del ragazzo spaventato.

   “Pensa ad altro... un pollo... arrostito con gli aromi di Lanthas, e rosmarino in abbondanza... un contorno di insalata e pomodori rossi e maturi... pomodori...” pensava Will, stringendo gli occhi a tal punto da sentire quasi dolore. –Aaaahhh!- si mise a gridare, agitandosi convulsamente, mentre Zirna lo circondava con le braccia nel tentativo di calmarlo. –Will... stai buono... non riesco se fai così...- la ragazza cominciò a perdere la concentrazione, la discesa si fece più veloce.

   -Aaaahhhh!- il principe continuava a gridare, cercando di divincolarsi dalla stretta che voleva salvargli la pelle. –Non voglio spiaccicarmi come un pomodoro!- urlò in preda al panico.

   -Maledizione Will! Sei impazzito? Se continui ad agitarti finiremo entrambi spiaccicati!-

   -Ma che combinano quei due?- Zelgadiss indicò i due fratelli, guardando in su, con un gocciolone di sudore lungo la tempia.

   -Bè, Zirna aveva fretta, avrà accelerato...- suppose Lina, terminando il Recovery sulla testa di Gourry... che ehm... aveva accidentalmente fatto sbattere a terra durante l’atterraggio...

   A pochi metri dal suolo, Zirna perse del tutto il controllo sull’incantesimo, e finirono con un tonfo col sedere a terra. Will sconvolto si guardò in giro, e tastò il terreno sotto di lui, abbandonandosi ad un sospiro di sollievo. La sorella lo guardò arrabbiata: -Razza di zuccone! Ti avevo detto di non avere paura, che avrei sistemato tutto io!- si alzò in piedi con fatica, massaggiandosi la schiena dolorante per la caduta.

 

   -Zuccone! Di cosa hai paura ancora? Ci penso io Willy- sua sorella lo affiancò, la piccola spada di legno che usava per giocare protesa in avanti. Aveva appena compiuto 8 anni sua sorella, ed era brava in ogni cosa, lui l’adorava come un fratellino minore può adorare la sorella maggiore che lo copriva sempre nelle marachelle e lo proteggeva da ogni insignificante pericolo che poteva spaventare un bimbo di 3 anni e mezzo.

   -Zinna Zinna! Ho paua de seppente!!! Mi vole moddee!- singhiozzò William rifugiandosi dietro di lei, aggrappandosi alla sua sottana.

   -Willy, ma quando imparerai a pronunciare bene il mio nome? Uf, dov’è il serpente?- chiese la bambina, squadrando il prato alla ricerca del rettile.

   -E’ lì... lìììì!- gridò il bimbo spaventato.

   Zirna vide il serpente, e si avvicinò furtiva. –Tu volevi fare male al mio fratellino?- un sorriso sarcastico si dipinse sulle sue labbra rosate, -Ora ti sistemo io!-. La biscia, notando il movimento, tentò di scattare in avanti per affondare i denti nell’avversario, ma la piccola spada in legno della bambina la colpì con tale forza, che la testa schizzò via, lasciando il resto del corpo del rettile a contorcersi negli ultimi spasmi muscolari. –Visto Willy? Non devi avere paura, ci sono io che ti proteggo! E quando sarai più grande, sarai coraggioso e forte anche tu!- Zirna si volse verso il fratellino spaventato. Il sorriso dolce che gli rivolse, gli occhi blu come i suoi, erano doni della loro splendida madre, Ester, la regina del regno di Lanthas.

 

   -Che hai da sorridere a quel modo? Non l’avrai fatto apposta, vero?- Zirna lo fissò dall’alto in basso con uno sguardo poco rassicurante.

   -No, no assolutamente... stavo pensando ad una cosa... accaduta molto tempo fa...-

   -Uh?- la bianca ragazza vestì un’espressione incuriosita.

   -Voi due, avete finito? Siete interi? Abbiamo potuto constatare che Will non riesce proprio ad andare d’accordo con la levitazione, eh?- ridacchiò Lina avvicinandosi. –Complimenti Zirna! Hai avuto la costanza di tenerlo stretto... io lo avrei scaraventato giù!- la maga le strizzò l’occhio, e le diede una pacca sulla spalla.

   -Ah!- si lamentò Zirna con una smorfia di dolore.

   -Bè, che ti prende ora?- chiese Lina ritraendo la mano in fretta.

   -Credo che Will sia riuscito a scorticarmi dalla paura- disse Zirna stringendo i denti.

   -Oddio... non volevo...- Will si alzò e si avvicinò preoccupato alla sorella.

   -Lascia stare... abbiamo già perso fin troppo tempo!- la pallida ragazza ammantata di nero si voltò, facendo frusciare le vesti, e si mise in testa alla comitiva inoltrandosi nella valle.

 

   La nebbia si alzava dal terreno come un mostruoso essere di vapore. Macchiava la terra a chiazze chiare, e sollevava le sue spirali come tentacoli, avviluppando le gambe di chi, silenzioso e timoroso, attraversava il suo territorio. Giocava con le pieghe degli abiti, sfruttando gli incavi dei tessuti per risalire fino al ginocchio, scomponendosi ad ogni passo.

   Nel cuore della valle il sole era ormai un ricordo lontano. Tutto quanto era della stessa tonalità grigiastra, e la nebbia che prima era bassa e localizzata in prossimità del suolo, ora era una sorta di muro impenetrabile.

   Fino a pochi istanti prima Zirna era stata davanti a lei, a guidare la marcia in quell’opaco mondo, ma ora Lina non la vedeva più e se ne accorse così all’improvviso che si bloccò all’istante. Dietro di lei, Ameria investì la sua schiena, gemendo per l’urto inatteso. –Lina... cosa c’è?- chiese allungando una mano incerta verso le sue spalle, per capire se l’amica era ancora davanti a lei.

   -Ci siamo tutti?- chiese allarmata la maga.

   -Eh?- domandò senza capire la principessa, che agitava la mano davanti a sé per tentare di allontanare la nebbia e mettere a fuoco l’amica.

   -Gourry? Zel?- chiamò Lina, cercando invano di guardarsi intorno.

   -Io ci sono Lina- rispose la chimera dalla sua sinistra.

   -Gourry?-  chiamò di nuovo.

   Dal muro grigio emerse una mano che tastava l’aria: -Lina, dove sei?- chiese lo spadaccino. La sua mano toccò qualcosa di solido, e comprese di aver trovato i suoi amici. Non gli fu mai rivelato per quale motivo Lina lo avesse colpito con un incantesimo e avesse gridato il suo nome indignata.

   “Così impari a toccarmi il seno! Cervello di medusa!” pensò, completamente arrossita, mentre recuperava lo spadaccino nella nebbia, e cercava di legare una corda alla vita di tutti e quattro.

   -Zirna! Will!- ricominciò a chiamare. Zelgadiss, Ameria e Gourry la imitarono, e tutti invocarono i due fratelli a squarciagola, senza muoversi di un millimetro.

   Solo una voce rispose, impaurita: -Lina! Non vi vedo! Dove siete?- il principe di Lanthas gridava da un punto imprecisato dietro di loro.

   -Continua a parlare Will! Ti veniamo a prendere!- gli urlò la ragazza. “Maledizione... avrei dovuto avere l’accortezza di pensarci prima ad una eventualità simile... Non immaginavo che la nebbia potesse davvero essere così fitta... sembra quasi innaturale” si rimproverò la maga.

   Con cautela si mossero in direzione della voce, continuando a chiamare Zirna di tanto in tanto, ma senza ottenere risposta.

   -Cosa dico? Di cosa ti parlo? Scusa Lina... ma mi sento un po’ stupido a parlare a vanvera!- gridò Will.

   -Come se non lo facesse mai...- mormorò la maga, con una goccia di sudore lungo la guancia. –Se non ti fai sentire come dovremmo fare a trovarti? Dì qualsiasi cosa! Canta! Che vuoi che me ne importi!-sbuffò, deviando leggermente a sinistra da dove era giunta la voce.

   D’improvviso si ritrovò con un volto cadaverico a un centimetro dal suo naso... Lina cacciò un urlo acutissimo e balzò indietro, finendo tra le braccia dello spadaccino e tremando come una foglia. Una risata si levò dal cadavere: -Ah ah ah! Dovevi vedere la tua faccia! Eri terrorizzata!- Zirna stentava a trattenere le risate.

   Non appena comprese cosa era accaduto, sentendo la voce del Fantasma che la canzonava a quel modo, Lina si scostò da Gourry e tentò di individuare la bianca ragazza: -Tu! Ma ti sembrano scherzi da fare? Sei... sei degna allieva di quell’idiota di Xellos!- le gridò minacciandola (sempre se si trovava ancora di fronte a lei...) col pugno serrato.

   -Ehm... Lina, dobbiamo cercare Will- la avvisò Ameria: la voce del giovane non si sentiva più.

 

   Lina aveva detto di parlare per guidarli, e lui si era messo a canticchiare la canzone della Festa dell’Autunno a Lanthas, la stagione che preferiva... nel castello tutti erano sempre presi dai preparativi per questa grande festa, e immaginava che anche nella capitale, Landar, le persone si muovessero allegre per le strade intonando quello stesso canto che lui si era fatto insegnare da Irene... Irene, la figlia della cuoca... splendida, con i suoi capelli rossi corti e scompigliati, le lentiggini che spruzzavano interamente le sue gote, passando per il naso, e i suoi occhi verdi così intensi... quanti bei ricordi aveva legato a quella canzone... Ma ora... con quella mano premuta sulla bocca, e l’altra che gli afferrava le braccia e stringeva la vita, da toglierli persino il fiato, non riusciva a cantare... non riusciva a guidare i suoi amici fino a lui... La sua mente in confusione totale cercò di capire cosa fosse successo: chiunque lo stesse stritolando a quel modo, si era avvicinato senza il minimo rumore. Per quanto inesperto, il suo udito fine lo avrebbe senza dubbio sentito.

   -Non voglio farti del male- gli sussurrò all’orecchio, così sottovoce che Will per sentirlo dovette trattenere il respiro. Chi era? Cosa voleva? Il principe si concentrò, cercando di ricavare tutte le informazioni possibili dai sensi che era in grado di adoperare. La vista era fuori discussione: la nebbia era troppo fitta, e quell’individuo era dietro di lui, stringendolo con tale forza da non permettergli il minimo movimento. Il tatto... contro la sua schiena e le sue braccia sentiva una muscolatura sviluppata, in tensione... la mano che gli copriva la bocca dava la sensazione di poter portargli via la pelle del viso se solo lo avesse voluto. Aveva un guanto... di pelle... a mezze dita però, perché sulla gota sentiva il contatto con la pelle dell’uomo. L’olfatto... attorno a loro sentiva uno strano miscuglio di odori: di sale, e di vento fresco... Se Will avesse mai visto il mare, avrebbe saputo che quello era il suo odore. L’udito... anche se lo stava stringendo con grande forza, il respiro del suo assalitore era regolare... La sua voce era bassa e giovanile, gli aveva parlato con tono di chi vuole rassicurare, ma nello stesso tempo ottenere timore.

   Will si mosse tentando di divincolarsi, e come si era aspettato, la stretta sul suo corpo si fece maggiore.

   -Sta’ fermo. Ti cercano. Stai immobile e non fiatare- sussurrò di nuovo l’uomo.

   “Mi cercano? Certo che mi cercano, maledizione! Zirna... sarà preoccupata... devo contattarla!” pensò convulsamente, cominciando a temere davvero per la sua vita.

   -Niente telepatia... e non chiedere l’aiuto di Leniars- tornò a parlare l’uomo.

   Will sgranò gli occhi dallo stupore. Come sapeva della telepatia? E soprattutto, come sapeva di Leniars? Fino a qualche giorno prima non ne era a conoscenza nemmeno lui! Oh, certo, il fatto di averlo a far compagnia al suo cervello doveva avergli fornito qualche informazione anche inconsciamente. Nel momento in cui avevano scoperto di avere probabili parentele elfiche, si era accorto di averlo sempre saputo in qualche modo... anche se mai avrebbe sospettato (e mai voluto) che fosse proprio Leniars il suo antenato. E ora? Ora quel ficcanaso del bisnonno se ne stava zitto! Magari lui sapeva con chi aveva ora a che fare... eppure si faceva sentire solo quando voleva lui, e non c’era modo di interrogarlo.

   -Non voglio farti del male- cercò di rassicurarlo l’uomo.

   “Facile parlare quando si sta dall’altra parte, eh?” pensò con sarcasmo Will.

   Un’ombra passò a pochissima distanza da loro: anche se non riuscì a distinguere nulla, Will si sentì raggelare. Ma l’ombra proseguì senza nemmeno fermarsi, come se non li avesse per nulla percepiti.

   -Demoni... non agitarti e non ti individueranno-

   “Ah... questo tizio... si riferiva ai demoni? I demoni mi stanno cercando? Ma Zirna... Lina e gli altri... devo fare qualcosa per avvisarli!” rassicurato in qualche modo dal fatto che quel personaggio misterioso lo stesse in realtà aiutando, Will cominciò a preoccuparsi per i compagni.

   “Will... dove sei?” la voce di sua sorella squillò chiaramente nella sua testa. Non poteva risponderle, ma come se conoscesse i suoi pensieri, l’uomo prese ad avanzare lentamente, allentando un po’ la presa. Il principe percepì altre fredde ombre muoversi furtive nella nebbia, senza notarli. Doveva trattarsi di magia... un incantesimo che li schermava in qualche modo, rendendoli inindividuabili alle capacità dei demoni? Ma se le cose stavano così... quell’incantesimo su di lui, non poteva avere qualche pericoloso effetto su Leniars?

   Sentì dei passi... lenti, cauti... si erano accorti anche loro dei demoni... si preparavano forse a combattere? Come potevano, se non erano in grado di vedere ad un palmo dal loro naso?

 

   -LUCE!- gridò Gourry muovendosi un po’ incerto nella nebbia.

   -GOURRY! Ma sei impazzito?! Non hai più la spada di luce, e siamo legati dalla corda, se ti muovi così...- Lina venne interrotta da uno strattone improvviso alla fune che li univa dalla vita.

   -Lina! Ameria è inciampata!- l’avvisò la chimera, quasi cadendo sulla principessa che si lamentava per il poco delicato impatto con il suolo.

   -Accidenti, state fermi!- Gourry brandiva a vuoto la spada davanti a lui.

   -Idiota! Sono demoni, non l’hai capito? Con la tua spada non puoi fare nulla!- Lina strattonò lo spadaccino, nel tentativo di mettersi davanti ai compagni.

   -Lina! Non tirare!-

   -Ameria, alzati in piedi invece di lamentarti!- la rimbeccò la maga.

   -Un momento, mi sono storta una caviglia!- spiegò la principessa, che stava applicando un Recovery più velocemente possibile.

   -Non abbiamo tempo!- Zelgadiss si chinò dove presumibilmente si trovava Ameria, e dopo averle quasi infilato un dito in un occhio, riuscì a sollevare la principessa passandole un braccio sotto le spalle, e aiutandola a reggersi in piedi.

   -WIIILLLLLL?! Ragazzi, la voce prima veniva da questa parte! Corriamo! Non possiamo sperare di batterli, non si vede nulla in questa nebbia! Dannazione, avrei dovuto capire che era troppo fitta per essere normale! Ci hanno messo lo zampino!- Lina si mise a correre, trascinando i compagni.

   -Accidenti!- lo sciamano strinse i denti, non riuscendo a correre assieme agli altri, poiché Ameria ancora zoppicava. Sbuffando, la prese tra le braccia (e per fortuna la nebbia nascose il rossore imbarazzante che ricoprì il volto della ragazza...) e accelerò il passo, onde evitare di cadere anche lui, trascinato come era dalla corda che li teneva tutti quanti uniti.

   -Zirna, tu ci vedi?- chiese Lina proseguendo alla cieca: sapeva che la ragazza era accanto a lei, anche se era così silenziosa nella corsa quasi da non sentirsi.

   -No Lina! Non vedo nulla purtroppo! E Will continua a non rispondere!- replicò l’interpellata.

   Attorno a loro cominciarono a sentire risatine di scherno... i demoni si stavano divertendo!

   -Maledizione! Vi state prendendo gioco di me! Ora vi sistemo!- gridò Lina infuriata, decisa a scagliare un incantesimo ovunque, purché la smettessero di ridere. Si arrestò all’improvviso, e i suoi compagni le finirono sopra, trascinandola a terra in un groviglio di gambe e braccia.

   -Ma cosa ti è saltato in mente Lina!- la rimproverò la chimera, mentre cercava di rialzarsi scostando una gamba della principessa dalla sua spalla.

   -Vorrei ricordarti che potresti colpire anche mio fratello lanciando incantesimi all’impazzata!- aggiunse Zirna, mettendo le mani nell’ammasso di corpi, tentando di aiutare qualcuno ad alzarsi. Afferrò la caviglia di qualcuno e tentò di sollevarlo: -Lina, non sarai tu che pesi così tanto, vero?- chiese stupita.

   -Mettimi giù!- protestò Gourry, con la testa che sfiorava il terreno e le gambe in alto.

   -Che? Sei riuscita a sollevare Gourry? Ma come diavolo hai fatto? Sei un mostro!- commentò ammirata Ameria.

   -Non bastava la “versione demoniaca”... ora sono anche un mostro?- Zirna lasciò lo spadaccino, mentre una goccia di sudore (invisibile agli altri) compariva sulla sua tempia.

   -Ahio!- si lamentò la principessa di Sailoon massaggiandosi la testa dopo aver ricevuto un pugno dalla chimera che la sovrastava. –Ti sembrano cose da dire Ameria?- la rimproverò.

   -Zel! Lascia perdere le offese e togli i piedi dal mio mantello!- urlò Lina esasperata, tentando di rialzarsi.

 

   Poco distante, silenziosi come spiriti, Will e il tizio che lo tratteneva, ascoltavano allibiti l’assurda conversazione di un gruppo di umani che, circondati dalla nebbia e dai demoni, trovavano la forza di perdere tempo e rimbeccarsi a vicenda. Nonostante non  potesse vederlo, Will ebbe la sensazione che l’uomo dietro di lui cominciasse a sorridere...

   Improvvisamente quell’uomo lo spinse con forza verso le voci dei suoi compagni, e Will piombò addosso a Lina, facendola di nuovo a cadere a terra dopo che si era appena rialzata.

   -MA INSOMMA! CHI E’ STATO?- la maga era a dir poco furibonda... sopra di lei, Will si rialzò in fretta, evitando il pugno partito dalla ragazza per punire chi l’aveva fatta cadere per l’ennesima volta.

   -Lina, calma! Sono io!- si schermì Will, afferrandola per un braccio e strattonandola in piedi.

   -WILL??????- un coro di voci si levò dallo schermo grigio che aveva davanti agli occhi.

   -Ma dov’eri? Perché non rispondevi?- Zirna allungò una mano, trovando la spalla del fratello.

   -Poi ve lo spiego... adesso, se non vi dispiace... SCAPPIAMO!!!- il principe si lanciò in una corsa, trascinando Zirna e Lina, e quindi tutti gli altri.

   -Come fai a sapere da che parte dobbiamo andare Will?!- gridò Ameria, che era riuscita a curare la caviglia, e ora correva sulle sue gambe.

   Il principe rallentò... sempre di più... sempre di più... fece due passi camminando e poi si fermò.

   -E adesso che ti prende?- chiese Lina il cui braccio era ancora stretto nella mano del ragazzo.

   -Ehm... io non lo so dove devo andare...- mormorò imbarazzato.

   La nebbia coprì la scena, ma dal tonfo che udì, Will comprese che i suoi compagni erano finiti a terra gambe all’aria.

   -Il ragazzo... dobbiamo prendere il ragazzo...- voci nell’aria sembravano dense come la nebbia. Non ridevano più, ma si avvicinavano, li circondavano. Ed erano numerosi. Troppo numerosi, anche se senza dubbio solo uno era quello che aveva intensificato la nebbia, mentre gli altri erano forse dei mostri al suo servizio, capaci di muoversi senza problemi grazie probabilmente a qualche incantesimo effettuato su di loro dal demone.

   Lina strinse i denti: -L’unico modo per uscirne... è dall’alto!-

   -COSA? Di nuovo la levitazione? No Lina! Io non ce la posso fare!- Will sembrava più terrorizzato dalla levitazione che dai demoni che lo circondavano. –Possiamo combattere!- cercò di convincerla.

   -Oh oh oh... ma cosa vedo qui? Lina e compagnia bella in difficoltà?- la voce di Xellos lasciava intuire un probabile largo sorriso sul suo viso senza età.

   -Xel! Tu vedi, vero? Dove sono? Indicaceli, potremo sconfiggerli!- Will si voltò speranzoso nella direzione della voce del Priest.

   -Non dire assurdità Will!- lo redarguì Zirna, portandosi davanti al fratello, sperando di schermarlo alla vista del demone.

   -Oh... Zirna, ma che dici? Potrei aiutarvi... anzi, potrei pensarci io! Beh, ovviamente in cambio di qualcosa...- disse Xellos sornione, fissando i due fratelli con malignità. Un rumore insolito lo distrasse. Una campanella... tintinnava dalla nebbia... il demone non riusciva a percepire la presenza di nessun’altro oltre ai demoni attorno a loro.

   Inutilmente i compagni fissarono gli occhi nel punto da cui il tintinnio sembrava provenire.

   “Ti prego, fa che sia lui!” pregò Will, poi tirò il mantello della sorella davanti a lui: -Zirna, scaglia qualsiasi cosa in direzione di quel rumore!- le ordinò.

   -Che? Ma cosa...- protestò lei.

   -Fai come ti dico! E anche voi!- disse rivolgendosi agli amici dietro di lui. –Non fate domande! Presto!- li incitò.

   Quattro formule vennero recitate contemporaneamente...

   -Elmekia lance!- gridò Lina, subito seguita da Ameria, Zelgadiss e Zirna che avevano scagliato lo stesso incantesimo: -Ra Tilt!-

   -Bastardo lasciami!- sentirono il demone gridare, appena prima di essere colpito dall’incantesimo di Lina, e da quello di elevatissima potenza degli altri tre fruitori di magia messi assieme.

   La nebbia attorno a loro cominciò a farsi meno compatta, e finalmente riuscirono a distinguersi, anche se ancora tutto era sbiadito e opaco. Ora potevano anche scorgere le ombre dei mostri che li circondavano, e che dai movimenti incerti sembravano spaesati.

   -Ma certo! Eliminato il demone che li aveva resi in grado di vedere chiaramente, anche loro adesso sono nelle nostre condizioni!- comprese Lina, facendosi avanti.

   -Dov’è finito Xellos?- domandò Zirna guardandosi attorno con circospezione.

   -Abbiamo altro a cui pensare ora, che ad un demone guastafeste ed inopportuno come lui!- ruggì Zelgadiss lanciandosi verso il mostro più vicino: -Dire Brand!-

   -Non ho intenzione di perdere tempo! Ameria, con me!- ordinò Lina, mentre assieme gridavano l’incantesimo del Burst Rondò. Una miriade di sfere energetiche si propagarono dalle due maghe tutt’attorno a loro, andando a colpire i mostri che non riuscivano ad evitarle in tempo a causa della scarsa visibilità.

   -Bene!- esclamò Lina soddisfatta, non notando più alcun movimento tra i vapori. –E ora Will, dicci un po’ da dove è derivata la tua fulminante intuizione! Il suono di quel campanello, cos’era?- Lina fronteggiò il ragazzo, le mani sui fianchi, attendendo una spiegazione che doveva essere per lo meno realistica.

   -Beh, io ho sperato che fosse quell’uomo che mi ha protetto...- cominciò il ragazzo. Una manina si strinse attorno al suo polso. Will guardò verso il basso, e nell’atmosfera grigia non riuscì a comprendere COSA lo avesse afferrato.

   -Prendi il ragazzo... ho preso il ragazzo...ora non mi potranno più dire che sono uno stupido...- parlò la cosa. I compagni, eccetto Will, fissarono il ridicolo nemico con tanto di goccia sulle tempie.

   Will si accovacciò per arrivare circa all’altezza di due grossi e acquosi occhi, allungò una mano, e toccò l’essere sulla “fronte”. –E’ viscido!- disse a mezzo tra l’affascinato e il disgustato.

   -Certo che è viscido! Che cosa ti aspettavi da un uomo-pesce?- sbraitò Lina.

   -Uomo... pesce? Wow! Che bello! Lina, posso tenerlo?-chiese il principe puntando gli occhioni speranzosi sulla maga.

   -Ehi... ehi, io  ti ho catturato, intesi?- disse l’uomo-pesce stringendo il braccio del ragazzo.

   Sguardi di sufficienza di cinque persone si posarono sull’unico superstite del manipolo di mostri che fino a poco prima li aveva quasi in pugno. Lina sospirò, portandosi un dito alla tempia: -Uff! Palla di fuoco!- L’incantesimo colpì in pieno l’uomo-pesce, lasciando Will totalmente annerito per l’esplosione. Il principe spostò lentamente lo sguardo sul nemico... e fu Gourry a dare vita ai suoi pensieri: -Che splendido profumino!-

  

   Mentre osservava i suoi amici, e anche sua sorella, mangiare quello che rimaneva dell’uomo-pesce, Will si domandava se in realtà non si trattasse di una sorta di atto di cannibalismo... –Non potete...- aveva cercato di fermarli, solo per sentirsi rispondere da Zirna: -Will... ricordi tutti quei bei conigli che mastro Tan allevava, e ci faceva vedere appena nati? Ricordi quanto ti piaceva quell’arrosto che ti feci assaggiare anche se eri troppo piccolo?- senza aggiungere altre spiegazioni, la ragazza aveva passato al fratello un  trancio del pasto pseudo-ittico. Il principe l’aveva afferrato, e morso... Era buono! Dopotutto, voleva catturarlo...

   -Bè, un po’ brutale, ma il tuo metodo sembra averlo convinto!- Gourry strizzò l’occhio a Zirna, che lo fissò per un momento e tornò poi ad interessarsi al suo pasto.

   -Io penso che sia sempre lui... quello che arriva ovunque prima di noi. Comincio a credere che sia una specie di “angelo custode”... insomma, ci ha aiutato più volte. Mi ha salvato la vita mentre ero rimasto solo nella nebbia...- riprese Will non appena ebbe terminato senza più alcun ritegno la terza porzione di uomo-pesce...

   -Quindi tu hai pensato che fosse lui a suonare quella campanella- affermò Lina.

   -In fondo abbiamo sentito tutti che qualcuno stava trattenendo il demone, no? Sì, sono sicuro che è stata opera sua!- annuì convinto.

   -Io non mi fiderei troppo di questo fantomatico angelo custode Will. Con ogni probabilità ha qualche interesse personale ad agire come sta facendo... inoltre mi piacerebbe molto sapere come ha fatto a salvarti la vita...- Lina corrugò la fronte.

   -Mi ha bloccato tappandomi la bocca e dicendomi di non usare la telepatia. I demoni passavano oltre come se non percepissero la nostra presenza...-spiegò Will con incertezza.

   Zirna annuì e prese la parola: -Ha azzerato il potenziale. Anche i demoni possono farlo, e chi è potente a sufficienza, può tramite controllo fisico e mentale azzerare anche il potenziale di un’altra persona.-

   -Quindi tu ritieni che possa essersi trattato di un demone?- chiese Zelgadiss mentre si rialzavano e si rimettevano in cammino.

   -Non ho detto questo. Anche se potrebbe esserlo. Molto abile a dire il vero, se Xellos non è in grado di comprendere di chi si tratta. No, forse non è un demone... il mio maestro- fece una pausa, arrossendo, -il mio EX-maestro non avrebbe tutte queste difficoltà se si trattasse davvero di un demone...-

   -Vorrei non sentire quella nota di ammirazione nella tua voce quando parli di Xellos... per quello che mi riguarda, può anche togliersi dai piedi. In questa occasione si sta mostrando solamente un parassita! Altre volte, in qualche modo poteva tornarci utile, ma qui chi capisce qualcosa è bravo! Temo che Ren stia agendo all’oscuro di tutti...- rifletté Lina.

   -Forse è proprio per questo motivo che manda dei sottoposti così scarsi... che ne pensi Lina? Se nessuno deve sapere le sue intenzioni, gli unici che può assoldare sono mercenari, che svolgono il lavoro senza chiedere nulla...- suggerì Zelgadiss.

   -Potrebbe essere vero...- Lina corrugò la fronte, pensando che doveva essere così. Xellos non sapeva nulla. E questo voleva dire che Xellas non sapeva nulla. Per quanto tra i signori dei demoni non esistesse un eccessivo cameratismo, se c’era in ballo qualcosa di così grande da richiedere un Giga Slave, un elfo ancestrale, e una ragazza semi-demone, senza dubbio Xellas lo avrebbe saputo. Quindi la spiegazione poteva essere solo una: Ren aveva uno scopo conosciuto solo a lui, e non rivelato nemmeno a Dolphin. Facendo credere a tutti di voler eliminare il pericolo che Zirna rappresentava per loro, e voler catturare Will per i suoi esperimenti, Ren si era creato un alibi, e Xellos viaggiava con loro per scoprire a cosa mirava in realtà. Lina poteva immaginare che il Priest voleva ottenere informazioni da passare alla sua padrona, ma doveva avere certezze: Xellas di sicuro non doveva essere molto accomodante con chi non le portava prove concrete. In fondo, un altro scontro tra signori dei demoni non sarebbe stato utile... e accusare il Priest di Dolphin non era una mossa saggia per evitare uno scontro simile... –Zirna, presto. Voglio uscire da questa valle nel minor tempo possibile!- Lina si affiancò alla pallida ragazza, che controllò la carta, la posizione del sole, e poi annuì, mettendosi alla testa della comitiva.

    

 

            

         

  
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