DISCLAIMER: sfortunatamente nessuno dei personaggi mi appartiene, né sono mai venuta in contatto con loro. La caratterizzazione dei personaggi e i fatti narrati sono frutto della mia immaginazione e assolutamente non reali. Non intendo offendere nessuno e non traggo alcun guadagno dalla stesura di questo racconto.
One-shot senza pretese, scritta qualche tempo fa dopo aver visto questa foto.
Varie citazioni, tradotte in italiano, da canzoni dei Placebo.
*
Sarò tuo. Ricordi? Te
l’ho promesso, tanto tempo fa. E vederti davanti a un milione di persone, perché
tutti possano osservarti da vicino e ammirare il tuo sorriso, mi riempie di un
sentimento troppo forte per essere contenuto a lungo. La chiamano gelosia.
Tu sei la sola. È tutto quel che penso, mentre ti guardo. Te ne stai lì,
davanti a tutta quella gente, resti immobile e indifferente; ma hai paura dei
loro sguardi. So che hai paura. Sono in soggezione quanto te, ma voglio
aiutarti. La prima cosa che mi viene in mente di fare è tenderti una mano, darti
un appoggio, far sì che tu ti senta a tuo agio; ma sono il primo ad aver bisogno
di te.
Aiutami. Dobbiamo soltanto fingere che tutta questa gente non ci sia. Il
mio sguardo saetta su di te per un momento. In un impeto ti abbraccio, ti
stringo. Ogni singola parte di me è tua, adesso.
Non andare, non lasciarmi. Vorrei stringerti più forte, vorrei che ogni
centimetro del tuo corpo si intrecciasse con il mio. E non è giusto, perché ho
atteso troppo a lungo perché, finalmente, tu fossi mia.
Resta con me. Rinnovo la mia promessa, in fondo è questo il mio unico
pensiero da quando le nostre strade si sono incrociate. Le mie mani scorrono sui
tuoi fianchi e non rispondi che con un gemito acuto; io tremo. Forse te ne sei
accorta, stretta al mio petto.
Proteggimi. È quello che fai da sempre, da quando ti ho vista per la
prima volta. Lo stai facendo anche ora: sembra che ti abbiano creata per questo.
Per proteggermi dai miei desideri. Non sempre riesci, però. Trattieni il
respiro, conta fino a dieci. Le mie dita scorrono su di te e tu gridi con tutta
la tua voce. Poi è silenzio; ma tremi ancora tutta, e il sole non ha smesso di
riflettersi sulle tue curve lucide.
Non sono niente senza di te. Non pensavo di avere ancora qualcosa da
scoprire di te, e invece eccomi qui, a stringerti come un bambino, e rendermi
conto di quello che sei per me, di quello che sei diventata il giorno in cui ti
ho vista in quel negozio all’angolo, di ciò che ho sentito quando per la prima
volta ho lasciato scorrere le dita sulle tue corde, e tu mi hai risposto con la
tua dolce melodia.
Sorrido, e sono sicuro che stai facendo lo stesso, sotto quella corazza.
Non sono niente senza di te.
Io non sono niente senza di te.