Questa avrebbe dovuto
essere una
Matt/Mello...
Ahh, la vergogna! Ahh, l’abominio! XD
Baah, nonostante tutto, la fan fiction in generale mi soddisfa
– ovviamente
sappiamo tutti l’incidenza di Linda, quanto quindi possa il
suo personaggio
essere aderente a sé stesso XD. Io ci ho provato, gente: la
vita è fatta di
scale, c’è chi scende e chi rotola per tutti e i
centottanta gradini
continuando a pestare i gomiti e le ginocchia.
Vi amo, lo sapete? E ancora di più adoro Noemi, grazie alla
quale questa
piccola raccolta senza capo né cosa è finita fra
le scelte. Potete crederci? Io
noo!, mi rifiuto XD!
Dai, buona lettura ;D
Prompt: Intermezzo [002].
Pairing: Matt&Linda.
Citazione: Virginia Woolf.
Paranoid
android,
«Senza alcuno sforzo penetravano a
vicenda nel proprio spirito».
Matt non chiedeva molto dalla vita:
sigarette, un
computer pronto ad aprirsi di fronte a lui come un fottuto Mar Rosso e,
quando
proprio andava di lusso, un divano. Un paio di birre il
venerdì sera e sul
divano ci avrebbe ballato.
Inutile ricordare il buio e l’aria cambiata attraverso un
buon sistema di
ventole – i clienti sapevano bene di avere a che fare con il
classicissimo
genio bastardo e complessato; gli facevano quindi avere quel che
chiedeva,
insieme con una discreta somma di denaro o, decisamente più
apprezzate e
«produttive», informazioni.
Noto al pubblico con differenti nomi, il più diffuso:
Ryuzaki, Mail era insoddisfatto
e reso sempre più inquieto da quella continua ricerca.
«Andrà
tutto bene»,
lo aveva salutato Linda;
parole accompagnate da un materno
bacio sulla fronte.
Lei che sapeva sempre un dannatissimo
passo avanti a lui, nella comprensione dell’umano cruccio.
Lei che sorrideva con dolcezza quando i nuovi bambini chiedevano
timidamente
aiuto e che rideva di gusto quando l’aspirante L. di turno
sfidava apertamente
i primi della graduatoria.
[Lei che piangeva, stringendo al petto
un paio di occhiali
da motociclista con
le lenti rotte.]
«Sicuro»,
aveva esclamato in risposta.
Tuffandosi all’indietro sul piccolo divano grigio che si era
conquistato,
soppesa con gli occhi e con la mano il cellulare spento.
Digita il numero senza guardare i tasti – se lo facesse,
molto probabilmente
finirebbe col darsi dello stupido e attaccare prima che lei abbia avuto
il
tempo di rispondere, rimandando per l’ennesima volta la
telefonata.
Avvicina poi la cornetta all’orecchio.
Se la Fortuna volesse perseverare nella propria azione, non farebbe
rispondere
la donna come non gli permette di rintracciare Mello.
«Pronto?»,
sembra aver cambiato idea,
«Matt?»
Tossisce un sorriso per nulla convinto, poi recupera le parole dal fumo
in cui
si sono perse.
«Risposta corretta».
Senza pensarci troppo, recupera dal marsupio che ha gettato sotto il
tavolo gli
occhiali che lei stessa gli ha affidato il giorno della separazione.
«Come...»
Percepisce nella sua voce una nota d’insicurezza. «Come va?»
Annuisce, ridendo poi non appena ricorda che Linda non può
vederlo.
«Meglio;
tu?»