Titolo: Limbo
Rating: Verde
Genere: Introspettivo, triste
Personaggi: Leah Clearwater
Nota: Drabble (94 parole)
Introduzione: Leah non avrà un lieto fine, già lo sa. L’unica cosa che può fare è scappare. E tentare di salvare sé stessa prima che sia troppo tardi per tornare indietro.
…
Limbo …
Odio e amo. Potete pure
chiedermi perché: io non lo so.
Non lo so, ma lo sento e mi torturo.
[Catullo]
Non lo so, ma lo sento e mi torturo.
[Catullo]
Vedo come la guardi.
Come un assetato che scorge un ruscello d’acqua fresca.
E capisco che è finita.
Ti odio per questo.
Quel dannato imprinting!
Non hai neanche provato a resistergli[le].
Semplicemente, ti sei arreso.
E hai perso.
Abbiamo perso.
Non c’è più alcuna possibilità.
Non esiste via di scampo.
Vedo la nostra condanna nei tuoi occhi.
Non posso liberarmi da tutto questo.
La tua natura te lo impone.
Odio anche quella.
[Ma ancora ti amo]
E ti lascio andare, perché non c’è altra scelta.
Ti lascio andare, perché forse così riuscirò a salvarmi.
Spazio dell’autrice
Ho appena finito, e già ritorno!
Ma quando l’ispirazione chiama (raramente) bisogna rispondere! E quindi ecco qua una piccola piccolissima drabble su un personaggio che fino a questo momento avevo considerato poco. Perche Leah, con quel suo caratteraccio, non si fa certo ben volere. Poi però ho considerato meglio la sua storia, e alla fin fine lei ha tutti i motivi per essere arrabbiata. Perché Leah è l’unica a non avere avuto un vero lieto fine. E dopo aver letto per caso la citazione di Catullo, è venuto quasi spontaneo scrivere questa drabble. È lì, a semplice testimonianza di qualcuno che ha sofferto molto più di tanti altri.
Alla prossima