Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Black_Eyeliner    08/12/2009    5 recensioni
***Vincitrice del concorso "Quell'INFERNO di Contest", indetto da DarkRose86***
***Vincitrice inoltre del Premio Speciale "Miglior Trattazione del Pairing"***
“La menzogna sporca l’anima, la rende impura: lentamente la conduce all’inferno. E’ impossibile per chi ha rinnegato la fede aspirare al Paradiso; è impossibile cancellare dalla pelle un marchio a fuoco. Non si può cancellare l’odio, né il dolore. Ed è impossibile elidere dal corpo il seme del male inoculato da un demone…”
SebastianxCiel
Dedicata a tutte le ragazze che hanno partecipato al contest e a chiunque ami la coppia SebastianxCiel.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ed ecco la conclusione, approfittandone per festeggiare un anno su EFP *___*

 

Grazie mille a tutti coloro che hanno seguito questa storia, che l’hanno inserita nei preferiti, che l’hanno letta in silenzio e che l’hanno commentata, in particolare:

 

 

 

 

 

DEVILKRIS

 

Owarinai yume

 

Saruwatari_Asuka

 

 

Buona lettura^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Exit:

“Requiem”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La disperazione e il futuro si fondono nelle tenebre.
Vivevo freddamente mostrando la tristezza al chiaro di luna...

Il segreto che hai donato ad un amico,
avanza nella tranquillità di una notte blu.


Voglio amare ancora un mondo d'illusioni,
nascondendo un sogno negli occhi,
finché le mie lacrime non cadranno sul mio cuore sporco.”

 

 

Lacrimosa

Kalafina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il funesto boato che riecheggiò tra i pilastri dell’ Eglise Saint Sulpice frantumò il muro bianco del suono.

 

 

La confessione, sussurrata attraverso la grata d’ottone del confessionale, degradò il virgineo silenzio della cattedrale: le colonne vibrarono, mani invisibili di spettri arcani picchiarono i tasti dell’organo, l’acqua santa evaporò nel calore di fiamme diaboliche e i raggi affilati del sole che colpivano il meridiano si spensero come candele verdognole nell’uragano della perdizione.

 

Parole d’estrema vergogna scardinarono le porte degli Inferi.

Tra lo sferragliare metallico di aurei cancelli, il Paradiso serrò i battenti, collassando nella volta celeste ed ergendo l’invalicabile balaustra di candidi nembi: svanì dinnanzi all’anima corrotta che, ripudiata, precipitò.

 

La voragine infernale di colpo si spalancò; l’odore acre dello zolfo sopraffece il profumo dell’incenso al gelsomino, accogliendo l’inesorabile caduta dell’anima impura.

Lo stridio di violini di angeli mesti si zittì e cori mefistofelici e stonati di demoni giunti a reclamare l’empio spirito, accompagnandone la dipartita, si innalzarono profani al cielo.

 

-Io ho mentito… La vera menzogna è l’essere giunto fin qui…

Le mani giunte si sciolsero, le labbra sprezzanti tacquero per un fugace istante, prima che l’urlo prorompesse da esse, librandosi efferato verso la cupola della chiesa.

-Non abbandonerò quell’odio! Se lo facessi, sarebbe come aver mentito sin da quel giorno. Ed io non voglio, non posso dimenticare.

Spasimi inconsulti scossero le dita sottili, avviluppate nervosamente tra i capelli scuri.

Il pentacolo rifulse di luce violacea sotto la benda e le ultime parole, gridate al vuoto, accompagnarono la folle corsa verso l’uscita.

-Io… Tornerò a Londra! Anche da solo…

 

L’ombra oltre la grata si mosse.

Scosse lentamente il capo ed infine si fermò.

Nel buio del confessionale, due punte di spillo roventi sfavillarono di luce rossastra.

Occhi.

Perversi, malevoli.

Adoranti.

 

E l’affilato, mellifluo sorriso si dispiegò sulle labbra carnose quando la catena del supremo legame si rinsaldò al suo polso, scottando la sua pelle e trascinando il suo corpo dalle ingannevoli fattezze umane verso il giovane Phantomhive in corsa verso l’Inferno.

 

-Non mi muoverò. Non ancora. Non senza un suo ordine.

 

Una risata beffarda rimbombò tra le mura di calce, portavoce di una orrenda e ineluttabile profezia.

E nel confessionale piume nere vorticarono veloci, accompagnate da un’ultima, efferata e allo stesso tempo dolcissima sentenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Sono proprio curioso di vedere cosa farà… Mia preziosa anima.

 

Mio capriccioso,

 

preziosissimo

 

signorino.

 

 

Perché io non lo faccio,

 

non lo farò mai.

 

Mai le mentirò.

 

Fino alla fine…

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ultima piuma si adagiò sul sedile di pelle rossa del confessionale.

 

E l’ultima parola riecheggiò.

 

Dolce.

 

Dolce.

 

Come non mai.

 

 

 

 

Bocchan.

 

 

 

 

 

 

 

Fin.

   
 
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