N.d.A.: Primo
capitolo di questa FF che sta nascendo dopo aver visto e rivisto Underworld Evolution che
personalmente trovo bellissimo. E siccome a volte tendo a preferire i cattivi
(SOLO nei film), a me Marcus
m’intriga da morire O__o (non perché è cattivo ma perché lo trovo figo XD E spesso quelli che trovo fighi,
fanno la parte dei cattivi!)! Cosa comporterà questa
mia passione? Se avrete un po’ di pazienza, lo
scoprirete XD.
E se vi va… recensite!
Bloody
underground
Il sole non
poteva più ferirla. Dopo secoli di buio, poteva guardare sorgere il sole senza
paura di morire. Lui era vivo, lì di fronte a lei. Si avvicinò e la baciò: sì,
era davvero vivo.
−
Credevo di averti perduto. − gli disse lei. L’uomo le
sorrise.
− Sono
tornato per te. Per stare con te, per sempre. −
Lei piangeva, accarezzando quel viso che fino a pochi minuti prima, era
sicura di non rivedere mai più.
− E’
finita, Selene. E tu sei libera di vivere. − le
disse accarezzandole i capelli.
No, non era finita.
Si era solo concluso un capitolo, e presto se ne
sarebbe aperto un altro. Ma non voleva rovinare quel
momento così intenso, e tacque sorridendogli tra le lacrime di gioia.
− Sì, è
finita. Andiamo via da qui, Michael. Portami via.
−
Lui la prese
per mano e insieme si avviarono verso la loro nuova vita. Alla luce del sole.
/---------------/
− Cazzo,
che macello. −
Due uomini si
aggiravano tra i resti di diverse creature, disgustati e increduli davanti allo
spettacolo raccapricciante che si presentava ai loro occhi. Acqua, corpi
straziati, sangue e detriti.
− Amico,
questo posto fa davvero schifo. Non ho mai visto una cosa del genere. Guarda qui, cos’è questo? Un uomo, un animale? Dio, che schifo. − disse uno dei due in risposta all’altro, toccando con un piede quello che
all’apparenza era un braccio. Di che tipo di creatura, però, era difficile
dirlo.
− Senti che odore. E smettila di toccare quella roba, mi fai venire il
voltastomaco. −
L’altro ubbidì
e tornò a guardarsi intorno. C’era fumo ovunque, probabilmente l’elicottero era sul punto di esplodere. Alzò lo sguardo e si ritrovò praticamente sotto il muso dell’elicottero piombato nei
sotterranei aprendo una voragine nel soffitto. Abbassò gli occhi e si accorse
di essere circondato da …resti di qualcosa simile ad un essere umano.
− No davvero, questo
posto fa schifo. Guarda che roba, dove cazzo siamo
capitati? Sto per vomitare. −
−
Rilassati Matt, sta’ calmo. Dobbiamo prendere i
campioni come ci è stato ordinato e poi ce ne andiamo.
−
Ma l’altro maneggiava nervosamente l’arma
che aveva in mano. Quei sotterranei maledetti erano pieni di morte e orrore, e
per di più un elicottero di merda penzolava dal
soffitto, in attesa di piombargli addosso.
− Sì ma
facciamo in fretta. Mi sono rotto di stare tra questi cadaveri puzzolenti.
− disse guardandone uno appeso, imprigionato in
una rete e crivellato di colpi d’arma da fuoco. Lo guardò meglio e pensò che… sembrava un lupo.
−
Sinceramente neanche a me piace stare tra questi cosi, ma se non portiamo a
termine il compito, faremo la loro fine. −
−
Davvero? Sbranati, scannati, crivellati, fatti a pezzi, eccetera? −
rispose Matt provocatorio.
L’altro lo
guardò torvo. − Sai
cosa intendo, idiota. Quelli non
vanno tanto per il sottile. Forza, sbrighiamoci. −
− Sì ma…
Carl… per curiosità: come pensi di capire quale tra
questi pezzi di merda è Marcus? − gli fece notare,
logicamente.
L’altro si
fermò e dopo aver guardato il collega, alzò lo sguardo sopra di loro. − Ecco come faremo. −
−
L’elicottero? E che c’entra l’elicottero con quel mostro?
− replicò Matt.
− Sei un
vero coglione, Matt. Te lo spiego strada facendo.
Saliamo, avanti. − e lo spinse con il calcio del
fucile.
/---------------/
Raggiunsero
quello che restava del ponte di legno, le assi erano
pericolanti e i due uomini camminavano lentamente per timore di finire
nell’acqua putrida sottostante. Si avvicinarono ai rottami dell’elicottero con
fare circospetto. Avevano paura.
−
Certo che a schifo, questo posto non scherza neanche, eh? Guarda quelle assi.
− disse Matt indicando il sangue rappreso che
aveva inondato i resti del ponte poche ore prima.
−
Bah! Io devo cambiare mestiere. Questo lavoro diventa sempre più ripugnante.
− ribattè l’altro storcendo il naso.
Dopo
alcuni istanti di raccapriccio, i due uomini si avvicinarono all’elicottero. Le
pale erano grondanti di sangue.
−
Le pale lo hanno maciullato. Una bella centrifuga di vampiro. − commentò Carl disgustato.
−
E ora che facciamo qui? − domandò l’altro.
−
Prendiamo i campioni di sangue di Marcus e ce ne andiamo rapidamente. −
Matt sbatté le palpebre, e finalmente capì.
−
Ah lo prendiamo da qui! Ecco cosa siamo venuti a fare qua
sopra. − realizzò.
Il
collega lo guardò con un sorriso di scherno.
−
Sì! L’hai capito, Einstein! Cosa credevi, che
avremmo preso un pezzo qualsiasi di quei cadaveri e gliel’avremmo
portato? Sei proprio un idiota patentato, e ti mettono sempre in coppia con me,
porca puttana.− l’altro si indignò.
−
Ehi ma che cazzo vuoi? Non so tu ma
io non è che mi metto a pensare a che parti del corpo di un morto devo portare in
laboratorio! Guarda tu questo stronzo… −
−
Se hai finito di starnazzare, io comincerei il
prelievo… − e gli buttò in braccio una valigetta nera. Matt l’afferrò imprecando.
−
Già che ci sei buttamela direttamente nei denti! − protestò.
− Zitto cazzone. Aprila e avvicinati, qui c’è tanta roba
interessante… − disse
guardando le pale dell’elicottero.
Un
sangue scuro, denso colava dal metallo: un sangue che non sembrava neanche
umano.
Matt borbottò qualcosa e si avvicinò al
collega aprendola la valigetta. Carl ne tirò fuori
una provetta, tolse il tappo e con un bastoncino di legno vi fece cadere alcune
di quelle gocce viscose, richiuse la provetta e la ripose nella valigetta. Ne
prese un’altra e ripeté l’operazione in un altro punto.
−
Guarda guarda…. questa mi sembra pelle… − e prendendo un’altra
provetta, raschiò quella che in effetti sembrava qualcosa simile alla pelle
umana.
− Che porcheria…− fu il
commento disgustato di Matt.
− A te fa schifo
questo… a me fa più schifo ciò che vogliono fare quei pazzi. − confessò Carl riponendo l’ultima provetta.
Matt richiuse la valigetta. − Bene,
finalmente possiamo andarcene da questa merda? −
chiese ansioso.
−
Certo, non vorrai restare in compagnia di questi signori, spero. −
−
Neanche per tutto l’oro del mondo. Saranno pure morti ma
mi spaventano ugualmente. Ce n’è uno lì sotto che sembra guardarti. −
Carl scosse il capo. − Sei proprio un
fifone del cazzo, amico. −
− Già perché tu invece sei un
leone. −
−
Taci cazzone, se avessi almeno la metà del mio
coraggio saresti un eroe nazionale. −
I
due uomini continuarono ad insultarsi per tutto il tragitto fino all’uscita dai
sotterranei, cercando di evitare di calpestare quei corpi maciullati qua e là
sommersi dall’acqua.
− Certo che quella troia ha fatto
proprio un casino.
− commentò Matt guardando il corpo martoriato
di un lycan.
Carl guardò il cadavere. − Beh meno
male, meno di queste cose pelose ce ne sono in giro e meglio è. Dai usciamo da qui, c’è una puzza terribile. −
Indossarono
le maschere per l’ossigeno e si immersero nell’acqua,
uscendo da quei sotterranei disgustosi.
/---------------/
−
Avete portato a termine la missione? − chiese loro un uomo in camice
bianco.
−
Sì signore, abbiamo i campioni. − rispose Carl
mostrandogli la valigetta.
L’uomo
la guardò per poi spostare lo sguardo su quei due di fronte a lui.
−
Siete sicuri si tratti di Marcus
Corvinus? −
−
Abbiamo trovato questi campioni sulle pale dell’elicottero che l’ha fatto a
pezzi. Dubito che possano essere di qualcun altro. Abbiamo seguito le nostre
informazioni. −
L’uomo
in camice sorrise soddisfatto.
−
Molto bene ragazzi. Avete fatto un buon lavoro. Potete andare. −
I
due si congedarono e uscirono dal laboratorio.
Rimasto
solo, l’uomo in camice venne raggiunto da un altro
uomo che fino a quel momento era rimasto nell’ombra.
−
Abbiamo il sangue di Marcus. − annunciò quello
che il cartellino sul camice denunciava come “Dott. Wiet”.
−
Proceda come programmato, dottore. − rispose l’altro.
Il
dottore annuì e posò la valigetta su un tavolo, l’aprì e prese una delle provette contenente il sangue.
La
sollevò guardandola controluce mentre il contenuto
scivolava lentamente sulle pareti di vetro.
−
Inizio immediatamente, signore. −