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Autore: StillAnotherBrokenDream    10/12/2009    3 recensioni
Selene e Michael ce l'hanno fatta: Marcus è morto e loro sono insieme, alla luce del sole. Ma è davvero finita? Chi è interessato al sangue di Marcus, e perchè? Non è affatto finita.. per nessuno. (seguito di Underworld Evolution: se vi va... recensite!!!) (STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA. Adoro questa storia e non voglio rovinarla, per cui preferisco sospendere piuttosto che scrivere solo per poter andare avanti. Scusatemi.)
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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− Cazzo, che macello

N.d.A.: Primo capitolo di questa FF che sta nascendo dopo aver visto e rivisto Underworld Evolution che personalmente trovo bellissimo. E siccome a volte tendo a preferire i cattivi (SOLO nei film), a me Marcus m’intriga da morire O__o (non perché è cattivo ma perché lo trovo figo XD E spesso quelli che trovo fighi, fanno la parte dei cattivi!)! Cosa comporterà questa mia passione? Se avrete un po’ di pazienza, lo scoprirete XD.

E se vi va… recensite!

 

 

 

Bloody underground

 

 

Il sole non poteva più ferirla. Dopo secoli di buio, poteva guardare sorgere il sole senza paura di morire. Lui era vivo, lì di fronte a lei. Si avvicinò e la baciò: sì, era davvero vivo.

− Credevo di averti perduto. − gli disse lei. L’uomo le sorrise.

− Sono tornato per te. Per stare con te, per sempre. −

Lei piangeva, accarezzando quel viso che fino a pochi minuti prima, era sicura di non rivedere mai più.

− E’ finita, Selene. E tu sei libera di vivere. − le disse accarezzandole i capelli.

No, non era finita. Si era solo concluso un capitolo, e presto se ne sarebbe aperto un altro. Ma non voleva rovinare quel momento così intenso, e tacque sorridendogli tra le lacrime di gioia.

− Sì, è finita. Andiamo via da qui, Michael. Portami via. −

Lui la prese per mano e insieme si avviarono verso la loro nuova vita. Alla luce del sole.

 

 

/---------------/

 

 

− Cazzo, che macello. −

Due uomini si aggiravano tra i resti di diverse creature, disgustati e increduli davanti allo spettacolo raccapricciante che si  presentava ai loro occhi. Acqua, corpi straziati, sangue e detriti.

− Amico, questo posto fa davvero schifo. Non ho mai visto una cosa del genere. Guarda qui, cos’è questo? Un uomo, un animale? Dio, che schifo. − disse uno dei due in risposta all’altro, toccando con un piede quello che all’apparenza era un braccio. Di che tipo di creatura, però, era difficile dirlo.

  Senti che odore. E smettila di toccare quella roba, mi fai venire il voltastomaco. −

L’altro ubbidì e tornò a guardarsi intorno. C’era fumo ovunque, probabilmente l’elicottero era sul punto di esplodere. Alzò lo sguardo e si ritrovò praticamente sotto il muso dell’elicottero piombato nei sotterranei aprendo una voragine nel soffitto. Abbassò gli occhi e si accorse di essere circondato da …resti di qualcosa simile ad un essere umano.

  No davvero, questo posto fa schifo. Guarda che roba, dove cazzo siamo capitati? Sto per vomitare. −

− Rilassati Matt, sta’ calmo. Dobbiamo prendere i campioni come ci è stato ordinato e poi ce ne andiamo. −

Ma l’altro maneggiava nervosamente l’arma che aveva in mano. Quei sotterranei maledetti erano pieni di morte e orrore, e per di più un elicottero di merda penzolava dal soffitto, in attesa di piombargli addosso.

− Sì ma facciamo in fretta. Mi sono rotto di stare tra questi cadaveri puzzolenti. − disse guardandone uno appeso, imprigionato in una rete e crivellato di colpi d’arma da fuoco. Lo guardò meglio e pensò che… sembrava un lupo.

− Sinceramente neanche a me piace stare tra questi cosi, ma se non portiamo a termine il compito, faremo la loro fine. −

− Davvero? Sbranati, scannati, crivellati, fatti a pezzi, eccetera? − rispose Matt provocatorio.

L’altro lo guardò torvo. −  Sai cosa intendo, idiota. Quelli non vanno tanto per il sottile. Forza, sbrighiamoci. −

− Sì ma… Carl… per curiosità: come pensi di capire quale tra questi pezzi di merda è Marcus? − gli fece notare, logicamente.

L’altro si fermò e dopo aver guardato il collega, alzò lo sguardo sopra di loro. − Ecco come faremo. −

− L’elicottero? E che c’entra l’elicottero con quel mostro? − replicò Matt.

− Sei un vero coglione, Matt. Te lo spiego strada facendo. Saliamo, avanti. − e lo spinse con il calcio del fucile.

 

 

/---------------/

 

 

Raggiunsero quello che restava del ponte di legno, le assi erano pericolanti e i due uomini camminavano lentamente per timore di finire nell’acqua putrida sottostante. Si avvicinarono ai rottami dell’elicottero con fare circospetto. Avevano paura.

− Certo che a schifo, questo posto non scherza neanche, eh? Guarda quelle assi. − disse Matt indicando il sangue rappreso che aveva inondato i resti del ponte poche ore prima.

− Bah! Io devo cambiare mestiere. Questo lavoro diventa sempre più ripugnante. − ribattè l’altro storcendo il naso.

Dopo alcuni istanti di raccapriccio, i due uomini si avvicinarono all’elicottero. Le pale erano grondanti di sangue.

− Le pale lo hanno maciullato. Una bella centrifuga di vampiro. − commentò Carl disgustato.

E ora che facciamo qui? − domandò l’altro.

− Prendiamo i campioni di sangue di Marcus e ce ne andiamo rapidamente. −

Matt sbatté le palpebre, e finalmente capì.

− Ah lo prendiamo da qui! Ecco cosa siamo venuti a fare qua sopra. − realizzò.

Il collega lo guardò con un sorriso di scherno.

− Sì! L’hai capito, Einstein! Cosa credevi, che avremmo preso un pezzo qualsiasi di quei cadaveri e gliel’avremmo portato? Sei proprio un idiota patentato, e ti mettono sempre in coppia con me, porca puttana.− l’altro si indignò.

− Ehi ma che cazzo vuoi? Non so tu ma io non è che mi metto a pensare a che parti del corpo di un morto devo portare in laboratorio! Guarda tu questo stronzo… −

Se hai finito di starnazzare, io comincerei il prelievo… − e gli buttò in braccio una valigetta nera. Matt l’afferrò imprecando.

− Già che ci sei buttamela direttamente nei denti! − protestò.

  Zitto cazzone. Aprila e avvicinati, qui c’è tanta roba interessante… −  disse guardando le pale dell’elicottero.

Un sangue scuro, denso colava dal metallo: un sangue che non sembrava neanche umano.

Matt borbottò qualcosa e si avvicinò al collega aprendola la valigetta. Carl ne tirò fuori una provetta, tolse il tappo e con un bastoncino di legno vi fece cadere alcune di quelle gocce viscose, richiuse la provetta e la ripose nella valigetta. Ne prese un’altra e ripeté l’operazione in un altro punto.

Guarda guarda…. questa mi sembra pelle… − e prendendo un’altra provetta, raschiò quella che in effetti sembrava qualcosa simile alla pelle umana.

− Che porcheria…− fu il commento disgustato di Matt.

  A te fa schifo questo… a me fa più schifo ciò che vogliono fare quei pazzi. − confessò Carl riponendo l’ultima provetta.

Matt richiuse la valigetta. − Bene, finalmente possiamo andarcene da questa merda? − chiese ansioso.

− Certo, non vorrai restare in compagnia di questi signori, spero. −

− Neanche per tutto l’oro del mondo. Saranno pure morti ma mi spaventano ugualmente. Ce n’è uno lì sotto che sembra guardarti. −

Carl scosse il capo. − Sei proprio un fifone del cazzo, amico. −

− Già perché tu invece sei un leone. −

− Taci cazzone, se avessi almeno la metà del mio coraggio saresti un eroe nazionale. −

I due uomini continuarono ad insultarsi per tutto il tragitto fino all’uscita dai sotterranei, cercando di evitare di calpestare quei corpi maciullati qua e là sommersi dall’acqua.

− Certo che quella troia ha fatto proprio un casino. − commentò Matt guardando il corpo martoriato di un lycan.

Carl guardò il cadavere. − Beh meno male, meno di queste cose pelose ce ne sono in giro e meglio è. Dai usciamo da qui, c’è una puzza terribile. −  

Indossarono le maschere per l’ossigeno e si immersero nell’acqua, uscendo da quei sotterranei disgustosi.

 

 

/---------------/

 

 

− Avete portato a termine la missione? − chiese loro un uomo in camice bianco.

− Sì signore, abbiamo i campioni. − rispose Carl mostrandogli la valigetta.

L’uomo la guardò per poi spostare lo sguardo su quei due di fronte a lui.

Siete sicuri si tratti di Marcus Corvinus? −

− Abbiamo trovato questi campioni sulle pale dell’elicottero che l’ha fatto a pezzi. Dubito che possano essere di qualcun altro. Abbiamo seguito le nostre informazioni. −

L’uomo in camice sorrise soddisfatto.

− Molto bene ragazzi. Avete fatto un buon lavoro. Potete andare. −

I due si congedarono e uscirono dal laboratorio.

Rimasto solo, l’uomo in camice venne raggiunto da un altro uomo che fino a quel momento era rimasto nell’ombra.

− Abbiamo il sangue di Marcus. − annunciò quello che il cartellino sul camice denunciava come “Dott. Wiet”.

− Proceda come programmato, dottore. − rispose l’altro.

Il dottore annuì e posò la valigetta su un tavolo, l’aprì e prese una delle provette contenente il sangue.

La sollevò guardandola controluce mentre il contenuto scivolava lentamente sulle pareti di vetro.

− Inizio immediatamente, signore. −

   
 
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