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Autore: moonlightriver    11/12/2009    17 recensioni
"Ren è entrato nelle vostre vite all'improvviso, un giorno di metà novembre..." Una piccola famiglia e le sue stagioni.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Trilogia del ritorno' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Questa fiction conclude la trilogia iniziata con "12 hours" e "Piccoli segreti del cuscino". Come potrete notare fra questa One Shot non c'è praticamente quasi per nulla continuità narrativa, quanto piuttosto, una continuità stilistica. Diciamo che è stato un piccolo esperimento, a voi il giudizio sulla sua riuscita.
Per quanto riguarda questa storia in specifico, ho a creare dei quadri impressionistici come quelli di Monet ( Da notare che Ren vuol dire ninfea, il soggetto preferito del pittore) basati però sulle sensazioni e accordati alle stagioni. Ogni avvenimento inoltre è strettamente collegato alla stagione in cui avviene, non solo dal punto di vista temporale ma soprattutto per il significato che do alla stagione.
Spero di esser stata chiara e di essere riuscita nel mio intento^^.
Fatemi sapere che ne pensate!
Moon.




Ren's Season

Autunno

Ren è entrato nelle vostre vite all’improvviso, un giorno di metà Novembre.

Se ne stava rannicchiato sotto un cumulo di macerie, spaventato come un uccellino ferito. Il piccolo villaggio, in cui abitava, era stato raso al suolo dal gruppo di mukenin a cui stavate dando la caccia. Non c’erano sopravvissuti a parte quell’esserino terrorizzato.

Ti sei chiesto se anche tu, il giorno in cui il tuo clan è stato massacrato, avevi il suo stesso sguardo.

Il Dobe, tuo compagno nella missione, si è avvicinato silenzioso come la neve che fioccava dal cielo, ha scostato la maschera tipica degli ambu e lo ha fissato intensamente. Anche lui ha rivisto se stesso in quel fagotto di carne e ossa tremanti.

“Non temere, nessuno ti farà più del male“ gli ha sussurrato prendendolo delicatamente fra le braccia.

Ren non ha opposto resistenza, come se quegli uomini crudeli, che in un attimo avevano distrutto la sua esistenza, gli avessero strappato l’anima.

L’avete portato con voi a Konoha. Di certo non potevate lasciarlo in quel campo seminato a morte.

L’Hokage ha provato a interrogarlo senza alcun risultato; Ren non ha detto una parola.

Non ha pianto, a mala pena ha respirato.

Alla fine Tsunade non ha potuto far altro che ricoverarlo nel reparto di psichiatria dell’ospedale.

“ Lo shock è stato troppo forte per lui” vi ha detto.

Siete tornati a casa cercando di cancellare dalla vostra mente l’immagine di quel bambino con gli occhi grandi e viola e i capelli arruffati.

Tre giorni dopo siete andati a trovarlo, spinti dall’incomprensibile bisogno di assicurarvi che stesse bene.

Il Dobe gli aveva persino comprato un regalo, una palla trasparente piena d’acqua nella quale galleggiano delle ninfee colorate.

A te è sembrata una cosa da femmine, ma hai evitato di farglielo notare.

Non appena l’avete visto, chiuso in quella stanza vuota e fredda, abbandonato come una bambola rotta sul lettino, vi si è stretto il cuore.

Ren ha continuato a non parlare, si è limitato a giocherellare con la palla che gli avete regalato.

“ Prendiamolo con noi.” Ti ha detto all’improvviso Naruto.

 Hai alzato gli occhi sconcertato “ Stai parlando sul serio?”

Quella che hai fatto in realtà è una domanda retorica, un’idea del genere è proprio da Naruto.

Infatti, il dobe ha annuito accarezzando con lo sguardo il bambino “ Non possiamo lasciarlo qui”.

“ Non sappiamo neppure il suo nome, non sappiamo se vuole stare con noi…” hai mormorato incerto.

Non so neppure se sarò in grado di prendermi cura di lui avresti voluto dire.

Naruto ha sorriso e ha accarezzato la testolina del piccolino “ ti piacciono le ninfee vero? Allora sarai Ren.”

Lo hai guardato shoccato “ Non puoi dargli un nome così! Non è un cane dobe!” hai sibilato

“ Lo so! È un bambino e non merita nulla di tutto questo! Merita una casa, qualcuno che lo coccoli e lo faccia sentire amato e protetto.” Ha ribattuto deciso il dobe, lasciandoti comprendere che non saresti riuscito a fargli cambiare idea in alcun modo.

Hai abbassato lo sguardo sul piccolo ancora intento a giocare con la palla, osservando gli occhi grandi e color ametista, i capelli di un caldo color cioccolato, arruffati e un po’ troppo lunghi, le manine piccole e chiarissime, ancora piene di graffi e lividi; hai immaginato la sua figura correre con i piedini nudi per i corridoi di villa Uchiha, allenarsi in giardino, fare colazione in cucina, e hai sentito di volere che accadesse davvero.

E quando hai rialzato lo sguardo, Naruto non ha avuto bisogno di conferme.

 ****

L’intero consiglio degli anziani si è opposto all’idea che vi fosse affidato un bambino. Il fatto, poi, che il bambino in questione fosse emotivamente instabile non ha giocato a vostro favore.

Quei vecchi idioti avevano paura che l’avreste trasformato in una specie d’arma che poi si sarebbe potuta ritorcere, potenzialmente, contro Konoha.

Per poco non hai perso il controllo.

Hai dedicato la tua vita a questo villaggio, nonostante le umiliazioni subite, hai lottato per proteggerlo anche contro quello che è l’amore della tua vita, e nonostante ciò ai loro occhi tu appari ancora come una minaccia, un mostro assetato di sangue pronto a distruggerli.

Sei scattato in piedi pronto ad affrontarli a viso aperto ma Sasuke ti ha fermato.

“Lascia parlare me” ti ha sussurrato, spingendoti lievemente per farti sedere di nuovo.

“ Sono consapevole di non meritare alcuna fiducia” ha detto fissando i membri del consiglio “ ci sono troppe questioni fra me e questo villaggio, ma questo non è certo estendibile a Naruto. Trovo vergognoso che mettiate ancora in dubbio la sua fedeltà dopo tutto quello che ha fatto per Konoha.”

Il consiglio lo ha osservato letteralmente ammutolito, mentre tu hai sorriso commosso e grato.

“ il  motivo per cui io e Naruto vogliamo farci carico di Ren è proprio per evitare che diventi un’arma al servizio dell’ odio e del rancore. Vogliamo dargli una famiglia, qualcuno su cui contare, affinché con lui non siano ripetuti gli stessi sbagli commessi con noi, affinché non pensi di dover vivere solo per un’inutile vendetta o di avere colpe che non ha per fatti che trascendono la sua volontà.” ha continuato con una lieve vena polemica, sollevando qualche mormorio indignato.

“ E se voi non arrivate a comprenderlo perché troppo impegnati ad architettare complotti, beh problemi vostri! Noi andremo a prenderci Ren con o senza il vostro permesso che, per me, non ha alcun valore!” ha concluso.

Avresti voluto saltare addosso a Sasuke e soffocarlo di baci per quel discorso stupendo, ma ti sei limitato a battere le mani entusiasta sotto lo sguardo divertito di Tsunade e Kakashi.

Inutile dire che la vostra richiesta è stata accettata.

Fosse stato per te, ti saresti fiondato immediatamente all’ospedale per prendere possesso di quello che ormai, internamente, chiami il tuo bambino. Tsunade però non è stata dello stesso avviso. Ha dichiarato di dover eseguire ancora alcuni esami sul piccolo e inoltre ti ha fatto notare che tu e Sasuke non avete preparato nulla per lui.

“ Pensi di farlo dormire in un cesto e di vestirlo con sacchi di juta?” ti ha canzonato sarcastica smorzando il tuo entusiasmo.

Così avete concordato la data di dimissione di Ren per la settimana successiva, benché l’idea di lasciarlo in quella squallida aletta riservata ai pazzi non ti abbia reso particolarmente felice.

Hai passato quei sette giorni a comportarti da mamma in dolce attesa.  Sasuke non aveva idea di come fermarti; l’hai trascinato a comprare vestiti, giocattoli e ogni sorta di decorazione per la cameretta del piccolo. Avete litigato un po’ per decidere i colori; tu li volevi allegri e sgargianti, in modo che facesse scordare a Ren il bianco ottico dell’ospedale, ma il Teme non era dello stesso avviso. In qualche modo siete giunti a un compromesso, anche se tutte quelle discussioni, invece che innervosirti, non facevano che renderti euforico. Avresti avuto una famiglia, la tua famiglia.

In questo clima di euforia siete andati a prendere Ren. Mentre l’Uchiha parlava con Tsunade, hai tirato fuori dalle buste alcuni degli abiti nuovi, poggiandoli sul letto.

Ren ti ha fissato incerto e tu gli hai sorriso cercando di rassicurarlo.

“ Da oggi in poi, starai con me e il Teme” hai provato a spiegargli “Ti abbiamo preparato una camera tutta per te”.

Speravi che la notizia lo scuotesse almeno un po’, ma Ren non ha avuto alcuna reazione.

“ Preferisci la felpa arancione o quella verde?”

Ancora una volta nessuna risposta.

Ti sei chiesto come sarebbe sentire la sua voce, la sua risata. Dolcemente l’hai cambiato, gli hai spazzolato i capelli e poi l’hai preso per mano conducendolo da Sasuke e Tsunade. Ovviamente ti ha seguito docilmente, senza alcun capriccio. Hai sentito il cuore pesante come un macigno.

Appellandoti a tutto il tuo ottimismo, ti sei detto che tutto sarebbe andato bene, in un modo o nell’altro.

 

 Inverno

Più volte ti sei chiesto se esistesse attimo peggiore di quello in cui ti rendi conto che le persone che ami sono tutte morte.

Per anni la risposta che ti sei dato è stata No.

Nulla avrebbe potuto competere con la visione dei corpi freddi dei tuoi genitori, riversi nel loro stesso sangue, o con la sensazione di sentir scorrere via la vita di tuo fratello sotto i polpastrelli.

Nulla, finché non hai sentito le urla di Ren squarciare le tenebre.

Non c’è notte, da quando l’avete portato a casa, che sia preclusa agli incubi che tormentano la sua mente.

E ogni volta Naruto corre da lui, quasi ne andasse della sua vita, e lo stringe forte al petto sussurrandogli parole dolci e rassicurazioni.

È tutto finito.

Non devi più temere.

Era solo un brutto sogno.

Ren non piange mai. I suoi occhi viola restano vacui, ancorati a quelle visioni orrende, finché stremato, non si lascia andare all’oblio.

Solo allora Naruto torna da te. Si stringe al tuo corpo e piange silenziosamente tutte le lacrime che Ren tiene dentro di se.

Ti senti impotente in quei momenti. Non puoi fare niente per salvare quel piccolino dai suoi fantasmi, non puoi impedire al tuo dobe di soffrire lui, non puoi neppure impedire a te stesso di aver paura.

E se Ren non si riprendesse mai più?

E se tu non fossi capace di essere un genitore in grado di sostenerlo?

E se l’equilibrio, che tu e Naruto avete tanto faticosamente raggiunto, fosse irrimediabilmente spezzato da questa nuova ondata di dolore?

Non fai che chiedertelo ogni notte, mentre attendi quelle urla disperate.

Sono uno schifo di padre. È questo che pensi.

Non hai mai neppure avuto il coraggio di consolarlo. In realtà sei terrorizzato perché sai cosa vedrai nei suoi occhi.

Vedrai te stesso bambino, incapace di trovare un senso a tutto quel dolore e alla tua stessa vita.

Vedrai vuoto e disperazione.

Non puoi accettarlo; nessun bambino dovrebbe avere la morte negli occhi.

L’ennesimo urlo ti scuote dai tuoi pensieri. Il Dobe scatta immediatamente, e tu ti chiedi se stesse solo fingendo di dormire.

È esausto. Non riposa decentemente da più di una settimana.

“ Vado io” dici impedendogli di precipitarsi alla porta.

“ Ma Ren…lui... devo andare…lui…” sussurra sconvolto strattonandoti il braccio.

Ha bisogno di staccare. Deve riposarsi. Deve allontanarsi prima di farsi risucchiare.

“Shhh dobe” lo cheti accarezzando dolcemente la sua zazzera bionda “ Torna a dormire. Ci penso io a Ren”.

“ Ma…ma lui è abituato a me…io…” protesta flebilmente.

Blocchi ogni suo tentativo di replica con un bacio e lo costringi a stendersi nuovamente.

“ Va tutto bene dobe, va tutto bene…” sussurri scostandogli la frangia e accarezzando il suo volto. Ancora un bacio, ancora una carezza e poi corri da Ren.

Lo trovi completamente rannicchiato su se stesso, gli occhi sbarrati a fissare il nulla. Trema tanto da sbattere i denti.

Ti sembra di vederli i suoi incubi. Mani scheletriche, che si allungano dall’ombra, pronte a ghermirlo e a torturarlo, ancora e ancora. E non sai come salvarlo, non hai idea di come penetrare quegli occhi viola e scacciare quei mostri.

Ti avvicini e sciogli delicatamente la sua posizione, poi lo prendi in braccio e lo culli per la stanza come un infante.

Da qualche parte nella tua memoria riemerge l’immagine di tua madre, di come ti calmava dopo le notti insonni, tormentate dalle tue paure di bambino. Alle volte cantava per te, altre si limitava a calmarti col battito del suo cuore.

La vorresti qui con te ora.

Lei saprebbe cosa fare.

Tu negli anni sei diventato troppo simile a tuo padre; gelido e impacciato.

Osservi Ren, si abbandona a te come un pupazzo ma non perché si fida. Semplicemente lui non è qui con te. È perso chissà dove in quell’abisso che lo nasconde ai vostri sguardi, che vi vieta di sentire la sua risata, che vi nega la sua anima.

Tu sai cosa c’è in quell’abisso, ha accolto anche te prima che la vendetta ti desse uno scopo.

“ Non è colpa tua se sono morti” gli sussurri all’orecchio “ Non devi sentirti in colpa per essere sopravvissuto. Non nasconderti, non fuggire, non serve a nulla. Ovunque andrai, loro ti troveranno”.

Sobbalzi quando senti Ren aggrapparsi debolmente alla maglia del tuo pigiama e nascondere il volto nell’incavo del tuo collo.

Una lacrima silenziosa accarezza la tua pelle. La prima di una lunga serie.

Forse non tutto è perduto.

Quando torni da Naruto, con te c’è un piccolo ospite. Ha il volto umido e arrossato per le lacrime, e ti si stringe addosso con tutte le sue forze.

Il Dobe, vedendolo, sorride radioso.

*****

Avete firmato i documenti per l’adozione a metà dicembre. Non stavi più nella pelle da quanto eri agitato.

Sasuke invece è rimasto impassibile come suo solito; a volte ti chiedi come sia possibile avere tanto controllo su se stessi.

Quando hai letto su quella pergamena Ren Uchiha-Uzumaki, sei quasi scoppiato a piangere e hai trascinato il Teme in un bacio mozzafiato.

“Hai finito di dare spettacolo dobe?” ti ha chiesto quando hai lasciato le sue labbra. Ma tu non ti sei fatto intimidire dalla sua aria scocciata.

“È nostro…” hai sussurrato ridendo.

Ren è il vostro bambino.

Per questo hai organizzato questa festa approfittando del Natale. Volevi che tutti i vostri amici conoscessero il nuovo elemento di questa famiglia.

Ci sono tutti: Kiba e Hinata, Shikamaru e Ino, Chouji, Rock Lee, Neji e Ten Ten, Iruka e Kakashi sensei.

Sakura, Tsunade e perfino Sai.

Ren se ne sta appiccicato a Sasuke e guarda tutti timoroso e incuriosito.

Non sorride né parla ancora, ma il suo sguardo è vivo. Osserva e studia i tuoi movimenti, ti segue e non ti abbandona mai.

Quando passi vicino a lui e al Teme, tende le braccia verso di te per farsi prendere.

Ti senti felice.

Felice come quando Sasuke ti ha detto per la prima volta, ti amo.

E quando arriva il momento di scartare i regali, e lo vedi piccolo e sperduto circondato dai pacchetti variopinti, istintivamente lo affianchi e vedi Sasuke faro lo stesso.

Qualcuno vi scatta una foto.

La prima della vostra nuova vita insieme.

“Buon Natale Ren” sussurri.

 

Primavera

Lo scalpiccio di piedini nudi ti desta dal dormiveglia in cui sei sprofondato. Senti un piccolo peso salire sul letto e, subito dopo, il respiro caldo e dolce di qualcuno di tua conoscenza sul viso.

Una manina tiepida strattona i tuoi capelli.

“Uhm… ho capito Ren! Mi alzo…mi alzo…” mugugno sollevando il volto dal cuscino.

Ren, i capelli arruffati e la testolina piegata da un lato, ti fissa con uno sguardo pieno di curiosità.

Gli sorridi augurandogli il buongiorno e poi, notando come osserva crucciato il lato del letto dove di solito dorme il Teme, sospiri.

“ Il Teme è in missione, lo sai. Tornerà presto…” lo rassicuri accarezzandogli il viso.

Non sembra molto convinto e s’imbroncia leggermente.

Incredibile come in questi mesi abbia acquistato un’espressività così spiccata. Per molti al villaggio è un bambino glaciale. Eppure tu riesci a notare ogni suo pensiero attraverso il suo volto.

Per esempio ora è irritato. Lo è sempre quando tu o Sasuke partite per una missione.

E se non torna? Ti chiedono i suoi occhi.

“ Il Teme torna sempre” ma mentre lo dici sai di mentirgli un po’.

Sasuke ha la tendenza a sparire.

Tu lo sai bene: gli hai corso dietro per anni.

“ Dai, andiamo a fare colazione” dici afferrandolo per il pancino e caricandotelo in spalla.

La cucina è invasa dal tiepido sole primaverile e l’aria è profumata grazie alla lieve pioggerella, caduta la notte scorsa.

Ren si siede sul solito sgabello e ti studia mentre cominci a preparare la colazione.

Lo trovi bellissimo così, illuminato da una luce morbida, con quell’aria concentrata così simile al Teme.

Ti avvicini e gli schiocchi un bacio sulla guanciotta rosea.

“ Ti voglio tanto bene Ren” mormori.

E nel suo sguardo riesci a leggere la sua risposta. Anch’io.

Un rumore improvviso interrompe il vostro momento. Riconosci immediatamente il rumore di quei passi sul parquet.

Sasuke è tornato.

Ren si fionda nell’atrio e tu lo segui a ruota.

Non gli date neppure il tempo di capire cosa sta succedendo e vi catapultate fra le sue braccia.

Bentornato Teme.

*************

Maledetto.

Secondo me quel bambino è maledetto.

L’unico a salvarsi di un intero villaggio, fa pensare non vi pare?

Porta disgrazia.

Non dovrebbe stare qui…

Li senti ogni giorno commenti di questo tipo.

Ti chiedi come si possa essere tanto meschini da accanirsi contro un bambino indifeso, ma la cosa non dovrebbe stupirti poi tanto.

Hanno fatto la stessa cosa per anni con Naruto, incolpandolo di azioni su cui non avrebbe potuto avere il minimo controllo.

Non hai potuto proteggere il Dobe da tutta quella sofferenza ma, di certo, non permetterai a questi idioti di rendere la vita di tuo figlio un inferno.

Ti blocchi non appena realizzi ciò che hai pensato.

Tuo figlio.

Abbassi lo sguardo su Ren che cammina al tuo fianco tenendoti per mano.

 Quand’è che quel mocciosetto con i capelli arruffati e gli occhi color ametista è diventato tuo figlio?

Quando, nella tua mente, hai cominciato ad appellarlo con tutti quei nomignoli assurdi che gli rifila il Dobe?

Forse è stato quando ti ha regalato un disegno per la prima volta, e tu l’hai custodito gelosamente nel taschino della tua uniforme.

Oppure quando ha cominciato a stringerti forte ogni volta che partivi per una missione.

 Magari è stato per il modo in cui trovi lui e il dobe, quando torni a casa tardi. Addormentati in una posizione assurda sul divano.

E ti rendi conto che in realtà, un giorno dopo l’altro ti sei innamorato di lui, come solo un padre può innamorarsi di suo figlio.

Così quando senti l’ennesima cattiveria bisbigliata al vostro passaggio, non puoi fare a meno di ribattere.

“ Gradirei evitare di sentire spregevoli calunnie su mio figlio!” sibili freddo al gruppo di comari che spettegola “ Non vorrei dovesse succedere qualcosa di irreparabile…”.

Alla tua poco velata minaccia cala il silenzio. Lo sguardo che lanci è perentorio.

Osate fargli del male e non esisterà posto in cui nascondervi per sfuggire alla mia ira.

Stavolta sarai in grado di proteggere la tua famiglia.

 

Estate

Hai già visto i Fuochi d’artificio per la festa dell’estate. È stato tanto tempo fa o così ti sembra.

Quando avevi un altro nome e vivevi in un altro posto. Quando una donna con i capelli scuri ti cantava una ninna nanna. Non ricordi bene.

Ricordare quel periodo ti fa male, per questo non indaghi più affondo.

Magari anche quello è stato uno dei tuoi tanti sogni, quelli che ti sembrano così reali da farti male, finché non arriva uno dei tuoi papà a dirti che stavi dormendo.

Il cielo che vedi stasera però è vero.

Puoi sentire il vento caldo scompigliarti i capelli e il rombo dei fuochi assordarti. Questo momento non lo stai sognando. Ci sono giorni che hai tanta paura di svegliarti e accorgerti di essere solo, nessuna mano calda che tiene la tua, nessuno sguardo azzurro a rassicurarti. Allora ti senti triste.

Ma non oggi.

Oggi ti senti particolarmente felice.

Oggi indossi il tuo yukata col simbolo degli Uchiha sulla schiena e quello degli Uzumaki sull’obi, i tuoi papà ti tengono la mano e sopra di voi il cielo si tinge di mille colori.

Ti senti così felice che forse potresti farlo.

Potresti davvero riuscirci stavolta.

Tiri le mani dei tuoi genitori affinché ti guardino.

“Che cosa c’è biscottino?” ti chiede il tuo papà biondo.

“ Dobe, smettila di chiamarlo con tutti quei nomignoli smielati! È un Uchiha!” borbotta il tuo papà moro.

Senti il viso stirarsi in un sorriso e vedi i tuoi papà sgranare gli occhi emozionati.

Ti dici che puoi farlo. Devi solo fare un piccolo passo.

E quando il cielo si tinge di rosso, blu e oro, le tue labbra si muovono.

“ Vi voglio bene papà…”.

 

Owari.
  
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