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Autore: Drew    27/06/2005    9 recensioni
Le strade della vita portano le persone in lughi differenti. Ma se fosse la vita stessa a voler farti incontrare la persona con la quale hai diviso metà della tua vita?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daniel Radcliffe, Emma Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una tiepida mattina di settembre, e il pallido sole autunnale splendeva con i suoi deboli raggi su Bolton, una piccola cit

Era una tiepida mattina di settembre, e il pallido sole autunnale splendeva con i suoi deboli raggi su Bolton, una piccola città situata tra gli immensi centri industriali di Liverpool e Manchester. Per i viali si vedevano numerosi studenti camminare con zaini pesanti sulle spalle, per raggiungere le rispettive scuole. Tra questi, solo una ragazza procedeva in disparte, lo sguardo basso, perso nel vuoto, i riccioli castani le coprivano parte del viso dalla chiara carnagione.

“Calma Emma, calma…è impossibile che qualcuno ti riconosca…”

Con la coda dell’occhio sbirciava gli studenti che le camminavano intorno. Tutti avevano lo sguardo rivolto altrove, e nessuno, per fortuna, si stava curando di lei.

“Forse è la volta buona che arrivo a scuola tutta intera…E in orario…”

Ecco, vedeva già la sua università, la Bolton University, mancavano una cinquantina di metri, era salva… 

-Scusa? Sai che ore sono?- era la voce di una ragazza bionda, con gli occhi azzurri, circa della sua età.

-No, adesso non posso fermarmi, devo andare!- rispose la ragazza nel modo più gentile che conosceva.

-Io credo di averti già visto da qualche parte!- disse la biondina cercando di sbirciare sotto i lunghi capelli di Emma.

-No, io credo proprio di no!-, e mentre cercava di sistemarsi la camicia le cadde un libro e si inginocchiò per raccoglierlo. Il suo sguardo incontrò quello dell’altra ragazza, che riconobbe quegli occhi.

-Tu sei Emma Watson!!!-

“Brava Emma! Così  impari a parlare prima del tempo!”

-No, mi spiace, ma io mi chiamo… Tracy!-

-Ah!- replicò la biondina dispiaciuta, -Comunque le assomigli molto!- e detto questo se ne andò per la sua strada lasciando Emma libera di proseguire verso scuola.

Erano le otto in punto ed era finalmente riuscita a raggiungere la sua classe, composta da sette ragazze (inclusa lei) e dodici maschi, i quali non avevano occhi che per la povera Emma.

“Eccomi di nuovo qua: un’altra lunga giornata scolastica mi attende! Chissà che cosa sta facendo ora lui? Con chi sarà?”

Questo si chiedeva la ragazza mentre salutava il professor Whitter seduto alla cattedra:

-Vedo che siamo riusciti ad arrivare in orario una volta tanto, signorina Watson!-

-Sì, prof!- si limitò ad affermare la ragazza senza replicare.

-Va bene ragazzi, aprite il libro a pagina sei che oggi ripassiamo algebra.-

Anche Emma da brava scolara prese il suo testo e cominciò a leggere in silenzio. Poi, all’improvviso il professor Whitter si alzò dalla cattedra e annunciò alla classe:

-Ragazzi, stavo per dimenticarmene! Fra tre giorni arriverà un nuovo alunno. Per ora non vi dirò come si chiama, ma appena avrò qualche notizia in più vi informerò. Ora tornate a ripassare: ho intenzione di interrogare tre persone!-

Gli studenti continuarono a leggere, ma qualche volta si sentiva una specie di brusio e si riuscivano a distinguere alcune parole:

-Chissà da dove viene!- diceva Lora Flabbren, una ragazza mora di occhi e di capelli, portati molto corti e con qualche meches bionda.

-Da quanto ne so io è proprio lui a non voler far sapere chi sia!- replicava Mary Richmord, una ragazza biondissima con gli occhi verde smeraldo.

-Secondo me è uno che ha qualche problema!- diceva Michael Giandko, con capelli rossi e occhi azzurrissimi e con un sorrisino stampato sulla faccia.

-Per me è straniero!- affermava deciso Toby Mcgiffin, un ragazzo alto, magro e snello, molto carino, con i capelli castano chiaro e gli occhi che erano un misto tra il blu e il viola; il ragazzo numero uno nella lista dei pretendenti per Emma.

La ragazza, infatti, aveva qualche problema ad ambientarsi, non perché lei fosse troppo introversa, ma i compagni tendevano a considerarla una ragazza che poteva avere tutto e subito, che non aveva bisogno né degli amici, né di aiuto. Questo valeva soprattutto per le ragazze, tranne Mary e Lora, che uscivano spesso con Emma e finivano per doversi nascondere dietro ad un cespuglio affinché i paparazzi smettessero di seguirle.

La giornata continuò con due ore di italiano con la professoressa Danmarbiff, un’ora di sociologia con la professoressa Kinberly e un’ora di pratica con il professor Fernis.

 

Il giorno seguente

 

La mattinata fu un vero mortorio, la spiegazione di Whitter sulla teoria della “fusione nucleare” provocò nei ragazzi un vero attacco di sonno. Quanto ad Emma, lei aveva ben altro da fare. Tutto il suo diario era tappezzato di cuori e scritte, riguardanti un suo… carissimo amico…

“Se solo lui fosse qui…” pensava ogni tanto la ragazza, e ogni suo pensiero veniva accompagnato da un sospiro assente.

Finalmente era giunto l’intervallo ed Emma diede libero sfogo ai suoi desideri, cominciando a giocherellare con la penna e a osservare la pagina bianca del diario che quel giorno doveva iniziare scrivere:

 

Bolton, 25 settembre

Caro diario,

mi sento strana: so che qualcosa deve accadere e ho un insolito presentimento. Ora ti lascio, continuerò a scriverti finita scuola, perché sta arrivando Faith (quella smorfiosa!!!), …

Baci baci!

                                                            Tua Emma

 

-Ciao, “Hermione”…- la salutò Faith con il suo solito tono velenoso. Velenoso, e inconfondibile… purtroppo!

-Ciao Faith…- le rispose gentilmente Emma, anche se in realtà il suo pensiero era un altro.

“Ma questa non la pianta mai di rompere!”

-Io so chi è!- esclamò ad un tratto la vipera, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi da “Signorina-io-so-tutto-sto-solo-aspettando-che-vi-inchiniate-alla-mia-magnificenza”… 

Emma la fissò sbalordita, tra l’incredulo e il preoccupato.

“Ma ti senti bene?” era quello ciò che voleva chiederle, ma naturalmente non lo fece.

-Come prego?- chiese, cercando di sorridere, anche se in realtà non aspettava che l’occasione buona per pestarla a sangue: tale era la simpatia che provava!

-Io so chi è il nuovo alunno!- ripeté la rossa, mentre i suoi occhi verde pallido fissavano con morbosa attenzione il diario su cui Emma aveva scritto fino a pochi attimi prima.

Certo, Faith non era quel genere di ragazza che una voleva avere per amica. Piuttosto bruttina e molto piccola per la sua età, con un senso dell’umorismo “mooolto basso”, era nota soprattutto per le sue capacità di “lingua lunga”… Peggio di così…

-Ah, davvero? E immagino che non me lo diresti neanche sotto tortura?-

-Brava signorina “Granger”; sappi mia cara che il solo fatto che tu sia un personaggio noto al pubblico infantile, non ti permette di poterti pavoneggiare per i corridoi come meglio credi!!!-

Emma stava per scoppiare: voleva riuscire a fronteggiare l’avversaria tirando fuori tutto il suo coraggio, ma fortunatamente, proprio in quel momento, le si avvicinò Lora che la prese per un braccio facendola allontanare da Faith.

-Credo di averti salvato la vita!- le disse.

-Sì Lora e ti ringrazio.-

Le due amiche si avviarono per i corridoi, chiacchierando. Tuttavia, Emma non riusciva a dimenticare le parole che Faith le aveva detto pochi attimi prima. Sapeva veramente chi era il nuovo alunno? E da dove veniva questo misterioso ragazzo?

Emma non ebbe il tempo di pensarci su: arrivate all’angolo del corridoio che divideva il primo anno dal secondo, le apparve l’immagine di Clark Fehym, un ragazzo di due anni più grande. Era un ventunenne alto, muscoloso e con corti capelli castano chiaro; al lobo sinistro scintillava un orecchino ad anello, e i suoi occhi blu notte fissavano Emma, completamente incantati.

-Ciao Emma!- la salutò lui con un largo sorriso stampato in volto.

“E questo da dove sbuca?”

-Ciao… Non mi sembra di conoscerti… ci siamo già visti da qualche parte?-

-Non credo, perché mi sarei sicuramente ricordato di te!-

“Questa è vecchia come il mondo!”

-Quindi immagino di dovere quest’onore per via del mio lavoro?-

-Suppongo di sì!- disse il ragazzo gaiamente circondando le spalle di Emma con un braccio.

Lora osservava la conversazione imperterrita, guardando prima uno, poi l’altro. Si chiedeva infatti per quanto ancora sarebbe durata.

-Ehm… bene! Ora scusaci Clark, ma dobbiamo andare in palestra per l’ora di educazione fisica! Saluta il tuo nuovo amico Emma!- la incoraggiò Lora.

-Sì, certo. È stato un piacere conoscerti!- rispose serena, come se fosse abituata a dire quella frase.

-Il piacere è mio! Spero di poterti conoscere meglio un giorno!-

“Quanto ad originalità con i complimenti siamo messi male e mi dispiace, ma…”

-Certo,… magari! …Chissà!- commentò Emma per poi alzare i tacchi e dirigersi verso la palestra affiancata dalla sua amica.

Dopo aver percorso il corridoio per qualche metro, Lora ruppe il silenzio:

-Cara la mia Emma, ti rendi conto che hai fatto colpo su uno dei ragazzi più carini della scuola?-

-Sì, lo so, ma mi spiace deluderti: il motivo per cui è successo è perché sono famosa e basta!-

-Quindi lo lasci a me?-

-Più che volentieri, Lora! A parte gli scherzi,- fece Emma divenendo seria in volto, -ci sono giorni in cui io proprio non vorrei essere così popolare! Ti giuro che non hai idea di quanto questo possa farti soffrire: vedevo i miei genitori molto poco quando ero piccola, poi sul set mi accompagnavano a fare le riprese e stavano con me. Ora li vedo solo a Natale e quasi sempre mia mamma è via per lavoro.-

-Posso capire che ci siano dei lati negativi in quello che è successo in questi ultimi otto o nove anni, ma ti rendi conto di quanta fortuna hai avuto? Ci sono persone che avrebbero fatto di tutto per diventare la coraggiosissima e intelligentissima Hermione Granger!- replicò Lora cingendola la vita con un braccio.

-Credo di sì, ma… non è facile da spiegare!- disse Emma abbassando lo sguardo.

-Cosa è difficile signorina Watson?- disse Mary, che raggiunse le due amiche dal fondo del corridoio.

-Nulla! Ho paura che la nostra “Hermione” abbia avuto una piccola crisi d’identità! Parlava in un modo talmente “perfetto” che sembrava davvero quella piccola maga!- fece Lora scherzando.

Emma risollevò il viso e fissò attentamente le amiche che la guardavano sorridendo: finalmente era riuscita a capire quale fosse quel sentimento che in due sole persone aveva trovato fin d’ora: l’amore. Una di queste era la sua adorata nonna, con la quale aveva vissuto fino agli undici anni e l’altra,…

“Ho trovato altre due persone speciali come te!” pensava la ragazza riferendosi al soggetto dei suoi sogni mentre abbracciava le sue due uniche vere amiche, oltre a Bonnie Wright, che interpretava Ginny Weasley.   

Appena si staccarono si diressero verso la palestra. Emma era felice di aver trovato due persone così belle e che le volevano bene, non per quanto lei “fosse Hermione”, ma semplicemente per la ragazza che ama divertirsi e che ha bisogno di tanto affetto.

Entrarono nello spogliatoio femminile e cominciarono a cambiarsi mentre “la carissima Faith” cinguettava con due alunne di lei molto più grandi. Emma non le dette peso e aprì una tasca della borsa: non si ricordava ciò che le aveva messo dentro, ma sapeva che era successo anni prima, dato che quella sacca l’aveva portata con sé per tutti gli Studios. Anche se era incuriosita decise di non guardare il contenuto e, malgrado che Faith non le toglieva gli occhi di dosso, continuò a cambiarsi imperterrita.

La lezione si svolse abbastanza rapidamente e quando finì le si avvicinò Toby che le disse:

-Hai due secondi per parlare?-

Emma, facendo segno a Mary e Lora di andare, si fermò ed affermò col capo.

-Volevo chiederti se in uno di questi giorni ti va di stare un po’ assieme: che ne dici?- chiese tutto d’un fiato.

-Ti ringrazio Toby,- rispose Emma sinceramente, -ma non lo so veramente.-

-C’è di mezzo qualcun altro vero?-

Emma era quasi sconcertata dall’intuizione di Toby:

“Ma come diamine a fatto a capirlo?”

-Il tuo silenzio afferma quello che pensavo!- disse il ragazzo deluso, che si voltò e salutandola raggiunse Michael e altri compagni della sua classe.

Emma non voleva farlo soffrire così, dato che era un bravo ragazzo, sempre disponibile con chiunque. Ancora un po’ sconvolta Emma ritornò in spogliatoio per poi cambiarsi e raccontare tutto alle amiche che ascoltavano esterrefatte:

-Così hai dato buca non solo a Clark, ma anche al povero Toby?- disse Lora divertita.

-Sì e mi è dispiaciuto fare questo a Toby!- disse Emma.

-Non ti devi preoccupare!- affermò Mary, - A Toby ci penso io: siamo amici da una vita, ma… cos’è successo con Clark?-

Nell’istante in cui Emma tentò di rispondere le si avvicinò Faith, che lesse ad alta voce:

-Trattato dalla lettera ad Emma Watson: Cara Emma, se tu stai leggendo queste poche righe vuol dire che,…- ma in quel momento le venne strappato il pezzo di carta dalle mani ed Emma si affrettò a nasconderlo nella sua borsa.

“Come si è permessa quell’insulsa vipera di rubare dalla mia tasca della borsa!” pensò furiosa.

-Come sono in pena signorina “Granger” di averti dato un dispiacere! Immagino che a scriverla sia stato quell’idiota del signor “Weasley”, giusto?-

-Rupert non è un idiota, ma è simpatico e divertente!- replicò Emma infuriata, ma Faith non mollava:

-Mi spiace ancor di più allora che un bravo e bel ragazzo come “Harry Potter” si venga a rovinare la vita dietro ad una come te, “Granger”!- affermò decisa la nemica.

Emma non riuscì più a trattenersi e cercando di non urlare troppo disse:

-Come puoi permetterti di parlare così dei MIEI amici? Dimmelo che ce l’hai con me perché sono quaranta volte MEGLIO DI TE! AMMETILO! Ti giuro che ne ho sentite tante su di me e alcune erano molto brutte, ma neanche quando io e Tom recitavamo il signor “Malfoy” riusciva a farmi diventare tanto furiosa!!!-.

Per la prima volta in tutta la sua vita, Faith fu zittita da Emma, che ancora alterata uscì dallo spogliatoio con Mary e Lora.

Le due amiche continuavano a complimentarsi con lei per il bel lavoro svolto ed Emma ne fu sollevata, dato che credeva di aver esagerato. Era finalmente riuscita a dimostrare alla sua peggior nemica quanto davvero valesse Emma Watson e ne era entusiasta.        

 

 

 

 

Mi permetto di dedicare un piccolo commento su delle autrici di fanfiction alle quali devo molto, se non tutto il mio racconto: innanzitutto alla simpaticissima Carol87 con la speranza di leggere presto il tuo “innominato” racconto; a Sunny le cui storie sono incredibili con la “I” maiuscola; a Petronilla che mi ha fatto capire cosa significhi scrivere una fanfiction; a Robix che a scritto delle storie molto belle e intricate e alla quale devo molto. Mi auguro di poter leggere una vostra recensione sul sito e vi assicuro che mi mandereste al settimo cielo.

Infine alla “proprietaria”, Erika che ha creato un sito stupendo va il mio più caloroso ringraziamento.

 

  
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