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Autore: Rowena    28/12/2009    1 recensioni
Sotto la doccia i pensieri si sprecano... E quando si ama in segreto, si pensa fin troppo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Personaggi e situazioni non appartengono a me, bensì all'autrice e a chi altri ne detenga i diritti. Non scrivo a scopo di lucro e pertanto nessuna violazione del copyright è intesa.

Questa storia partecipa al Gioco dell'Oca di Writers Arena per la casella #3, sotto la doccia.

 
 
Corsa finita, esercizio per i tiri in porta terminato, attrezzi usati rimessi a posto.
È ora di cambiarsi e di prepararsi per tornare nel dormitorio, a gustarsi una ricca cena in compagnia degli amici.
Sotto la doccia nel bagno dello spogliatoio, Nakatsu cancella la stanchezza degli allenamenti e ripensa soddisfatto a quello che ha combinato in campo. Il mister gli ha fatto i complimenti, sta migliorando a vista d’occhio e presto potrebbe essere preso in considerazione da diversi reclutatori della J2… Tutto sta a te, Nakatsu, così gli ha detto.
Sotto la doccia, però, Nakatsu sente anche i suoi pensieri più chiaramente, mentre le goccioline d’acqua bollente scivolano sulla sua pelle. Specie se nel bagno è solo, com’è capitato questa sera, perché i suoi compagni sono già tornati indietro senza aspettarlo.
Può pensare ad Ashiya, e immaginare cose oscene che prima di conoscere il nuovo arrivato non avrebbe osato neanche fantasticare sotto tortura. È dura, non riesce più a capire cosa gli succeda, perché il suo cuore e il suo corpo reagiscano in maniera così strana.
A lui piacciono le ragazze da sempre, le ragazze!
È anche per questo che ha iniziato a giocare a calcio, per diventare famoso e piacere alle donne… E ora si è innamorato di Ashiya. Un maschio, un suo compagno di scuola: non può fare pensieri impuri su di lui, non è possibile!
Eppure è così, non riesce a toglierselo dalla testa. Tira un pugno contro la parete di mattonelle della doccia, per poi imprecare per il dolore; un gesto che avrebbe voluto essere molto virile, e che invece lo fa sentire solo più stupido.
Però… Però in fondo maschio o femmina che importa?
Se c’è amore, va bene tutto, anche Kayashima concorderebbe con lui, se fosse presente.
In quel bagno pensato per un’intera squadra di calcio, Nakatsu stringe i pugni come se si fosse appena reso conto della più importante verità dell’universo.
 
 
Quando Sano si nasconde nel bagno della sua stanza, non è mai un buon segno. In genere è colpa di Ashiya, anche se quella stupidina non se n’è ancora accorta.
E se Sano, peggio ancora, si tuffa quasi di testa sotto la doccia, allora significa che è arrivato vicino al limite un’altra volta.
Perché Sano sa. Conosce il segreto di Ashiya Mizuki, e la cosa lo fa impazzire. Il nuovo arrivato in realtà è una ragazza. Una femmina.
Carina e dolce che sembra uscita da uno shojo manga, maledizione a lei, e pure con poco seno come piace a lui. Sì, si è anche trovato a tastare involontariamente…
Non ci sarebbe problema, se a lui Mizuki non piacesse. E soprattutto, se le situazioni spontanee nate nella loro stanza non portassero inesorabilmente Sano a volerla baciare, o a stringerla forte a sé.
Per questo si rintana in bagno e si butta sotto una doccia sempre più fredda, per controllarsi. Come adesso, per esempio, lei gli è apparsa davanti con quel musetto così dolce che Sano ha avuto immediatamente bisogno di una doccia. Non importa che se la sia fatta meno di mezzora fa in palestra.
Perché lei non sa che lui sa. E forse è meglio così, a pensarci bene, andrebbe nel pallone e combinerebbe chissà che disastri.
Perché lui non vuole perderla. Anche se così non c’è spazio per niente, se non dormire abbracciati quando Mizuki piomba nel mondo dei sogni a metà di un film, che guardano insieme nel letto di sotto, quello di Sano. Non è così male, però.
Starle vicino è già sufficiente, Sano è consapevole di essere cambiato molto da quando quella piccola pazza è arrivata all’Osaka, di essere diventato migliore.
Non vuole perdere tutto questo, non ora che ha trovato la sua serenità, ora che è così vicino a saltare di nuovo.
Per questo passa così tanto tempo sotto la doccia. Perché ha paura di quello che potrebbe fare se non si controllasse. E nel piccolo bagno della stanza del dormitorio due, ricordarsi tutto questo è molto più facile.
 
 
La prima cosa che Mizuki ha imparato appena arrivata in Giappone è stato ricordarsi di chiudere a chiave la porta del bagno. Avrebbe dovuto aggiungere un sempre a questo mantra, visto con che facilità si dimentica di questa regola, ma nessuno è perfetto, in fondo.
Mizuki ha anche imparato a risparmiare tempo scegliendo la doccia al posto del suo prediletto bagno in acqua calda, molto rilassante… Ma la doccia richiede meno tempo, e con la sua incapacità a svegliarsi al suono della macchinetta infernale che ha comprato da poco ogni secondo risparmiato è un secondo guadagnato. E poi dovrebbe riuscire ad alzarsi prima di Sano, così da poter controllare che il bustino per nascondere il seno sia al suo posto: lo porta anche di notte, perché all’Osaka non si sa mai cosa può succedere, ma ad ogni modo è meglio essere sicura che non ci siano intoppi.
Se dovessero scoprirla, se Sano sapesse che è una ragazza… Non vuole neanche pensarci, probabilmente le chiederebbe di tornarsene in America e non farsi più vedere. E lei non può permetterselo, proprio no.
Certo, ogni tanto ancora si concede un bagno, anche all’Osaka: quando Sano è agli allenamenti, in modo particolare, così da potersi concedere un tempo vergognoso in ammollo. Le piace stare lì fino a che l’acqua non diventa fredda e i polpastrelli raggrinziti, cerca di ragionare su quello che sta vivendo e di immaginarsi i commenti che farebbe Julia. Quando non ci riesce, si tira su, si riveste e va da Umeda a chiedere consiglio.
Si sente bene, in quel piccolo spazio che è il bagno della sua stanza. Un ambiente condiviso, in cui ogni tanto trova l’orologio di Sano dimenticato – e si ricorda di rimetterglielo sul letto prima di cominciare a farsi la doccia, un mancato incidente è già fin troppo – o i suoi prodotti. Le piace il profumo del suo deodorante, anche se non lo ammetterebbe mai. Condividere il bagno, oltre che alla camera, le dà un senso d’intimità che mai avrebbe pensato di provare con Sano. Chissà se lui la pensa allo stesso modo…
Comunque vadano le cose, Mizuki sa che presto o tardi dovrà tornare a casa. Accoccolata sul pavimento della camera 205, la ragazza guarda il suo compagno di stanza mentre esce dal bagno con i capelli ancora bagnati: ecco ciò che le mancherà più di tutto.
Quel senso di casa che prova ogni volta che lo guarda.
Improvvisamente si sente le orecchie calde… Dev’essere tutta rossa.
Prima che Sano le tasti la fronte per controllare che non abbia la febbre, però, Mizuki si alza di scatto e corre a chiudersi in bagno. Decisamente le occorre una doccia fredda!
 
 
   
 
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