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Autore: Melanto    04/01/2010    5 recensioni
E dopo la viverna nella palude e la Regina Kikimore nella miniera... non poteva di certo mancare la cockatrice nelle fogne, no?!
Geralt di Rivia e Siegfried de Denesle alle prese con una pennuta avversaria, ma non sarà da sola. Non si sa mai cosa si può trovare nelle fogne di Vizima.
(No, niente pantegane. Nemmeno mannare (.cit) XD)
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NoteIniziali: dite la verità, Gegè vi era mancato almeno un po’, mh? *w*
A me sì, e sono felice di aver scritto nuovamente qualcosa su di lui. Per quanto il fandom del mio cuore resti sempre CT, quello in cui più mi rilasso è TW, senza ombra di dubbio.
Finalmente, Geralt sarà affiancato da Siegfried, un personaggio che io ho adorato fin dal primo momento che l’ho incontrato nel game. *w* In questa fic, riprendo un po’ la prima missione che i due hanno svolto insieme nel videogioco, ovviamente, stravolgendone il contesto e lo sviluppo, as usual! XD

Questa fic è stata scritta per la Criticombola di Criticoni, cartella #48, prompt #48: Sotterranei.
Questa fic partecipa anche al Befana!Challenge di Fanworld. Sono presenti le parole: Mirra – Oro – Carbone – Caramelle.

Per tutte le altre note, **/ ci leggiamo alla fine della storia!

Caccia alla cocka!

«Una, due, tre e quattro. Proprio come pensavo, manca la quinta.» si rese conto Geralt assumendo un piglio seccato. Ed aveva appena fatto fuori l’ultima cockatrice della Palude; la sua solita fortuna.
Dopo averle legate con un filo di spago, eclissò le quattro piume nella borsa, cavando il contratto che aveva preso dalla bacheca, ma rileggerlo non lo modificò di una virgola: cinque piume di cockatrice, c’era scritto, non una di più né una di meno. E a lui mancava proprio l’ultima.
Con uno sbuffo si sedette sul freddo pavimento roccioso della caverna, incrociando le braccia al petto e passando in rassegna i cadaveri delle bestie che giacevano spappolati o abbrustoliti un po’ ovunque. In quel cesso che tutti chiamavano Palude non vi erano altre cockatrici e già per trovare quelle quattro aveva sudato sette camicie, strappato un paio di pantaloni e perso un guanto. A conti fatti, i soldi della ricompensa – qualora fosse riuscito ad intascarli – avrebbe dovuto spenderli tutti tra tintoria e sartoria.
Vossignoria non ne sarebbe stata molto contenta.
Che poi, a dirla tutta, a lui non è che cambiasse la vita chiudere o meno quel contratto: con tutta la fatica che aveva fatto, duecento oren gli sembravano una vera miseria. Ma Vossignoria prendeva le cose troppo sul serio, facendone quasi una questione personale. Peccato che chi andasse a rischiare le chiappe o a rimetterci la faccia fosse lui e non lei.
Il profondo sospiro venne amplificato dall’eco della caverna, rendendolo più pesante di quanto non fosse in realtà. Con un gesto risoluto, il witcher decise di muoversi che tanto restare lì non gli sarebbe servito a niente: una quinta cockatrice non sarebbe comparsa dal nulla, purtroppo, e la strada verso il punto di teletrasporto non era mai facile, quindi, era meglio mettersi subito in marcia.
Se avesse avuto almeno un minimo di fortuna, magari avrebbe trovato l’ultima piuma in qualche bottega, per pochi spiccioli.
Ma lui e la Fortuna, negli ultimi tempi, si erano decisamente persi di vista.

*

«Ah! Geralt!»
La voce di Siegfried di Denesle richiamò la sua attenzione che era appena uscito dal Quartiere dei Non-umani(1). Il witcher lo vide arrivare a passo sostenuto dal fondo della strada che portava all’Ospedale Lebioda, bardato nella sua solita ed inconfondibile cappa rossa e oro.
«Capiti a proposito!»
Il primo pensiero di Geralt a quella frase non fu positivo. La prima volta che aveva incontrato Sieg era stato nelle fogne, e per quanto trovasse di buona compagnia quel soldato dell’Ordine della Rosa Fiammeggiante, cominciare un discorso sui Non-Umani, i Ribelli di Yaevinn e tutta l’allegra brigata non era proprio il massimo. Soprattutto considerando quanto fosse già impegnato di suo a trovare una stramaledetta cockatrice, per perdere tempo.
«Siegfried.» si limitò a rispondere, inforcando la direzione che portava alla Locanda dell’Orso Peloso, un luogo poco frequentato dai Soldati della Rosa. Il Cavaliere lo affiancò, prendendo subito il suo passo e tenendo la mano appoggiata sull’elsa della spada.
«Avrei un lavoro da proporti.» disse entusiasta, ma Geralt lo interruppe alzando la mano ancora inguantata con un gesto secco.
«Non adesso, Denesle. Vado molto di fretta.» affermò, senza nemmeno voltarsi, ma l’altro non si diede per vinto.
«Oh, concedimi solo pochi minuti per illustrarti di che si tratta: l’Ordine è disposto a pagare centocinquanta oren per-…»
«Più tardi, mh
«Ma io e te insieme ci metteremmo davvero il tempo di un-…»
«Lo so, siamo forti, un vero squadrone, ma sono molto impegnato al momento.»
Siegfried sembrò rinunciare, rallentando il passo fino a fermarsi, mentre Geralt proseguì, un po’ dispiaciuto di essere stato così brusco, quando l’altro concluse.
«Si tratta di una cockatrice…»
Ed il witcher inchiodò l’andatura col piede sospeso a mezz’aria.
«…non vuoi debellare un terribile pericolo per la popolazione di questa già martoriata città?»
Sì, va beh, il Cavaliere aveva sempre l’abitudine di buttarla sul senso dell’onore e del sacrificio e gli ideali e i buoni principi e tutte le altre belle parole. MA! Aveva capito bene?
Dovevano seccare una… cocka? Una stramaledetta pennuta generata da due polli, velenosa da fare schifo e che fagocitava l’impossibile nemmeno fosse una fogna?
- Ciao, Fortuna! Da quanto tempo non ci vediamo? Ti trovo bene, hai perso qualche chiletto, di’ la verità! –
Geralt si volse lentamente cercando di camuffare in qualche modo il mezzo sorriso trionfante che pericolosamente aveva preso a tendergli il labbro.
«Hai detto una cockatrice?» si arrischiò a chiedere ancora, per essere sicuro di aver capito bene e non ritrovarsi a dire “SI! PER TUTTI GLI DEI, SI!” e poi scoprire che, boh, invece andavano a raccogliere margherite.
«Esatto, proprio una cockatrice
- Ciao, Fortuna! Sei proprio in forma smagliante e pure attraente. Che dici? Usciamo insieme? –
Il witcher cercò di darsi un tono e mimò il sospiro rassegnato di chi sta facendo un immane sforzo pur di non lasciare un amico nei guai. «E va bene.» accettò «Se dici che, in fondo, sarà una cosa da nulla, posso anche dedicarti questi pochi minuti.»
Siegfried schioccò le dita con entusiasmo, raggiungendolo in rapide falcate. «Ah! Lo sapevo che non avresti voltato le spalle ad una missione così onorevole. È per la sicurezza dei cittadini!»
«Sssssì, certo.» Geralt si grattò un sopracciglio «Dicevi centocinquanta oren, giusto?». Così c’avrebbe ricavato anche un’entrata extra con buona pace di Vossignoria.
«Giustissimo. Credo siano una onesta ricompensa per una cockatrice, non sei d’accordo?»
Eccome se lo era! Per farne fuori cinque gliene avrebbero dati solo duecento, guadagnarne centocinquanta per una sola era quasi l’utopia. Avrebbe dovuto lavorare di più per l’Ordine, tutto sommato; per quanto fossero degli esagitati razzisti, pagavano bene.
«Sì, si può fare, ma vorrei aggiungere anche i resti della bestia nel nostro contratto.»
Siegfried fece una smorfia disgustata. «Tutti tuoi, a noi importa solo di ucciderla.»
Il witcher annuì soddisfatto «A ciascuno il suo. Allora? Dov’è?»
«Nelle fogne.»
Eccola lì. Da qualche parte doveva pur esserci la fregatura, o no?
- Ciao, Fortuna. Forse, sotto sotto, non sei così in forma come sembrava. –
«Nelle fogne, eh?» feco eco Geralt.
«Già, sono un ottimo posto in cui andare a rintanarsi, purtroppo.»
E questo lo sapeva anche lui, ma restavano pur sempre il luogo più fetido e disgustoso di tutta Vizima, che diamine!
Con un sospiro rassegnato cercò di consolarsi sapendo che i suoi abiti erano già in uno stato pietoso e tanto valeva dar loro il colpo di grazia.
«Forza, Denesle. Fammi strada.»

*

Quando varcarono l’ingresso delle fogne, l’odore nefasto dei liquami lo investì in pieno, facendogli girare la testa.
«Perfetto.» biascicò Geralt, reggendosi la fronte per contrastare le vertigini.
«Tutto bene?» di fianco a lui, Siegfried si accertò delle sue condizioni.
«Mai stato meglio…»
Il lezzo era terribile e talmente pungente che gli attanagliò le viscere; che il suo olfatto lo amplificasse, poi, non aiutava di certo.
«Sì, non è proprio un posticino gradevole.» convenne il Cavaliere della Rosa Fiammeggiante ed il witcher lo superò con maggiore decisione, fermamente intenzionato ad andarsene da lì il prima possibile.
«Vediamo di fare in fretta.»
Ma già dopo i primi passi si accorse che c’era qualcosa che non andava. L’odore di carne putrida spiccava tra gli altri in maniera netta e la sagoma riversa al suolo che iniziò ad intravvedere nella semioscurità delle fogne poco gli piacque.
Quando furono abbastanza vicini notò che il cadavere era stato squarciato, con un unico colpo, dal collo al ventre, poi, chiunque era stato o, meglio, qualsiasi cosa fosse stata, si era divertita a staccargli le braccia.
«Oh, misericordia!» sbottò Sieg, portandosi il pugno al petto.
«Non è un bello spettacolo.» Geralt era decisamente meno impressionabile e si era già inginocchiato per esaminare più attentamente la vittima.
Alle sue spalle, il Cavaliere gonfiò il petto con ira, puntando le mani sui fianchi. «Dobbiamo eliminare quella cockatrice il più presto possibile prima che uccida qualcun altro-…»
«Non è stata la nostra cocka.» il witcher freddò il suo ardore con una semplice frase. «Fosse stata lei, non avrebbe lasciato nemmeno le ossa per un brodino.»
«E allora chi o cosa può aver fatto un simile scempio di quest’uomo?»
Geralt smosse quel che restava del cadavere con un pezzo di legno per poterlo osservare meglio prima di affermare. «A giudicare dal colpo inferto, da come è stato mutilato, dalla presenza di Cadaverina e da questi rimasugli di alghe… direi che si tratta di drowner
«Drowner?!» fece eco il Cavaliere «Maledetti demoni dell’Inferno! Non gli è bastato essere morti una volta?! Vogliono morire anche sottoforma di mostri(2)?! Ebbene, ci occuperemo anche di loro, nel nome del Fuoco Eterno!»
«A-ah, non parlare al plurale, Siegfried. L’Ordine mi paga solo per eliminare la cockatrice.» ci tenne a precisare Geralt, agitando il legnetto nella sua direzione prima di buttarlo nelle putride acque delle fogne di Vizima.
«Ma Geralt! Non possiamo permettere che un simile pericolo se ne vada in giro a mietere vittime! Dobbiamo fermarlo!»
«Parole sante, mio leale compagno di caccia, ma nell’ultimo periodo le mie scorte di bontà sono piuttosto scarse e la crisi non aiuta di certo, quindi…»
«E sia. Riceverai un compenso extra per ogni mostro in più che mi aiuterai ad uccidere.»
Geralt cercò di trattenere un ghignetto, stava diventando un affarista peggio di Sua Tirchieria. «Extra quanto?»
«Quello che vuoi. L’Ordine non bada a spese quando si tratta della salvaguardia dei cittadini.» si pavoneggiò Siegfried con la sua voce dal timbro gutturale.
Il witcher parve soddisfatto e si alzò nuovamente in piedi. «Mh, buono a sapersi.»
Con un gesto fluido estrasse l’argento, mettendosi in posizione di difesa; appeso al suo collo, il ciondolo sembrava impazzito. «Occupiamoci prima di loro.»
Un attimo dopo, le piatta superficie delle acque fognarie si increspò di colpo e quattro drowner emersero, ringhiando minacciosi.
Siegfried imitò Geralt senza pensarci un attimo ed estrasse il pesante spadone che i Cavalieri dell’Ordine portavano al fianco. Per quanto non fosse d’argento, e quindi poco efficace contro dei mostri, avrebbe comunque dato loro parecchio filo da torcere.
«E sia, dunque! Che il Fuoco Eterno vi abbia in gloria, maledette creature!»
Il witcher inarcò un sopracciglio, abbassando la sua arma. «Siegfried, non c’è bisogno di fare tante parole, ammazzali e basta.»
L’altro parve perplesso «Ma… devono almeno sapere per mano di chi morranno.»
«Non credo che a loro faccia poi molta differenza.»
I drowner interruppero la discussione, emettendo uno stridente verso che sembrava quasi un grido di battaglia, e si lanciarono contro di loro.
Geralt non diede al Cavaliere nemmeno il tempo di replicare che esclamò. «Io mi occupo dei due in coda, tu pensa a questi davanti!» e corse verso i mostri quasi come un suicida, salvo poi sfruttare il corpo degli stessi drowner come punto d’appoggio e superare i due in testa con un balzo. I piedi atterrarono nella melma putrida, con suo disappunto, ma in quel momento aveva poco da fare il difficile.
I drowner più arretrati si volsero per seguire i suoi movimenti e dedicarsi a lui, mentre gli altri puntarono dritti contro Sieg che non si fece trovare impreparato. Con eleganza e precisione li separò con un paio di fendenti che riuscirono solo a ferirli superficialmente, senza causare troppi danni. Inferocite, le creature caricarono il secondo assalto; gli artigli lunghi delle loro mani balenarono davanti ai suoi occhi azzurri.
Più distante, Geralt ebbe meno problemi, gli bastò infatti ruotare la spada sopra la sua testa e, con una piroetta, decapitò entrambi i suoi avversari. I drowner non erano poi mostri chissà quanto forti, dopotutto, il problema era che attaccavano sempre in gruppi numerosi e, più che essere un pericolo, erano un vero fastidio.
Appoggiando la punta della spada al suolo, rimase ad osservare come se la stesse cavando il suo compagno di fogna e trattenne un sorriso. Siegfried era davvero molto abile con la spada, ma l’acciaio ci impiegava una vita a seccare creature non umane.
«Ti serve una mano?»
«Beh, se decidessi di intervenire non mi sentirei offeso nell’onore!» rispose l’altro, mandando nuovamente al tappeto i due drowner che si rialzarono quasi subito.
Geralt  gli fece cenno di togliersi dalla traiettoria di tiro e Siegfried trovò riparo sotto l’arco del portone da cui erano entrati all’interno dei sotterranei cittadini.
«Signori.» chiamò il witcher, attirandosi l’attenzione dei drowner; sollevò adagio una mano. «La cena è servita.» e la fiammata di Igni li investì in pieno, carbonizzandoli in pochi secondi.
«Veloce ed efficace.» constatò il Cavaliere, rinfoderando il suo acciaio. A passo fiero avanzò sul pavimento di roccia fino a che non fu costretto anche lui a scendere con i piedi dentro i liquami, che arrivavano di un po’ più sopra alle caviglie di entrambi.
«Da che parte?» domandò Geralt, guardandosi intorno e Siegfried cercò di orientarsi, ricordando la mappa della rete fognaria che aveva studiato alla base dell’Ordine. Con decisione inforcò il corridoio alla loro sinistra.
«Per di qua.» disse con sicurezza, facendo strada, e Geralt gli tenne dietro mantenendo alto il livello di concentrazione. Se avevano trovato quattro drowner già all’ingresso dei sotterranei, non era detto che non ne sarebbero spuntati altri quattro, se non di più, nell’addentrarsi dei corridoi.
Ed infatti, appena sbucarono nello slargo alla fine del cunicolo in cui si erano infilati, un’improvvisa increspatura nell’acqua lo fece sbuffare.
«Qualcosa non va, Geralt?» domandò Siegfried.
«Certo che sono fastidiosi.»
L’altro parve perplesso. «Che cosa?»
Dal fondo delle acque emersero addirittura otto creature, che chiusero loro ogni via di fuga intrappolandoli in un cerchio, spalla contro spalla.
«Quelli.» concluse Geralt, estraendo l’argento e venendo subito imitato dal Cavaliere.
«Altri drowner?! Ma quanti ce ne sono in queste fogne?»
«Direi che avete una bella infestazione da debellare.»
Il witcher non li perdeva d’occhio mentre lentamente lui e Siegfried si muovevano in circolo.
«Come li affrontiamo?» domandò quest’ultimo.
«Tu li stordisci ed io li finisco. Ci sposteremo nello stesso senso di adesso. Un drowner alla volta, ma dovrai essere veloce per evitare che ci attacchino tutti insieme.»
Denesle annuì, tenendosi pronto ad agire all’ordine di Geralt che arrivò perentorio l’attimo successivo.
«Adesso!»
«Spade dell’Ordine!» tuonò Siegfried con buona pace del witcher che alzò gli occhi al cielo, calando il suo primo fendente.
Gli attimi successivi furono un balenare d’acciaio e d’argento, rotolare di teste e Cadaverina verde e fluida che si sparse ovunque. I drowner non ebbero nemmeno il tempo di tentare un attacco.
«Un lavoro impeccabile.». Il Cavaliere sembrò particolarmente soddisfatto della loro azione combinata. «Adesso possiamo dedicarci tranquillamente alla cock-… ma che cosa stai facendo?». Il tono aveva assunto una piega leggermente perplessa, ed un filino disgustata, nel vedere Geralt chinato sui cadaveri ed intento a privarli del loro cervello.
«Un rapido intervento di chirurgia.» spiegò, eclissando all’interno della sua sacca le membra dei drowner, gelatinose come caramelle.
«Oh…» Siegfried deglutì con uno sforzo, cercando di vedere la cosa sotto l’ottica di un witcher. «…interessante.»
«Guarda che non me le faccio in padella.»
«Non sono nessuno per giudicare i gusti altrui.» si difese subito il Cavaliere, ma Geralt si volse, lasciando il pugnale piantato nel cranio aperto di una delle creature.
«Denesle, mi servono per ricavare gli elementi alchemici e per venderli, in certi casi. Te l’ho netto, no? C’è la crisi: se posso procurarmeli di prima mano, perché spendere?» e tornò ad estrarre materia grigia.
Siegfried sospirò, portandosi una mano alla fronte e parlando tra sé. «E poi fa il difficile per un po’ di puzza.»
«Ti ho sentito.» borbottò il witcher.

*

Dopo il ‘recupero membra’, che rubò una buona fetta del loro tempo, Siegfried e Geralt tornarono ad occuparsi del motivo principale per cui si erano fatti quella capatina nella fogne: la cockatrice.
«Hai detto a sinistra, mh?» domandò il witcher, seguendo il Cavaliere che faceva da guida tra i cunicoli.
«Sì, e poi nuovamente a destra.»
«Sbaglio o il fetore è divenuto più forte?» Geralt arricciò il naso con fastidio.
«In questa zona sono concentrati la maggior parte dei canali di scolo.» spiegò Siegfried. «E cerca di stare attento a dove metti i piedi: si sci-...»
«OOOH!»
Sploch.
«…-vola.»
«Merda!» ringhiò il witcher inzaccherato da capo a piedi.
- Ciao, Fortuna. Addio, Fortuna. -
«Giusta deduzione, amico mio.» convenne Siegfried, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
«Maledizione! Ma perché i cittadini di Vizima non imparano a cagare mirra(3)?!»
La risata del Cavaliere echeggiò vivacemente all’interno delle fogne. «Suvvia, non farla tanto lunga. Abbiamo cose molto più importanti di cui occuparci, non credi?»
L’altro grugnì con stizza, cercando di ripulirsi alla meglio. E per fortuna che non aveva bisogno di bere pozioni: le boccette erano ricoperte di liquami, col cavolo che se le sarebbe portate alla bocca.
«Sì. Diamoci una mossa.»
Lentamente, avanzarono negli alti ed ampi cunicoli in cui la luce riusciva ad arrivare solo negli ambienti dotati di fenditure e grate che affacciavano sulla superficie. Ma nei vari nodi che univano le diverse gallerie, se non era buio pesto, ci si andava molto vicino.
Geralt bloccò il loro incedere quando stavano per girare l’angolo ed abbandonare uno dei corridoi principali per passare in un vicolo di raccordo. Allungò una mano davanti a Sieg che si fermò, stringendo i già sottili occhi azzurri separati dall’affilatissimo naso.
«Che succede?» sussurrò, ma il leggero tintinnio del ciondolo al collo del witcher, che aveva preso ad animarsi, gli diede una risposta ben prima che lo facesse lo stesso Geralt.
«L’abbiamo trovata.»
«E se fossero ancora drowner?» ma l’altro scosse la testa.
«Non sono loro. Ascolta.»
Siegfried tese l’orecchio ed il suo udito venne raggiunto dal verso simile a quello di un nervoso gallinaccio. Non c’erano dubbi, era la cockatrice. «Dovremmo essere cauti nel muoverci e non finire avvelenati…» notò «…hai già in mente un piano?»
«Prendi il mio argento.»
«Sì, il tuo-… cosa?!»
Geralt estrasse la spada, porgendogli l’elsa. «Con l’acciaio non le fai neanche un graffio. Io sarò il diversivo e l’attirerò verso di me, tu cerca di prenderla alle spalle.»
Siegfried si impuntò con cavalleresca testardaggine. «Assolutamente no, anche se sei un witcher non posso lasciarti rischiare la vita privo della tua arma migliore. La spada è il prolungamento del braccio per un guerriero, non voglio renderti monco. Farò io da preda.»
Geralt puntò gli occhi gialli in quelli azzurri del compagno di ventura. «Se vuoi morire, allora va bene: preferisci squartato o avvelenato?» poi scosse il capo «Se ho detto che l’attirerò io non è per fare l’eroe, ho pur sempre la magia su cui contare ed è quello che farò. Tu prendi questa cavolo di spada e fai il giro, mh
Davanti allo sguardo duro del witcher, Siegfried fu costretto a capitolare pur con una certa riluttanza. Afferrò la lama d’argento e scomparve alle spalle di Geralt, percorrendo il tragitto a ritroso, mentre il witcher avanzava lentamente e con movimenti cauti per non farsi sorprendere dalla cockatrice.
Adagio si affacciò oltre il muro e la vide che banchettava con chissà che cadavere tra i liquami che gli scarichi riversavano nelle fogne e solo quando, alcuni minuti dopo, intravide la cappa rossa di Siegfried all’altra imboccatura decise di muoversi.
«Andiamo a guadagnarci questi ‘centocinquanta oren più extra’.» borbottò con un mezzo sorriso, uscendo allo scoperto. Con passo deciso avanzò nel corridoio che immetteva in una delle zone di scarico. La cockatrice era illuminata da lame di luce che filtravano dalla grata posta sulla sommità della parete. Non si accorse subito di lui e Geralt poté giungere praticamente all’interno dell’ambiente.
La bestia drizzò il collo, che aveva tenuto piegato fino a quel momento intenta a godersi il suo lauto pasto, e si girò completamente quando il witcher batté rumorosamente le mani per attirarsi la sua attenzione. La cockatrice iniziò a cantare come il più stonato dei galli, agitando furiosamente le ali, ma lui non si fece intimorire, rimanendo perfettamente immobile. Quello fu ciò che fece passare Geralt da semplice ‘intruso’ a ‘nuova preda’ in un batter d’occhio.
Mentre la creatura era impegnata a sbraitare contro di lui, il witcher diede un’occhiata alle sue spalle dove Siegfried aveva cominciato ad avanzare lentamente, stringendo la spada d’argento nella mano e pronto ad usarla. Decise così di concentrare tutte le sue attenzioni sulla cockatrice che aveva finalmente deciso di passare all’attacco. Ad ali spiegate, gli si era lanciata contro, non accorgendosi minimamente della presenza del Cavaliere dell’Ordine della Rosa Fiammeggiante, che continuò ad avanzare indisturbato con maggiore velocità.
Geralt attese che sia la bestia che Sieg fossero in posizione favorevole, chi per un motivo e chi per l’altro, e rilasciò la magia del segno Quen, rinchiudendo sé stesso in uno scudo protettivo. La cockatrice vi sbatté contro, rovinando al suolo con versi acuti e stridenti.
«Adesso, Siegfried!» ordinò Geralt e il Cavaliere non se lo fece ripetere, smuovendo l’aria con un preciso fendente che le ferì interamente la schiena senza tuttavia ucciderla. Un solo colpo, a quanto pareva, non era sufficiente e Siegfried non era abituato a maneggiare quel tipo di spada troppo leggera rispetto quella d’acciaio in dotazione all’Ordine.
La bestia gridò per la sofferenza, decidendo di cambiare bersaglio e concentrando tutte le sue attenzioni verso il Cavaliere.
Sieg indietreggiò di un passo, assumendo una posizione di difesa, ma Geralt sapeva che, senza nessun incantesimo per difendersi, sarebbe stata una vittima troppo facile. Così, appena la creatura si volse, richiamò il potere di Yrden che annullò la barriera protettiva innalzata tramite Quen. Con un movimento rapido lanciò l’incantesimo ed una serie di lunghi arbusti pieni di aculei spuntarono da sotto le acque delle fogne, intrappolando la cockatrice che non fu più in grado di muoversi.
«Tagliale la testa!» fu il comando che impartì a Siegfried e stavolta il Cavaliere non sbagliò. Con un veloce fendente, la testa della cockatrice affondò, separata per sempre dal corpo, nelle acque putride.
Missione compiuta.
Denesle sospirò sollevato, asciugandosi la fronte contro il guanto di cuoio. «Notevole.» osservò con convinzione, riferendosi alla spada d’argento. «Leggera, ma efficiente.» e la porse nuovamente al suo proprietario.
«Dovreste cominciare ad usarle anche voi, sai bene come siano la migliore delle armi contro i mostri.»
«Me ne rendo conto, però…» il Cavaliere sorrise, poggiando una mano sulla spalla del witcher «…così perderesti dei clienti.»
«Anche questo è vero.» convenne l’interloquito, abbozzando una smorfia simile ad un sorriso, prima di chinarsi per recuperare quello che, in fondo, era il motivo che lo aveva spinto, poco altruisticamente, ad accettare quell’incarico. Con un gesto secco strappò la piuma di cockatrice al cadavere che, ormai, non ne aveva più alcun bisogno.
Missione compiuta. Ancora.

*

«E così, hai fatto l’eroe per Vizima un’altra volta.» esclamò Siegfried mentre erano ormai ritornati nel punto in cui tutto era cominciato: all’ingresso delle fogne. Aveva le mani dietro la schiena ed il passo fiero. «Ormai stai diventando famoso; nel Quartiere dei Mercanti sento molto parlare di te, tra un pettegolezzo e l’altro. Certo, gli uomini sono ancora un po’ restii a riconoscerlo, ma le dame, oh-oh!, ti attribuiscono valore e coraggio.»
Geralt alzò le mani, facendo spallucce. «Non miro alla fama, anzi, la notorietà mi crea solo noie.»
«La modestia ti fa onore, amico mio, ma non esagerare. E’ giusto avere dei riconoscimenti, soprattutto se meritati.» lo pungolò l’altro, mentre il witcher sembrò ricordarsi di qualcosa.
«A proposito di pettegolezzi…» cominciò ed il Cavaliere fermò il suo incedere osservandolo con perplessità «…anche io ne ho sentito uno interessante, nel Quartiere dei Mercanti.». Geralt inarcò un sopracciglio con ironia, incrociando le braccia al petto. «A chi è che fai la corte?»
La pelle chiara del viso di Siegfried divenne più rossa della cappa che stava indossando. «Shhh! Per carità, non farti sentire!» si animò, agitando le mani davanti al witcher. «I-io non la corteggio, sia chiaro. Sono solo…» ed aggiustò il tiro «…molto gentile con lei.»
«Guarda che non c’è nulla di male, di che ti giustifichi?»
Il Cavaliere parve di tutt’altro avviso. «Ma Geralt! Io sono un monaco! Non posso sposarmi.» peccato che Siegfried non avesse mai fatto i conti con la filosofia dei witcher, che era molto semplice, a dire la verità.
«E allora? Celibato non è sinonimo di castità.»
Da rosse, le gote di Denesle si stinsero, mentre gli occhi venivano sgranati per l’eresia che aveva appena udito e la bocca assunse una perfetta forma circolare.
«Geralt, sia mai!» lo ammonì, portandosi una mano al fianco, mentre con l’altra tracciava strani segni nell’aria. «Non posso deflorare una leggiadra fanciulla senza prenderla in moglie! Questo è… riprovevole!». Prese a camminare intorno al witcher, volgendo lo sguardo in un punto indefinito del soffitto e continuando la sua arringa con fluente veemenza. «L’Ordine della Rosa Fiammeggiante si fonda su principi di lealtà ed onore che tutti i suoi membri devono rispettare e trasformare in ideali di vita. Abbiamo il compito di servire e difendere le persone dalle creature dell’oscurità senza-…»
«…badare a spese…»
«Esatto!»
Geralt approfittò del discorso per estrarre adagio il suo diario di viaggio, cercando nei paraggi qualcosa con cui poter scrivere. Un legnetto appuntito e della polvere di carbone di un fuoco ormai spento sembrarono fare al caso suo. «A questo proposito.» disse, inginocchiandosi e scarabocchiando nomi e numeri; strappò il foglio dal diario e glielo porse. «Il conto.»
Siegfried annuì con decisione. «Sì, certo. Fammi dare un’-… OH.»
«E’ un prezzo giusto e ragionevole.» ci tenne a precisare il witcher, ma il Cavaliere sembrava titubante.
«Dici?»
«Senza dubbio, ricorda che abbiamo eliminato ben dodici drowner oltre la cockatrice…»
«Mh
«…senza dimenticare che ci troviamo in tempi bui e di…»
«Crisi.» dissero in coro.
Geralt gli batté una mano sulla spalla. «Vedo che mi capisci.»
A quel punto, a Siegfried non rimase che sospirare rassegnato e poi la parola era data, ormai, e come Cavaliere dell’Ordine della Rosa Fiammeggiante sarebbe stato un sacrilegio ritirarla. «Molto bene.» annuì, più mestamente e ripiegando il foglio. «Allora andiamo alla sede dell’Ordine per riscuotere quanto dovuto.»
Ed insieme si avviarono lungo le scale che, finalmente, li avrebbe condotti fuori da quei fetidi ed umidi sotterranei.

«Geralt?»
«Mh
«Uno sconticino?»

Fine

 


(1): ricordiamo che una delle destinazioni del teletrasporto è la casa dell’alchimista Kalkastein che si trova nel quartiere dei Non-Umani di Vizima.

(2): i Drowner sono criminali il cui corpo, dopo l’impiccagione, viene buttato nel lago. Successivamente ritornano in vita come creature mostruose e vendicative.

(3): oggettivamente, la mirra ha lo stesso colore della merda XD, solo che è profumata!


 

NoteFinali: XD io AMO Sieggy! XD E’ un tesoro di pg. Questa storia prende le mosse da due reali missioni di Gegè nel game. La prima, è quella che permetterà l’incontro tra Sieg e Geralt, ovvero la discesa nelle fogne per seccare una pericolosa cockatrice. La seconda è legata ad un contratto che Gegè prende nel Quartiere dei Mercanti di Vizima: ovvero recuperare cinque piume di cockatrice. Le due missioni, ovviamente, sono state piegate ai miei voleri XD.
Qui sotto immagini di pg, mostri, varie ed eventuali XD

- Fogne di Vizima: auguri e figli maschi XD

- Siegfried: **adorabile.

- Cockatrice: la pennuta stronza XD

- Drowner: sono della stessa risma dei Morti Affogati. Dai loro corpi, Geralt può ricavare prevalentemente Cadaverina e cervelli, da cui estrarre i componenti alchemici.

Quen: è un segno di Terra e permette la creazione di uno scudo protettivo all’interno del quale Geralt può curarsi. Purtroppo i Segni non possono agire in combinazione, per questo, se mentre Quen è attivo ne uso un altro, lo scudo scompare.

- Yrden: è un segno che rappresenta il Quinto Elemento e permette la creazione di trappole all’interno delle quali far cadere i propri avversari come, appunto, i rampicanti spinati.

Ah, i pettegolezzi su Sieg… sono veri **/ Li ho sgamati per caso mentre gironzolavo con Gegè nel Quartiere dei Mercanti. *ridacchia*

   
 
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