Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: NovemberRain    04/01/2010    3 recensioni
Mi aveva promesso che saremmo stati uniti e che lui non voleva essere mai come un bianco,quel maledetto bianco che voleva inghiottirci,che ormai vedevamo dappertutto che ci odiava,ci voleva morti. Ha ceduto,hai ceduto Michael. Ti odio. E i nostri sforzi per farci rispettare,i miei sforzi per non farti picchiare,tutti i rischi corsi assieme? Buttati via,come lacrime nella pioggia...
Genere: Triste, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti…

Questa è una nuova storia su Michael Jackson….spero che possa piacere!!

È nata come one-shot ma la pubblicherò in tre capitoli. Buona lettura!!

Con questo mio scritto non intendo offendere in alcun modo i personaggi,non li conosco (miseriaccia!!) e non ci guadagno una cicca!!!

 

 

Open your eyes

1) One in a million

Apro lentamente gli occhi. Ho le gambe praticamente bloccate e sono in una posizione alquanto scomoda. Respiro profondamente cercando di fare qualche movimento abbastanza decente da essere considerato degno di una creatura di umana forma,almeno di forma.

Ok non sono capace ma non è colpa mia se il mio migliore amico è stato sbattuto per l’ennesima volta fuori di casa ed è venuto tutto infreddolito a casa mia ieri sera alle 23. Così parlando del più e del meno ci siamo addormentati sul tappeto,coprendoci con una trapunta. Lui che usa la mia pancia come fosse un cuscino e io che mi diverto a tirargli i capelli.

Ora vi chiederete di certo chi sono questi due deficienti:siamo due ragazzi di 12 anni,neri-afroamericani vicini di casa dai tempi del paleolitico. E da quando siamo nati siamo migliori amici,da piccoli facevamo ogni cosa insieme:giocavamo,dormivamo,facevamo la pappa e persino il bagnetto.

Adesso abbiamo deciso di coltivare quest’amicizia e nonostante molti credono che siamo fidanzati vi assicuro che non è vero,perché egli ha tutto ciò che cerco in un amico ma assolutamente nulla di ciò che cerco in un fidanzato.

Michael Jackson è il suo nome,nato circa 3 giorni prima di me. Capelli riccissimi,marroni e increspati tipici dei neri. Occhi marroncini intensissimi e talmente profondi che ci scoprivi il mondo all’interno.

Vive con i genitori e un numero incredibile di fratelli.

E’ simpatico da morire e devo dire anche parecchio carino. Ma la cosa più incredibile di lui (ce ne sono molte di cose incredibili in lui!) è la passione per la musica pop. Canta e balla in maniera fantastica,dico davvero. E le sue gambe danzano come farfalle appena sente anche solo la prima nota di una canzone. Mi ha promesso che un giorno mi insegnerà,ma sono un caso perso già in partenza.

Il mio nome è Leona Bodine,vivo qui con mia madre e una sorellina di circa 3 anni , Cass. Capelli nerissimi legati nelle classiche treccine,orecchie piene di orecchini,magrissima. Non so giudicarmi molto bene ma se volete sapere una cosa positiva su di me è che non corro,io volo. Le gambe magrissime,lunghe e scattanti come solo una maratoneta di colore può avere, sono così rapide e coordinate che a volte faccio fatica anch’io a credere di correre così veloce.

Sposto lentamente Michael in modo da mettermi più comoda.

Oggi sono iniziate le vacanze natalizie che bellezza! Mi alzo stiracchiandomi e preparo la colazione per tutti. Dopo qualche minuto sento il mio amico sbadigliare,mi volto e lo vedo intento a stropicciarsi gli occhi cercando di focalizzare esattamente il posto dove si trova.

-M-mamma?- farfuglia intontito. E’un classico ormai lo conosco come le mie tasche. E’ mister rincoglionito dell’anno appena sveglio. Scoppio a ridere

-Sei ridicolo Michael!!!-

-Oh!Leona?Ops scusa ma…-

-Tanto lo so che non sei normale perciò è inutile che ti scusi!- continuo ridendo.

Ci mettiamo a sedere per iniziare a bere il frullato quando scende mia madre con Cass che ovviamente corre verso di me per il solito bacino.

Mio padre se ne è andato l’anno scorso in seguito ad un bruttissimo litigio con mia madre e da allora non l’abbiamo più rivisto. E devo dire che in quell’occasione Michael mi è stato molto d’aiuto.

-Buongiorno ragazzi!- saluta la mamma

-Ciao mamy -

-Buongiorno signora Bodine!- risponde lui educatamente.

Finiamo di mangiare quando io decido che è l’ora dell’allenamento quotidiano

-Mamma noi andiamo a correre-

-Noi andiamo dove?- chiede Michael con gli occhi sbarrati,sarà perché è una schiappa patentata.

-A correre Jackson muovi le chiappe- rispondo mentre mi infilo le scarpe da ginnastica

In meno di un quarto d’ora siamo fuori.

Arriviamo in bici (lui guida e io seduta sul manubrio come facevamo da sempre) nella pista dietro la scuola media e apro il cancelletto. Michael si siede ai piedi di un albero

-Non corri?- chiedo

-Dopo-

-Eddai…-

-No- si diverte a sfidarmi fino a quando non gli vado vicino e lo sbatto in pista con la forza.

A dire la verità Michael è più lento di una tartaruga e per questo tutti lo prendono in giro,il fatto che balla come un dio non serve a niente tanto lo sfottono chiamandolo “affemminato”. Lui ne soffre molto,lo so,ed è per questo che lo sprono sempre di più buttandola sul ridere. E ho scoperto che gli fa bene.

Cominciamo a correre lentamente poi sempre più veloce,accellero aumentando la distanza tra me e il mio amico. Ma dopotutto ognuno ha la sua specialità,una volta mi aveva detto che quando balla non si ricorda mai i passi che deve fare;li inventa al momento seguendo la musica e il suo umore. Io non ci riesco. E sempre quella volta gli ho detto che anche io ho una specialità che si chiama “la zona”. Consiste nel trovare un angolo del tuo cervello dove la corsa è l’unica cosa che esiste e in quel momento devi entrare nel nirvana e solo allora correrai davvero veloce e senza sforzi.

Come faccio adesso.

-Ma cos’ hai un razzo sotto le scarpe ragazza?- chiede piegato in due dalla fatica. Rallento e mi concedo riposo accanto a lui.

Dopo poco siamo di nuovo in pista. Fatti due giri mi ferma

-Leona…so che non potrò mai correre veloce ma ti prego almeno una volta nella mia vita voglio provare questa sensazione:adesso.- mi guarda negli occhi. Annuisco e prendo la sua mano nera come la mia.

Cominciamo a correre insieme,mano nella mano. Prima lento poi veloce,praticamente me lo porto addosso ma potrei correre così anche per tutta la vita. La sua mano mi dava così tanta energia che una scossa di terremoto ne liberava di meno. Non sentivo,il freddo di dicembre e nemmeno la stanchezza.

Ma da lontano udivo delle voci

-Ehi negri!!!Che fate correte insieme?-

-Dai questa è l’ultima volta perché vi ammazzeremo!- e altre cose del genere. La mano di Michael trema ma la mia no. Corro imperterrita.

-Che c’è non si sente?- scavalcano il cancello e vedo chi sono:quattro ragazzi delle superiori,bianchi ovviamente,i soliti che ci davano fastidio in continuazione:John,Mike,Andy e Thomas.

Ci sbarrano la strada accerchiandoci

-Che volete?- si guardano ridendo perversi

-Ce la dividiamo?- chiese Thomas parlando di me come fosse un oggetto da usare e poi buttare . Qualcono annuì,anzi tutti. Cominciai ad avere paura quando una voce chiara alle mie spalle intervenne:Michael.

-No lei non si tocca!- era arrabbiato

-E che ce ne fotte della ragazza di una scimmia?- rispose Andy strafottente. Improvvisamente un idea mi viene in mente

-MICHAEL CORRI!!!- per la seconda volta lo presi per mano forte. Stavolta non tremava ma era forte e determinato. Le treccine mi si agitavano sulle spalle mentre il cuore pulsava nel petto.

Tuttavia fummo veloci nel fuggire,continuammo a correre anche dopo averli seminati,arrivammo nell’altro isolato quando mi accorsi che Michael correva perfettamente come me. Forse aveva trovato “la zona”.

Mi bloccai e di conseguenza anche lui.

-Michael?-

-Che c’è?-

-Però… sei stato forte!!!- gli salto al collo provando uno strano piacere nell’affondare il viso nella sua folta chioma

-Qualche volta capita…- sussurra.

Li odiavamo quei bulli,il problema è che nonostante esistano scuole separate per i neri e i bianchi le nostre madri volevano che noi ricevessimo un’educazione decente così ci hanno iscritti alla scuola dei bianchi. E inevitabilmente siamo sempre presi di mira da tutti.

Io un po’ meno perché caratterialmente sono + forte di Michael e so correre veloce. Lui è stato + sfigato ma poco m’importa:sarà sempre il mio migliore amico.

-Leona?- mormora tenendomi ancora stretta

-Si?-

-Ecco mi sono iscritto ad un concorso per giovani talenti e così domani sera ho 1 provino…mi piacerebbe se venissi con me- ero felicissima. Michael doveva avere la sua vendetta con quelli che lo disprezzavano. Il suo talento musicale e artistico non poteva restare chiuso nella sua cameretta,doveva andare sul palco. E io l’avrei sostenuto come lui mi ha sempre sostenuto nelle varie gare di atletica che ho vinto.

-Ci sarò,promesso-

Ci staccammo delicatamente e ci osservemmo a lungo nelle nostre iridi brune,fino a quando le labbra di Michael non sfiorarono la mia guancia e poi leggermente se ne andarono via così come erano venute.

   
 
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