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Autore: Karyon    05/01/2010    6 recensioni
I pensieri di Shanks in un momento di pausa.
Prima del Nuovo Mondo, prima della Nuova Era. [Spoiler anime].
Questa fiction partecipa all'iniziativa "A year together!" del Collection of starlight.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Gold D. Roger, Shanks il rosso
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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«Aitsura no iu "shin jidai" tte no wa kuso da.
Kaizoku ga yume o miru jidai ga owaru tte...
 
Ee? Oi!
Zehahahahahahah ...
Hito no yume wa!
Owaranee!»

Marshall D. Teach

Una nuova Era

(Gennaio. Mare Settentrionale)

Alzò lo sguardo verso il cielo plumbeo pervaso da pigre nuvole cariche di neve e riverberi nascosti. Pochi minuti e tenui fiocchi chiari fluttuarono nell’aria, trasformandosi in uno scroscio silenzioso che svaniva nel mare agitato. La Red Force ondeggiava, attraccata al piccolo molo, assecondando quella danza ipnotica e seducente che da sempre lo rendeva vivo.
Perché, lo aveva sempre sentito in ogni fibra del suo essere, un pirata apparteneva al mare, era il mare.
Un sorriso sghembo si dipinse sul viso cotto dal sole e incorniciato da lunghi capelli rossi «Nanana… yo-ohoh… Binkusu no sake o, todoke ni yuku yo… umikaze kimakase namimakase...»
Cominciò a canticchiare a labbra serrate, mentre muoveva a tempo il piede scalzo abbandonato senza tanti riguardi sulla balaustra di poppa.
Il ruggito del mare si placò per un istante e la voce si spanse come un’eco tra i flutti possenti, come se anche il paesaggio circostante fosse in ascolto.
«Shio no mukou de, yuuhi mo sawagu. Sora nya wa wo kaku, tori no uta...» muoveva le labbra con la leggerezza di sempre, il braccio destro appoggiato sulla coscia, il mantello nero a coprire il fianco sinistro e la sottile spada appoggiata alla botte su cui era seduto. La mente – invece – si muoveva veloce e instancabile, inseguendo ricordi e immagini, pensieri e dubbi che costellavano quel piccolo spiraglio di mondo. Le memorie di un passato ancora troppo vivido per essere soffocato gli intaccavano i nervi, infettandogli gesti che un tempo sarebbero semplicemente accaduti, in modo naturale.
La voce dall’intonazione limpida continuò a sciorinare cadenze allegre, parole che scivolavano indolori giù per il palato e la lingua, mentre la mano saliva a sfiorarsi la spalla sinistra – in un movimento un tempo sconosciuto e divenuto ormai meccanico.
Shanks sospirò, mentre lo sguardo ritornava a scrutare quell’infinito sogno che gli bruciava il cuore: “L’ho sacrificato per una Nuova Era”.
Altre parole sillabate con una leggerezza che – sebbene scorresse continuamente per le frasi spensierate – non gli apparteneva più da tempo. Tuttavia ci credeva ancora, a quello: l’ideale, il sogno, la chimera di una nuova epoca che distruggesse spettri e menzogne di colossi ormai in cenere e che facesse rifiorire lo spirito di libertà che infiammava ancora molti di loro. Coloro che venivano indicati come folli o sognatori o illusi o ingenui; coloro che erano pirati, ma anche soldati, cacciatori di taglie, combattenti, spadaccini, semplici mozzi o grandi generali e che avrebbero posseduto il Mondo, ma ancora non lo sapevano.
Shanks cambiò posizione, incrociò i piedi sulla balaustra e continuò a fischiettare; sentiva gli echi lontani della sua ciurma, risate e tintinnii di boccali, le voci del mercato di Yuuna, dei portuali e – al di sopra di tutto – le onde che fermavano il mare, si sollevavano come a ergersi verso il cielo e si frantumavano con forza per poi rialzarsi incessantemente. Era come una nenia continuamente sussurrata nelle orecchie, a piccole dosi, eterna e infinita; non riusciva mai a togliersela di dosso o dal cuore o dalla mente, quella musica.
Eroi. Era quello il vocabolo che viaggiava per i mari, si spandeva nell’aria come pioggia – carezzando ogni cosa – e come sole, illuminando la via; era la parola che si andava formando con determinazione, timore, desiderio e languore sulle bocche di qualsiasi uomo che possedesse una briciola di libertà nelle vene. No, lui il braccio non l’aveva sacrificato solo per un nuovo ciclo d’esistenza, ma per un’era eroica, in cui i sogni potessero sfilare leggeri nelle anime e nelle azioni delle persone, in cui i sogni si potessero urlare fino a soffocare la voce e svuotare i polmoni, in cui non fosse indispensabile un tesoro per corteggiare le menti e non bastasse un simbolo ad arginare la voglia di vita.
Il Rosso sorrise, passandosi una mano nei capelli – ricordandosi improvvisamente come non fosse ancora abituato a tenerli all’aria, senza nulla che li ordinasse. Lui conosceva qualcuno che già possedeva un sogno così, un sogno che pur non essendo stato pronunciato, era scivolato giù per i nervi e il sangue e avrebbe avuto la forza di calamitare a sé chiunque respirasse la stessa aria di vita. Sacrificare un braccio, o un insulso cappello di paglia sfilacciato, o una porzione liscia di pelle – poi increspata da un bruciante simbolo di sconfitta… desiderare era stato più forte del dolore, della presunta umiliazione o del disagio di una menomazione visibile. Non aveva potuto fare altro e Shanks lo sapeva, nonostante tutto, e ci provava a istillare nuova leggerezza ai suoi movimenti e nuova freschezza ai suoi pensieri, con l’assoluta certezza che la speranza non potesse sfuggirgli di nuovo dalle dita, scomparendogli dal cuore. Con un nuovo sorriso, lo sguardo bruciato dal desiderio e il viso corrucciato dai lunghi baffi scuri, si sovrapposero a un viso ben più giovane ma pervaso dalla stessa brama.
«Rufy, Rufy… Sayonara minato, Tsumugi no sato yo...» ricominciò a canticchiare, poi si fermò. «Ci rincontreremo nel Nuovo Mondo, ne sono sicuro…» sussurrò, mentre un alito di vento freddo gli scendeva giù per la gola. «Rivoglio il mio cappello lo sai, voglio osservarti innalzare la Nuova Era che io ti ho solo fatto intravedere».
E ce l’avrebbe fatta, di questo era sicuro, perché il mare lo sentiva.

(Da qualche parte, nel Nuovo Mondo)

«Va al diavolo, Bagy! Oggi tocca a te!»

«Ma manco per sogno, Carota, ieri te ne sei andato da Crocus!»

Si guardarono in cagnesco per qualche istante, per poi ingaggiare un combattimento, incrociando i lunghi manici delle ramazze bagnate.

Shanks si abbassò, schivando un fendente, poi gli indirizzò una linguaccia «Gné, fai schifo a combattere!»

Persino sotto il colorato trucco da clown, riusciva a vedere il rossore dell’altro che non aveva mai vinto un duello con lui, nemmeno una volta.

«Non vantarti, io ho una cosa che tu non hai… Bara bara Panch-» cominciò, mentre il polso gli si staccava dal corpo, ma una voce possente dal cassero centrale della Oro Jackson, lo bloccò a mezz’aria.

Shanks gli rivolse un sorriso sornione, mentre Bagy deglutiva «Cazzo…»

«Baaaaagy! Ti ho detto mille volte di non usare il Frutto del Diavolo su un tuo compagno!» Sbottò il vicecapitano, mentre li raggiungeva; aveva uno sguardo severo, barba sistemata in strisce verticali sul mento e corti capelli bianchi.

«Rayleigh, non è colpa mia! E’ lui che-» cominciò a protestare il più basso con un vistoso naso rosso, ma il vice lo fermò «Non dovevate lucidare tutto il ponte principale, voi due?» Grugnì e i due mozzi si squadrarono «Ehm…»

Sotto lo sguardo della ciurma che rideva, Silvers Rayleigh li afferrò entrambi per la collottola, spedendoli verso la stiva.

«Ahahaha, ragazzi prendetevi una pausa!» Annunciò il Capitano, mentre rideva a crepapelle come suo solito.

«Roger, sei sempre troppo permissivo…» sbuffò Rayleigh ma quei due già cominciavano a saltellare in giro per la fortuna insperata.

Gol D. Roger ghignò «Lavoreranno dopo, c’è tempo… dopotutto siamo in mare aperto! E voi due…» fece, richiamandoli. «Ricordatemelo… perché siete qui?»

«Per distruggerci la Oro, Capitano!» Gridò un ufficiale, tra le risate.

«Come mascotte, magari…» ghignò Rayleigh, incrociando le braccia.

Bagy gli mandò una smorfia ma Shanks grugnì «Io per diventare il Re dei Pirati!» gridò.

Roger mostrò per un attimo un’espressione sorpresa, poi il ghigno ritornò ad allungarsi sul viso magro.

«Avete un nuovo rivale, Capo» disse una voce.

«Sì “Shanks il moccioso rosso”» rimbrottò un altro, mentre il mozzo cominciava ad arrossire.

«Sì, ridete pure ma un giorno io solcherò il Nuovo Mondo con una ciurma tutta mia, più grande di questa! Avrò tanti uomini forti ed io sarò il più potente dei pirati!» Annunciò, ma Bagy gli rifilò una gomitata nelle costole «Non esagerare…» sussurrò.

Shanks si scostò, fissando Gol D. Roger «Sono sicuro che ci riuscirò! E tu, Bagy, potresti venire con me…»

Il ragazzo vestito da clown s’infervorò «Non pensarci nemmeno! Non diventerò mai un tuo sottoposto! Avrò anch’io una ciurma mia!»

E già a litigare su quale delle due ciurme sarebbe stata migliore, quale avrebbe raggiunto e superato il Nuovo Mondo.

Roger li osservò per un po’, poi rise «L’Era dei pirati… quella sarà l’era migliore in cui vivere! Salperete per esaudire i vostri desideri, potrete avere tutto ciò che volete, perché sono i sogni a infiammare gli animi!»

Il rosso ghignò «Solcherò tutti i mari del mooondo» canticchiò; Bagy gli rifilò un colpo in testa «Qual è il suo sogno, Capitano?» domandò e l’intera ciurma – compresa la nave – sembrò sorridere.

«La libertà».

Mai una sola parola aveva portato a reazioni così diverse: Rayleigh si passò una mano sul viso – ma sorrideva, tra le dita serrate -, Shanks sembrò illuminarsi dall’interno, come se un sole si fosse appena incendiato in lui, mentre Bagy sospirò «Libertà? Stiamo navigando per la “libertà”?!» Brontolò, incredulo.

Persino la parola stessa era da pronunciare con un delicato movimento di labbra, come un vento tenue che ti accarezza l’animo e ti sorregge. Qualcosa di talmente astratto, bello, ampio, ostico e difficile da atterrire chiunque si avventuri in quei mari; perché il Nuovo Mondo era libertà e solo chi era in grado di domarlo, poteva definitivamente asserire di esserlo, libero – per davvero.

Rayleigh sorrise – di nuovo, ma apertamente «E’ difficile da pensare?»

Bagy deglutì, guardandolo: la libertà del mare, di quella grande distesa poderosa e infinita, che ha in sé la forza di portare la vita, quella vera e vissuta che fa anche soffrire profondamente.

«No, non è difficile… da pensare…» sussurrò, alla fine.

«Allora non sarà neanche difficile da fare, ragazzo, perché la forza è solo nella volontà di crederci» ribatté Roger. «Devi volerlo con ogni fibra del tuo essere e nulla – neanche il peggiore dei mali – potrà fermarti. Ricordate: la volontà interiore è il più grande potere che l’uomo possa avere… Sì, è più forte anche di un Frutto del Diavolo» aggiunse, quando vide che Bagy stava per interromperlo.

Shanks sorrise «Saremo degli eroi pronti a combattere contro la Marina e le ingiustizie!»

La ciurma rise, seguita poi dal Capitano «Sarà una grande era, la vostra… sarebbe bello esserci…»

 

Shanks sorrise, quando la fredda luce del sole gli batté sulle palpebre chiuse. Quella risata ancora gli echeggiava nella mente e nel cuore, soprattutto quando navigava nelle acque che ormai recavano il suo nome. Il Nuovo Mondo sussurrava di Gol D. Roger, l’unico che avesse osato sfidare i fitti misteri di quelle acque ambigue e sfuggenti come aria; e lo aveva fatto sempre col sorriso sulle labbra sfrontate, come se nulla lo stesse corrodendo dall’interno e niente potesse scalfirlo all’esterno – nonostante il corpo indebolito. Quando era mozzo sulla nave più grande di tutti i tempi, si era ritrovato stupidamente a pensare che Gol D. Roger fosse un antico eroe, il primo di una lunga stirpe, il precursore di un’intera schiera di uomini coraggiosi che avrebbero cercato di lottare il mare con la semplice forza della Volontà – quella che lo aveva sorretto ogni istante.
Ricominciò a canticchiare la canzone che il suo Capitano aveva amato tanto, mentre la ciurma ritornava alla base, con le braccia cariche di provviste.
«Capitano, qual è la prossima tappa?» Chiese Lou, mentre addentava della carne.
Alle sue spalle, Yasop posò una botte piena di rhum e sbuffò «Dobbiamo tornare al mare Occidentale, Zuccone, quante volte dobbiamo dirtelo?»
«No» lo interruppe Shanks. «Ritorneremo nella Rotta Maggiore!» Annunciò, alzandosi di colpo; si sistemò la spada sul fianco sinistro e si mosse verso la tuga di poppa della Red Force.
«Perché abbiamo cambiato rotta?» Chiese Lou a Beckman che si limitò a scrollare le spalle, mentre andava il timone.
«Bisogna aiutare questa Nuova Era a nascere…» fece Shanks, enigmatico, mentre già pensava a dove potesse trovare Edward Newgate; era finalmente arrivato il momento di rimettersi in mare, di ritornare a svolgere il suo compito.
“L’ho sacrificato per una Nuova Era… sacrificherei ogni cosa per aiutare il nuovo Re dei Pirati”.
Sapeva che era arrivato il momento che l’ombra di Gol D. Roger si facesse da parte e rischiarasse il Mondo per un nuovo eroe. Lui, personalmente, aveva già scelto da che parte stare e – ne era sicuro – il mare aveva già scelto chi celebrare; era solo questione di tempo.
Solo tempo, e il Nuovo Mondo sarebbe stato testimone dell’avvento di una Nuova Era che avrebbe portato con sé nuove guerre e nuovi eroi del mare.
Allora, solo allora, avrebbe ripreso il suo cappello. E la promessa rubata tra le lacrime di un bambino dai sogni troppo grandi.


N/A

Fiction partecipante al 2010: a year together! indetto dal Collection of starlight. Prompt “L’Era degli Eroi”.
Probabilmente è una roba sconclusionata senza trama (giusto per entrare in questo fandom in modo orrendo), ma mi farò perdonare – spero.
Purtroppo per vari motivi, questa fiction non è stata revisionata come si Deve, quindi fustigatemi dopo grazie. xD
Alcune noticine:
- La canzone che canticchia Shanks è la Bink’s Sake (la stessa di Brook). Qui il testo.
- Il pezzo iniziale è pronunciato da Marshall D. Teach a Rufy, sull’isola di Mock Town(Capitolo 225, volume 24). La traduzione è più o meno questa: «Quella che loro chiamano nuova generazione... è solo feccia! Avanti, ditemi! Come può essere terminata l'epoca dei pirati sognatori? Suvvia, gente... I sogni delle persone non svaniscono mai!»
- il Bara Bara Panchi è un colpo di Bagy il clown, ossia il pugno che si stacca dal corpo grazie al frutto del Diavolo.
Bon, spero non faccia tanti schifo XD
Buona lettura!

 

   
 
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