Alec aprì il cellulare, cercando il numero di un qualsiasi Volturo.
Scorse la lista e premette su “Afton”. Si portò il telefono alle orecchie e aspettò due squilli, battendo il piede ritmicamente sul pavimento. Abitudine che aveva acquisito da Jane: di solito non era così nervoso…
<< Pronto? >> la voce profonda di Afton gli fece tirare un sospiro di sollievo.
<< Afton! Grazie al cielo… >> << Alec? Va tutto bene? >> << Sì e no… abbiamo un problema. >> disse in fretta.
<< Che ha combinato Jane? >> chiese lui, con una risata appena trattenuta.
<< Jane non c’entra >> fece lui, quasi offeso. Ogni volta che succedeva qualcosa la colpa veniva sempre attribuita a Jane.
<< Ah no? Strano. >> ridacchiò l’amico.
<< Il problema è con i Rumeni. Te li ricordi, no? Ci hanno dato parecchie grane, e ora vogliono me e Jane. Sai com’è fatta lei, vuole farsi giustizia da sola e dice di non aver bisogno di alcun aiuto ma… tenetevi pronti a qualsiasi evenienza, okay? >>
<< Accidenti. I Rumeni… >> fece l’uomo << sì, conosco il caratterino adorabile di tua sorella. Riferirò. Salutami Jane, mi raccomando! Ciao, Alec! >> riattaccò.
Alec sospirò alla vista di Stefan, che stava appollaiato sulla finestra con un sorriso insolente.
Perché quei vampiri volevano assolutamente suicidarsi?
***
Jane superò le macchine del parcheggio fino ad addentrarsi negli arbusti del sottobosco, scansandoli parecchio irritata.
La prima boscaglia cominciò a intravedersi, e in mezzo al verde trovò Vladimir seduto per terra, intento a giocherellare con un ramoscello.
Lei gli si avvicinò e gli sferrò un calcio a sorpresa, con tutta la rabbia e la foga di cui era capace, mandandolo a schiantarsi contro una roccia che si frantumò.
<< Mi
hai stancata! >> urlò, tirandogli un altro
calcio che lui stavolta schivò; aveva lasciato una bella
impronta nella roccia.
La vampira tirò fuori il piede e la caviglia, mettendosi in
posizione
d’attacco.
<< Jane! Mia cara Jane! A cosa devo questa… movimentata visita? >> chiese, con una punta di cinismo.
<< Lo sai bene, bastardo! >> strillò lei, attaccandolo di nuovo.
<< Tesoro, non c’è motivo di essere così violenta >> disse lui, bloccandole un calcio senza alcuno sforzo << potresti farti male, ma cher. >>
<< Muori, Vladimir! >> ringhiò di nuovo lei, in seguito a un altro pugno bloccato.
<< Cara, sono già morto. >>
Alla saccente risposta Jane gli lanciò uno sguardo letteralmente di fuoco, lasciandolo agonizzante a terra.
<< Non costringermi a rifarlo, potrei essere obbligata. Sparisci dalla mia vita una volta per sempre, e non farti mai più rivedere! >> urlò lei, tornando di corsa verso casa.
Non le importava d’aver saltato un giorno di lezione; in quel momento voleva solo esser sicura che suo fratello stesse bene.
***
Alec aveva già scacciato quell’idiota di Stefan da tempo e con estrema facilità. Come se potesse competere con lui… illuso.
Ad un tratto Jane gli comparve davanti e lo abbracciò, con un’ansia non da lei.
<< Jane? Jane, tutto a posto? >> << Sì. Ora sì >> disse lei, sollevata.
<< Vanno eliminati, Alec. Per la nostra felicità, vanno eliminati. >> sibilò la ragazza, decisa.
***
I gemelli scesero in
salotto, dove Emmett e Jasper
guardavano la partita.
A quando pare la bionda psicopatica e il folletto erano andate a far
shopping,
come al solito.
L’odore di Esme s’intensificava in cucina e quello di Carlisle tracciava una scia fino al suo studio.
L’odore della famigliola-tutto-zucchero non c’era; forse erano rintanati nella loro casetta… anzi, no. Edward c’era, Jane ne sentiva il vago e disgustoso odore di lillà.
Ad un tratto Jane si ritrovò a testa in giù, e un gigante la teneva per i piedi…
<< Lasciami subito Emmeeeeeeeeeeeeett!!! >> strillò.
<< Che c’è Dolly, ti viene il sangue alla testa? >> la potente risata risuonò per la stanza.
Jane si dimenò, seccata, ed Emmett le chiese, dondolandola: << Jane… ma tu hai già fatto… sì, insomma, quello. >>.
La ragazza stette zitta per almeno due secondi, prima di scoppiare in una sonora risata.
<< Emmett, certo che no! >>.
Lui spalancò gli occhi e la lasciò cadere, stupito, portandosi una mano alla bocca.
<< Noooooooooooooooo?! >> esclamò, tra il sorpreso e l’incredulo.
<< No! >> ribadì Jane, rialzandosi.
<< E tu hai… >> << Trecentoventi anni. Decennio più decennio men… >>. Jane non fece in tempo a finire la frase perché Emmett gridò a qualcuno in un’altra stanza: << Eddy! La nanetta ti ha battuto! Mammamia, questa è vergine da trecento anni… niente più record casterello mio, spiacente. >>
La risata di Jasper si sentiva a due isolati di distanza, e anche quella di Edward giungeva dall’altra camera.
Jane si sedette per terra, con le braccia incrociate e il faccino da finta offesa.
Anche Alec rise di gusto, alla faccia della gemella.
Emmett era un ciclone di allegria, anche nei momenti meno positivi riusciva sempre a strappare una risata. A chiunque.
Raguazzuole... lo sapete che io vi voglio tanto bene, vero? ^^"".
Sì, la sottoscritta si è decisa a postare qualcosa di finalmente un po' più divertente. Dopo mesi, sì, lo so *insignificanti particolari*.
Volevo prolungare lo sciopero ancora un po', ma ho pensato tanto a voi e mi sono decisa a postare *-* (Se poi me lo chiedete in Omeriano... waaa, mi sciolgo *occhioni*).
Quindi ecco questa chicca (seeeeh -.-) tutta per voi. Spero vi piaccia ;).
Ps: posso farmi un po' di pubblicità? *-* non mi uccidete, vero?
Alors... ho scritto una long sui diari della mezzanotte... se li conoscete ci fate un saltino? Pleeeeeeeeease *-*. Pubblicata nel fandom apposito... (CLICCA QUI) se non li conoscete... be', leggeteli +.+. (è un pochino macabra/truculenta, come l'ha definita gentilmente una mia amica. Se siete sensibili NON la leggete, non voglio sensibilità affrante sulla coscienza, eh! °°)
Ho
scritto anche una shot su Vladimir dei Rumeni (CLICCA
QUI)... fate un saltino anche
lì? Graaaazie, vi lovvo <3.
Grazie
a tutte per i commenti... un bacione, al prossimo capitolo :*