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Autore: Caillean    02/07/2005    5 recensioni
Attorno al fuoco, attorno a me, sorrisi risate...tepore...
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Anime attorno al Fuoco

 

Per voi.

Caillie

 

Anime attorno al Fuoco

 

Epilogo?

 

 

“ Ora non puoi più tirati indietro, Sam ” dichiarò Bilbo, mentre si sistemava addosso la coperta che gli aveva allungato Aniron.

“ Esatto, devi dirci il motivo per cui ti sei fatto attendere. ”

Per un attimo l’aria serena di Sam se ne andò. Fu un attimo, poi l’hobbit tornò a sorridere. “ Padron Frodo, anche ad un giardiniere deve essere concesso di avere segreti. ”

Ma tu non sei un giardiniere, Sam…sei prima di tutto un amico. ”

Sam avrebbe potuto usare tutte le parole della Terra di Mezzo, per cercare di distoglierlo da quei pensieri.

“ Vi ringrazio, Padron Frodo, ” disse infatti, strizzando l’occhio alla piccola Aniron, “ la mia bocca resta sigillata. ”

“ E’ inutile, Frodo, sprechi il tuo tempo ” osservò Dama Celebrian, raggiungendo il nutrito gruppetto di amici attorno al Fuoco dei racconti.

La casa di Lindo era cullata nell’abbraccio della sera inoltrata.

Il Gong era stato fatto vibrare, e fatta eccezione per Aniron tutti i bambini - anche i più restii - si trovavano ora sotto le coperte.

“ Io non mi rassegno, invece ” si impuntò Gimli. “ Visto che sei stato proprio tu a chiederci di restare svegli in questo salone…adesso spiegherai tutto. ”

“ A me risulta che fossimo qui per salutare Fealen nella maniera più opportuna…” osservò Sam, inarcando un sopracciglio.

“ Sì? Beh, almeno ho tentato. ”

Legolas gli assestò una pacca sulla schiena, tra le risate generali.

Il nano evitò accuratamente di incontrare lo sguardo di Dama Galadriel…che non avrebbe mai smesso di tirare fuori il suo lato più sensibile all'imbarazzo.

“ Mi dispiace, Gimli, ” insistette l’hobbit, incorruttibile. “ Temo che il motivo lo conoscerà soltanto Ulmo, al quale non avrei  potuto nasconderlo neanche volendo. ”

Perché? ” cercò di aggirare l’ostacolo Frodo.

“ Niente da fare, ho detto. Dovrete accontentarvi di questo mio dono. ” Così dicendo Sam estrasse dalla propria sacca un libro dalla copertina color sabbia, decisamente voluminoso e ben curato.

“ Ti sei messo a scrivere memorie anche tu. Samvise? ” domandò Bilbo, “ Noi Baggins ti abbiamo proprio contaminato. ”

“ Queste non solo memorie solo mie, Padron Bilbo. Guardate…”

Frodo ricevette dall'amico il volume e vi diede una prima scorsa insieme a Legolas e Gandalf che gli erano seduti accanto.

Spalancò la bocca, stupefatto: “ Questo è…”

“ Il libro Rosso dei confini occidentali…" esclamò Legolas, prevenendolo. " Ma…” scosse la testa, divertito, “ non lo avevi lasciato a tua figlia, a Cioccadoro? ”

Questa è in realtà una sua trascrizione, che Sire Aragorn ha commissionato ai migliori scrivani di Minas Tirith, dopo aver saputo che un giorno sarei partito anche io per i Rifugi Oscuri. ”

“ Incredibile. Quanto tempo avrà richiesto? ”

“ Dovendo attendere che anche Pipino e Merry si degnassero di scrivere qualcosa…molto tempo, vi assicuro. ”

Nel pensare ai due cugini hobbit, tutti quelli che li avevano conosciuti – anche indirettamente, attraverso i racconti – risero di gusto. Da parte sua, Gimli era invece piuttosto offeso. “ Grampasso ha trovato il modo di mantenere la sua promessa. Mi aveva giurato che ci avrebbe stupito anche dopo la sua morte. Sicuramente avrà fatto ricopiare su quel libro anche una delle sue eterne liriche. ”

“ Oh, puoi scommetterci, Mastro Nano! ” commentò Sire Elrond.

“ Bene, " disse Sam, richiedendo con un cenno il volume, " allora…direi di leggere al nostro Fealen qualcosa di nuovo. Qualcosa che Frodo non può avergli ancora raccontato. ” 

 

* * *

 

Un tempo sapevamo quella terra, Tu ed Io.

E una volta là vagando siamo andati

Nei lunghi giorni da lungo tempo nell’ oblìo,

una bimba bruna,

un bimbo dai capelli dorati.

Forse per i sentieri del pensiero al focolare

Nella stagione fredda e bianca,

o nelle ore intessute di blu crepuscolare

di piccoli letti presto rimboccati

d’estate nella notte stanca,

nel Dormire tu ed io viaggiammo sicuri

e là ci siamo incontrati,

sulla vestina bianca i tuoi capelli scuri

e i miei biondi arruffati?

 

Camminavamo timidi per mano,

in sabbia d’oro tracce di bambino,

 raccoglievamo perle e conchiglie nei secchielli

e tutt’intorno cantavano gli uccelli,

usignoli alti tra le fronde.

Scavammo a cercare argento con le pale

Cogliendo scintillii di sponde,

poi corremmo a riva lungo ogni radura erbosa

per scoprire la tiepida viuzza tortuosa

che ora non sappiamo più trovare,

tra gli alti alberi e il loro sussurrare…”

 

                                                                                                Mar Vanwa Tyaliéva,

                             La Casetta del Gioco Perduto

 

 

29 Aprile 1915

59, St. John’s Street, Oxford

 

Lasciò da parte il quaderno sgualcito, concluso il giorno prima, e lo fece perdendosi una volta di più sui caratteri che formavano il suo nome.

Riprese la lettera iniziata per Edith.

Come spesso capitava, uno degli amori per lui più importanti doveva rivaleggiare con l’altro per avere la sua attenzione.

Di nuovo avrebbe dovuto rimediare, perché non era capace di mentirle…neppure per lettera.

Ogni volta si trovava a cercare le parole per scusarsi con lei…ogni volta dubitava di averle scelte con efficacia.

Ma forse la sua Edith conosceva davvero bene la persona che aveva scelto…Conosceva il suo bisogno quasi fisico di narrare…

Forse era riuscito davvero ad esprimerle ciò che sentiva ogni volta che le parole…lettera dopo lettera…componevano e descrivevano Quel Mondo…Il giovane studente sperava tanto che fosse così.

Sicuramente le aveva aperto il suo cuore, parlandole dei personaggi che abitavano i suoi sogni, confidandole la sua netta sensazione che non fossero solo tali.

Le aveva parlato della bellezza di un’amicizia, che non era mai stata un rapporto tra padrone e servitore…di quella purezza di legame che solo le difficoltà avevano saputo far emergere…

Le aveva descritto l’angoscia della tentazione del potere, del tradimento.

Le aveva parlato della regalità dimostrata anche dalla persona più semplice.

Le aveva parlato dei luoghi incontaminati che la sua fantasia aveva visitato, dei Valar che li avevano fortemente desiderati e così generati

Le aveva parlato della promessa che aveva fatto – forse a se stesso, o forse a qualcuno di molto più importante – la promessa di non smettere mai…mai di raccontare. 

 

Fine

 

 

 

   
 
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