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Autore: Opal636    10/01/2010    1 recensioni
Dopo aver indagato sul caso che coinvolgeva Padre Joe, Mulder e Scully hanno fatto ritorno a Washington, con l'intento di tornare a vivere una vita serena. Ma una tragedia annunciata si insinua sul loro cammino e turba una tranquilla vita di coppia, portandoli a combattere ancora, fianco a fianco, per la sopravvivenza.
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dana Katherine Scully, Fox William Mulder, John Doggett, Monica Reyes, Walter S. Skinner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 

Mulder mosse lunghe falcate in direzione di William, che, ben coperto da una giacca a vento di qualche taglia più grande, osservava il paesaggio sottostante con sguardo assorto.

Era il 25 dicembre, il giorno di Natale… il suo compleanno.

E ancora erano ospitati dall’FBI, che si era dimostrata estremamente gentile e ospitale con tutte le persone che ne avevano avuto bisogno, offrendo loro vitto e alloggio. Lo spazio era tanto, ma anche le persone bisognose lo erano. I corridoi e le sale riunioni erano state adibite a dormitori, mentre il salone d’ingresso era diventato mensa, e tutte le zone pullulavano di gente stremata, sconfitta e disperata, che, però, aveva una grande forza e una grande voglia di ricominciare a vivere un’esistenza pressoché normale.

Ogni giorno, le associazioni umanitarie che ancora erano attive, facevano il giro dei quartieri portando pasti caldi, bevande bollenti e sostegno morale.

William era salito sul tetto del J. Edgard Hoover Building una decina di minuti prima. Osservava l’aspetto del mondo dopo l’attacco alieno.

Era uscito dall’ospedale da due giorni, ma, essendo ancora debole, aveva passato le ore chiuso tra le mura del palazzo.

Mulder gli arrivò in fianco, silenziosamente.

Seguì lo sguardo del figlio verso un punto lontano all’orizzonte.

Gli occhi incontravano macerie, case spezzate, ferite, disintegrate. Parchi aridi, alberi bruciati. Recinzioni, panchine, cartelli stradali divelti. Carcasse di macchine ingombravano le strade prive di traffico. Ogni tanto un’ambulanza squarciava l’aria statica del nuovo mondo con sirene lamentose e rombi di motori lanciati a forte velocità.

I cadaveri, che fino a pochi giorni prima ancora costellavano i marciapiedi e le soglie delle case distrutte, erano stati rimossi e sistemati provvisoriamente nelle celle refrigerate degli obitori che ancora erano in piedi.

Lo spettacolo era desolante.

Non esisteva parola più giusta per definire lo stato di malessere, fisico e psicologico, che quella visuale provocava alle persone.

“Bello spettacolo…” commentò Mulder, usando il suo abituale tono ironico per contrastare le situazioni troppo serie.

William sollevò la testa a guardarlo e gli sorrise con un angolo della bocca.

Già…”. La risposta venne pronunciata a voce bassa, scoraggiata, una leggera nota sarcastica al suo interno.

Mulder lo osservò. William era estremamente serio. Il volto da ragazzino era solcato da occhiaie e le labbra erano una linea diritta, riflessiva e preoccupata.

“A cosa pensi?” gli chiesi Mulder. Gli sembrava ancora strano non riuscire a penetrare nei pensieri del figlio…

William prese un profondo respiro, piuttosto restio a rispondere alla domanda.

Mulder vide l’indecisione offuscare i suoi occhi blu, così uguali a quelli della madre, e si pentì di avergli rivolto quella semplice domanda. Seppure la sua voglia di conoscere i suoi pensieri era pressante, non voleva metterlo in difficoltà. Probabilmente gliene avrebbe parlato quando si fosse sentito pronto.

Così decise di stemperare quell’atmosfera imbarazzante con il suo solito sarcasmo.

“Ho capito…” disse sospirando rassegnato “… sei arrabbiato perché non ti abbiamo fatto un regalo di compleanno…”.

William sollevò lo sguardo verso Mulder, un’espressione sorpresa gli solcava il volto.

“Te lo ricordi? Io non c’avevo nemmeno fatto caso…”.

Mulder sorrise mestamente.

“Per me e Scully è un po’ difficile dimenticare il giorno in cui sei nato…”.

William annuì, un leggero rossore gli imporporò le guance.

Già… scusami…”.

Mulder fu sorpreso dalle sue parole e dal tono grave con cui furono pronunciate.

“Perché mai dovresti scusarti?” gli chiese perplesso.

William lo guardò dritto negli occhi. Mulder scorse nei suoi un fiume di lacrime che minacciava di trasbordare.

“Perché mi sento terribilmente in colpa nei vostri confronti” disse con estrema sincerità.

Mulder scosse la testa, come a dire che non comprendeva le sue parole.

Una lacrima solitaria scese a bagnare la guancia di William. Prontamente la sua mano la lavò via dal volto.

“Mi sento in colpa perché… dopo tutto quello che fate per me, il bene che mi volete, la felicità che vi si legge negli occhi ogni volta che mi guardate… io non riesco a togliermi il pensiero dei miei genitori adottivi… mi tormento in continuazione”. Le lacrime presero a scorrere veloci sul suo viso. “Volervi bene… mi sembra quasi di tradirli, di fare loro un torto! E a preoccuparmi per loro, mi sembra di fare un torto a voi… mi sento un ingrato…”.

Mulder sentì il cuore stringersi nel petto. La sofferenza mal celata che provava suo figlio lo distruggeva. E lo capiva. Non doveva essere facile vivere una vita così.

Avere un dono che non si ha chiesto, averlo ricevuto in eredità. Scoprire che servirà ad aiutare il mondo a sopravvivere. Scoprire chi sono i tuoi veri genitori, perdere quelli che ti hanno cresciuto…

Troppi pensieri, troppe preoccupazioni per la sua età.

Mulder posò le mani sulle spalle di William, invitandolo a prestare attenzione a quello che stava per dirgli.

“Non devi sentirti in colpa nei nostri confronti, non ha alcun senso. Sei stato cresciuto da due persone che ti hanno amato, e che ancora ti amano. Sarebbe grave se tu ora ti dimenticassi di loro, se le lasciassi andare solo perché ti senti in colpa nei nostri confronti…”.

Mulder respiro piano, per riuscire a calmarsi quel tanto che bastava per parlargli come un vero padre.

“Io e Scully ti amiamo più di ogni altra cosa al mondo, non ti abbiamo mai dimenticato e mai ti dimenticheremo, e sappiamo perfettamente che nel tuo cuore c’è del posto per noi… ma sappiamo anche che dobbiamo condividerlo con due persone straordinarie, che non smetteremo mai di ringraziare per averti accolto con amore nelle loro vite quando noi non abbiamo potuto farlo”.

Passò il pollice lungo le guance del figlio, asciugandole dalle lacrime che non doveva versare.

“William, io ti ho fatto una promessa e intendo onorarla”.

Il ragazzo si avvicinò a quel padre che aveva immaginato per anni e che aveva conosciuto da poche settimane, e affondò il volto nel suo petto ampio e caldo.

Sentì le sua braccia forti avvolgerlo in un abbraccio protettivo. Lentamente si rilassò, cercando di scacciare dal suo petto quel senso di colpa che lo stava logorando.

Rimasero fermi in quella posizione per un po’, circondati da un mondo che doveva ricominciare a vivere. Il vento gelido di dicembre li sferzava, ma a loro non dava fastidio. Il calore dei loro corpi stretti li aiutava a combattere il freddo delle loro vite.

“E se non li ritroviamo?” chiese infine William, la voce attutita dal giubbotto di Mulder.

Mulder lo strinse un po’ più forte.

“Stanno setacciando tutto il paese, palmo a palmo. Molte persone si sono rifugiate in bunker sotterranei, in case abbandonate… vedrai che li troveremo…”. Lo prese per le spalle e lo allontanò leggermente da sé per poterlo guardare negli occhi.

William scorse una scintilla di determinazione illuminare lo sguardo di Mulder.

“Ma se così non fosse, non verrò meno al mio impegno. Li troveremo, ovunque essi siano… ovunque”.

William annuì un paio di volte, poi gli sorrise.

“Voi due! C’è un dolce natalizio che vi aspetta di sotto! Se non scendete immediatamente non vi resterà nemmeno una fetta…”.

La voce di Scully li distolse dal quel loro momento così intenso. Si voltarono nella sua direzione e la videro avanzare verso di loro.

I capelli ramati si muovevano a ritmo del vento, la sua pelle era arrossata per via del freddo. Si stringeva al collo una giacca troppo leggera e li osservava con un sorriso sereno sulle labbra.

Si avvicinò, tendendo una mano verso William.

“Almeno quella per festeggiare il tuo compleanno…”.

William le sorrise, prese la sua mano e la strinse.

“Ce n’è anche per Zar?”.

Scully rise.

“Zar sta già mangiando la sua porzione, ma ho l’impressione che non disdegnerà di ingoiare anche la tua!”.

Si incamminarono verso la porta, ma poi Scully si fermò, accorgendosi che Mulder non li stava seguendo.

Lo osservò incuriosita.

“Tu non vieni?”.

Mulder le si avvicinò e le dette un leggero, ma dolce, bacio sulle labbra, trovandole fredde e tremanti.

“Vi raggiungo tra un momento, voi andate pure”.

Scully annuì e lo lasciò ai suoi pensieri. Era certa che le avrebbe parlato delle sue riflessioni quella sera stessa.

Mulder si voltò nuovamente ad osservare il paesaggio sottostante.

Posò un piede sul cornicione e si sporse leggermente.

Il lato positivo di tutta quella terribile faccenda -l’unico lato positivo- era rappresentato dalla collaborazione tra le persone.

Contrariamente alle aspettative, non si era registrato nessun atto criminale da quando gli alieni se n’erano andati, nessun saccheggio, nessuna violenza, nessuno stupro. Sembrava che l’uomo avesse raggiunto il suo limite massimo di dolore, che avesse assistito alla crudeltà nella sua forma più primitiva, e che ora non ne volesse più sentire parlare.

Mulder non si illudeva. Sapeva che, prima o poi, quando il mondo avesse ripreso a vivere normalmente, le guerre e l’odio avrebbero bussato alla porta, a reclamare il loro tributo di morte e violenza, ma era bello sapere che, almeno per un po’, l’umanità sarebbe riuscita a vivere in pace, collaborando.

Mulder vide un gruppo di bambini uscire dal palazzo, cantando a squarciagola.

L’aria vorticante gli portò alle orecchio le note di solenni di una famosa canzone, a tema natalizio, di John Lennon.

 

And so this is Christmas (war is over)
For weak and for strong (if you want it)
The rich and the poor ones (war is over)
The world is so wrong
And so Happy Christmas
For black and for white
For yellow and red ones
Let's stop all the fight
A very Merry Christmas
And a Happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear

 

Mulder sorrise tristemente, poi si incamminò verso la porta che portava all’interno dell’edificio.

Con un pensiero certo.

Il mondo non sarebbe mai più stato lo stesso.  

 

                                                                                                      

 

                                                                                                       THE END

 

  
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