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Autore: BlackLuna    10/01/2010    5 recensioni
1991.Sono finita nel 1991. E’ per questo che non ho riconosciuto Daniel immediatamente, non l’avevo mai visto così giovane. Perché ora sono sicura che si tratti di lui. Sono in compagnia di Dani Filth , nell’epoca in cui lui aveva 18 anni.
N.B. Siccome i primi due capitoli sono introduttivi alla storia i Cradle non sono nominati, ma poco a poco arrivano anche loro :)
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’aria di ottobre comincia a essere veramente fredda. Una nebbiolina snervante è costantemente posata sui campi e sui fiumiciattoli del territorio. Anche oggi, pur essendoci un debole sole che tenta di sbucare nel cielo autunnale , la nebbia è presente, e con lei il freddo che essa porta.

Mi chiudo il cappotto fin sotto il mento e raggiungo le altre, che sono andate avanti senza accorgersi che mi sono fermata a guardare un banchetto di dolci, per trovare qualcosa da sgranocchiare.

Lisa si guarda intorno entusiasta e indica le giostre come se fosse una bambina di quattro anni. Peccato che di anni ne abbia diciotto.

-Potremmo andare sulle montagne russe, che ne dite?- propone trascinandoci verso la giostra e a me si rivolta lo stomaco solo a guardarla.

-Si, è una buona idea, un po’ di adrenalina per scaldarci un po’.- concorda Monica.

Sembra che tutti i miei amici, Lisa, Monica, Jessica, Kurt e Nick, siano d’accordo. Io come al solito mi sento fuori posto, nonché la guastafeste di turno.

-Io.. vi aspetto qui eh?- dico senza muovermi dalla mia postazione. Sono andata sulle montagne russe una volta, e ho vomitato anche il pranzo del giorno prima. Un’esperienza da dimenticare la cui conseguenza è la nausea improvvisa non appena i miei occhi incrociano una montagna russa.

-O eddaaaai! – mi incita Jessica tirandomi per il braccio, ma il mio stomaco prevale e io scuoto la testa. Sorrido per sembrare meno una rompi palle. – Voi andate pure. Io mi faccio un giro qui intorno mentre vi aspetto.-

Sbuffando il gruppo si allontana e va verso la biglietteria. L’unico a non muoversi è Nick che viene verso di me con le mani in tasca e fissandosi le scarpe. No.. non di nuovo.

-Se vuoi io posso rimanere con te.. non mi va moltissimo di andare..-

-No tu devi andare.- gli dico. Non voglio essere crudele, ma è una settimana che tenta di attirare la mia attenzione. Ed è anche colpa mia, ad una festa sono stata un po’ troppo civetta, colpa della sangria. Ora devo cercare di ridimensionare la cosa.

-No ,ma davvero..-

- Nick! Vai sulle montagne russe.- dicco spingendolo amichevolmente ma saldamente verso gli altri che aspettano decisamente infastiditi.

Perfetto, riesco a rovinare tutto.

Nick mi guarda ferito, probabilmente aspettava di rimanere solo con me da quando il progetto di un pomeriggio insieme al lunapark è stato ideato. Mi sento una vera merda.

I miei amici si allontanano e scommetto che commentano quanto sia noiosa. Hanno ragione, sono sempre io quella che ha da ridire.

Sospiro e mi aggiro per alcuni banchetti vicino alla giostra, un mini mercatino delle pulci.

Mi avvicino a un banchetto alquanto interessante, con soprammobili d’epoca, tra cui un porta gioie bellissimo che cattura da subito la mia attenzione. Ha la forma tondeggiante, rivestito di stoffa color panna, le rifiniture in legno colorato d’oro che formano disegni di fantasia. Il disegno al centro rappresenta un signorotto settecentesco che offre un fiore a una dama in uno splendido abito azzurro e cappello con piume. L’interno è di velluto rosso sangue. Un oggetto splendido.

-Ti piace molto vero?- sobbalzo e mi volto di scatto. Davanti a me c’è una zingara, vestita di veli e con una lunga treccia nera che ha buttato su una spalla. Deve avere sulla cinquantina d’anni, a giudicare dalle rughe sul viso e da alcuni capelli grigi tra quelli neri.

-S-si.- balbetto. Mi ha spaventata, ero assorta dai miei pensieri e non l’ho sentita avvicinarsi. – E’ lei che vende questi oggetti?-

La donna assume uno sguardo sognante e guarda attraverso di me come se fossi fatta di vetro. – E’ attratta dal passato, signorina?- mi chiede, ignorando del tutto la mia domanda.

Non capisco subito dove voglia arrivare, ma intuisco che lei è la proprietaria del banchetto. Forse vuole sviarmi per convincermi a comprarle qualcosa. Ma è solo un ipotesi.

-No, il banco non è mio, signorina.- dice la zingara e io non capisco se abbia risposto alla domanda che le ho fatto ad alta voce prima o ai miei pensieri di adesso. – E’ attratta dal passato, signorina.- ripete, questa volta non è più una domanda, è un’affermazione, come se avesse scrutato nel mio essere e trovato il mio punto debole.

Non mi da il tempo di rispondere e mi incita a seguirla, e io, non so per quale motivo, lo faccio, dimenticandomi dei miei amici urlanti sulla giostra e del porta gioie.

La seguo senza fare domande attraverso il lunapark, tra le giostre, fino ad arrivare a una casetta grande quanto un banchetto dei mercatini di natale.

Per tutto il tragitto la donna non ha parlato con me, ma ha continuato a mugugnare tra sé e credo di aver captato, tra le altre, ‘è lei’.

Arrivata davanti alla porta, la apre e mi fa segno di entrare. Io esito. Perché dovrei entrare? Nemmeno la conosco, questa qui.

-Il mio nome è Eve Fanescu , sono una cartomante. Ora entrerà, signorina?- dice alquanto seccata la donna. Io sobbalzo e faccio un passo indietro . Quella donna ha appena risposto a una domanda che mi stavo facendo nell’intimo della mia mente. Come diavolo fa?

La curiosità supera lo scetticismo e io mi ritrovo a varcare la soglia della casetta.

L’interno è arredato in un modo caotico, dove veli, incensi e strani oggetti catturano la mia attenzione.

Al centro della stanza c’è un tavolino su cui sono disposti, tra le altre cose, dei tarocchi.

-Vuole che ve li legga, signorina?- la donna si rivolge a me come se avesse percepito la mia curiosità verso gli arcani.

-No, no..io non credo a queste cose..-

-Non ci crede o non vuole crederci?- mi chiede la Eve Fanescu e io non so cosa rispondere. Si avvicina a me e mi afferra la mano. Se la rigira tra le sue, poi fissa il palmo mormorando tra se.

-Sono sicura che è lei, signorina Fog..-

-Come sa il mio nome?! – esclamo ritraendo la mano, ma lei la riprende e continua a guardarmi il palmo.

-Lei non si trova bene qui vero? Si sente oppressa, sola, fuori posto.-

Ripenso a tutte le volte in cui sono uscita con i miei amici e sono stata ad ascoltare i loro discorsi, senza farne veramente parte. Come una spettatrice al cinema, che segue la storia ma non ne è parte, per quanto la desideri.

-Assiste inerme alla sua vita, è contornata da persone a cui vuole bene, ma più per abitudine che per un vero sentimento.-

Mi sento cattiva e ingiusta, ma so che è così. Da sempre sogno di andare via.

-Quello che desidera di più è andare via, e scoprire che non era lei la persona sbagliata nel posto giusto, ma il posto sbagliato per la persona giusta.. chissà, forse il tempo sbagliato..-

Trattengo il respiro. E’ vero che mi sono spesso trovata a fantasticare sul fatto che probabilmente mi sarei trovata meglio nel passato, tutta la tecnologia dei nostri giorni mi stordisce. Ma erano solo fantasie.

Eve mi guarda negli occhi – Io non sono una ciarlatana, miss Fog, l’avrà capito, spero.-

Io non rispondo. Questa donna ha guardato dentro di me e letto la mia anima come un libro. Un libro che nemmeno io riesco a leggere.

Improvvisamente sento che  ho paura della zingara. Cos’ha scoperto di me che non ha detto? perché ha scelto me? Perché ha deciso di cambiare la mia giornata? Può giocare con me come il gatto col topo, farmi del male dopo essersi divertita a scoprire tutta la mia vita ( e il mio futuro) da una linea della mano sinistra?

-Non deve avere paura di me, miss Fog.- mi dice col tono più dolce che le abbia mai sentito usare. – Io non sono qui per farle del male. Sono qui per aiutarla.-

Io non riesco a rispondere, non riesco a capacitarmi della sua capacità di leggermi dentro.

-Te?- mi chiede e senza aspettare la risposta sparisce in un piccolo stanzino e in pochi minuti l’aroma del te zuccherato riempie la casetta.

Stordita mi siedo al tavolo con i tarocchi e li osservo, senza osare toccarli.

Dopo poco tempo riappare Eve che mi porge la tazza e si siede al tavolo tondo di fronte a me.

Bevo un sorso della bevanda dolcissima che mi scalda dentro. Sembra alla frutta con un qualche retrogusto che non riesco a identificare.

-Vuole che le legga i tarocchi ora, vero?- mi chiede bevendo a sua volta.

Sospiro. Anche se rifiutassi ho l’impressione che lo farebbe lo stesso e io assisterei senza oppormi ,esattamente come ho fatto con la lettura della mano poco fa.

Mescola le carte con movimenti precisi, mi fa poi tagliare e li dispone in modo esperto e sguardo sognante, quindi prende  girarli.

-Ah ecco qui..l’Eremita, rovesciato. Significa che è una persona triste, tendenzialmente di malumore, sola,e attratta dall’occulto.. già altrimenti non sarebbe qui, vero miss Fog?- Eve ridacchia e prosegue con la lettura.

Il secondo arcano è la Temperanza. Eve mi spiega che può significare un cambio nella vita, e siccome è diritta è un arcano positivo, mi dice quindi di che sarà un cambiamento in meglio.

-O, ma qui abbiamo una Ruota della Fortuna! Conferma il cambiamento, una nuova prospettiva della realtà da cui dovrà cercare di approfittare delle opportunità.,,anche se.. il Matto rovesciato! Significa che non dovrete farvi prendere dal panico, o il vostro viaggio sarà senza senso né meta, e allora tutto sarà stato inutile.-

Ascolto rapita le parole della zingara, pur non capendo assolutamente  cosa diavolo sta dicendo.

-Uh-h…e qui abbiamo Gli Amanti.- dice scoprendo la carta rappresentante un uomo e una donna. Mi drizzo sulla sedia. Questo mi interessa.

-Bhè, come carta parla da se, non trova? Un amore in arrivo, che bell’arcano, gli Amanti..- commenta allegra Eve, e anche io sono piuttosto felice.

Vorrei che Eve non andasse avanti, così andrei via con la speranza che le cose cambieranno in meglio senza il consueto ‘però..’ che rovina ogni buona notizia.

-Come desidera, Miss Fog.- dice Eve riponendo gli arcani. Mi toglie la tazza di te e la porta con la sua nel cucinino.

Io mi alzo. Cosa si dice a una persona che ti ha predetto il futuro? Basta un grazie?

Metto le mani in tasca alla ricerca di qualche spicciolo.

-un grazie è più che sufficiente, miss Fog.- dice Eve ricomparendo dalla cucina. Si avvicina e mi prende il viso tra le mani. – Domani sarà tutto cambiato, Miss, e dovrà ringraziarmi per questo.- mi sussurra. Non so cosa voglia dire, mi ha solo letto la mano e i tarocchi, non vedo in cosa potrà cambiare la mia vita così velocemente.

Qualcosa cambia negli occhi della zingara, sembra assente e prende a camminare per la casa, parlando più a se stessa che a me.-Il tempo è qualcosa di relativo, è alcune persone sono in grado di manipolarlo. Si guardi dai Cavalieri del Tempo!- la zingara sembra presa in uno stato di trans, si muove per la stanza buttando oggetti a terra e vaneggiando.

il tono della sua voce aumenta, quasi grida, cose senza senso. Mi comincia a spaventare.Sono atterrita, non riconosco più la donna che era con me qualche minuto fa, sembra una pazza furiosa.

-Mrs Fanescu..?- la donna si volta verso di me e il suo viso si tramuta i una maschera d'odio. Si avvicina brandendo una scopa, minacciosamente. 

-E tu chi sei?! Cosa ci fai in casa mia?! Fuori di qui!!- la donna si avventa su di me come se non mi riconoscesse più, ma io sono più svelta e corro fuori , torno nel mondo, nel Lunapark.

 

Note dell'autrice :

si lo so, i cradle non sono ancora stati neanche menzionati, ma con un po' di pazienza arriveranno anche loro.E' la mia prima fanfic, siate clementi.

grazie di aver letto.

  
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