Ciao! Eccomi con una delle mie storie. Forse è un pò drammatica...beh, forse troppo.
Nel primo capitolo, molto breve, si parla principalmente di Rachel e Cuddy. Nel prossimo, che sto per concludere [credo sarà anche l'ultimo] ci sarà anche un pò di Huddy.

Le mani di Cuddy premevano sul petto della bambina in modo convulsivo.

“Svegliati Rachel! Forza piccola mia! Non rimanere ferma così”



Luci. Caos. Gente intorno a loro.

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“Rachel, smettila di dondolare o finirai per cadere!” Cuddy riportò lo sguardo sui documenti. Firmò e sia avvicinò alla bimba che giocava sulla sedia. “Ho detto di smetterla o ti farai male!” La bambina sbuffò e tornò composta. Ora fissava la madre troppo presa dal suo lavoro, mentre con sguardo seria la ammoniva per averle tolto tutto il divertimento di quel gioco.

Cuddy si rialzò dalla scrivania e andò verso la porta. “Rachel, torno subito. Mi prometti che starai ferma lì?” La bimba annuì. “Siamo sicure?” La bimba annuì di nuovo, mentre la madre usciva dall’ufficio e chiamava l’infermiera al bancone. Questa entrò nell’ufficio del primario, si sedette sul divano e prese una rivista. La piccola la guardava. Ma l’infermiera non ricambiò lo sguardo, concentrata sull’unica rivista di gossip tra quelle mediche.

Rachel ricominciò a dondolarsi sulla sedia. Ora che la mamma non era nella stessa stanza, poteva continuare a giocare indisturbata. Appoggiò i piedi alla scrivania e si dando piccole spinte, faceva dondolare la sedia. Quel movimento le piaceva; le ricordava la sedia a dondolo che la mamma teneva in camera sua e su cui le raccontava delle storie per farla dormire. Visto che la mamma non era ancora ritornata, spinse la sedia sempre più forte. Ora teneva le piccole mani aggrappate alle spalliere, mentre la sedia dondolava sempre più pericolosamente. L’infermiera abbassò un attimo la rivista, sorrise alla bambina che ricambiò con una risata, e riprese a leggere.

Un rumore sordo. Niente più scricchiolii. Niente più risate.

L’infermiera lanciò la rivista sul divanetto, mentre si avvicinava alla bambina. Rachel era stesa a terra supina, gli occhi chiusi, senza sensi. L’infermiera le misurò le pulsazioni. Sobbalzò, quando si accorse che il cuore della piccola non batteva. “Serve aiuto!”. L’infermiera urlò.

Cuddy entrò nell’ufficio. “Che cosa sta…Oh mio dio! Rachel!”. Cuddy corse verso la bambina. Portò l’orecchio vicino alla bocca della piccola. “Non respira! E non ha pulsazioni!Rachel Svegliati! Portate un kit di soccorso!”. Cominciò a premere le proprie mani sul petto della piccola. Cercò di risvegliare la bambina. le parlava. Continuava con quella manovra di soccorso.

Infermiere e medici erano intorno a lei.; intorno alla dottoressa in lacrime che tentava di far tornare la bambina, la sua bambina, in vita.

“Svegliati Rachel! Forza piccola mia! Non rimanere ferma così”

Le mani di Cuddy premevano sul petto della bambina in modo convulsivo. Una mano da dietro la bloccò. “Cuddy, sono passati 20 minuti. non puoi più fare niente”. “Lasciami in pace. Forza Rachel! Non mollare! Rachel non mi lasciare! Piccolina mia!”. Il movimento delle sue braccia cominciò a rallentare. Ora accarezzava la bambina distrattamente. mentre le lacrime rigavano il suo viso. Sentì qualcuno che l’abbracciava. Il suo profumo. Poi buio.

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