-
Matt... ti prego. Finiscila.
-
Neanche per sogno.
-
Dobbiamo andare, il pullman parte.
-
Che parta. Prendiamo quello dopo.
Brian
non è sicuro che tra un'ora Matt sarà pronto ad andare. Come non lo è stato per
l'ora prima, e per l'ora precedente, e per l'ora prima ancora. Sono fermi lì da
più o meno quattro o cinque ore, il naso di Brian è irrimediabilmente rosso e
senza vita e molto probabilmente il sedere è diventato parte integrante della
panchina.
-
Matt. Ho fame.
-
Vai a mangiare.
-
Dobbiamo prendere il pullman, per
andare a mangiare, e non posso lasciarti qui altre cinque ore.
-
Sì che puoi. Lo so prendere il pullman
da solo.
-
Ne dubito fortemente.
Ma
Matt non si gira neanche a guardare Brian, preso com'è dalla sua occupazione.
Occupazione che sta mandando Brian in ibernazione, ibernazione che molto presto
si trasfomerà in isterismo.
-
Dio del cielo, Matt, non puoi tornare
dopo?
-
No che non posso! E chi mi dice che
dopo sarà ancora qui?
-
Forse perchè
fanno meno venti gradi e dubito che si sposterà da qui se non per via di una
bufera?
Matt
gonfia le guance, e continua a non guardare Brian, che sbuffa e prende a
guardarsi attorno. E' tutta la mattinata che Matt è inchiodato lì, e persino le
famiglie con i bambini se ne sono andate, lasciando quello spiazzo innevato
vuoto e silenzioso. Silenzioso, se non fosse per i lamenti di Matt.
-
Diamine. DIAMINE. Perché non collabora?
-
...perché collaborerebbe, se potesse
muoversi.
-
Taci! Tu non hai sfizi. Tu non mi
comprendi!
Eccolo
che ricomincia con la storia dell'artista sensibile. Aiuto.
-
Ti comprendo, ma tu comprendi me, ho
fame, ho sete e sto morendo di freddo.
-
Prendi il prossimo pullman e torna
all'hotel allora.
-
Lo prendo se lo prendi anche tu.
-
Non ce la faccio a finire fra un'ora!
Neanche
fosse Leonardo da Vinci che progetta la-... Brian si acciglia per un attimo.
Cos'è che ha progettato Leonardo da Vinci?
…
...bah.
-
Quanto ti manca?
-
Ho quasi finito, aspetta!
Brian
vorrebbe volentieri urlare che sta aspettando da più di cinque ore, che sta
perdendo l'uso di ogni arto del suo corpo – uno dei quali interesserebbe particolarmente
a Matt -, che si sta disidratando e che ogni gocciolina d'acqua e di sangue
che è – o meglio, era – presente nel suo corpo è diventata un cubetto di
ghiaccio.
Ma
non parla, quando incontra gli occhi luccicanti di Matt, che si è spostato e
gli sta sorridendo.
-
Buon Natale, Brian.
Spostandosi
ha scoperto due pupazzi di neve; uno più piccolino, al quale ha messo al posto
degli occhi due bottoni azzurri che – oddio – ha tolto dalla giacca che porta
addosso, che sta guardando l'altro pupazzo di neve. Il secondo è più alto,
magro anch'esso, ed ha il viso chinato verso il pupazzo più piccolino; con un
ramoscello ha disegnato le labbra ad entrambi, e stanno sorridendo. E si
guardano. Ma un particolare, che Brian nota solo dopo, è che il pupazzo più
alto sta cingendo con le braccia l'altro pupazzo.
Non
può far altro che sorridere, mentre il sangue si riscalda di nuovo.
Buon
Natale, Matt.
E’ contro OGNI mio principio morale, ma è più o meno una
richiesta. :3
Una bella (*coff coff*) Mollamy, dolce per gli
appassionati del genere.
Dedicata a mia moglie.