Giunsero in chiesa e Diana
non riuscì a non cercare, con lo sguardo, la signora Allan. Quando la trovò
sorrise rassicurata: allora non è un sogno, da lunedì inizierò a lavorare!
pensava felice.
I fedeli entrarono in
chiesa, la funzione s’apprestava ad iniziare. Diana era emozionata ed avrebbe
voluto che la funzione terminasse per poter sentire la notizia che tanto
aspettava.
Ma si sa, più si vuole che
qualcosa termini in fretta più questa sembra non avere mai fine.
Così, quando finalmente la
funzione finì per Diana fu come se fosse passata un’eternità.
Era arrivato il momento
tanto atteso. Il reverendo, terminata la funzione, attirò l’attenzione dei
fedeli “Carissimi, ho un’ultima notizia da comunicarvi” disse con aria solenne
“da domani, lunedì, presso la scuola domenicale, per tutti i bambini sarà
inaugurato l’asilo di Avonlea” continuò sicuro “tutti i bambini sono invitati a
partecipare. E’ un luogo sicuro dove poter far giocare i vostri figli, sotto lo
sguardo vigile di persone competenti. E poi è gratuito. Se volete iscrivere i
vostri figli potete dare il loro nome a mia moglie. Grazie per l’attenzione.”
concluse il reverendo.
Un brusio si diffuse tra i
fedeli. Diana sbiancò: non era possibile, il suo lavoro terminato prima ancora
di iniziare! Stava per scoppiare a piangere quando osservò la signora Allan,
sembrava tranquilla. Ma non le importa! Si chiese sconsolata.
La signora Allan fu la
prima ad uscire, cosa alquanto insolita per lei. Il brusio sembrò aumentare.
Diana ed i suoi genitori si alzarono ed uscirono. Diana credeva di non riuscire
ad arrivare alla porta invece, forse anche grazie all’aiuto di Dio o molto più
semplicemente per il fatto che conosceva la chiesa alla perfezione, ci riuscì e
nessuno dei suoi compaesani parve accorgersi dello stato d’animo in cui si
trovava Diana.
Salutò distrattamente
qualche conoscente ed attese con sua madre e sua sorella che il padre giungesse
con il calesse per il rientro a casa.
“Diana Barry, non ti fermi
a prendere le iscrizioni?” chiese dolcemente la signora Allan con un dolce
sorriso.
“Non verrà nessuno, non ha
sentito il brusio che ha accolto la notizia?” disse prossima alle lacrime.
“Dovresti avere più fiducia
nei tuoi compaesani. Sai, devi dar loro il tempo di digerire la notizia. Vedi…”
concluse la signora Allan guardando la gente uscire e fermarsi sul sagrato in
sua attesa.
Diana era sbigottita. Tanti
genitori aspettavano che lei e la signora Allan terminassero di parlare per
poter iscrivere i loro figli. Guardò sua madre che sorrise e fece un cenno di
approvazione. Un nuovo sorriso era tornato ad illuminare il suo bel viso.
Seguì con gioia la signora
Allan ed iniziarono a scrivere i nomi dei bambini che sarebbero andati
all’asilo.
Verso mezzogiorno e mezzo
Diana riuscì, dopo aver salutato il reverendo e la moglie, ad andare a casa.
Che giornata! Un sali e scendi di emozioni non indifferente e poi… Oh mio Dio
chissà cos’avrà pensato di me la signora Allan si chiese d’improvviso Diana.
Avrà pensato che sono volubile! Oh povera me!
Con questi cupi pensieri
fece rientro a casa.
“Diana, come sono andate le
iscrizioni?” le chiesero apprensivi i suoi genitori.
“Bene, avremo un gran
numero di bambini” disse avvilita.
“Dovresti essere contenta
allora? Cos’è successo? Perché sei triste?” insisté sua madre.
“Non è l’asilo a
preoccuparmi, ma la figuraccia che avrò fatto con la signora Allan. La stavo
abbandonando! Avrà pensato che sono una vigliacca volubile! Oh, mamma, lo sono
davvero?” chiese con gli occhi lucidi Diana.
“Non fare così. Sai, penso
sia normale che una ragazza alla sua prima esperienza lavorativa sia timorosa.
Secondo me la signora Allan non pensa affatto che tu sia volubile e vigliacca.
Sa che sei giovane e questo giustifica molte cose. E poi, se vuoi avere
conferma di quanto ti ho detto, chiediglielo domani. Vedrai. La signora Allan è
superiore a certe cose. Fidati!” concluse sua madre.
Diana trascorse tutto il
pomeriggio a casa e meditò su quanto detto da sua madre. Forse ha ragione,
comunque domani mattina come prima cosa mi scuso per il mio comportamento
infantile, pensò Diana e con questi propositi si preparò ad affrontare il suo
nuovo lavoro.
Il momento della verità è
finalmente arrivato, pensò quella mattina appena aprì gli occhi. Era infatti il
giunto il lunedì da lei tanto atteso.
Erano appena le sei quando
Diana, non riuscendo più a stare a letto, si era alzata. Aveva sistemato la sua
camera ed aveva scelto con cura tra i suoi vestiti quello più idoneo per
iniziare una giornata lavorativa, ma nessuno sembrava andare bene. Poi optò per
un vestito blu scuro, che le stava particolarmente bene e che, nel caso
l’avesse sporcato, non si sarebbe notato molto.
Alle sette era pronta e
decise di scendere.
Potrei preparare la
colazione, pensò mentre scendeva gli ultimi gradini.
Arrivata in cucina iniziò a
preparare la colazione per tutta la sua famiglia, che ebbero un gradito
risveglio.
Arrivò alla scuola di
catechismo con largo anticipo, prima ancora della signora Allan.
Quando la vide arrivare le
corse incontro “Mi dispiace per come mi sono comportata ieri” disse Diana “avrà
pensato che sono una bambina.” Terminò.
“Ho visto di peggio…” disse
la signora Allan poi scoppiò a ridere lasciando atterrita la povera Diana
“perdonami” continuò quando si fu ripresa “tu ed Anna Shirley siete le uniche a
farmi ridere come una bambina. Non hai nulla da farti perdonare, quando ho
detto che avevo visto di peggio mi riferivo a me stessa. Sai, quando ebbi il
mio primo lavoro, avevo circa la tua età, dissero a voce alta il mio nome, ed
io, come una sciocca, mi alzai in piedi in mezzo alla chiesa gremita di fedeli:
tutti si chiesero perché mai mi fossi alzata in piedi. I miei compagni risero
ed io mi sentii sprofondare… Ma non pensiamoci più, è passato. Entriamo?”
propose la signora Allan.
Come vorrei, crescendo, diventare
come lei. Sorride sempre, non l’ho mai vista arrabbiata. È incredibile. Sa
mettere tutti a suo agio: ne sarò mai capace? Pensava Diana seguendola.
Alle otto in punto tutti i
bambini iscritti erano arrivati ed iniziarono ad essere divisi a seconda dell’età:
all’asilo univano utile e dilettevole, si facevano attività didattiche ed
attività ricreative. I bambini erano molto curiosi ma nessuno era
eccessivamente vivace. A pranzo fecero un picnic e nel pomeriggio esplorarono i
boschi ed, a seconda dei gruppi, venivano fatte domande sull’ambiente
circostante.
Al termine della giornata
la signora Allan chiese a Diana se voleva una mano a riaccompagnare a casa i
bambini: Diana rifiutò cortesemente.
Aveva notato infatti che la
signora Allan sembrava affaticata da quella lunga giornata e non voleva che
fosse colta da un malore durante la passeggiata del rientro.
La signora Allan parve
leggerle nel pensiero e sorrise, ringraziandola tacitamente per la premura
dimostratale.
Diana fece il giro lungo e
riaccompagnò tutti i bambini alle loro abitazioni. Rientrò a casa ed aiutò la
madre con la cena.
Dopo cena salì in camera e
decise di scrivere una lettera ad Anna. Voleva metterla subito al corrente
della novità, per poter esprimere al meglio le emozioni che si alternavano nel
suo cuore.
Scrisse una lunga lettera,
la rilesse e la mise nella busta che aveva preparato. Domani l’avrebbe
affrancata e spedita.
Una buona dormita era
quello che ci voleva per smaltire la prima giornata di lavoro.
Ciao! Cosa ve ne pare di questo secondo capitolo? Ammetto sono stata cattivella e del amico Fred ancora non si svelo niente. Cosa ne dite di lasciarmi una bella recensione (anche negativa, non mi arrabbio). Ok, ci leggiamo al prossimo capitolo. Ciao!!