Anime & Manga > Anna dai capelli rossi
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Autore: Kirby    05/07/2005    1 recensioni
Com'è nata la storia d'amore tra Diana Barry e Fred Wright? Com'è andata avanti la vita per Diana dopo che Anna è andata all'accademia? Leggete e lo saprete. Grazie a chi legge.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giunsero in chiesa e Diana non riuscì a non cercare con lo sguardo la signora Allan

Giunsero in chiesa e Diana non riuscì a non cercare, con lo sguardo, la signora Allan. Quando la trovò sorrise rassicurata: allora non è un sogno, da lunedì inizierò a lavorare! pensava felice.

I fedeli entrarono in chiesa, la funzione s’apprestava ad iniziare. Diana era emozionata ed avrebbe voluto che la funzione terminasse per poter sentire la notizia che tanto aspettava.

Ma si sa, più si vuole che qualcosa termini in fretta più questa sembra non avere mai fine.

Così, quando finalmente la funzione finì per Diana fu come se fosse passata un’eternità.

Era arrivato il momento tanto atteso. Il reverendo, terminata la funzione, attirò l’attenzione dei fedeli “Carissimi, ho un’ultima notizia da comunicarvi” disse con aria solenne “da domani, lunedì, presso la scuola domenicale, per tutti i bambini sarà inaugurato l’asilo di Avonlea” continuò sicuro “tutti i bambini sono invitati a partecipare. E’ un luogo sicuro dove poter far giocare i vostri figli, sotto lo sguardo vigile di persone competenti. E poi è gratuito. Se volete iscrivere i vostri figli potete dare il loro nome a mia moglie. Grazie per l’attenzione.” concluse il reverendo.

Un brusio si diffuse tra i fedeli. Diana sbiancò: non era possibile, il suo lavoro terminato prima ancora di iniziare! Stava per scoppiare a piangere quando osservò la signora Allan, sembrava tranquilla. Ma non le importa! Si chiese sconsolata.

La signora Allan fu la prima ad uscire, cosa alquanto insolita per lei. Il brusio sembrò aumentare. Diana ed i suoi genitori si alzarono ed uscirono. Diana credeva di non riuscire ad arrivare alla porta invece, forse anche grazie all’aiuto di Dio o molto più semplicemente per il fatto che conosceva la chiesa alla perfezione, ci riuscì e nessuno dei suoi compaesani parve accorgersi dello stato d’animo in cui si trovava Diana.

Salutò distrattamente qualche conoscente ed attese con sua madre e sua sorella che il padre giungesse con il calesse per il rientro a casa.

“Diana Barry, non ti fermi a prendere le iscrizioni?” chiese dolcemente la signora Allan con un dolce sorriso.

“Non verrà nessuno, non ha sentito il brusio che ha accolto la notizia?” disse prossima alle lacrime.

“Dovresti avere più fiducia nei tuoi compaesani. Sai, devi dar loro il tempo di digerire la notizia. Vedi…” concluse la signora Allan guardando la gente uscire e fermarsi sul sagrato in sua attesa.

Diana era sbigottita. Tanti genitori aspettavano che lei e la signora Allan terminassero di parlare per poter iscrivere i loro figli. Guardò sua madre che sorrise e fece un cenno di approvazione. Un nuovo sorriso era tornato ad illuminare il suo bel viso.

Seguì con gioia la signora Allan ed iniziarono a scrivere i nomi dei bambini che sarebbero andati all’asilo.

 

Verso mezzogiorno e mezzo Diana riuscì, dopo aver salutato il reverendo e la moglie, ad andare a casa. Che giornata! Un sali e scendi di emozioni non indifferente e poi… Oh mio Dio chissà cos’avrà pensato di me la signora Allan si chiese d’improvviso Diana. Avrà pensato che sono volubile! Oh povera me!

Con questi cupi pensieri fece rientro a casa.

“Diana, come sono andate le iscrizioni?” le chiesero apprensivi i suoi genitori.

“Bene, avremo un gran numero di bambini” disse avvilita.

“Dovresti essere contenta allora? Cos’è successo? Perché sei triste?” insisté sua madre.

“Non è l’asilo a preoccuparmi, ma la figuraccia che avrò fatto con la signora Allan. La stavo abbandonando! Avrà pensato che sono una vigliacca volubile! Oh, mamma, lo sono davvero?” chiese con gli occhi lucidi Diana.

“Non fare così. Sai, penso sia normale che una ragazza alla sua prima esperienza lavorativa sia timorosa. Secondo me la signora Allan non pensa affatto che tu sia volubile e vigliacca. Sa che sei giovane e questo giustifica molte cose. E poi, se vuoi avere conferma di quanto ti ho detto, chiediglielo domani. Vedrai. La signora Allan è superiore a certe cose. Fidati!” concluse sua madre.

Diana trascorse tutto il pomeriggio a casa e meditò su quanto detto da sua madre. Forse ha ragione, comunque domani mattina come prima cosa mi scuso per il mio comportamento infantile, pensò Diana e con questi propositi si preparò ad affrontare il suo nuovo lavoro.

 

Il momento della verità è finalmente arrivato, pensò quella mattina appena aprì gli occhi. Era infatti il giunto il lunedì da lei tanto atteso.

Erano appena le sei quando Diana, non riuscendo più a stare a letto, si era alzata. Aveva sistemato la sua camera ed aveva scelto con cura tra i suoi vestiti quello più idoneo per iniziare una giornata lavorativa, ma nessuno sembrava andare bene. Poi optò per un vestito blu scuro, che le stava particolarmente bene e che, nel caso l’avesse sporcato, non si sarebbe notato molto.

Alle sette era pronta e decise di scendere.

Potrei preparare la colazione, pensò mentre scendeva gli ultimi gradini.

Arrivata in cucina iniziò a preparare la colazione per tutta la sua famiglia, che ebbero un gradito risveglio.

Arrivò alla scuola di catechismo con largo anticipo, prima ancora della signora Allan.

Quando la vide arrivare le corse incontro “Mi dispiace per come mi sono comportata ieri” disse Diana “avrà pensato che sono una bambina.” Terminò.

“Ho visto di peggio…” disse la signora Allan poi scoppiò a ridere lasciando atterrita la povera Diana “perdonami” continuò quando si fu ripresa “tu ed Anna Shirley siete le uniche a farmi ridere come una bambina. Non hai nulla da farti perdonare, quando ho detto che avevo visto di peggio mi riferivo a me stessa. Sai, quando ebbi il mio primo lavoro, avevo circa la tua età, dissero a voce alta il mio nome, ed io, come una sciocca, mi alzai in piedi in mezzo alla chiesa gremita di fedeli: tutti si chiesero perché mai mi fossi alzata in piedi. I miei compagni risero ed io mi sentii sprofondare… Ma non pensiamoci più, è passato. Entriamo?” propose la signora Allan.

Come vorrei, crescendo, diventare come lei. Sorride sempre, non l’ho mai vista arrabbiata. È incredibile. Sa mettere tutti a suo agio: ne sarò mai capace? Pensava Diana seguendola.

 

Alle otto in punto tutti i bambini iscritti erano arrivati ed iniziarono ad essere divisi a seconda dell’età: all’asilo univano utile e dilettevole, si facevano attività didattiche ed attività ricreative. I bambini erano molto curiosi ma nessuno era eccessivamente vivace. A pranzo fecero un picnic e nel pomeriggio esplorarono i boschi ed, a seconda dei gruppi, venivano fatte domande sull’ambiente circostante.

 

Al termine della giornata la signora Allan chiese a Diana se voleva una mano a riaccompagnare a casa i bambini: Diana rifiutò cortesemente.

Aveva notato infatti che la signora Allan sembrava affaticata da quella lunga giornata e non voleva che fosse colta da un malore durante la passeggiata del rientro.

La signora Allan parve leggerle nel pensiero e sorrise, ringraziandola tacitamente per la premura dimostratale.

 

Diana fece il giro lungo e riaccompagnò tutti i bambini alle loro abitazioni. Rientrò a casa ed aiutò la madre con la cena.

 

Dopo cena salì in camera e decise di scrivere una lettera ad Anna. Voleva metterla subito al corrente della novità, per poter esprimere al meglio le emozioni che si alternavano nel suo cuore.

Scrisse una lunga lettera, la rilesse e la mise nella busta che aveva preparato. Domani l’avrebbe affrancata e spedita.

Una buona dormita era quello che ci voleva per smaltire la prima giornata di lavoro.

 

 

 

 

Ciao! Cosa ve ne pare di questo secondo capitolo? Ammetto sono stata cattivella e del amico Fred ancora non si svelo niente. Cosa ne dite di lasciarmi una bella recensione (anche negativa, non mi arrabbio). Ok, ci leggiamo al prossimo capitolo. Ciao!!

  
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