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Autore: Rota    17/01/2010    2 recensioni
Lucia stropicciò gli occhi, girandosi appena per poter scorgere con la coda dell’occhio chi mai fosse l’invasore.
-…Sumire?-
La ragazzina sorrise, avvicinandosi al corpo di Lucia fino a toccarla.
-Ehilà, Lucia! Ti ho per caso svegliato?-

[LuciaSumire, tentativo di PWP yuri]
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lemon, What if?, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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tonight Doveva essere pwp, rossa e yuri.
doveva, ed è venuta fuori sta cosa.
Spero possiate gradire almeno lo sforzo.
Io adoro Lucia e Sumire, sono la coppia yuri che più mi piace al mondo. Mi dispiace di non saper rendere bene l'erotismo lesbico come quello gay ç.ç Sto cercando di migliorare, credetemi ç.ç
Detto questo, vi auguro una buona lettura (sperando che sia tale ) ^^



(*)”What do you want” Testo e musica dei Franz Ferdinand





Tonight, tonight…




Oh well I woke up tonight and said I
I'm gonna make somebody love me
I'm gonna make somebody love me
And now I know, now I know, now I know
I know that it's you
You're lucky, lucky
You're so lucky!(*)



Nell’aria ancora pregna dell’odore acre di fumo, due palpebre chiare si alzarono di scatto, rivelando alla vista una stanza avvolta nel buio profondo.
Sumire si alzò sui gomiti e scrutò quanto la circondava, come a voler effettivamente vedere se tutto fosse a posto – se Lucia ancora giacesse nel proprio letto o cose simili. Vide il corpo della compagna sepolto sotto le coperte spesse, placidamente abbandonata al sonno.
Sorrise, alzandosi completamente e sgusciando fuori dalle proprie lenzuola.
Con qualche passo raggiunse il letto di Lucia, salendovi sopra e infilandosi sotto le coperte calde come se nulla fosse, svegliando così – in maniera piuttosto prevedibile – la sua proprietaria.
Lucia stropicciò gli occhi, girandosi appena per poter scorgere con la coda dell’occhio chi mai fosse l’invasore.
-…Sumire?-
La ragazzina sorrise, avvicinandosi al corpo di Lucia fino a toccarla.
-Ehilà, Lucia! Ti ho per caso svegliato?-
L’altra sbuffò, abbastanza contrariata da quell’allegria decisamente fuori luogo e ad un orario inconsueto. Ma, d’altronde, se si parlava di Sumire si doveva anche far conti con la sua alquanto discutibile tendenza a sorprendere chiunque e in qualunque occasione.
Lucia, per cui, prese i lembi delle lenzuola con una mano e si coprì maggiormente con questi, mugugnando qualcosa all’indirizzo dell’altra.
-Per quale motivo sei così allegra a quest’ora di notte, Sumire?-
O meglio, per quale diamine di motivo mi hai svegliata nel bel mezzo di un sonno sereno?
Lucia, ogni tanto, si tratteneva a stento dal prendere la compagna per il collo e strozzarla lì sul posto.
Sentì Sumire ridacchiare, avvicinandosi a lei ancora di più.
-Volevo avere un po’ di compagnia, tutto qua…-
La risposta fu acida e pronta alla lingua, tanto che Sumire credette di aver alterato – e di parecchio – l’equilibrio della povera Lucia.
-Perché non ti possono venire queste voglie a orari decenti?-
Il silenzio calò per qualche minuto, prima che uno sbuffo spazientito uscì dalle labbra della Nahashi  e questa, con mosse piene di stizza e meccaniche, si voltò verso l’altra e la squadrò col solo occhio disponibile.
Seria, terribilmente seria.
Doveva essere parecchio preoccupata, in quel momento.
-Che c’è?-
Sumire la fissò in silenzio – in quel suo occhio azzurro si era persa un sacco di altre volte, viaggiando per infiniti attimi ed esplorando mondi sconfinati – poi sorrise e sistemò meglio la propria testa sul palmo della mano appoggiata al grande cuscino bianco.
-Volevo solo parlare un poco con te, tutto qua…-
Il tempo che le aveva viste chiacchierare con tranquillità davanti a una tazza di scuro tè, mangiando magari qualche dolcezza preparato da Laura, in compagnia del buon vecchio Nahashi, era passato da parecchio.
Troppi virus, troppi nemici, troppe battaglie le aveva viste impegnate – le aveva viste divise anni luce pur rimanendo sempre fianco a fianco.
Sumire aveva semplicemente bisogno di un sorriso di conforto ogni tanto, una parola dolce detta magari in un sussurro, e avrebbe retto con forza rinnovata qualsiasi cosa. Lucia questo lo sapeva bene.
Per cui, pur a malincuore, sacrificando ore di sonno prezioso, acconsentì a donarle la sua completa attenzione.
-E, dimmi un po’… di cosa mai vorresti parlare?-
Sumire tergiversò, messa in difficoltà da quella semplice e innocua domanda. In effetti non aveva minimamente pensato su cosa reggere il proprio attacco, e si era gettata a capofitto nell’impresa senza neanche pensarci.
Balbettò, confusa.
-Beh, in realtà… io…-
Lucia sorrise, semplicemente, allungando un braccio e prendendo la nuca di Sumire sotto le dita, attirando quella testa calda fino a sé.
Baciandola, dolcemente, sulle labbra.
-Che ne dici se stasera facciamo l’amore, Sumire? Ti va?-

Baciare una bocca morbida è sempre una piacevole sensazione. Baciare una bocca morbida che apre le proprie porte al lento passaggio di una lingua vogliosa è ancora più piacevole.
Baciare la bocca di Sumire, per Lucia, era qualcosa di meraviglioso.
Aveva avvolto col proprio braccio le sue esili spalle, attirandola addosso a sé. Sumire si era stesa su di lei, gravando appena sul suo corpo, senza mai – mai – interrompere il bacio che le univa.
Con le gambe attorno alla vita della compagna, le mani di Lucia scompigliavano la folta chioma rossa con le dita, così come facevano sulla sua testa, tra i suoi capelli, le mani di Sumire.
Staccandosi ad un punto dalle sue labbra, Lucia scese a baciare il collo della Takahana, attirando il suo petto contro di sé con le mani che presero a vagare sopra la sua schiena.
Era morbida la pelle dl collo, terribilmente chiara. Veniva voglia di macchiarla, e ogni volta Lucia cedeva alla tentazione.
Chiuse le labbra a succhiare il collo, lentamente, mentre sentiva Sumire cominciare a gemere appena.
Scese ancora, baciando numerose volte – imprimendo la sua voglia sulla pelle di Sumire troppo spesso.
Ad un certo punto, fece scivolare uno spallino della camicia da notte che l’altra indossava lungo il braccio, fino a denudargli completamente la spalla. La baciò lì, ripetutamente, mentre conduceva una mano al di sotto del sottile tessuto.
Non indossava nulla al di sotto del pigiama, questo lo constatò quando ritrovò sotto i polpastrelli non altro che carne tremante.
Accarezzò il suo seno delicatamente, godendo della morbidezza della pelle e del suo calore tenue. La bocca dalla spalla scese fino a raggiungere la mano, dove ne prese il posto. Le labbra toccarono quella pelle sensibile, la lingua vi passò sopra con delicatezza.
Il capezzolo divenne duro quando le labbra si schiusero su di lui, cominciando a succhiare piano – e Sumire gemette tra i capelli chiari della compagna, cercando di non alzare troppo la voce.
-Lucia…-
Questa alzò lo sguardo, cercando di incrociare il suo.
Spingendo appena sulle sue spalle, capovolse le posizioni e fece sdraiare Sumire sopra il materasso, posizionandosi sopra.
-Lascia semplicemente che ti ami, Sumire…-
Sumire sorrise, con le gota arrossare di commozione e voglia, prima di vederla sparire in basso – e cominciare a gemere più forte, fino a far dolere il cuore.

Quella sera, come tutte le altre sere, semplicemente Lucia amò Sumire.
Perché restasse quello e soltanto quello nella memoria di ogni istante passato lontano da lei.
   
 
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