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Autore: _eLiSa95    24/01/2010    2 recensioni
Ciao a tutti! Spero che vi piaccia questa mia Kessy e che la leggerete con piacere ^^
A volte mi chiedo se nella mia vita ci sarà mai un momento in cui tutto per me sarà chiaro e facile, in cui la strada davanti a me sarà dritta, semplice e priva di domande senza risposte, a volte mi chiedo se ci sarà mai un momento in cui saprò esattamente cosa fare, cosa dire... chi amare ....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Se non avesse avuto il casco sarebbe andata sicuramente peggio signora, è in coma, ma non si preoccupi, non finirà come il suo amico alla guida, si risveglierà tra massimo una settimana, ma adesso vada a casa... si riposi un po' ". 'In coma' continuano a ripetere. Le loro voci arrivano al mio orecchio ovattate, la mia mente fatica gravemente a capirne il significato, anche le parole più elementari mi appaiono solo come strani suoni indistinti. "Se solo non vi avessi regalato quella stupida moto non sarebbe mai successo!" Disse piano qualcuno tra le lacrime, quella voce tremante e spezzata da lacrime strazianti continua a vagare nella mia mente che sembra vuota, sembra solo un immenso spazio bianco dove pensieri e sogni sono liberi di prendere vita e di colorarsi nell' incoscienza di un sonno profondo, forse troppo profondo. Così mi ritrovai a sognare, tutte le immagini si susseguivano violente, caotiche e veloci. "...Tanti amore, voglio tanti bambini" "Anche io". Per un attimo riuscì a risentire tutti quei brividi riattraversarmi il cuore che improvvisamente aveva preso quello stesso ritmo frenetico. Sognai anche altri ricordi di quel giorno, tutti confusi e veloci, ogni immagine era sfumata e sbiadita tranne una che invece a mia insaputa si era conservata indelebile nella memoria, la vidi vivida e perfetta, chiara mi si stagliò davanti agli occhi con la stessa potenza di una pallottola che spietata attraversa il cuore. Le sue dita premono sui freni più di una volta ma la velocità resta costante, il suo sorriso sparisce, rubato in un attimo dal destino infame. Il destino è solo un gioco di attimi e coincidenze, casualità e istinto, e noi siamo solo bambini che si divertono a vivere il loro bel gioco. E' comodo avere l' assoluta assurda certezza che non appena ci stancheremo di giocare con lui perchè il suo gioco diventerà inaspettatamente crudele, potremo smettere di giocare. E' comodo dimenticarsi che prima o poi quel gioco sarà fatale, doloroso, che noi lo vogliamo o no, senza il lusso di una scelta. "Freno solo se mi dici che mi ami" mi ha detto con gli occhi spenti di chi vede la morte in qualunque direzione guardi, solo una piccola luce, o forse un grande fuoco li teneva accesi: la speranza, la certezza che mi avrebbe salvata. "...Si si" dissi superficiale, "ma ora rallenta" "E che non mi dimenticherai mai" "Mai Kyle... ma va tutto bene?" "E se mi dai un bacio". Mi avvicinai al suo collo e gli diedi quello che sarebbe stato il nostro ultimo bacio. "Ora rallenta però." "Mi levi il casco? Mi da fastidio, mettilo tu" disse sorridendo. Era senz' altro un grande fuoco incredibilmente altruista quello che teneva accesi i suoi occhi, nonostante il destino avesse fretta di spegnerlo, lui continuava a bruciare sfoderando tutto il calore e tutta la luce che gli era rimasta per offrirla a me. Nessuno mai avrebbe fatto questo, nè per me nè per nessun altro. Nessuno. Nessuno avrebbe mai osato pensare di offrirmi la vita sul palmo della mano, la SUA stessa vita. Il gesto più bello, il regalo più grande che ho mai ricevuto, che mai più riceverò, ma che adesso ho, purtroppo o per fortuna adesso posso stringerlo tra le mie mani e sentirne tutto l' amore, tutta la vita che c' è dentro, e che hai lasciato per me. Sei lì, ad alcuni metri da me, ma il tuo sangue quasi mi raggiunge, pesante come un macigno ricopre l' asfalto, le nostre anime. Ogni tuo respiro in meno è un po' d' anima che manca. Ogni scintilla di vita che vola via è un po' di vita che mi viene rubata e corre via con te. "Jessi??! Finalmente! Sono due giorni che sei in coma! ... sono felice che tu ti sia... perchè piangi?" "Dov' è Kyle?" la interruppi con un filo di voce guardandomi attorno spaesata Nicole deglutì, distolse lo sguardo nervosamente. "Dov' è Kyle??!" le gridai alzandomi dal lettino e fissandola negli occhi, solo adesso mi accorsi di alcuni strani tubicini attaccati al mio braccio, li tolsi con forza e tornai a fissarla, Nicole stava piangendo silenziosamente, il mio sguardo allora divenne docile all' improvviso. "Lui è..." Una parola non detta racchiudeva la potenza lacerante di mille lame. "E' difficile anche per me..." disse abbracciandomi forte tra le lacrime. Fu come vedere davanti ai miei occhi inermi la furia del tornado più violento, chiuderli, riaprirli un attimo dopo, e trovare di fronte a me solo un' immensità di macerie, polvere e vuoto, e sentire tutta quella desolazione fin sotto la pelle, fin dentro l' anima. Più mi abbracciava forte più mi sentivo terribilmente sola, non riuscivo a rispondere all' abbraccio, mentre le sue braccia stringevano il mio busto, le mie penzolavano lungo i fianchi, mentre i suoi occhi si inondavano di lacrime, i miei erano immobili, asciutti. Una lacrima, una sola cadde, leggera e trasparente, ma che per la sua intensità avrebbe dovuto avere un intenso color nero come la pece. Anche oggi ripensando a quel momento non c' è lacrima che eviti di cadere. Mi faccio scivolare piano, quasi inconsciamente, nel fondo di questa nostra vasca, nessuna speranza ha più voglia di vivere, ma ancora tante lacrime hanno una maledetta voglia di cadere. Quest' acqua calda mi ruba il respiro e la lucidità e io glielo lascio fare forse senza rendermene conto, o forse ne sono pienamente consapevole e mi va bene così. Lascio che ogni pensiero si annulli, che i miei occhi pesanti si chiudano, che questa pace disumana, spaventosa eppure così rassicurante e rilassante mi avvolga completamente, come è già successo quattro mesi fa. Perfino il dolore piano diventa pallido come ogni rumore attorno a me: l' acqua che si muove piano, il mio battito che rallenta pericolosamente, e un altro piccolo amabile rumore che dal mio ventre si fa strada fino al cuore, risuonando leggero come un battito d' ali di farfalla, come una melodia di tamburi appena accennata... come un battito cardiaco. Sarò madre, penso. "Sarò madre" dissi ad alta voce sorridendo, lo ripetei ancora e ancora fino a sentirlo risuonare, fino ad assaporare l' immensità del suono così caldo e dolce, e in un attimo quel sorriso divenne quasi una risata. Mi sentì come se mi trovassi in una stanza gelida nella quale all' improvviso si spalanca una porta facendo entrare un vento africano avvolgente, caldo come fuoco. Il mio busto si alza veloce dalla vasca, mi metto seduta e riprendo affannosamente a respirare, mentre la mia mano accarezza violentemente i capelli baganti, gli occhi ancora chiusi per ascoltare meglio il suono, si aprono improvvisamente, riescono a vedere la luce dopo tanto buio, a vederla veramente. L' occhio si sgrana smanioso di possedere quanta più luce può, così come il cuore che si allarga, si riscalda, con la potente forza e sicurezza di poter contenere nuovamente la luce di mille nuovi splendidi soli, la luce di una speranza che tanto aspettava. Quando gli occhi vengono avvolti dal buio, dopo aver goduto di così tanta splendida luminosità, impiegano ben quaranta minuti per adeguarsi, eppure se anche per sbaglio uno squarcio di luce li illumina, bastano solo due secondi per farli riadattare, perchè anche l' occhio più ubriaco di tenebre non vuole altro che luce, non aspetta altro che luce. In un attimo lascio che quella luce trovi il mio occhio, il mio cuore, il mio sorriso, le mie lacrime perchè anche se non ho fatto nulla in tutto questo tempo per farmi trovare da lei, non c' era cosa che desideravo di più. Quella luce è la più sfolgorante che io abbia mai visto, bianca e pura, e quell' attimo sembra saperla racchiudere interamente, sembra racchiudere e raccontare il mio universo solo col suono di un battito cardiaco, sembra capace di raccontare tutto ciò che di buono adesso c' è nella mia vita, di renderla meravigliosa, degna di essere vissuta e finalmente di nuovo piena, luminosa. E mi chiedo come sia possibile racchiudere il miracolo più grande in un misero ventre. Mi chiedo come sia possibile amare così infinitamente qualcuno di cui non si conosce nemmeno il viso. Mi chiedo come sia possibile non condividere questo momento con te, non venire da te a raccontarti tutto, non vederti sorridere al pensiero di diventare papà, non sentire mai la tua mano sulla pancia. Mi chiedo come sia possibile non riuscire ad avere un sorriso senza lacrime, senza dolore, anche in un momento così bello. Avrò un sorriso puro e sincero prima o poi, un sorriso senza lacrime, te lo prometto. Sorriderò quando riuscirò a pensare a te e non alla tua assenza, sorriderò quando sarò sicura che il senso di colpa non mi pugnali alle spalle come il nemico più spietato. Sorriderò quando riuscirò a pensare a quanto sia bello avere un bambino da te, e non a quanto sia orribile averti privato della gioia di diventare papà. Sorriderò quando farà i primi passi e chiudendo gli occhi ti sentirò lì accanto a tenergli la mano, quando mi girerò verso te sorridendo perchè lui mi starà stringendo il dito con una mano piccolissima, quando gli racconterò di te, quando nei suoi occhi troverò i tuoi, i tuoi capelli, il tuo sorriso, la tua ingenuità. Sorriderò perchè so che non ci sarà più odio per la mia vita, né voglia di buttarla, perchè dall' asfalto più sporco nascerà il più bello dei fiori, dalla notte più nera il sole più raggiante, così come dalla vita più amara, la mia, prorpio la mia, nascerà il tuo ennesimo regalo, il più bello.
  
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