Crossover
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Autore: francycnarf    25/01/2010    0 recensioni
Fruits Basket & xxxHOLiC
Dimmelo, Kyo, dillo che non aspetti altro nella tua vita, che spiccare il volo su ali nere come la notte e il dolore, per giungere al limite della felicità.
Dillo, Kyo, che non ne puoi più di queste catene insanguinate.
Dimmelo che vuoi venire tra le mie braccia a chiedermi aiuto...
Genere: Mistero, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questa fan fiction attinge ad opere di Natsuki Takaya - Furuba- e delle CLAMP - xxxHOLiC- ma non c’è alcuna intenzione di far plagio o lucro.
Note dell’Autore (facoltative)
: Ooooooooh yeah ♥ Eccoci con una nuova fan fiction! Questa è un po’ più vecchiotta, di tipo sei mesi, ma ogni volta che la rileggo la trovo una delle mie opere migliori ^^. Appartiene a Fruits Basket, ma onestamente non me la sono sentita di metterla nella voce Anime/Manga Fruits Basket, perché presente il fantastico personaggio di un'altro anime/manga: Yuko di xxxHOLiC. Non ha nulla di particolare questa fan fiction, se non forse i significati che voglio propormi di esporre: felicità, equilibrio… Destino.
Noterete che essa si rifà molto alla trama di Furuba ( Fruits Basket). Mi piace immaginare che sia ambientata poco prima della rottura della Maledizione dei Jyunishi, quindi intorno al capitolo 92, se non erro ò.ò. Ci sono accenni di Kyo x Tohru.

Prima di continuare, alcune piccole informazioni sulle Volpi secondo la mitologia giapponese:
Conosciuti là anche come Kitsune o Yoko ( *fa una riverenza alla sua amica Ulu che le ha rivelato quest’altro nominativo*), sono considerati dei Demoni ovvero degli Spiriti che trascendono i confini della realtà, del tempo e dello spazio.
Sono esseri intelligenti, longevi e hanno grandi poteri magici, come la possessione, la materializzazione e proiezione del fuoco dalla/e coda/e; sanno infiltrarsi nei sogni, creare illusioni così complesse da sembrare indistinguibili dalla realtà. Ma il principale potere è sicuramente quello di assumere la forme umane di giovani fanciulle o vecchi.
Caratterialmente vengono anche considerati molto beffardi, enigmatici e, nel peggiore dei casi, malvagi.
Altra noticina: più uno Spirito di Volpe è antico e potente, più aumenta il numero code, che può raggiungere un massimo eguale a nove. Quando arrivano a questo stadio, hanno il potere della Visione Infinita. Il loro pelo può essere o argentato, o bianco, o dorato.

Buona visione ^^
Ps: Se vi è piaciuta un commento sarebbe gradito eh? XD


Un petalo?
No, non lo era.
Kyo aprì un occhio e la vide: una farfalla nera che si era poggiata sul suo naso.
Doveva avere le zampe molto piccole e sottili, perché non lo solleticavano affatto.
Ma non si preoccupò di comprendere l’immediata impressione che si poteva avere quando si veniva svegliati da un coleottero, perché lo scacciò infastidito con una mano.
Si mise a sedere sul letto e, tra un grugnito e un altro, guardò l’orario.
Erano le sette e mezzo di mattina, la sveglia avrebbe dovuto suonare alle cinque, affinché facesse i suoi allenamenti mattutini.
Sbuffò.
Era tutta colpa di quel sogno su cui si era tanto concentrato.
In genere non era una persona che faceva sogni, anche perché sogni da realizzare non riteneva di averne.
C’era una volpe, una bellissima e flessuosa Volpe con nove code; aveva gli occhi rosso rubino ed il pelo argentato. Kyo non l’aveva persa di vista un solo minuto, in quel sogno.
Ad un certo punto la Volpe si accorse di lui, mosse repentinamente una delle code.
Inizialmente sembrò uscirne una lingua infuocata, ma che non attaccò Kyo; compose invece una parola soltanto nel cielo: 避 けられない… Inevitabile.
Sentì bussare alla porta della sua camera.
- Kyo-kun, è ora di alzarsi - fece Tohru Honda, gentile e allegra come sempre.
La sua gentilezza era un balsamo anche per i casi più disperati di tristezza.
- Arrivo - mormorò soltanto Kyo, mettendosi la maglia addosso e andandosi a lavare.
Mentre apriva la porta, guardò il suo bracciale al polso sinistro, con perline bianche e nere.
Si guardò poi allo specchio, con un velo di tristezza in volto.
Iniziava così la sua QUASI “giornata tipo”:
Fa la doccia; obbedisce a Tohru, svegliando Yuki e Shigure; attacca Yuki; viene picchiato da lui; mangia indispettito per la sconfitta; litiga con Shigure; viene stuzzicato da Yuki; si arrabbia con tutti e se ne va a scuola da solo; rimane quasi tutto il giorno sul tetto; quando vede Momiji lo picchia e inveisce contro di lui per la sua seccante allegria; quando c’è Hatsuharu lo picchia o lo prende in giro per farlo diventare Black Haru e sfogare così un po’ di rabbia; Haru reagisce e si picchiano per un bel po’; Kyo si stanca di litigare; Haru fa imbarazzare Tohru con qualche battuta sconveniente; Kyo e Yuki lo picchiano assieme; esce da scuola.
Si diresse poi verso il parco, la via più breve per andare da Kazuma-sensei.
I suoi pensieri si concentrarono su cos’avrebbe cucinato Tohru quella sera, poi ampliarono la loro visuale sulla monotonia dei giorni che passavano lenti, sempre uguali e… Tutti quanti sempre più vicini ai suoi diciotto anni.
Odiava il volto dei suoi attuali anni, diciassette, odiava sapere che la sua vita avrebbe avuto una scadenza immediata. Odiava essere nato, almeno così non avrebbe mai sofferto, così non avrebbe mai saputo che la sua vita finiva metaforicamente il giorno dei suoi diciotto anni, si sarebbe risparmiato molte sofferenze. In fondo, non gli era mai stato chiesto se volesse nascere, crescere e poi soffrire.
Strinse un pugno.
Così lei non sarebbe morta.
Kyo sentì poi un breve guaito provenire dalla sua destra.
Lì c’era soltanto un viale alberato da tanti pini.
Presunse che quel guaito fosse stato soltanto frutto della sua immaginazione, perciò proseguì per la sua via. Si portò le mani in tasca, fece solo un paio di passi, che il guaito riecheggiò di nuovo per il parco.
- Chi è stato?- domandò il Gatto di scatto, con i suoi occhi guardinghi.
Forse era solo un ragazzino che si divertiva a fare scherzi dietro gli alberi. Eppure il suo fiuto da felino non percepiva assolutamente nulla di anomalo.
Il guaito proveniva da quella via alberata.
Dare un’occhiata non gli sarebbe costato nulla.
… Per ora.

  
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