Orphan
Io non sapevo
cosa significasse avere dei genitori.
Non sapevo
cosa si provasse a sentirsi amati.
Perché, a
differenza di tutti gli altri, io non ne avevo avuto occasione.
Ero un
mostro,
il mostro di Konoha.
Quello che
tutti deridevano, che tutti evitavano, che tutti maltrattavano,
e che tutti temevano.
[Cosa poteva essere se non
paura, la loro?]
Ma io ero solo…
[Anche se io e la solitudine
eravamo diventati amici, ormai.]
Al diavolo le
loro paure.
Loro non
sapevano cosa voleva dire… perché anche se erano orfani per una qualche malaugurata
ragione, indubbiamente avevano degli amici.
Io ero un
orfano, i miei genitori non li avevo nemmeno conosciuti, non sapevo chi erano,
né cosa facessero, quale fosse la loro vita…
[Non conoscevo neppure i loro nomi.]
Io non sapevo
nulla di loro. E loro non sapevano nulla di me, tranne forse il mio nome.
Ma io avevo
un disperato bisogno di loro, della loro presenza, delle loro parole di
conforto.
Avrei tanto
voluto che mia madre fosse lì per abbracciarmi, baciarmi la fronte e dirmi:
“Non ti preoccupare, Naruto, andrà tutto bene.”
Perché anche
se non sarebbe stato vero, sarebbe stata mia
madre a dirmelo, e io ci avrei creduto.
Avrei voluto
allenarmi nelle tecniche ninja con mio padre. Non so perché, ma immaginavo, o sapevo, che mio padre era un ninja molto
potente e rispettato.
[E allora perché gli abitanti
del villaggio mi trattavano così?]
Sognavo che
dopo un allenamento faticoso in cui mi insegnava le più strane e potenti
tecniche, mi dicesse “Bravo Naruto, sei migliorato!”, con un sorriso sul volto,
un sorriso sincero, e lo sguardo fiero.
Era strano,
immaginavo le loro espressioni, pensavo a come avrebbero dovuto essere, ma io
non li aveva mai nemmeno visti in foto.
[Mi sarebbe almeno piaciuto
poterli identificare con un volto e un nome.]
Avrei voluto
vederli.
[Avrei voluto che fossero lì con
me, benché fosse impossibile.]
Io non avevo
mai avuto le stesse opportunità degli altri bambini.
Non potevo
andare in giro per le strade del villaggio mano nella mano dei miei genitori e
finire per fare la lagna affinché mi comprassero una caramella o un dolcetto e
poi tornare a dondolarmi appeso alla loro mani ridendo
con loro.
Non potevo
dire agli altri bambini “Il mio papà è un ninja bravissimo!” oppure “Questa l’ha
fatta la mia mamma” facendo loro vedere la fetta di torta che avevo portato per
merenda.
Non potevo
tornare a casa dall’Accademia fiero e contento e dire: “Mamma, guarda cos’ho imparato
oggi!” e mostrarle i miei lenti progressi.
[Anche perché io ero una vera e
propria frana.]
Tutto questo
invece accadeva sotto i miei occhi da quando ero un bambino.
[E dentro di me provavo
un’incessante invidia verso di loro, che ai miei occhi avevano tutto, eppure
non ne sembravano contenti.
Non sapevano la fortuna che
possedevano…]
Dall’altalena,
quel vecchio giocattolo che, lo sapevo, non mi lasciava solo, io osservavo gli
altri tornare a casa felici con il padre o la madre,
mentre io restavo lì ed aspettavo, come se uno dei miei genitori potesse
spuntare dal nulla e dirmi “Dai, Naruto, che fai ancora lì? Andiamo a casa!”
con un sorriso ampio, la voce gentile e una mano tesa verso di me per poter
afferrare la mia.
Restavo lì
finché, calata la sera, non mi convincevo che nessuno sarebbe venuto a
prendermi, e allora tornavo
a casa da solo, a passi lenti.
[Perché ancora speravo che
arrivassero di corsa verso di me chiedendomi scusa per il loro inspiegabile
ritardo…]
Negli occhi
le lacrime, nella mente la delusione, nel cuore il dolore.
Perché ero un
illuso…
Io non li
avrei mai visti, mai.
Non avrei mai
potuto parlare con loro.
Non li avrei
mai potuti abbracciare.
Non avrei mai
potuto dire loro che li amavo…
[Anche se loro non c’erano mai
stai. Perché mi mancavano, mi mancavano da impazzire.]
Eppure…
Mi chiedevo perché.
Loro
indubbiamente mi avevano dimenticato… o addirittura non sapevano della mia
esistenza e pensavano che anche io fossi morto.
Quando ebbi
compiuto sedici anni, mi accadde qualcosa di inaspettato.
Non so cosa
stessi cercando di preciso, forse cercavo solo di occupare il tempo sperando
che nel mio piccolo monolocale ci fosse qualcosa di interessante, visto che
nessuno veniva a farmi gli auguri… Forse stavo solo tentando di riordinare il
caos di quei pochi metri quadrati che io chiamavo “casa”.
Trovai una
lettera.
Era per me.
Strano,
perché io non l’avevo mai vista. E inoltre non c’era il mittente, né un
qualsiasi timbro, il che indicava che in realtà non era mai stata spedita.
La aprii e la
lessi. La calligrafia era indubbiamente femminile, ordinata ed aggraziata.
“Caro
Naruto,
se stai leggendo questa lettera, significa
che purtroppo io e tuo padre in questo momento non siamo lì con te. Ci dispiace
davvero tanto non poterti vedere crescere, imparare, non poterti dire quanto ti
vogliamo bene.
Sappi,
figlio mio, e ricordalo sempre, che noi ti amiamo e ti proteggiamo. Siamo
lassù, in un posto bellissimo.
Ricorda
sempre di inseguire i tuoi sogni, qualunque essi
siano, perché se davvero li desideri con tutto te stesso allora riuscirai a far
sì che si avverino. Ce la farai, noi ne siamo sicuri.
Perché abbiamo piena fiducia in te.
La
tua mamma e il tuo papà ti vogliono tantissimo bene.
Portaci
sempre con te, nel tuo cuore, assieme a questa lettera. Noi ti porteremo sempre
con noi.
Un bacio.
Mamma e papà.”
Sulle ultime
righe, l’inchiostro sulle parole era sbiadito. Forse mia madre piangeva mentre
scriveva…
Improvvisamente
poi lo vidi sbiadire anche altrove…
Ma in macchie
nuove.
[Quelle erano le mie lacrime.]
Quella
lettera mi fece piangere, sia dal dolore che dalla gioia.
Perché
finalmente, finalmente un orfano come me aveva qualcosa dei propri genitori…
Mamma, papà,
anche io vi voglio bene…
Angolo dell’autrice
Fic
ripubblicata nella sua versione corretta e modificata per eliminare appunto
errori di battitura e compagnia bella.
Mi
rendo conto del fallimento e della banalità di questa storia, ma ho voluto fare
un tentativo, incentrando la cosa su Naruto e i suoi genitori, affrontando
quindi il tema della solitudine e del dolore del nostro eroe.
Ce
ne saranno ormai a migliaia sul sito, credo, quindi a maggior ragione non
pretendo nulla, ma se vi ha fatto piacere leggerla, la cosa non può che fare
piacere anche a me.
Ringrazio
di cuore chiunque l’abbia letta (423 accessi) e la leggerà in futuro, chi l’ha
inserita nelle preferite (atemina_91, BON, Ely_11, Roobbie,
sirith88) e nelle seguite (Agnese_san, astred, NarutoeMinatofan), ma non
meno importanti i recensori (ellacowgirl in Madame_Butterfly, Ely_11,
ryanforever).
Un grazie davvero enorme va a tutti voi! <3
WolfEyes
(ex dolceGg94)