Com’è dura la vita del miglior
‘nemico’!
Sennar se ne stava davanti allo
specchio, immobile, lo sguardo fisso nei suoi occhi riflessi. Non sapeva se
definirsi ‘nervoso’ oppure semplicemente un codardo.
Che sciocchezza, perché mai dovrei
essere nervoso?
Indubbiamente questo voleva dire che non poteva essere altro che un codardo. E non gli piacque nemmeno un pò. Non si era mai
definito un codardo, non gli si era mai presentata l’occasione per
definirsi tale in effetti, eppure in quel momento il suo primo istinto era uno
solo.
Scappare.
Fingersi malato, infilarsi
nuovamente nel letto ed evitare la giornata.
Si sistemò la tunica
attorno al collo. Aveva indossato quella ridotta meglio fra il mare di stracci
che possedeva, ma anche così sembrava un ragazzino trasandato e poco
sveglio. Eppure lui era intelligente, lo dicevano
tutti!
Sospirò per
l’ennesima volta. Non riusciva a staccare gli occhi da quello sguardo
azzurro. Impaurito, no anzi... terrorizzato.
Coraggio, puoi farcela. Hai affrontato cose ben peggiori
di questa, come...
In quel momento non
rammentava niente di più spaventoso di quello che sarebbe accaduto in
quella giornata. Anche la vita passata da bambino fra
i campi di battaglia gli sembrava un paradiso al confronto.
Spostò il collo prima a destra poi a sinistra, facendo
scricchiolare le ossa indolenzite dai nervi tesi; era uno dei suoi modi per
calmarsi e per cercare di sciogliere i muscoli. Solitamente lo faceva sentire uno importante, lo faceva apparire sicuro di
sé. Ma in quel momento non funzionò.
Anzi, si sentì un completo idiota.
Si schiarì la gola e
inspirò profondamente, poi espirò chiudendo gli occhi e cercando
di rilassarsi come prima di eseguire un incantesimo. Immaginò
di essere nella foresta, ascoltò i rumori della natura.
Sentì la magia fluire dentro di lui fino alla punta dei capelli.
- Sennar! -
La voce di Nihal lo
riportò bruscamente alla realtà. La ragazzina entrò di
corsa nella stanza senza nemmeno bussare e si fermò a guardarlo
incuriosita. Perché se ne stava davanti allo specchio?
il suo amico non era mai stato molto vanitoso.
- Insomma Nihal!- la reazione
dell’amico la stupì. Le guance del ragazzo si erano tinte di un
rosso vivo e l’espressione lasciava trapelare tutto l’imbarazzo del
Mondo Emerso. - Non si entra nelle camere degli altri senza bussare, non te
l’hanno mai insegnato!-
- Scusami... - rispose lei sconcertata.
Sennar era strano, di questo era certa. Ormai lo
conosceva da poco più di un anno e non aveva mai reagito così con
lei. -... comunque se ben ricordi questa è anche la mia stanza. Di
conseguenza posso entrare quando e soprattutto come voglio!-
- Bè... sì...
però... -
Ahi, sta balbettando. Cosa mi
sta nascondendo?
- Va tutto bene?- gli chiese lei
avvicinandosi e provocando in lui un nuovo colorito sul viso.
Lui annuì. -
Sì, certo... -
- Mi sembri un po’ scombinato
questa mattina. Cioè, più del solito
intendo... - disse lei dubbiosa avvicinandosi ancora come a voler trovare
qualcosa di strano nei suoi occhi.
- Sco-Scombinato?-
Nihal annuì. -
Sì, sei strano... ma non strano come al solito.
Ti senti bene?-
- Io non sono strano!- rispose lui con
foga. - Forza, adesso esci devo finire di prepararmi.-
La prese per le spalle e la
portò fin sulla soglia della porta. - Ma, se
sei già vestito!- non fece quasi in tempo a finire la frase che Sennar
le aveva chiuso la porta sul naso.
E’ proprio strano oggi!
- Va bene, va
bene. Quanto sei permaloso... ti aspetto giù, vedi di non metterci
un’eternità come al solito!- detto questo
la ragazzina si voltò e scese giù in cucina dove trovò
Soana intenta a leggere un vecchio libro logoro.
Si avvicinò alla sua
maestra e si sedette su una sedia lì di fronte, sbuffando fra sé.
- Cosa succede,
Nihal?- chiese la maga in tono canzonatorio senza nemmeno alzare lo sguardo,
come se quella fosse la domanda di rito del mattino. - Cosa
hai fatto a Sennar oggi?-
La ragazzina si stupì
di quell’accusa immeritata. - Io non ho fatto niente, è lui che
è tutto matto.-
Soana sospirò. - Quando la smetterete di comportarvi come due bambini? Non
sarà stato di nuovo per il pugnale, vero?-
Gli occhi scuri della donna
trapassarono quelli viola di Nihal. La questione del pugnale era
roba vecchia, si era definitivamente arresa a lasciarlo a lui quel
maledetto pugnale. - No!-
Nihal si alzò dalla
sedia e uscì dall’abitazione offesa come una bambina. Non aveva
fatto niente di male e Soana le dava la colpa. Lo
sapeva benissimo che Sennar era il suo preferito però,
in fondo era lei sua nipote. Non avrebbe dovuto stare
dalla sua parte?
Sennar la vide, dalla
finestra della stanza, uscire di casa infuriata e
sedersi su un tronco d’albero lì davanti. Perfetto, era proprio
cominciata bene quella giornata! Si maledì per essere stato così
scortese con la sua amica e infine, dopo un’ultima fugace visione di se
stesso riflesso nello specchio, si decise a uscire
dalla camera. Al piano di sotto lo attendeva Soana con
un’espressione non proprio gentile e una tazza bollente tra le mani.
Due pensieri si formarono
nella mente di Sennar, Ti prego non tirarmela addosso e Ti prego lasciami andare o Nihal mi ucciderà.
La donna non fece nessuna delle due cose, senza dire una parola o cambiare
espressione, gli mise la tazza fumante fra le mani. - Bevi, Nihal
è già fuori che ti aspetta da un pezzo Sennar.- si voltò e
tornò a sedersi a capo del tavolo per dedicarsi ancora al suo vecchio
libro di magia.
Il ragazzo sospirò
sollevato, bevve veloce il contenuto della scodella ustionandosi il palato un
paio di volte, e poi uscì di corsa in giardino
dove trovò la ragazzina intenta a guardare il folto degli alberi. Le si avvicinò piano indeciso sul da farsi, poi si
sedette lì accanto. Nihal non lo guardò direttamente, s’era
accorta da un pezzo della sua presenza ma non sarebbe
stata lei a scusarsi.
- Dai, Nihal. Non fare così... -
Sennar aveva cercato di usare
il tono di voce più calmo e gentile che avesse
mai utilizzato. Con Nihal non c’era da scherzare quando
era arrabbiata. - Scusami per prima... ero solo... nervoso.-
La ragazzina si voltò
a guardarlo stupita. - Nervoso?-
Lui annuì evitando i
suoi occhi. - E perché?-
Il mago non sapeva cosa
risponderle e se ne stette zitto per qualche minuto a subire gli sguardi che la
ragazza non accennava a smettere di mandargli.
- Bè, oggi andiamo a Salazar... -
Nihal
socchiuse gli occhi dubbiosa. - E allora? Non è mica la prima volta che ci vai... -
- No, certo che no... però,
ecco... oggi... -
Lei si innervosì,
non era mai stata un modello di pazienza. - Oh, insomma Sennar, vuoi parlare
chiaro?-
Sennar, che nel frattempo aveva congiunto le mani per alleviare il nervosismo e sul
cui viso erano comparse vivide segnalazioni d’imbarazzo, la
guardò. - E’ perché oggi... Livon...
-
Sentendo quel nome Nihal
iniziò a intuire qualcosa. - Il
vecchio, cosa?-
Sennar la guardò
chiedendosi per l’ennesima volta perché la ragazzina continuasse a
chiamare il padre in quel modo assurdo. - Oggi lo conoscerò... sono un
po’ emozionato.-
Lei restò per qualche
istante immobile a fissare l’amico stupefatta,
poi scoppiò in una risata che, a dire di Sennar, poteva aver udito il
Tiranno in persona dall’altezza della sua Rocca. - Smettila subito,
Nihal!- gli disse lui furibondo.
Ma la ragazzina non riusciva a trattenersi, ormai
addirittura sdraiata per terra dalle troppe risate si rotolava divertita
sull’erba ancora umida di rugiada. Sennar la guardò
per un po’, ancora offeso, poi rise anche lui
all’assurdità della situazione. Aveva sedici anni ed era
terrorizzato all’idea d’incontrare il padre della sua migliore
amica. Era evidentemente un codardo si disse mentre
Nihal gli buttava le braccia al collo cercando di riprendere fiato. - Sono
proprio uno stupido.-
E Nihal rise ancora di più, dopo averlo stretto
tanto forte da farlo soffocare.
Non sono
nervoso.
Sennar restò fermo
davanti alla porta della bottega. Fissò paralizzato la grande porta di legno a due battenti per un tempo
interminabile mentre Nihal, al suo fianco, lo osservava divertita. - Non mi dirai che hai ancora paura?-
- Non ho paura!- si affrettò a
rispondere lui.
Nihal fece spallucce. -
Meglio allora... forza, seguimi.-
Il mago inspirò a fondo mentre la ragazzina apriva la porta con un0unica
spinta.
Accidenti, e se non gli piacessi nemmeno un po’?
Poi scosse la testa. Era
sveglio, intelligente ed era stato il primo a battere Nihal in
tutta Salazar un anno prima. Cercò di convincersi di questo mentre seguiva, piano piano, la ragazzina che
avanzava tranquilla all’interno dell’abitazione. Ovunque erano ammassate armi di ogni genere, nell’aria si
respirava un fumo denso che prendeva alla gola, mentre dal fondo della casa
arrivavano dei forti tonfi di metallo. - Vecchio!- urlò Nihal, e Sennar
vide due occhi spuntare da un viso annerito dalla fuliggine voltarsi verso di
loro.
L’uomo prese un
fazzoletto e si pulì come meglio poté. - Oh Nihal, sei già
arrivata? Ti aspettavo leggermente più tardi.- la sua voce era dolce mentre si rivolgeva alla figlia, nel sentirla Sennar
sembrò rasserenarsi per un attimo.
- Lo sai che Soana mi butta giù
dal letto all’alba.-
Livon rise divertito. -
Questo perché sei una dormigliona e una scansafatiche.-
Nihal si finse offesa. - Io
sono un guerriero! Consumo un sacco di energie e di
conseguenza devo dormire molto.-
- E questa da chi l’hai sentita?-
Sennar si divertì ad
osservare la scena, seppur in disparte. Nihal sembrava diversa dal solito e al
contempo la stessa ragazzina ribelle che aveva sotto gli occhi tutti i giorni.
Però c’era un velo di tenerezza nella sua voce
quando si rivolgeva al padre. Quest’ultimo, finalmente,
alzò gli occhi su di lui incuriosito. - Tu devi essere il famoso Sennar.-
Il ragazzo si sentì
preso in contropiede e non seppe cosa rispondere. - Nihal mi parla sempre di
te.-
- Ah, davvero?- rispose Sennar guardando
scettico l’amica.
Lei arrossì
leggermente. - Che sciocchezze, è che quando
parlo di magia mi viene spontaneo nominarti.- rispose come se fosse la cosa
più ovvia di tutto il mondo.
Livon rise nuovamente e si
rivolse al ragazzo facendogli l’occhiolino. - In verità avevo
quasi sperato che la piccola guerriera si fosse presa una cotta e, di
conseguenza, si stesse trasformando in una ragazza come le altre.-
Sennar arrossì come i
suoi capelli, e Nihal lo seguì subito dopo. - Che diavolo dici, Vecchio!-
- Lo so che è il tuo acerrimo
nemico, me lo dici tutte le sante volte. E lasciami sperare di vederti una
donna sposata prima o poi.-
Mentre Sennar se ne restava imbarazzato nel suo angolino,
Nihal saltava al collo del padre per intraprendere la solita sfida dalla quale
sarebbe uscita vincitrice. Chissà per quale ragione, ma si sentiva come
un fidanzato alle prese per la prima volta con il padre della promessa sposa.
Arrivò l’ora di
pranzo.
Nihal si era offerta di
preparare qualcosa ma, come al solito, Sennar era
dovuto correre in suo aiuto prima che bruciasse l’intera abitazione. Era
una vera frana in cucina, al contrario di lui che se
la cavava piuttosto bene. Quando si sedettero tutti e tre per
consumare il pasto, Livon sorrise al ragazzo. - Sei bravo, ma capisco
che non c’è speranza nell’insegnare a Nihal a essere una ragazza di casa.-
Sennar scoppiò a ridere
assieme all’uomo, mentre Nihal li guardava offesa più che mai.
- Allora Sennar... - iniziò Livon
non appena Nihal, obbligata dalle sue lamentele, non era corsa a dare una
pulita alle stoviglie. -... com’è Nihal?-
Il ragazzo non capì
subito la domanda. - Intendo dire, si comporta bene da Soana?-
Sennar annuì. - Impara
in fretta, ma non ha la pazienza necessaria che serve a
un mago per essere tale... è irruenta, vuole combattere. A volte
trascina anche me nei suoi allenamenti ma, io non sono propriamente
l’avversario più adatto.-
Livon ascoltò interessato ma si stupì a quell’ultima
affermazione. - Ma come? Non l’hai forse sconfitta un anno fa?-
- Certo... - sorrise il mago. -... ma a
sentir lei, ho giocato sporco.-
L’uomo si versò
dell’acqua fresca. - Era la prima volta che qualcuno la batteva, ed
è stata ingenua. Tu hai fatto il tuo, e sai una cosa? Sono contento che
tu sia venuto a Salazar quel giorno.-
Il ragazzo
s’incuriosì. - Perché?-
- Nihal ora è diversa. Finalmente
ha un amico vero, qualcuno con cui può parlare di cose che nemmeno a me vuole dire. Si fida di te e ti stima molto, anche se non lo
dimostra apertamente.- l’uomo gli fece
l’occhiolino.
Sennar si sentì quasi
elogiato da quelle parole. - Insomma, non è che io faccia chissà
cosa.-
- Non è importante quello che
fai, ragazzo.- rispose Livon con un sorriso paterno. - Ma
quello che senti. Lei lo avverte, per questo si
è affezionata a te. Io lo so, la conosco.-
Mentre il ragazzino ripensava
alle parole dette da quell’uomo seduto di fronte a sé, Nihal
entrò nella stanza irrompendo come al solito. - Allora, che si fa adesso Vecchio?-
- E addio discorsi
seri e tranquilli fra uomini.- disse fra sé Livon, scherzando sul potere
di Nihal di arrivare sempre nei momenti meno opportuni.
Livon mostrò a Sennar molte delle
sue armi più belle, lasciando il ragazzo estasiato a
ogni nuova spada che gli veniva posta di fronte. - Ma nessuno dei miei pugnali
batte quello che tu ti sei guadagnato.-
Sennar si sentì quasi
superiore ad avere un oggetto simile, nonostante Nihal lo guardasse in cagnesco ogni volta che si tirava fuori il discorso. -
Certo... - disse la ragazza. -... infatti quello è il mio pugnale!-
- Era,
vorrai dire... - la contraddisse il ragazzo.
Lei alzò le spalle e
si mise a rovistare fra i vari ferri sparsi per la stanza. Nel frattempo Livon
aveva preso una spada e la stava facendo vedere al
ragazzo. Nihal, interessata, si avvicinò. Era una spada lunga dalla lama
sottile, l’elsa era semplice ma decorata con
incisioni che formavano delle lingue di fuoco estendendosi fino alla prima
parte della lama. Gli intagli erano così perfetti, così
minuziosamente precisi, che pareva di avere davanti delle vere fiamme ardenti.
- Bella eh?- i
due ragazzi annuirono meravigliati. - L’ho fatta per un giovane che ama
il fuoco, Mi ha anche chiesto di reperirgli un mago
perché possa farci un incantesimo offensivo sopra. Ancora non ne è passato uno però... -
Poi alzò lo sguardo su
Sennar. - Perché non lo fai tu?-
Il ragazzo era stupito,
basito, confuso, sorpreso e chi più ne ha ne metta.
- Cosa?-
- Perché
non pratichi un incantesimo su questa spada? Nihal mi ha sempre detto che sei molto promettente come mago.-
Sennar si chiese
perché la ragazzina non tenesse mai la bocca chiusa. - E’ vero
Sennar, provaci!- lo incoraggiò lei.
- Ma non so da che parte incominciare...
non l’ho mai fatto.-
Livon alzò le spalle.
- Peccato però... -
Il mago vide il segno di
delusione negli occhi sia di Livon che in quelli di
Nihal. Sospirò.
- Va bene, ci... ci
posso provare. Non assicuro niente però.-
L’uomo sorrise
compiaciuto se si apprestò a porgergli la spada mentre
Nihal, stranamente silenziosa, cercava d’incoraggiare l’amico con
la sola forza dello sguardo.
Sennar sospirò ancora
poi cercò fra la sua memoria qualcosa che poteva aiutarlo riguardo al
praticare incantesimi sulle armi. Prima o poi avrebbe
dovuto imparare, anche se a dirla tutta, sperava non fosse così. Sulle
prime provò a concentrarsi più del solito, poi si rese conto che
più cercava di concentrarsi più non ci riusciva
affatto.
Allora liberò la mente
da tutti i pensieri, da tutti i suoni che lo
circondavano. Chiuse gli occhi e si isolò
completamente da tutto. Finché non avvertì la
forza della magia pungergli le mani, dandogli quasi un senso di formicolio
fastidioso. Allora strinse con una mano l’elsa, con l’altra
la lama di ferro. Avvertì il metallo scaldarsi sotto il suo tocco e poi
fu come se il calore delle sue mani si trasferì
nella lama, come se l’energia che aveva trattenuto fosse stata liberata
verso ciò che stringeva con foga fino a ferirsi la pelle.
Si sentì svuotato e
cadde a terra privo di forze, ma non perse i sensi.
Nihal si precipitò su di lui preoccupata. - Sennar!- lo chiamò
forte.
Lui alzò lo sguardo a
fatica, aveva la vista offuscata, sudava freddo, e respirava a fatica. Nihal lo
strinse più forte. - Stai bene?-
Inaspettatamente
riuscì ad annuire e a sorriderle rassicurandola, poi Livon
s’inginocchiò davanti a lui. - Complimenti, sei
riuscito a praticare un incantesimo su un’arma per la prima volta.
E al primo tentativo aggiungerei, sei davvero un mago promettente.-
Sennar sorrise compiaciuto e
appoggiandosi sulla spalla dell’amica, si addormentò di un sonno
senza sogni.
Quando si
svegliò Nihal lo fissava dal capo del letto seduta su una sedia
malandata.
Non appena si rese conto che
l’amico stava bene gli si avventò contro. - Mi hai fatto
preoccupare da morire, stupido!-
Sennar riuscì
a fatica a tirarsi su, evitano qualche colpo della ragazzina. - Scusami,
ma non pensavo davvero che ce l’avrei fatta.-
Nihal lo guardò. - Sei
stato bravissimo, vedrai quando lo diremo a Soana.-
- Credo che mi punirà, sono stato
avventato. Ma non credevo di perdere tutte le energie... -
- E’ perché sei ancora
giovane.- rispose la voce di Livon mentre entrava nella
stanza. Si guardarono per qualche istante poi l’uomo
gli tese la mano. -Complimenti ragazzo, sei sicuramente il mago
più potente che io abbia mai conosciuto. E ne
ho conosciuti, ma alla tua età non sapevano fare queste cose... -
La ragazzina
s’intromise. - Sennar che facciamo? Dovremmo tornare da Soana, te la
senti?-
Lui la guardò notando
i suoi occhi preoccupati. Le sorrise. - Si tranquilla,
è una cavalcata breve, dovrei farcela.-
Appena riuscì ad
alzarsi dal letto iniziarono i preparativi per tornare
alla casa di Soana, sul limitare della Foresta. Prepararono il cavallo e si
apprestarono ad andarsene. Nihal abbracciò suo padre.
- Alla prossima
Vecchio!-
Lui le diede un buffetto
sulla guancia. - Fai la brava, non far arrabbiare
Soana e non disturbare troppo questo bravo ragazzo che mi sembra molto
intelligente e studioso, tutto il contrario di te.-
La ragazzina si sentì
punta sul vivo, poi si voltò e montò in sella. Sennar strinse la
mano dell’uomo. - Grazie ancora per tutto.- disse.
Livon lo guardò affettuosamente.
- Grazie a te. Stai sempre vicino a mia figlia come fai adesso,
d’accordo?- lo sguardo che l’uomo lanciò al ragazzo lasciava intendere che avesse perfettamente intuito i suoi
sentimenti verso Nihal. Sennar annuì fingendo indifferenza.
- Lo prometto.-
Dopodichè montò
sul cavallo dietro a Nihal. - Tornate a trovarmi!- li salutò l’armaiolo mentre i due si allontanavano.
Uscirono dalla torre in
silenzio e percorsero qualche minuto assorti nei loro
pensieri. Poi Nihal si voltò verso l’amico. - E’ stato
così terribile conoscere mio padre?-
Sennar scosse la testa. -
Affatto, è un uomo ammirevole. Anche se mi sento esausto... -
- Quello è per via
dell’incantesimo.-
Lui la guardò con
un’espressione indecifrabile. Come poteva dirle
che era stanco perché conoscere suo padre era stato come andare a
combattere il Tiranno? -Sapevo che ti sarebbe piaciuto. Dopotutto, sei il mio
miglior ‘nemico’!- continuò lei
senza far troppo caso allo sguardo dell’amico.
Il ragazzo sorrise e i due
continuarono a cavalcare spensierati. Sennar però, si ripromise che mai
più nella sua vita avrebbe conosciuto così il padre di una
ragazza.
Specie se il padre in
questione, aveva capito immediatamente quanto lui fosse
innamorato della figlia.
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Note dell’autrice : dopo solo pochi giorni torno a rompervi con un’altra
fic sulle cronache, sempre nello stesso periodo che i due ragazzini hanno
convissuto in pace. Adoro questo frammento di libro perché è
completamente saltato, e quindi posso scrivere quello che più mi piace.
Ne ho già in cantiere un’altra, credo che ne farò
una serie.
Spero che la fic vi sia
piaciuta, devo dire che mi sono divertita molto a
immaginare tutte le varie scene. Chiedo scusa a Sennar se l’ho fatto
apparire un po’ più idiota del solito ^^’’
Bè, che altro dire?
Leggete e commentate per favore, ho un bisogno sfrenato di leggere recensioni in questo periodo!
Non chiedo altro, semplice
no? ^^
Un abbraccio
Selhin