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Autore: Darik    01/02/2010    0 recensioni
E' dunque giunto il momento del confronto finale! I nodi vengono al pettine, si chiudono i conti in sospeso e non si fanno prigionieri. Nota: questo racconto si colloca dopo FMP The Second Raid.
Genere: Azione, Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Operazione Hunting'
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OPERAZIONE HUNTING - 5° PARTE

COLORO CHE ARRIVERANNO ALLA FINE DEL GIORNO

1° CAPITOLO

Tessa sedeva nella sua cella, fissando il vuoto davanti a se.

In quel momento si sentiva completamente inutile.

E odiava i momenti in cui si sentiva cosi.

Da qualche parte nell’oceano stava avvenendo chissà che cosa, che coinvolgeva il Tuatha De Danaan, l’equipaggio che aveva affidato a lei la propria vita e probabilmente anche i destini della Mithril e di conseguenza degli equilibri mondiali.

E lei non poteva fare assolutamente nulla, se non starsene chiusa in quella cella.

Una cella tra l’altro della Mithril stessa, che a causa del nemico la credeva un’impostora.

Mentre la vera impostora con le sue fattezze si trovava a bordo del De Danaan.

Nella sua giovane vita le erano capitate molte cose, ma questa era probabilmente la più paradossale.

Aveva cercato nuovamente di spiegare come stavano le cose, di richiamare l’attenzione dei suoi carcerieri gridando.

Ma nessuno era venuto, segno che ormai avevano già deciso di non prestarle la minima attenzione.

All’angoscia per il non poter fare niente e il non sapere neppure cosa stesse succedendo, si aggiunse il timore per il fato suo e della sua amica Melissa, prigioniera in un’altra cella.

Qualora il piano di Amalgam si fosse sciaguratamente compiuto, cosa ne sarebbe stato di loro?

Il fatto che Amalgam fosse in grado di sostituirsi nelle comunicazioni al quartier generale, le faceva avere un orrendo sospetto su cosa sarebbe potuto succedere.

E in quel caso, il fato di Melissa sarebbe stato segnato, perché durante il viaggio le avevano spiegato cosa Amalgam voleva fare alla sua amica e a Sagara.

Mentre su quale sarebbe stato il suo futuro, non aveva la benché minima ipotesi.

O meglio, una c’è l’aveva.

Si era messa a riflettere sul perché l’avessero trattata cosi bene durante la sua prigionia, analizzando ciò che sapeva per certo.

Sapeva che Amalgam era un’organizzazione crudele, che non conosceva la pietà.

Possedeva in dosi abbondanti la Black Technology, quindi aveva a che fare con i Whispered.

Ad essi aveva dato una caccia spietata.

Ma per quanto ne sapeva la Mithril, l'organizzazione nemica era riuscita a mettere le mani su un solo Whsipered, e non era neppure riuscita a prosciugarlo di ogni conoscenza.

D’altronde i procedimenti per estrarre a forza la Black Technology dal cervello delle vittime erano sconvenienti perché sottoponevano a un tale stress psico-fisico i soggetti, che questi ultimi morivano o impazzivano prima che si potesse prelevare tutto.

In tali condizioni era improbabile che da un solo Whispered fossero riusciti a tirare fuori tutta quella Black Technolgy.

E siccome la sua caccia aveva dato fino ad allora un solo frutto, allora Amalgam doveva avere continuamente a sua disposizione un Whispered.

Che magari collaborava attivamente con loro, per questo poteva fornire tutta quella conoscenza senza mai esaurirsi.

Esattamente come faceva lei con la Mithril.

Tutti i candidati Whispered erano da tempo sotto sorveglianza, e si sapeva sempre dove fossero.

Tranne uno, che era sparito anni prima che la Mithril scoprisse l’esistenza di coloro che sentono i ‘sussurri’.

Costui era il suo amato fratello Leonard, il fratello gemello che Tessa aveva sempre guardato con affetto e ammirazione.

Il fratello che era scomparso misteriosamente la notte in cui furono uccisi i suoi genitori.

Si chiedeva come avrebbe potuto Leonard collaborare con Amalgam, lo riteneva assurdo.

Però anche la sua scomparsa anni prima sembrava apparentemente assurda e inspiegabile, eppure era avvenuta.

E suo fratello aveva sempre giocato a fare il misterioso, con quei sorrisi maliziosi e quei silenzi che sembravano dire ‘Lo so, ma non te lo dico’.

Inoltre la presenza di Leonard in Amalgam spiegava perchè quest’ultima avesse trattato cosi bene un colonnello nemico.

Leonard infatti le aveva sempre voluto bene, e le aveva promesso che l’avrebbe protetta sempre.

Non poteva quindi essere intervenuto per chiedere ai suoi capi, chiunque fossero, di trattarla bene?

Ma tutte quelle idee erano solo congetture, che non cambiavano la sua situazione.

Prigioniera e inoffensiva.

A quel punto le restava solo una cosa, da fare.

Pregare

Per alcuni inutile, per altri un semplice palliativo.

Ma lei ci credeva.

E ogni volta che dovevano partire per una missione, desiderava sempre che tutto l’equipaggio si riunisse per una preghiera comune.

Quindi si mise in ginocchio davanti alla branda, congiunse le mani e pregò.

Pregò quel dio buono che la missione di Sousuke e Yu Fan riuscisse, che riuscissero a fermare il piano di Amalgam.

E che loro due, o almeno Melissa, riuscissero a sfuggire a un futuro oscuro e orribile.

****

Pakula osservò impietrito i due missili sfrecciare verso l’alto.

E non aveva bisogno di strumenti per capire quale fosse il loro obiettivo.

“Il summit!!! Presto avvertiteli! Quanto tempo ci metteranno i missili a raggiungere l’isola?”

La risposta degli addetti agli strumenti fu poco incoraggiante: “Quattro-cinque minuti signore!”

Troppo pochi per far smobilitare i delegati.

“Signore, oggetto non identificato in avvicinamento da est!”

“Chi…”

Pakula puntò il binocolo verso est e vide qualcosa che lo lasciò nuovamente senza fiato: una grossa figura nera di forma umanoide sbucò fuori come dal nulla, puntando verso l’alto.

I due missili ormai stavano per diventare dei minuscoli puntini bianchi.

Proprio allora la figura nera tese le braccia e con uno scatto le diresse contro i missili.

Qualche secondo dopo, i missili esplosero da soli!

Il rombo dell’esplosione risuonò come un ruggito sopra il mare silenzioso.

Mentre la figura nera cadde in acqua affondando.


“NOOOOOOOO!!!!” sbraitò Cameron dando violenti pugni ai braccioli della sua poltrona.

Nessuna nella sala comando di Amalgam riusciva a crederci.

Ormai era fatta, i missili erano stati persino lanciati, quando dal nulla era sbucato una specie di AS che era riuscito a distruggere i missili nonostante fossero ormai lontani.

E per aver fatto una cosa del genere, doveva per forza aver usato il Lambda Driver.

Ma chi poteva aver fatto una cosa del genere?

Al generale venne un sospetto, e ordinò di visionare i filmati ripresi dal satellite su quanto era avvenuto.

I computer estrapolarono dai filmati l’immagine del misterioso AS, la cui azione non era durata più di dieci secondi, misero perfettamente a fuoco e Cameron strinse i pugni al punto che le nocche diventarono bianche.

“Quei due…. luridissimi… musi gialli!!!!”


“Ce l’abbiamo fatta! I miei complimenti, KITT!”

“Grazie, signor Sagara”.

KITT in versione AS, stava adesso affondando, ma era impermeabile.

Al suo interno, Yu Fan era seduta al posto di guida e Sousuke stava sulle gambe della ragazza.

Si stava un po’ stretti, ma non importava.

“Siamo stati fortunati” disse Yu Fan “Il nemico non immaginava che KITT fosse in grado di muoversi sull’acqua tramite un cuscinetto d’aria, e ha pensato che fossimo affondati con l’aereo”.

“Ma come ha potuto KITT compiere un simile balzo stando in acqua?” chiese Sousuke.

“E’ la funzione del Super Pursuit” rispose KITT “In modalità auto mi permette di superare le cinquecento miglia all’ora. In modalità AS la uso per compiere ampi balzi con una base instabile o inesistente”.

“Fortuna che grazie all’ECS abbiamo potuto avvicinarci inosservati. Ed ecco il De Danaan” indicò la ragazza.

Sotto l’AS si estendeva l’immenso scafo del sottomarino, sul quale si posò l’inaspettato passeggero.

“KITT, apri un contatto radio, presto” ordinò Yu Fan.


Nella plancia del De Danaan, i membri dell’equipaggio stavano ancora cercando di mettere a fuoco quanto era successo: prima un improvviso attacco nemico sull’isola del summit, poi il colonnello Testarossa si rivelava un impostore da abbattere, e qualcosa o qualcuno bypassava i comandi della plancia per lanciare i missili ancora puntati sull’isola del summit.

Subito dopo che disperato un operatore aveva comunicato a Mardukas che il dispositivo di autodistruzione di quei missili era stato messo fuori uso, dal nulla era arrivato un AS nero.

E aveva distrutto come niente i due missili.

Ora quell’AS stava sopra lo scafo del De Danaan.

Poi un segnale radio s’inserì sulla loro frequenza, e sullo schermo apparve l’immagine di Sousuke Sagara.

“Qui Uruz 7, ripeto, qui Uruz 7, presto fateci salire a bordo”.

“Sergente Sagara, è proprio lei?” chiese sospettoso Mardukas.

“Certo, signore”.

Yu Fan, che aveva chiesto a KITT di non inquadrarla, con un cenno della mano fece notare a Sousuke l’assenza del colonnello.

Probabilmente il falso colonnello era già stato scoperto, ovvio che su quel sottomarino fossero diventati piuttosto prudenti.

Sousuke allora s’incise con le unghie la punta di un dito.

“Guardate, il mio sangue è rosso, non sono uno di quegli androidi. Ascoltate, è in atto un piano di Amalgam per screditare la Mithril agli occhi del mondo. Il sistema di trasmissioni di tutta la Mithril non è sicuro, Amalgam riceve tutte le nostre informazioni e ne invia di false”.


Cameron cercava di sbollire la sua rabbia.

Quando riprese a ragionare lucidamente, si ricordò che non era ancora finita.

Dopo il classico piano B, loro avevano anche il piano C.

Non in grado di fare piazza pulita come i missili ma comunque utile.

“Inviate il segnale. L’attacco deve cominciare immediatamente”.


Mentre Mardukas cercava di riordinare le idee, KITT rilevò qualcosa con i suoi strumenti di trasmissione.

Quando stavano viaggiando verso l’isola, gli avevano ordinato di contattare il De Danaan ma non ci era riuscito perché il sottomarino sembrava del tutto isolato, un problema ora risolto grazie alla distanza zero.

Allora si era sintonizzato sulle frequenze radio usate dalle forze armate incaricate di proteggere l’isola del summit, e nonostante fossero criptate, per KITT non era stato un grosso problema trovarle.

Non potevano avvertirli del pericolo perché non avevano prove e sapevano che quei militari non avrebbero certo creduto sulla parola a dei perfetti sconosciuti, ma almeno avrebbero avuto una panoramica della situazione.

Però se fino a quel momento tutto era filato liscio sull’isola, ora KITT riceveva degli strani messaggi di allarme.

“Yu Fan, signor Sagara, c’è un problema”.

“Quale?” chiesero insieme i due ragazzi.

“Da quello che ricevo, sembra che gli AS della Mithril sull’isola, stiano attaccando le altre forze e l’edificio del summit”.


Nella plancia del De Danaan, il timoniere si rese conto che il sottomarino stava cambiando posizione da solo.

  
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