SEI
IL MIO SOLE
AVVISO
AI LETTORI: I personaggi di Naruto appartengono a Masashi
Kishimoto, se così non fosse Kyuubi sarebbe libera e felice di
devastare Konoha e sgranocchiare i suoi simpatici abitanti, Sasuke sarebbe
rinchiuso in una cella 1x1 m in compagnia di Sakura, Ino, Karin e Orochimaru,
mentre Itachi si spupazzerebbe Naruto dalla mattina alla sera. Questa fanfic
tratta tematiche a sfondo omosessuale, quindi se non gradite tali storie siete
pregati di non leggere, grazie.
Faccio inoltre presente che nella fanfiction è
presente uno spoiler, anche se in parte modificato ai fini della trama, quindi
lettore avvisato mezzo salvato. Buona lettura a tutti.
ALLA RADICE DI OGNI MALE
Capitolo 1
Anche se stremato da una lunga e sanguinosa
battaglia, sconvolto dalla distruzione totale del suo villaggio, devastato
dalla quasi liberazione di Kyuubi e commosso dall’incontro con suo padre Minato
Namizake, Yodaime della Foglia; Naruto Uzumaki saltava incessantemente da un
ramo all’altro della foresta vicino a Konoha con un unico obbiettivo in mente:
scovare il vero corpo di Pain e concludere quel terribile scontro una volta per
tutte.
Non fu difficile per Naruto, grazie alle arti
eremitiche apprese sul Monte Myoboku, individuare
la scia di chakra che lo portò ad un finto albero fatto interamente di carta da
origami.
Finalmente il ninja della Foglia era faccia a faccia
col suo “senpai” … colui che aveva assassinato il loro maestro, Jiraya.
Una rabbia sorda infiammò il corpo di Naruto alla
vista di quel corpo decadente, ma ancora capace di annientare il suo amato villaggio,
tanto che le iridi gialli dovute alla modalità eremitica mutarono in arancione a causa della mescolanza
dei poteri nefasti di Kyuubi, pronta a fare in mille pezzi quell’involucro
scheletrico dalla fattezze umane.
Non gliene fotteva un cazzo della distorta visione
della giustizia da parte di Nagato, questo era il vero nome di Pain, possessore
del Rinnegan … voleva solo disintegrarlo in un milione di pezzi … ma sia Jiraya
che suo padre avevano fiducia in lui e gli avevano affidato una missione
impossibile da realizzare; compito che persino i due leggendari ninja avevano
fallito ovvero portare la pace nel mondo violento degli Shinobi.
Ma lui era Naruto Uzumaki, è per lui nessuna impresa
era irrealizzabile.
Ascoltò la triste storie dei suoi due senpai, Nagato
e Konan: dalla distruzioni del loro piccolo villaggio da parte della Foglia,
gli amorevoli insegnamenti di Jiraya, all’uccisione del loro miglior amico Yahiko
da parte dello spregevole Danzou, che da
anni brama di conquistare Konoha stessa e fu allora che Nagato domandò
nuovamente a Naruto:
“ Tu sai come
fermare la catena d’odio che avvince il mondo degli Shinobi? “
Naruto, questa volta, conosceva la risposta a quella
domanda:
“
Se esiste un modo per riportare la pace e fermate una volta per tutte l’odio e
la sofferenza che dilagano in questo nostro mondo sempre in guerra, io lo
troverò e non mi arrenderò finché non avrò raggiunto il mio obbiettivo … questa
è l’eredità che ci ha lasciato il nostro maestro e non smetterò di credere in
essa”
Nagato sussultò sentendo quella frase e vedendo il
libricino consumato che Naruto stringeva fra le dite, tutte le certezze di una
vita cominciarono a vacillare …
conosceva perfettamente quel libro, visto che era stato lui stesso ad
ispirarne la creazione in Jiraya e il sennin aveva infuso nel protagonista del suo romanzo il
suo credo ninja: quello di non arrendersi mai, neanche nelle situazioni più
disperate e realizzare anche i sogni più irrealizzabili … è il nome del
protagonista era Naruto.
Quel ragazzino biondo, colui che custodiva dentro di
sé il terribile demone Kyuubi no Yoko,
odiato da molto e cacciato dall’organizzazione capeggiate da lui stesso,
affermava con caparbietà che lui avrebbe riportato la pace, sconfiggendo l’odio
e sanando tutte le ferite delle sofferenza, un’impresa impossibile da portare a
termine neanche se avesse vissuto altri mille anni.
Ma lui portava IL nome e in lui riviveva lo spirito del credo del loro maestro …
credo in cui lui non era stato abbastanza forte da reggerne il peso … ma ora le
sue speranze che credeva infrante per sempre le avrebbe riposte nel suo giovane
kohai e forse lui ci sarebbe veramente riuscito.
Purtroppo le radici dell’odio erano troppo forti e
ramificate nei cuori soffocati degli shinobi per essere estirpate, l’unica
soluzione possibile era eliminarne il seme prima che germogliasse e così si
apprestò a fare l’unica cosa che era in suo potere per aiutare quel valoroso
ninja nella sua impresa.
-Il mio tempo sta per scadere, ma prima di lasciare
questo mondo ci sono solo due cosa che posso fare per aiutarti … ho deciso di
credere in te, Naruto Uzumaki, forse tu riuscirai dove sia io che il nostro
maestro abbiamo fallito … - Nagato
compose faticosamente i sigilli con mani tremanti mentre liberava tutte le
anime dei ninja della Foglia che aveva intrappolato in uno dei suoi corpi,
restituendoli alla vita.
Naruto non capì cosa stava facendo esattamente
Nagato, ma la piccola Katsuyu, la lumaca di Tsunade, gli riferì che tutti i
caduti del villaggio stavano risorgendo miracolosamente dalla morte.
Ma non poté chiedere alcuna spiegazione al riguardo
perché l’uomo parlò nuovamente.
-Ma nemmeno tu puoi salvare questo mondo ormai
marcio e corroso dall’odio e dalla sofferenza … l’unica soluzione praticabile
per portare la pace è estirpare il male alla radice … mi auguro tu sia in grado
di farlo, Naruto … per il bene di tutti noi, sei la nostra ultima
speranza- gli augurò Nagato ad un passo
dalla fine e con le sue ultime forze residue utilizzò una tecnica proibita che
solo il Rinnegan era in grado di attivare.
Il giovane shinobi della Foglia non ebbe il tempo di
capire cosa stava succedendo, quando
vide il suo corpo avvolto da una luce abbagliante e il suo corpo
dissolversi fra i suoi raggi iridescenti.
Oramai Nagato sapeva che era infine giunta la sua
ora, lo sapeva bene; Konan, compagna di una vita, l’abbracciò per dirgli
silenziosamente addio e lasciandola completamente sola … anche se aveva in
serbo per lei un’ultima missione da affidargli ed aiutare Naruto nella sua
impresa.
-Non voglio che Madara arrivi hai miei occhi … tu
sai cosa devi fare … aiuta Naruto anche per me e Yohiko … grazie di tutto,
Konan … - e fu così che Nagato si
ricongiunse al suo miglior amico, raggiungendo finalmente la pace.
Konan, rimasta infine da sola, si concesse il lusso
di versare una lacrima, prima di mettersi all’opera sul corpo di Nagato … aveva
ancora una missione da portare a termine prima di ricongiungersi finalmente ai
suoi amati compagni caduti.
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Il cielo era nascosto di plumbee nubi, nemmeno una sottile lama di luce penetra da
quelle spesse coltri nere, ma ancor più scure e profonde erano le iridi d’ebano di un giovane uomo.
Se ne stava seduto su una bassa altura, in silenzio,
mentre contemplava con totale indifferenza la pila di cadaveri che giaceva
scompostamente ai suoi piedi.
Osservò disgustato le macchie di sangue dei suoi
nemici che insozzava la sua armatura … quei patetici esseri osavano fregiarsi
del titolo di shinobi, troppo deboli anche solo per sperare di ferirlo con le
loro inutili tecniche, la verità era che semplicemente lui era troppo potente
per il loro livello.
Aveva completato quella missione con successo, ma
erano altri i problemi che impensierivano la sua mente … per il bene del suo
clan aveva accettato quella tregua infame con i loro nemici giurati, non si
fidava di loro, non si fidava del loro capo e anche se suo fratello Izuna
insisteva nel dare una possibilità a quell’alleanza per la prosperità del loro
clan, lui sentiva che presto il sangue sarebbe ripreso a scorrere.
Ma non era preoccupato: lui era il ninja più forte,
il mercenario più efficiente e l’assassino più bravo che fosse mai esistito
sulla piazza, lui non aveva mai fallito una missione e non temeva nessuno, men
che meno quei miserabile Senju.
Tutti quei lugubri pensieri furono spazzati via da
una scintillate luce bianca.
Per un momento gli sembrò che una qualche benevola
divinità celeste stesse per discendere su quella terra macchiata di sangue per
purificarla con la sua luce pura.
Era un ragazzo, poco più piccolo di lui, i capelli
avevano il colore del sole e tre linee parallele segnavano ognuna delle guance
dandogli l’aspetto di un cucciolo selvaggio, indossava un mantello arancione
con fiamme nere, mentre sulla schiena portava un rotolo dall’aspetto antico.
Ma l’elemento che lo colpì maggiormente era il
simbolo del coprifronte che gli incorniciava il viso: una foglia.
Non conosceva nessun clan che avesse come simbolo
una foglia.
Era umano? Una spia? O solo un cucciolo sperduto?
Quella luce misteriosa sparì com’era venuta,
lasciando le nubi cariche di tempesta a dominare in cielo e il ragazzo che
pareva sfinito da mille battaglie, si accasciò a terra … ma invece di sentire
l’impatto con la nuda terra, le braccia del mercenario, mosse di volontà
propria, sorresse quel ragazzino fra le braccia con una cura che non credeva di
possedere, visto che nella rozza e rude vita da shinobi a cui era stato educato
fin dalla più tenera età non era previsto abbandonarsi a sciocchi e inutili
sentimentalisti, perché un ninja che si faceva dominare dalle passioni era un
ninja morto.
Ma il ragazzo, forse caduto in uno stato
d’incoscienza, dischiuse per un momento gli occhi … il giovane e
implacabile assassino rimase profondamente colpito: sembra quasi che due
schegge di cielo estivo si fossero staccate dal loro dominio celeste per
posarsi delicatamente negli occhi stupefacenti
di quel ragazzino.
-Sei un dio?-
gli chiese l’assassino ancora turbato da quegli occhi, perché questo
comportamento premuroso non era affatto da lui.
Quelle labbra rosse come ciliegie si aprirono per in
un sussurro.
-Na … ru … to … - fece in tempo a sussurrare lo shinobi della
Foglia prima di perdere completamente conoscenza , senza sapere che le braccia
che lo sorreggevano erano quelle di Madara, giovane capoclan degli Uchiha, colui che in futuro sarebbe stato portatore di
caos, morte e distruzione nel mondo dei ninja e in quella di Naruto stesso.
ANGOLINO DELL’ISTERIA DI MASSA.
Konan: Quello stronzo di Nagato!!! Sono anni che
continuava a ripetermi “Konan-chan ci
sposeremo quando avrò conquistato il mondo, ma adesso mettiti quel costumino da
coniglietta sexy e spassiamocela prima che Madara venga a romperci le palle
perché dobbiamo catturare tutti i biiju … secondo te è un po’ zoofilo?” E dopo che ti ho dato i migliori anni
della mia vita che fai? Mi schiatti! Brutto bastardo hai giocato coi sentimenti
di un’innocente fanciulla per l’ultima volta!!!
E così cominciò a far scempio del cadavere del
povero Nagato, disegnandoli col pennarello indelebile un paio di spessi
sopracciglioni alla Rock Lee e scompigliandoli i capelli come quelli di Sasuke,
a culo di papera, per sfogare tutta la frustrazione repressa in quegli anni, una
scena raccapricciante.
Naruto: Dove cavolo sono finito!? Perché sempre a
me?
In questo momento Naruto è in posa stile Urlo di
Munch, solo leggermente più angosciato.
Madara: …
Ladyash: Lasciamo perdere, qui i personaggi sono un
tantino traumatizzati dalla sottoscritta, ma sono solo all’inizio.
Muuuaaahh!!!
Konan&Naruto: Nuuuu!!!
Madara: …
Al prossimo capitolo!!! Fatemi sapere cosa ne pensate. Ladyash