LA FESTA DEGLI INNAMORATI
“Patetico” mormorò Zoro.
La nave si era fermata a fare
rifornimento su un’isola e ora stava camminando per la piccola cittadina. La strega
di bordo l’aveva ricattato e ora si ritrovava a fare il mulo da soma seguendola
per i negozi dalla città.
“Hai detto qualcosa?”
Le lanciò l’ennesima occhiataccia del
giorno “Solo che tutti questi addobbi sono patetici”
Lo spadaccino si riferiva agli addobbi
che si potevano scorgere per la città: cuori, angeli con l’arco e le frecce,
scritte di buon S. Valentino e foto di coppiette che si baciavano. Non aveva
mai visto una città così organizzata per quella futile festa. Che bisogno c’era
di festeggiare l’amore una volta all’anno? Non si festeggiava già ogni giorno
stando per la persona amata?
“Il solito buzzurro che non sa cos’è
l’amore” disse lei riprendendo a camminare svelta davanti a lui.
“Guarda che io so benissimo cos’è
l’amore! Solo mi da fastidio il fatto che certe persone devono gridarlo ai quattro
venti”
Ed era vero, dannatamente vero. Sapeva
fin troppo bene cosa fosse l’amore.
La navigatrice si bloccò di colpo e per
poco Zoro non le finì addosso con tutte le borse “E ora che ti prende?!”
“Guarda quella taverna! Sembra deliziosa,
andiamo a prendere qualcosa da bere?”
Zoro guardò la taverna indicata “Non mi
sembra niente di speciale” non fece in tempo a finire la frase. Nami si fiondò
dentro e lui dovette correrle dietro.
Zoro fece una smorfia appena entrò. La
taverna -che era una normalissima taverna come aveva supposto- era piena di
tavoli per due, e a ogni tavolo c’era una coppietta. Gli innamorati si
scambiavano baci o si tenevano le mani con gli occhi rapiti.
“Un po’ di contegno per la miseria”
borbottò.
Si trovava estremamente a disagio in
quel posto, non per le coppiette, ma perché era un compagnia di una certa
ragazza.
Lo stomaco si contorse. La verità era
che avrebbe davvero voluto essere a un tavolo con la sua mocciosa come quelle
coppiette.
Scosse la testa, ma che si metteva a
pensare? Di certo non era un romantico!
Nami si sedette a un tavolo e gli fece
cenno di sedersi. Lui ubbidì appoggiando di fianco alla sedia tutte le borse.
“Nami non credi che siamo un po’ fuori
luogo?”
“Perché? È una taverna come tante altre”
chiese innocente.
Socchiuse gli occhi cercando di capire
cosa avesse in mente, l’espressione che aveva non prometteva niente di buono.
“Allora cosa porto a questa bella
coppietta?” la cameriera era apparsa dal nulla di fianco al tavolo.
“Noi non…”
“Amore io prendo una cioccolata calda
tu?” lo interruppe Nami, prendendo le sue mani tra le sue.
Il cuore dello spadaccino perse qualche
battito. Guardò incredulo le sue mani intrappolate nella presa della
navigatrice. Erano così piccole, così delicate, così morbide, così dannatamente
morbide che gli venne voglia di baciarle.
Alzò lo sguardo. Lei lo guardava
sorridente, ma era un sorriso falso e si vedeva.
Corrugò le sopracciglia togliendo
bruscamente le mani dalle sue e mettendole al sicuro sotto il tavolo.
Vide un menù sul tavolo e lesse il
titolo: “A San Valentino grande sconto!! Una coppia di innamorati paga per
uno!”
Fece una smorfia, capendo finalmente il
motivo per cui Nami l’aveva trascinato lì. Uno sconto.
“Anche per me” borbottò.
La cameriera accese la candela che c’era
sul tavolino e scomparì come era arrivata.
Zoro si sentì davvero male, in quei
pochi secondi aveva sperato, una speranza futile e vana. Si diede dell’idiota.
Come aveva potuto pensare che Nami lo considerasse diverso dagli altri?
“Ma che ti è preso?!! Ci voleva tanto
per fare un’ordinazione?!!” chiese infastidita.
Zoro non rispose e abbassò lo
sguardo. Si guardò le mani, poteva
ancora sentire la sua presa sulla pelle. Era come se l’avesse toccata davvero
per la prima volta. Sentì un forte dolore nel petto. Illudersi era così facile,
il difficile era accettare il rifiuto. D’accordo, Nami non l’aveva rifiutato,
ma fingere di essere una coppia di innamorati e non esserlo era molto simile a
un no.
“Allora? Il gatto ti ha mangiato la
lingua?”
La guardò. Era bellissima, anche alla
luce delle candele che si propagava fioca e tremolante. Bellissima e
irraggiungibile.
Dannazione!! Ma doveva proprio
innamorarsi?!
Il suoi occhi di cioccolato liquido lo
guardavano preoccupati, e suo dolce viso stava apparendo un’espressione
inquieta.
“Zoro stai bene?”
“No” disse alzandosi.
Corse fuori dalla locanda e si infilò
nel primo vicolo buio che vide. Appoggiò la testa alla parete cercando di
respirare lentamente.
Ma che gli era preso?! Lui era Roronoa
Zoro! L’uomo che sarebbe diventato lo spadaccino più forte del mondo! E lui
stava soffrendo per una donna? Non era possibile!
Sbatté un pugno sul muro sentendosi per
la prima volta impotente. La sua forza non poteva aiutarlo in quella
situazione.
“Zoro? Che ti è preso?” sentì la sua
mano appoggiarsi alla sua spalla.
“Mi piacerebbe sapere la risposta”
mormorò.
Si girò a guardarla. Così preoccupata e
smarrita. Sentì una fitta al cuore, non doveva star male a causa sua.
Non riuscì a trattenersi, la prese per
un braccio e la strinse forte a sé. Non gli interessava se l’avrebbe rifiutato,
aveva bisogno di essere onesto con lei. Sorprendendolo, lei ricambiò
l’abbraccio.
Rimasero così per dei secondi eterni.
Si fece coraggio e parlò “Sto
impazzendo”
Nami si staccò delicatamente e lo guardò
con le sopracciglia corrugate “Cosa?”
Alzò una mano e le accarezzò dolcemente
una guancia. Avrebbe voluto accarezzare ogni centimetro della sua pelle. Lei lo
guardava sempre più incredula.
“Sto impazzendo ed è tutta colpa tua”
Lei alzò gli occhi a cielo “Mi sembrava
strano! Se non è colpa mia non sei contento!” la sua voce risuonò leggermente
isterica, sembrava insicura e emozionata.
Nami emozionata?
Non riusciva più a fermarsi, era come se
la corrente che lo trascinava verso di lei diventava ogni secondo più potente.
Avvicinò il viso al suo mentre lei sbarrava gli occhi.
“Perché è colpa mia?” la voce le
tremava.
Zoro non credeva ai propri occhi, Nami
era completamente immobile e respirava a malapena.
Forse si era sbagliato, forse lei
provava qualcosa per lui. Bè valeva la pena provare no?
“Perché ti amo” sussurrò contro le sue
labbra.
Lei sorrise e lui non attese oltre.
Poggiò delicatamente le labbra sulle sue. Sentì un calore inondargli il viso
mentre il cuore correva senza freni. Fu lei a dischiudere le labbra, sentì il
suo sapore in bocca, sapeva di mandarino, era dolce ma con un leggero
retrogusto aspro. Il suo sapore era dissetante, ma era come se fosse in pieno
deserto e il suo corpo avesse un disperato bisogno di acqua. Si sentì come un
ubriaco, accaldato ma felice. Le sue mani si infilarono fra i corti capelli e
la strinse forte a sé per i fianchi. Si staccarono molti secondi dopo con il
respiro corto e accelerato.
Appoggiò la fronte sulla sua sorridendo
inebriato. Voleva baciarla di nuovo.
Sul viso della ragazza apparì un sorriso
malizioso “Lo sai che dopo questo potrò ricattarti per tutta la vita?”
Lui ricambiò il sorriso “Non chiedo
altro”
Poi si avvicinò a lei per baciarla di
nuovo.
In fondo, la festa degli innamorati non
era stata del tutto inutile.
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti!! Sinceramente non so
perché l’ho scritta però non aveva niente di meglio da fare.
Comunque dedico questa fan fiction a
tutti gli innamorati!! ^^
Spero vi sia piaciuta!!!
Ciao!!
Rogi