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Autore: LaMicheCoria    15/02/2010    12 recensioni
Le sembra un comportamento razionale secondo la sua ferrea logica Vulcaniana? Lei lo avrebbe fatto? Con lo 0.1% di possibilità che io potessi salvarmi, avrebbe fatto del suo corpo uno scudo per proteggermi?- Una semplice missione, un grande sacrificio. E la cruda realtà che si mescola alla dolcezza della speranza.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James T. Kirk, Spock
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Nemeryal
Titolo: Il Sacrificio dell’Alfiere
Fandom: Star Trek The Original Series (TOS)
Genere: Drammatico
Avvertimenti: One-Shot; What if..?
Personaggi: James Tiberius Kirk – Spock
Numero di parole: 1057
Note: Partecipa al 10 ° Contest indetto dal Fan Fiction World Forum. Alekhine è il nome di un campione di scacchi.
Dedica: A Silentsky e a Pimplemi_chan cui rompo sempre le scatole con i miei vaneggiamenti su Star Trek.
Senza di loro, questa fic non sarebbe mai stata scritta.

 

James T. Kirk, Capitano della USS Enterprise, entrò trafelato nella stanza, asciugandosi la fronte con il dorso della mano.
Il suo Primo Ufficiale, il mezzo Vulcaniano Spock, era già lì ad attenderlo, con il viso in parte nascosto dagli scacchi ordinatamente disposti sulla scacchiera, le braccia lungo i fianchi e le mani nascoste sotto il tavolo, con ogni probabilità poggiate sulle cosce.
-Mi perdoni il ritardo, signor Spock- si scusò il Capitano con un sorriso -Ma il dottor McCoy non ne voleva sapere di lasciarmi andare. Ho dovuto fare i salti mortali per venire fino a qui-
Il Vulcaniano annuì appena, senza che sul suo viso trasparisse alcuna emozione.
-Il dottor McCoy era logicamente preoccupato per il suo stato di salute dopo l’attacco Klingon su Alekhine VII
, Capitano-

 

Doveva essere una missione semplice
Priva di ogni rischio.
Rifornire la base su Alekhine VII
E dare qualche permesso all’equipaggio
In modo che i suoi membri
potessero distendere un po’ i nervi
E rilassarsi.

 

Jim sorrise alla risposta del suo Primo Ufficiale e si avvicinò alla scacchiera senza sedersi, ma passando una mano su uno dei pezzi disposti su di essa.
L’alfiere nero.
-Per mia fortuna, non ho ricevuto alcuna ferita. Non troppo grave almeno- aggiunse, afferrando il pezzo e girandolo fra le dita -Se non fosse stato per quell’uomo così coraggioso, sarei morto-

Il Vulcaniano alzò il sopracciglio.
-C’era il 99.9% di possibilità che lei non sopravvivesse al colpo del Klingon, Capitano- disse pacatamente, poggiandosi meglio sullo schienale -Poteva davvero non essere qui, oggi-

Il Capitano annuì, passando il pollice sul profilo dell’alfiere.
-Allora, l’uomo si è salvato?- domandò Spock, incrociando le braccia al petto.
-Sì, è stato un miracolo- rispose Kirk alzando lo sguardo -Non so come, ma è riuscito a salvarsi-

.

 

E poi erano arrivati i Klingon.
Con le loro armi, col loro rancore
E la loro brama di conquista.
A nulla erano servite le parole.
L’unico dialogo che conoscevano
Era il secco crepitare dei phaser.

 

Il Primo Ufficiale piegò la testa di lato
-Mi sembrava che quell’uomo fosse ferito quando è arrivato qui- sentenziò, il viso del tutto inespressivo.

Il Capitano socchiuse gli occhi, la fronte corrugata.
-Già- ammise -Ma erano ferite molto superficiali. Nulla di troppo grave-

Spock annuì, poggiando i gomiti sul tavolo e intrecciando le dita fra loro.
-Dunque- chiese -E’ riuscito ad arrivare da solo al luogo per il teletrasporto?-

-Lui..- Kirk si interruppe, mentre un ricordo sfrecciava come un lampo nella sua mente -No, ho dovuto aiutarlo. Non si reggeva sulle proprie gambe..-

 

Il capo dei Klingon gli era apparso davanti
All’improvviso.
Lui aveva sgranato gli occhi,
Cercando di difendersi
Ma il Klingoniano con cui stava combattendo prima
E che aveva allontanato con un calcio,
Aveva usato la comparsa del suo superiore
A proprio vantaggio
E lo aveva attaccato.
E il capo Klingon, con un ghigno,
Approfittando della sua distrazione,
Aveva fatto partire il colpo.

 

Il Vulcaniano non disse nulla, rimanendo immobile sulla propria sedia, la luce che dalle lampade del soffitto si infrangeva sulla superficie della scacchiera e da lì sul suo viso, come lame di coltelli.
-Aveva una brutta ferita al fianco- mormorò Jim, senza smettere di carezzare l’alfiere -Il colpo del Klingoniano lo ha raggiunto al posto mio-
-E’ morto, Capitano?-
-No. No, non è morto- scosse la testa, mentre una strana sensazione gli si faceva strada nel petto. Un calore diffuso, spiacevole -Era in fin di vita quando lo abbiamo portato qui, ma McCoy si è subito adoperato per salvarlo-

-Logico- fu l’unico commento da parte del Primo Ufficiale, che alzò lo sguardo verso su di lui -E’ ancora vivo, dunque?-
Jim non rispose, le iridi quasi del tutto nascoste dalle palpebre calate, immagini sovrapposte che turbinavano fra loro, ricordi confusi che lampeggiavano nella sua mente.
Ricordava il Klingoniano, l’arma puntata verso il proprio petto e poi un corpo che si frapponeva al suo, le urla, il sangue che gli colava caldo sulle mani, la camminata faticosa verso il teletrasporto, la nave, l’infermeria, il viso di McCoy imperlato di sudore, gli occhi della signorina Chapel lucidi per lo sforzo di trattenere la lacrime.
E il cupo, tremante, “E’ morto, Jim” del dottore, accompagnato da un fioco “Mi dispiace” che con la sua tragedia aveva colmato l’intera stanza, stringendo, soffocando i presenti in un freddo abbraccio privo di vita.

-Jim, sta bene?- domandò Spock, senza distogliere lo sguardo.
-Si è sacrificato per me..- mormorò -Mi ha fatto da scudo con il suo corpo. McCoy ha fatto ogni cosa per salvargli la vita, ma era troppo tardi..-
Il Vulcaniano rimase in silenzio, continuando a fissarlo.
-Mi chiedo perché lo abbia fatto..-

E poi..
Quel sangue.
Quel sangue che scorreva caldo fra le sue dita.
Che strano colore che aveva..

 

-C’era il 99.9% di possibilità che lei morisse, Jim- rispose tranquillo Spock -E lo 0.1 che si salvasse. Ecco il perché-
-Lo 0.1% di possibilità?- urlò d’improvviso, stringendo talmente forte il pugno da sentire i bordi dell’alfiere affondargli nei palmi -Questo sarebbe il motivo, per lei?-

 

Ancora l’immagine del sangue, così scuro, troppo,
di una tonalità insolita,
e le lacrime che, bollenti,
minacciavano si scorrere sul suo viso
.

 

-Quell’uomo ha sacrificato la sua vita per me, anche se c’era solo una debole speranza che io sopravvivessi! Lo trova logico, lei, signor Spock? Le sembra  un comportamento razionale secondo la sua ferrea logica Vulcaniana? Lei lo avrebbe fatto? Con lo 0.1% di possibilità che io potessi salvarmi, avrebbe fatto del suo corpo uno scudo per proteggermi?-

Quel sangue..

 

Alzò lo sguardo verso il proprio Primo Ufficiale, con l’assoluta convinzione di vedere il suo sopracciglio talmente inarcato da sfiorargli l’attaccatura dei capelli scuri e sulle labbra una fredda e vulcaniana constatazione di quando gli esseri umani si facessero trasportare dalle emozioni, incapaci di pensare in modo razionale in qualsiasi situazione si trovassero.

 

E quello sguardo sempre caldo nonostante l’ostentata freddezza..

 

E invece, gli occhi di Spock erano illuminati da una calda malinconia e sul suo viso era apparso un sorriso umano, colmo di dolorosa dolcezza.

 

Gli occhi scuri e pieni di calore erano divenuti vitrei
e freddi col tempo di un sospiro gorgogliante.

 

-L’ho già fatto Jim- rispose.

 

E c’era quel sangue maledetto, del colore dello smeraldo,
di cui si era intrisa la sua uniforme,
mentre lo teneva fra le braccia, urlando..

 

-L’ho appena fatto-

 

E l’Alfiere Nero cadde, sacrificatosi per il proprio Re.

   
 
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