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Autore: Raven_95    17/02/2010    2 recensioni
Questa è la mia FF originale...
Spero non me ne vogliate se dovesse risultarvi uno schifo, e accetterò tutte le critiche che mi verranno rivolte...
Tornando alla storia...
E' ambientata al ricevimento di un matrimonio dove la protagonista non si sente per niente a suo agio, anzi, è sull'orlo della depressione..
Ma arriverà qualcuno a farle cambiare idea...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Odio i matrimoni

 

 

 

Seduta accanto al tavolo, Nicole stava sfiorando il bordo del bicchiere di vino con l’indice.

Ne afferrò il gambo con insofferenza e portò il calice davanti agli occhi, senza guardarlo veramente.

“Odio i matrimoni.”

Bevve tutto d’un sorso l’ennesimo ‘sorso’ di vino bianco.

Quante bottiglie si era scolata?

2? 3?

Forse di più.

E lei non era tipo da bere, anzi, odiava l’alcool… soprattutto il vino!

Ma forse bere l’aiutava a non pensare…

Forse aveva solo bisogno di smettere, almeno per una sera, di essere la solita mente fredda, la solita calcolatrice, la solita Nicole.

 

Posò il calice di cristallo sul tavolo e tornò a guardare la sala da ballo.

I suoi occhi vagavano da una parte a l’altra, senza sapere dove fermarsi ( vide la sposa danzare col suo appena conquistato marito, la solita vecchietta impicciona sgridare la solita ragazza, magari sulla 40ina, perché ancora non si era sposata, i soliti uomini che ci provavano con le solite damigelle), quando qualcosa li attirò.

Un bell’uomo, sulla trentina, con ricci capelli biondo scuro, il pizzetto perfetto e occhi verdi, la stava fissando.

Quando i loro sguardi si incontrarono lui le sorrise e prese a camminare nella sua direzione.

 

“Ciao” le disse lui tutto sorridente sedendosi davanti a lei.

“Salve” gli rispose.

Lui gettò uno sguardo al resto della sala e poi tornò a soffermarsi su di lei.

Sui suoi mozzafiato occhi marrone scuro.

E mozzafiato ancora non aveva capito perché.

“Ti diverti?” domandò, sempre con quell’odioso sorriso sul volto.

“Secondo te?” rispose lei acida.

“Mmh… no. Ma mi piacerebbe sapere perché.” Rispose lui, per niente intimidito dal tono di lei.

Nicole lo guardò stupita.

Lei non era tipo da parlare degli affari suoi al primo che capitava, anzi tipo da parlare degli affari suoi in generale, ma, ora, era troppo stanca, per non lasciarsi andare.

“Odio i matrimoni.” Disse semplicemente.

Lui la guardò, ,prima stranito, poi, inspiegabilmente divertito, e, ridendo (cosa che fece alquanto indispettire la sua interlocutrice), le chiese:

“Perché?”

Lei, estremamente piccata da quel tipo che non sapeva farsi gli affari propri, rispose:

“Non sono affari tuoi.”

“Ma sono curioso!” le fece gli occhioni da cucciolo.

Certa gente proprio non sapeva cos’era la decenza, però lui era… simpatico.

“Perché è un’inutile convenzione della società”

“Spiegati”

Lui li protese verso di lei, come se la ragazza dovesse dirgli un qualche segreto… o forse solo per vedere meglio quegli occhi mozzafiato.

“Un tempo il matrimonio era un simbolo, creato per unire indissolubilmente un uomo e una donna… ora è una costrizione, senza contare che se due si voglio separare, si separano, checché ne dica la religione.

Non fraintendermi, io sono cattolica, ma non credo più nel matrimonio…

Lo ritengo… inutile.”

“Quindi… tu non ti vuoi sposare.” Concluse lui tornando alla posizione di prima.

“Non ho mai detto questo.”

Un gigantesco punto di domanda si materializzò sulla testa dell’uomo, che la guardò inclinando un po’ la testa.

“Insomma… io sono pur sempre una donna: è logico che sogni l’abito bianco e tutto il resto…”

Lui la guardò scettico, ma poi sfoderò nuovamente il suo fastidioso sorriso.

“Scusa… ma a me sembra proprio un contro senso…”

 

Ok, aveva bevuto troppo.

Quando mai una persona si era permessa  di contraddirla?

Di contraddire la geniale, la fredda, la calcolatrice Nicole?

 

“Ma sei carina.”

 

E questa era la conferma di ciò che aveva pensato prima: aveva bevuto troppo.

Lei, carina?

In quell’orribile vestito di taffetà rosa (colore che, tra parentesi, schifava più della morte), con quell’accidenti di acconciatura che il parrucchiere aveva per forza sbagliato a posta, rossa come un peperone per via del vino, con addirittura gli occhi lucidi?

No, doveva essere veramente sbronza.

E lui… si stava avvicinando?

 

Ma cosa sta facendo?

Mi sta venendo in contro?

Nicole, fermalo, FERMALO!

Ehi, ehi, che fai?

Ti stai avvicinando anche tu?

No, Nicole, non ti azzardare a….. baciarlo

 

Ormai la ragazza non capiva più niente, stregata dal contatto di quelle labbra, così morbide e calde e dolci e… calde…

 

Gli allacciò le braccia intorno al collo e rispose pienamente al bacio.

 

Quanto tempo era che non provava una cosa del genere? Tanto… troppo

 

Dopo un po’ lui la staccò lentamente da sé, lasciandola interdetta e offesa.

Lei mise il broncio.

Lui, per l’ennesima volta sorrise e le carezzò il volto.

“Ad alcuni di noi serve l’ossigeno…”

Allora sorrise anche lei e, con un nuovo slancio, tornò a baciarlo, a baciare quel suo divertente sorriso.

“Forse è meglio se andiamo” soffiò lui sulle sue labbra.

Lei annuì, sempre guardandogli la bocca.

 

Si alzarono, fecero i dovuti saluti a sposo e sposa e, non appena furono fuori dalla sala e nel parcheggio, tornarono a baciarsi, sempre più approfonditamente, sempre più passionalmente.

Ad un tratto lui la bloccò.

“La tua macchina?”

“Sono venuta con un’amica.” Ansimò lei, riappropriandosi di quelle labbra, atteggiate, ancora, a un,ormai stupendo, sorriso.

La condusse alla macchina.

Fermarono il bacio solo per il tempo di entrare in auto, e poi ripresero.

Perfino durante il tragitto rischiarono di andare fuori strada, perché riuscivano a staccarsi l’uno dall’altra solo per pochi secondi.

 

Lui parcheggiò uscì dall’automobile e, quando le aprì la portiera, lei gli saltò letteralmente addosso, baciandolo con sempre più trasporto.

Intanto lui, con un braccio la stringeva all’altezza della vita, e con l’altro cercava la chiave di casa nelle tasche.

Trovata la infilò nella toppa e aprì la porta, per poi richiudersela alle spalle.

“Sai, forse non dovremmo… non so neanche il tuo nome” sussurrò sulle sue labbra.

Stavolta fu lei a sorridere maliziosa.

Nicole” disse tornando a baciarlo.

Sean ” sorrise lui sulla sua bocca.

 

Nicole non era tipo da andare a letto con uno alla prima uscita, ma, nonostante ciò, lo fece.

 

 

La mattina seguente.

 

Che bel caldo... ma cos…?

 

Nicole sbarrò gli occhi.

Di chi era quella stanza?

Di chi era quel letto?

E, soprattutto, di chi era il braccio che le cingeva la vita???

Un fiume di ricordi la travolse.

Il matrimonio di Raven, il vino, la sala da ballo, il vino, la musica, il vino e poi lui, quello col quale aveva fatto sesso, perché amore non poteva essere.

Si voltò lentamente.

E lui era lì, logicamente.

I suoi ricci biondi sparsi sul cuscino che si intrecciavano a quelli mori di lei.

Il suo viso, dannatamente perfetto anche la prima mattina.

Il suo sorriso, che ancora albergava su quelle labbra…

Quelle labbra

Nicole uscì dal letto, afferrò un paio di mutande e la camicia di lui e si chiuse in bagno.

Si lasciò scivolare lungo la porta con una mano tra i capelli.

“ Ma che diavolo ti è saltato in mente?” ruggì silenziosa balzando davanti allo specchio.

“Che ti è preso? Non è da te! Cosa… cosa hai fatto?”

Stringeva convulsamente il bordo del lavandino e guardava furiosa la sua immagine riflessa.

“Ma ti sei rimbecillita tutto d’un tratto? Andare a letto con uno del quale non conosci neanche il nome…”

Sean

“Vabbé, del quale conosci il nome ma non il cognome! E poi bere! Bere così… ah!”

Una fitta lancinante alla testa la fece tacere, all’istante, mettendola in ginocchio, nel vero senso della frase.

“Oh… perfino i postumi della sbornia… l’hai combinata grossa, lo sai?” domandò allo specchio.

“E ora che faccio?”

Vestiti e fuggi

Nicole annuì con convinzione, costringendosi a prendersi la testa fra le mani per il dolore terribile, e aprì la porta dl bagno, decisa ad andarsene da lì, ma…

“Ciao!”

Sean era lì, in piedi davanti al bagno, col sorriso più radioso che lei gli avesse mai visto, e, anche se lo conosceva a malapena da 6…7 ore, gliene aveva visti tanti.

“ciao…” sussurrò lei impietrita.

Non sapeva che dire o fare…

Non aveva idea di come muoversi: lei non si era mai dovuta tirare fuori da situazioni del genere, perché non ci si era mai ritrovata impantanata dentro!

Perché lei non era tipo da bere, non era tipo da parlare degli affari suoi al primo che capitava, non era tipo da andare a letto con uno alla prima uscita, anzi, era fredda, logica e calcolatrice, lo era sempre stata, ma non quella sera.

E ora?

Che fare?

“senti – cominciò – mi dispiace, ma… credo sia stato tutto un tremendo sbaglio…”

Il sorriso si congelò sulle labbra del biondo che non disse una parola.

“Scusami, ma… ero ubriaca… non…”

Lui la inchiodò alla porta, afferrandole le braccia, non con forza o durezza, ma con fermezza.

E, subito dopo, la baciò.

E le sue labbra erano morbide e calde e dolci e… calde…

Lei chiuse gli occhi e schiuse la bocca, permettendogli di approfondire il bacio, che finì quasi immediatamente, con lui che sorrideva per l’ennesima volta sulla bocca di lei, e le diceva: “Ora non sei ubriaca…”

Lei lo guardò allibita.

Anche perché lui aveva assolutamente ragione.

“ Ma noi non ci conosciamo, non sappiamo niente l’uno dell’altra, non…”

Lui la interruppe porgendole la mano.

Lei inclinò la testa di lato: che cosa aveva intenzione di fare?

“Piacere, Sean Smilyn.”

Allora lei, ridendo divertita, gli strinse le dita e rispose

“Nicole Logik”

“Allora, signorina Logik, non le andrebbe di andare a cena fuori, una di queste sere?” le chiese attirandola a sé

“Molto volentieri” rispose la mora tra le sue braccia.

 

Perché Nicole non era tipo da bere, non era tipo da parlare degli affari suoi al primo che capitava, non era tipo da andare a letto con uno alla prima uscita, ma, quella volta che aveva buttato al vento queste stupide regole, aveva trovato la felicità.

 

 

 

 

 

 

Allora........

Per intenderci: sì, effettivamente la fine è un po' affrettata (grazie Liz) e, effettivamente, Nicole cambia atteggiamento in maniera... diciamo repentina, ma,in effetti, lo fa perché lei è veramente stanca di essere come è, così... composta... posata... perfetta...

Vorrebbe essere più come Sean, ed è anche per questo che, all'inizio, odia quell'accidenti di sorriso, perché lei non sorride sinceramente quasi mai...

In pratica, è invidiosa.

Comunque grazie a tutti per le recensioni: sono queste a fare felice una scrittrice ^^

  
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