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Autore: DesperateGirl    21/02/2010    5 recensioni
Piccola oneshot, scritta per il "Winter Holidays Around the World " , post 5.13, uno scorcio della vita di Brian e Justin
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Brian scesa dalla macchina, stringendosi nel suo cappotto, rigorosamente firmato

Brian scese dalla macchina, stringendosi nel suo cappotto, rigorosamente firmato. Il vento gelido, tipico di quel periodo dell’anno gli colpì il volto violentemente. Percorse velocemente il vialetto, l’unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era buttarsi sotto la doccia e poi sotto le coperte in compagnia di Justin. Stava per infilare la chiave nella serratura, ma la porta si aprì improvvisamente. La casa era immersa nell’oscurità, nessuna luce filtrava dall’interno. Brian si chiese cosa avesse in mente il compagno, poteva leggere una luce strana nei suoi occhi

-Bentornato a casa- disse Justin interrompendo il flusso dei suoi pensieri

-Ma cosa…- non riuscì a terminare la frase. Justin si fiondò sulle sue labbra, lasciandolo per un attimo perplesso, ma restituì il bacio con la stessa enfasi e la stessa passione. Possibile che non si fosse ancora abituato a tutto questo? Da quanto stavano insieme ormai? Cinque anni ed ancora non riusciva a capire come quel ragazzino, entrato prepotentemente nella sua vita, lo facesse stare bene.

Lasciò cadere la sua ventiquattrore e strinse tra le braccia Justin, avvicinandolo il più possibile a sé. Voleva approfondire il bacio, ma Justin si allontanò da lui, lasciandolo confuso e decisamente eccitato. Questo era esattamente l’effetto che aveva su di lui.

Justin gli sorrise malizioso, sapeva benissimo cosa stesse pensando suo marito, anche lui non vedeva l’ora di fare l’amore con lui, ma aveva un piano da portare a termine e niente e nessuno, neanche l’uomo più sexy del mondo, poteva fargli cambiare idea.

-Ho una sorpresa per te- disse allegro

-Spero per te che abbia a che a fare con la camera da letto- rispose il moro

-Sei fuori strada, Kinney. Chiudi gli occhi e non sbirciare- gli prese la mano e lo fece entrare in casa. –Resta fermo qui. Tra un minuto scoprirai tutto-

Brian, ancora confuso, percepì la mancanza di Justin al suo fianco. Ma restò fermo, immobile e con gli occhi chiusi, come gli aveva detto il compagno. Si chiedeva cosa avesse in mente. La risposta gli arrivò quando sentì Justin dirgli di aprire gli occhi. Un enorme albero di Natale troneggiava in fondo alla stanza, addobbato con festoni e lucine colorate. Lo stereo intonava i classici canti natalizi. Diede una rapida occhiata in giro e si rese conto che l’intera casa era stata addobbata a festa.

-Che diavolo significa tutto questo?- chiese indicando le oscenità di cui era circondato.

-E’ Natale, Brian. Uno dei pochi momenti in cui possiamo stare insieme. Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere- disse Justin sorridendo

-Cosa esattamente? Trasformare la mia casa in una fiera di luci e colori?-

-Effettivamente si, questa casa era troppo triste-

-Questa casa era perfetta così come era-

-Andiamo Brian…Possibile che non ti piaccia neanche il Natale?-

-Il Natale è solo una stupida festa per spillare soldi alla gente. Quindi no, non mi piace per niente- si diresse allo stereo e lo spense

-Non è vero. Il Natale è una festa da passare con le persone che ami-

-Infatti pensavo di passarlo con te, magari al Babylon-

-Al Babylon?-

-Si…è una tradizione-

Justin scosse la testa, chiaramente deluso dal comportamento del compagno. Che stupido che era stato a pensare che fosse cambiato, dopo il matrimonio.

-Io vado a preparare il progetto per New York. Quando ho finito smonto tutto, non preoccuparti. Ho preparato la cena ma mi è passato l’appetito. In cucina trovi tutto- detto questo salì di corsa le scale che portavano al suo studio.

Rimasto solo Brian si guardò in giro, storcendo la bocca ad ogni festone colorato. Ma gli bastò ricordare il sorriso sul volto di ragazzo per capire che aveva fatto un terribile errore. Era tentato di salire nello studio, ma lasciò perdere. In quel momento Justin era troppo arrabbiato per tentare di chiedere scusa. Si diresse nell’enorme cucina, il tavolo perfettamente apparecchiato per due. L’odore che proveniva da una delle pentole era stranamente familiare. Justin aveva cucinato il suo piatto preferito. Perfetto!. Adesso non bastavano delle semplici scuse…doveva trovare il modo più adatto per rimediare all’enorme casino che aveva creato. Si riempì il bicchiere con del vino e si diresse di nuovo nell’enorme salone. Si sedette sul divano e fissò i suoi occhi marroni sull’albero colorato. Un sorriso malizioso si dipinse sul suo volto. Aveva l’idea per rendere suo marito una delle persone più felici al mondo. Infondo trovare idee geniali era il suo lavoro.


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Justin era ancora arrabbiato, lo si capiva dal fatto che non rivolgeva direttamente lo sguardo a Brian, se non per qualche occhiata truce ed assassina. Passarono la maggior parte della colazione in silenzio, fatta eccezione per qualche frase biascicata qui e là da entrambi.

Justin si alzò dallo sgabello e si avviò nel salone, pronto a smontare tutto. Aveva impiegato l’intera giornata per decorare ogni angolo di quell’enorme casa, sperando di far contento il compagno. Non erano molte le occasioni in cui potevano stare insieme. Con la sua mostra a New York e il lavoro di Brian a Pittsburgh non si vedevano quasi mai. Certo si sentivano tutti i giorni al telefono, ma non era la stessa, considerando che entrambi avevano bisogno del contatto fisico per far capire all’altro il loro stato d’animo.

Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse della presenza del moro che gli circondava le spalle con il braccio, in segno di scusa. Ma Justin non voleva rendergli la vita così semplice. Aveva intenzione di tenergli il muso ancora a lungo. Gli aveva rovinato uno dei giorni più della sua vita. Adorava il Natale e sperava di passare del tempo con lui, da soli, senza uomini semi nudi che ti si incollano addosso e che cercano di sedurti.

-Sai…il Natale non è propriamente una delle mie feste preferite- cominciò il moro mettendosi di fronte a lui, per poterlo guardare negli occhi.

-Ah si? Sai…- venne zittito da un dito di Brian

-Ho sempre passato il Natale da solo. La mia non è certamente una famiglia esemplare. Mio padre passava tutto il giorno a bere davanti alla tv e mia madre pregava per la sua anima…beh dopo ha cominciato a pregare per la mia, ma questo è un altro discorso…-

-Brian lascia perdere, non devi stare qui a spiegarmi-

-Ma voglio…Sono sempre stato solo, Justin. Per me è tutto nuovo. Non so cosa si fa in questi giorni, non so nulla. L’ho sempre passato al Babylon a scopare…-

Quel discorso aveva sbriciolato la sua rabbia. Capitava raramente che Brian si aprisse così tanto, e Justin sapeva che gli stava costando enorme fatica fare quel discorso.

-Allora andremo al Babylon, e passeremo il Natale come hai sempre fatto- tentò di sorridere per fargli capire che l’irritazione e il malumore erano passati, anche se stava sacrificando la sua idea di “stare insieme” per lui. Sul volto di Brian comparve un ghigno malizioso che non sfuggì agli occhi di Justin

-Perché quella faccia?-

-Nulla Sunshine…Torniamo a letto?- propose il moro

-Devo smontare tutto, ricordi?-

-Mmm credo che per un giorno o due possano restare dove sono. L’hai detto anche tu, no? Danno un po’ di colore a quest’enorme casa triste- si avvicinò al ragazzo, gettandogli le braccia al collo

-Sicuro?-

Brian si abbassò lentamente fino a sfiorare le labbra di Justin, coinvolgendolo in un bacio che di casto aveva ben poco. Si ritrovarono subito senza fiato, e furono costretti a separarsi per il bisogno di aria.

-Come mai questo cambio di idea?- chiese il biondo

-Così…Infondo è carino il tuo albero. Ritorniamo di sopra? Ieri avevamo iniziato un discorso, e mi piacerebbe portarlo a termine-

-Faccio alcune telefonate e salgo- gli diede le spalle per ritornare in cucina, ma la mano di Brian gli bloccò il polso, spostando poi la mano del ragazzo all’interno del pantalone sformato della tuta

-Questo è più importante- sghignazzò

-Sei sempre il solito romantico- Justin si alzò quel tanto che bastava per incontrare le labbra carnose di Brian, portando una mano dietro la nuca, per avvicinarlo a sé.


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La casa di Debbie era una vetrina di luci e colori. Brian si pentì immediatamente di essere passato, ma per Justin avrebbe fatto questo ed altro. Nel momento esatto in cui mise piede in quella casa, Gus gli venne incontro sorridendogli

-Finalmente siete arrivati- urlò Debbie vedendoli entrare

-Si ma ci tratterremo poco. Abbiamo altri programmi-

-Cosa vuoi dire? Pensavo avesti passato il Natale con tuo figlio- Mel lo incenerì con lo sguardo, ma non aveva intenzione di cedere a nessuno di loro

-Domani passeremo un’intera giornata insieme, vero campione?- prese Gus in braccia e l’abbracciò, portando poi una mano dietro la schiena di Justin che era accanto a lui, ancora in silenzio.

-E sentiamo…dove ve ne andrete di bello?- domandò Ted, seduto accanto a Blake

-Al Babylon. C’è la classica serata di Natale-

-Già, come ho fatto a non pensarci-

-Prendete un biscotto- li incitò Debbie

Brian si lasciò cadere su una poltrona libera, continuando a tenere il figlio in braccio. Emmett approfittò di un momento in cui Justin non stesse guardando per avvicinarsi a Brian

-E’ tutto pronto. Vi aspettano tra un’ora- il moro si limitò ad annuire impercettibilmente.


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Justin era in piedi vicino al lavello, con un bicchiere di coca-cola in mano. Osservava Brian giocare con suo figlio, e fu una visione incredibile. Per quanto potesse negare, amava Gus ed amava passare del tempo con lui. Prese un foglio di carta che aveva trovato sul tavolo e cominciò a disegnare uno schizzo della scena che si era ritrovato di fronte. Il disegno stava prendendo vita davanti ai suoi occhi, ed era una sensazione bellissima.

Non si accorse di una presenza accanto a se, se non quando gli parlò sottovoce

-E’ molto bello-

-Grazie-

-Pensavo che avreste festeggiato il Natale a casa, voi due da soli-

-Si, lo pensavo anche io. Ma ieri quando è tornato a casa, ha fatto una scenata, abbiamo litigato e così ho acconsentito a passare la serata al locale- sospirò rumorosamente

-Non devi sempre sacrificarti tu, sai?- disse Michael, sorseggiando la sua coca-cola

-Va bene così, Michael. Voglio che sia felice- gli sorrise

-E tu? Sei felice?-

-Si, quando sono con lui io sono felice- ed era vero. Lo amava come non aveva mai amato nessuno. Alzò lo sguardo verso Brian e si accorse che si stava alzando per venire da lui, così piegò il disegno e lo nascose velocemente in una delle tasche del pantalone.

-Allora…Stavate parlando di me?-

-Non sei il centro del mondo, Brian- Michael si allontanò lasciandoli soli

-Allora…di che parlavate?-

-Niente. Mi ha chiesto della mostra- rispose alzando le spalle

-Ok…Allora sei pronto? La nostra serata ci aspetta-

-Certo. Andiamo- gli prese la mano e la strinse forte. Non gli importava dove stavano per andare, l’importante era stare insieme. Indossarono entrambi il cappotto, sentendo gli sguardi di tutti gli altri addosso

-Ve ne andate già?- domandò Debbie, chiaramente dispiaciuta

-Si…-

-Ci sentiamo domani- continuò Justin, sapendo benissimo che il compagno stava per fare una delle sue battutine al veleno.

-Ma non potete restare neanche per la cena?- continuò imperterrita Debbie, decisamente arrabbiata con Brian

-Mi dispiace, ma abbiamo altri impegni- rispose Brian, sorridendogli sornione.

Brian prese per mano Justin e senza degnare gli altri di uno sguardo uscì dalla porta. Un altro secondo in quella casa e avrebbero mandato a puttante l’intero piano


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Brian e Justin camminavano abbracciati per le vie di Pittsburgh. Avevano appena lasciato la casa di Debbie e si stavano dirigendo verso il Babylon. In realtà Justin avrebbe preferito restare lì, con tutti i loro amici, che ormai considerava parte della famiglia. A Brian non erano sfuggiti i suoi sguardi ai vari commenti, ma sapeva che gli sarebbe piaciuta la sua sorpresa.

-Non capisco perché gli altri non sono venuti con noi-

-Lo sai come sono...preferiscono seguire la tradizione.- si chinò per sfiorare la testa del biondo con un bacio leggero

-Già, che stupidi, vero?- si rese conto del tono fastidioso della sua

Arrivarono al locale in pochissimo tempo. Tutto era estremamente calmo e tranquillo. Di solito a quell’ora c’era sempre una fila enorme fuori, anche dopo la riapertura dopo la bomba, quando si pensava che non fosse più un luogo sicuro. Ma Justin non ci fece caso più di tanto…era pur sempre la sera di Natale, e molti la trascorrevano con le loro famiglie.

-Entriamo a divertirci?- Justin sospirò e sorrise, immaginando già la classica atmosfera del Babylon. Ragazzi accalcati che ballano sperando di fare colpo sul ragazzo di turno da portare a casa per una notte di sesso. Quello che non si sarebbe aspettato era la pista da ballo completamente deserta.

-Cosa significa?- chiese incuriosito

-Ho detto che avrei voluto festeggiare al Babylon ed eccoci qui- indicando la struttura alle sue spalle

-Brian ma non c’è nessuno-

-Ci siamo noi- lo tirò per il bavero della giacca e lo condusse al centro del locale. In un angolo un po’ appartato c’era un tavolo rotondo perfettamente apparecchiato per due. Un ragazzo vestito da cameriere venne loro incontro porgendo un bicchiere di champagne ad entrambi.

-Hai organizzato tutto questo…- indicando il tavolo e il bicchiere

-Per il mio principe-

-Ma perché? Credevo che odiassi il Natale-

-Infatti… Continuo a pensare che sia una festa in cui la falsità regni sovrana, ma a te piace e me ne devo fare una ragione-

-Grazie- Justin gli allacciò le braccia al collo e lo tirò giù quel tanto che bastava per sfiorargli le labbra carnose

-Prego- Brian restituì il bacio, estremamente soddisfatto. Rendere felice Justin lo riempiva di gioia, soprattutto perché poi veniva ricompensato sempre con uno di quei sorrisi che da solo può illuminare un intera sala – Vieni- lo prese per mano e si diressero al tavolo

-Hai organizzato tutto da solo?- chiese il biondo sedendosi

-In effetti no. Mi ha aiutato Emmett-

-C’avrei giurato- sorrise malizioso

-Che vuoi dire?-

-Non avresti mai scelto delle tovaglie così poco sobrie- affermò indicando a tovaglia con sopra un enorme Babbo Natale

-In effetti hai ragione. Ma in così poco tempo cos’altro avrei potuto fare?-

-E’ tutto perfetto-

-Facciamo un brindisi- alzò il flute in aria, seguito da Justin – Al nostro primo Natale insieme-

Justin avvicinò il suo bicchiere a quello del compagno – Sperando che non sia l’ultimo.-

-Beh a questo si può rimediare. Ho letto che per far durare un rapporto bisogna avere un’intensa attività sessuale-

-Io e te non abbiamo mai avuto questo problema, credimi- ribattè Justin sorseggiando lo champagne

-Potremmo riprendere questo discorso nella darkroom-

-Non cambierai mai- e scoppiò a ridere. Non avrebbe mai creduto di poter passare una serata romantica in compagnia di Brian, e soprattutto al Babylon. Era felice come lo era stato solo poche volte in vita sua. E doveva ringraziare Brian, ed il suo essere poco incline alle feste comandate.


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Ormai erano giunti alla fine della cena. Avevano mangiato e bevuto come mai prima d’ora. Ed avevano riso, insieme, forse per la prima volta da quando si frequentavano.

Il cameriere servì loro una fetta di torta al cioccolato. Justin fissò Brian perplesso.

-Che c’è?- domandò il moro

-Non mi sembra che la torta al cioccolato sia un dolce tipico di Natale-

-Cosa c’è di tipico in noi?-

-Proprio nulla- rispose staccando un po’ di dolce ed avvicinando la forchetta alla labbra di Brian, che storse la bocca,

-Lo sai che non mangio dolci- biascicò

-Eddai Brian…Fallo per me-

Brian sbuffò rumorosamente, ma sapeva che il compagno l’avrebbe avuta vinta comunque. Quindi prese la forchetta tra le labbra ed assaporò il dolce

-Contento ora?-

-Si, molto. Grazie per questa serata magnifica-

-E non è finita.-

-Cos’altro hai in mente?-

-Lo vedrai- si alzò dalla sedia e Justin lo imitò. Indossarono i cappotti ed uscirono in strada. E si ritrovarono di nuovo a camminare, abbracciati, con uno spirito totalmente diverso. Justin aveva immaginato una serata diversa da quella che suo marito gli aveva organizzato. Cinque anni ed ancora si stupiva di lui. Ritornarono alla macchina che avevano lasciato fuori la casa di Debbie e si avviarono verso il loro palazzo.


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Erano distesi a letto, nudi, i loro corpi accaldati stretti in un abbraccio. Finalmente avevano potuto festeggiare a modo loro, perché il loro modo di fare l’amore era così intenso, già dalla primissima volta, quando in realtà doveva essere solo una scopata.

Justin puntellò un gomito e si alzò quel tanto che bastava per poter vedere il compagno negli occhi. Con l’altra mano disegnava cerchi immaginare sul ventre di Brian, il quale con gli occhi chiusi, si godeva quella sensazione di piacere.

-Vorrei che il tempo si fermasse in questo istante- disse in un sospiro

-Così saremo sempre giovani e belli-

-Scemo.- gli stampò un pizzicotto sul fianco, ritornando poi serio- Io non intendevo questo-

Brian riaprì gli occhi e cercò quelli color blu del compagno –So cosa intendi. Ma vedrai questi mesi passeranno presto-

-Lo so, ma non vorrei ripartire. Vorrei poter organizzare tutto da qui-

-Justin…- Brian si alzò a sedere e baciò con forza il marito, sperando di far sciogliere la sua tristezza –Non farò passare troppo tempo. Adesso lo vuoi il tuo regalo di Natale?-

-Mi hai fatto un regalo?- domandò sorpreso

-Si- rispose fiero Brian

-Non sarà di nuovo un gigolò, vero?-

-Certo che no. Aspetta qui- si alzò dal letto e frugò nella giacca e ne estrasse fuori una busta bianca. La porse a Justin e riprese posto accanto a lui, impaziente di vedere la sua reazione a quella sorpresa, anche se non l’avrebbe mai confessato ad anima viva.

Justin scartò freneticamente la carta. All’interno della piccola busta c’erano due biglietti aerei. Lesse febbrilmente la destinazione. Ibiza, la loro meta.

-Ibiza?- quasi urlò. Brian si limitò ad annuire, sorridendo –Andremo ad Ibiza? E questa volta sul serio?-

-Si, contento?-

-Sono felicissimo- gli buttò le braccia al collo, facendogli perdere l’equilibrio. Si ritrovarono stesi sul letto, Justin comodamente sdraiato sul torace di Brian, impegnati in un bacio passionale.

Si separarono per il bisogno di aria e restarono in quella stessa posizione, semplicemente coccolandosi

-Brian?-

-Mmm?-

-Io non ho un regalo per te- confessò

-Sei qui…va più che bene-

-Ma no…- si alzò di scatto a sedere –Non va bene. Tu hai organizzato la cena, il viaggio ad Ibiza-

-Justin, non devi farmi nessun regalo-

-Invece si-

-Ti prego…Dimmi che non vuoi litigare per questo stupido motivo-

-Stupido?-

-Ok ho sbagliato aggettivo, ma ti prego non litighiamo. Se ti può far stare più tranquillo, potrai comprare qualcosa quando i negozi riapriranno-

Storse la bocca a quel pensiero. Non volevo regalargli qualcosa che avrebbe potuto comprare anche da solo. Desiderava che il suo regalo fosse qualcosa di speciale. Si ricordò del disegno che aveva fatto a casa di Debbie e scattò in piedi, come una molla

-Non ce n’è bisogno. Ho il regalo perfetto- raccolse il pantalone da terra ed estrasse dalla tasca un foglio piegato a metà. Lo porse a Brian, soddisfatto-Buon Natale-

Brian aprì il foglio e si vide insieme a Gus mentre giocavano a casa di Debbie. Il cuore cominciò a martellargli forte nel petto. Era il più bel regalo che poteva mai fargli. Ma lui era Brian Kinney e non poteva di certo sembrare una lesbica emozionata. Si limitò a sorridere. Justin sapeva come si sentiva, non aveva bisogno di sentirsi dire “grazie”. Il suo semplice sorriso fu una risposta più che esauriente.

Tornò a sedersi accanto a Brian, il quale gli circondò le spalle con il braccio e gli baciò una tempia

-Quando partiamo per Ibiza?-

-Il 29-

-Brian ma è Capodanno-

-Lo so...Passeremo una meravigliosa settimana, credimi-

-Lo sai vero che Debbie ci ucciderà?-

Ma Brian preferì non rispondere. Tirò su di se Justin e lo baciò dolcemente

  
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